Un diversivo dello Stato-Moloch
Spesso la Provvidenza si serve dell’operato dei Suoi nemici per
mostrarne all’evidenza l’ipocrisia e la malafede. Tale è il caso di una
pellicola, di recente uscita in Italia, con cui si intende ricostruire il caso
Mortara. La prima carenza che salta all’occhio (purché sia buono, piuttosto che
bello) è l’assoluta indifferenza nei confronti delle fonti storiche, fra le
quali eccelle, in riferimento alla vicenda trattata, il Memoriale
autobiografico redatto dall’interessato stesso, il sacerdote cattolico nato in
una famiglia ebraica e battezzato dalla domestica in pericolo di morte.
Entrando in un istituto di vita consacrata, egli aveva scelto il nome del Papa
regnante per riconoscenza a colui che tanto si era adoperato perché fosse educato
nella vera fede, vedendo così aprirsi davanti a sé le porte della vocazione
religiosa e, in ultima istanza, quelle del Paradiso.
Dov’è finita l’onestà?
Sarebbe ovviamente ridicolo aspettarsi anche solo un minimo di
onestà intellettuale da un vecchio sessantottino maoista, già amico di notori
pederasti incalliti come Pasol*** e Pann*** («Dimmi con chi vai…»), votato alla
sistematica diffamazione della Chiesa Cattolica e alla sacrilega denigrazione
di qualunque cosa abbia a che fare con la trascendenza. Com’è ancor più palese
negli ecclesiastici corrotti, certi vizi offuscano l’intelletto a tal punto da
assuefarlo a un grado inimmaginabile, per la gente comune, di falsità,
doppiezza e disprezzo della verità, della giustizia e delle cose più sacre. Di
fatto è moralmente impossibile che si convertano individui del genere, i quali
sono talmente avvezzi a respingere la grazia da esserle diventati completamente
refrattari e da non meritarla più neanche per le preghiere dei giusti, viste le
loro colpe gigantesche.
Certo non è privo di responsabilità neppure chi dà credito alla
cinematografia, quasi riprendesse gli avvenimenti nel loro stesso compiersi
quando invece, evidentemente, si tratta di una ricostruzione in cui la fantasia
dello sceneggiatore gioca un ruolo spesso ben superiore alla doverosa fedeltà
alle fonti. C’è poco da meravigliarsi, d’altronde, della credulità di un
pubblico manipolato da decenni di mistificazioni divulgate con un mezzo
potentissimo nel condizionare l’emotività anziché nell’istruire correttamente
la ragione, così che gran parte delle persone, ormai, pensa solo con la pancia
e si è resa incapace di farlo con la testa. Sarebbe compito dei Pastori (a
cominciare dal primo, anche per l’onore di un predecessore così volgarmente
calunniato) difendere i fedeli – e tutti gli altri – dalla violenza mentale
inflitta dai mezzi di comunicazione con le loro spudorate menzogne; come
possono farlo, però, presi come sono dall’impossibile riabilitazione dello
squilibrato di Barbiana?
La verità storica, le esigenze del diritto
Il piccolo Edgardo, nato a Bologna nel 1851 da genitori ebrei, nel
primo anno di vita si era ammalato gravemente, fino a ridursi in punto di
morte. Ciò aveva indotto la quattordicenne Anna Morisi, in servizio presso la
famiglia, a impartirgli di nascosto il Battesimo, di cui, da buona cattolica,
conosceva la necessità ai fini della salvezza eterna. Il fatto, tenuto segreto,
emerse solo sei anni dopo, quando un fratellino di Edgardo, Aristide, contrasse
una grave malattia ma la ragazza, questa volta, esitò a battezzarlo per il
fatto che il primo era sopravvissuto. Avendo ella posto il dilemma al
confessore e datagli facoltà di parlarne, il caso fu deferito alla Santa
Inquisizione, la quale decretò che Edgardo fosse sottratto ai genitori onde
assicurarne l’educazione cristiana. Nonostante il clamore suscitato dalla
massoneria a livello internazionale, dopo vari tentativi infruttuosi di
conciliazione Pio IX confermò la decisione e lo adottò, ordinandone il
trasferimento a Roma.
Com’era prevedibile, il caso fu ampiamente sfruttato per motivare
nell’opinione pubblica una posizione sfavorevole al potere temporale dei papi,
ma il Beato non volle cedere per alcun motivo alle pressioni politiche, ben
sapendo che una singola anima, essendo spirito, vale ben più dell’intero universo.
Edgardo, del resto, si rifiutò sempre di tornare a vivere con i genitori; ancor
prima del trasferimento, come egli stesso racconta, la grazia del Battesimo gli
aveva fatto sentire una forte attrazione per le chiese e i riti cattolici,
dimostrandosi poi più forte dell’attaccamento naturale alla famiglia. Se un
condizionamento mentale è teoricamente possibile nell’infanzia, esso va escluso
nell’età adulta, quando il giovane, accolto nei Canonici Regolari Lateranensi,
fu ordinato sacerdote e si consacrò alla missione di convertire gli ebrei, che
condusse instancabilmente fino alla morte, sopraggiunta all’età di ottantotto
anni. Incredibile potere della propaganda ecclesiastica… o della grazia?
I nemici di Dio, ovviamente, non capiscono nulla delle Sue opere
soprannaturali; probabilmente penseranno che pure Alphonse Ratisbonne, a
ventisette anni, sia stato vittima di un raggiro clericale. Tuttavia una
difficoltà sembra sorgere sul piano del diritto: come già sostenuto all’epoca
da alcuni cattolici liberali, sarebbe stato violato il diritto naturale dei
genitori sui figli. Con ciò si dimentica che il diritto della Chiesa sulle
anime è superiore, essendo di ordine soprannaturale; sebbene anche il primo sia
di origine divina, il secondo prevale in quanto attinente a un piano molto più
elevato. Il Vicario di Cristo, oltretutto, ha autorità non soltanto sui
cattolici, ma su ogni singolo essere umano, a prescindere dal fatto che la
riconosca o meno. È vero che la conversione è per sua stessa natura un atto
libero che non può in alcun modo essere forzato; ciononostante, con i bambini
che non abbiano ancora raggiunto l’età di ragione e non siano quindi in grado
di decidere, battezzarli è dovere grave di ogni cattolico, qualora siano in
pericolo di morte.
La natura di chi muove rimproveri alla Chiesa
Ciò che più colpisce è l’incoerenza con cui quanti attaccano la
Chiesa per le sue legittime istanze sono al contempo accaniti sostenitori di
presunti diritti inappellabili dello Stato laico, il quale, non riconoscendo
alcun fondamento metafisico nella legge naturale, pretende di stabilire la
propria autorità sopra un’inesistente sovranità popolare, che dovrebbe
esprimere un supposto consenso tramite mezzi facilmente manipolabili,
come elezioni e plebisciti. Lo Stato così concepito, nel suo assoluto
giuspositivismo, viola sistematicamente il diritto naturale divino dei genitori
sulla prole con frequenti provvedimenti giudiziari di sequestro dei figli e
loro affidamento a strutture pubbliche la cui adeguatezza educativa è tutta da
dimostrare, oppure a coppie affidatarie la cui qualità è altrettanto incerta,
visto che gli interventi si basano sul giudizio insindacabile di assistenti
sociali affetti il più delle volte da crassa ignoranza, cecità ideologica e
tracotante cialtroneria.
Sarebbe quanto mai opportuno ricordare agli intellettuali da
salotto della sinistra radical chic il recente caso di Bibbiano, che,
malauguratamente, è solo la punta di una montagna sommersa di accecanti soprusi
perpetrati contro le famiglie e i bambini, spesso dati in affido, in barba alla
legge vigente, a coppie di pervertiti che li rovinano per tutta la vita. L’allontanamento
dai genitori, previsto come extrema ratio in
casi (purtroppo non più rarissimi) che lo rendono indispensabile per la tutela
fisico-psichica dei minori, è ormai diventato prassi corrente, con il fondato
sospetto che favorisca il loro sfruttamento sessuale. Chi finanzia, come
spregevole diversivo, certe polemiche contro la Chiesa è direttamente coinvolto
in tali orrendi crimini, in funzione dei quali è stata elaborata una visione
dello Stato che lo assimila a un Moloch, demoniaco idolo sanguinario che si
nutre di innocenti.
Per approfondire:
https://www.mondadoristore.it/Io-bambino-ebreo-rapito-da-Vittorio-Messori/eai978880454531/
In realtà è superfluo ogni commento: semplicemente perfetto, perché fondato sulla retta ragione e sulla autentica fede cattolica.
RispondiEliminaAntonio
Dalla lettera di san Paolo apostolo agli Ebrei.
RispondiEliminaHebr 9:11-15
Fratelli, quando Cristo è venuto come sommo sacerdote dei beni futuri, attraversando una tenda più grande e più perfetta, che non è opera d'uomo - cioè non di questo mondo creato - è entrato una volta per sempre nel santuario: non con il sangue di capri e di vitelli. ma con il proprio sangue, avendoci acquistato una redenzione eterna. Se infatti il sangue di capri e tori, e le ceneri di una giovenca, sparse sopra coloro che sono immondi, li santifica, procurando loro una purificazione della carne; quanto più il sangue di Cristo, che per mezzo di Spirito Santo si offrì senza macchia a Dio, purificherà la nostra coscienza dalle opere morte, per servire al Dio vivente? Ed è per questo che egli è mediatore di una nuova alleanza: affinché, essendo intervenuta la sua morte a riscatto delle trasgressioni commesse sotto l'antica alleanza, coloro che sono stati chiamati ricevano l'eredità eterna, oggetto della promessa, in Cristo Gesù nostro Signore.
R. Grazie a Dio.
Per fortuna quasi nessuno l'ha visto dalle mie parti è stato su per 3 giorni.....
RispondiEliminahttps://www.youtube.com/watch?v=755EnRKPQnY
RispondiEliminahttps://www.youtube.com/watch?v=n8gZlZzuqH4
https://www.youtube.com/watch?v=v5acvkH9jQM
Senza questo spirito il tradizionalismo è e rimarrà l'eresia speculare del modernismo.
Prima lo si grida, meglio sarà per chi lo farà. Chi si vuol astenere, sappia che la scelta è comunque prossima.
Consapevole che anche questo messaggio è esattamente parte della critica mossa...
Offriamo novene, adorazioni al SS. , santi rosari, digiuni e silenti gesti di penitenza e sacrificio per ottenere la grazie dei nemici di Cristo o, almeno, che i loro progetti vadano in frantumi.
RispondiEliminaC'è un punto su cui non sono convinto; che il papa abbia suprema giurisdizione è fuor di dubbio: ma come fa ad esercitare la sua giurisdizione anche sui non battezzati? Chi non appartiene alla societas perfecta che è la Chiesa non è soggetto alla sua autorità
RispondiEliminaUna cosa è la giurisdizione canonica, che vale evidentemente solo nei confronti di chi appartiene alla società visibile della Chiesa Cattolica; un'altra è l'autorità divina che il Papa detiene in quanto Vicario di Cristo e alla quale è soggetto ogni essere umano.
Elimina