Iam enim securis ad radicem arborum posita est.
(Mt 3, 10)

sabato 1 aprile 2023

 

Se non si ravvedono

ed emendano…

 

 

Le istituzioni apicali della Chiesa Cattolica sono da decenni infestate da delinquenti rotti ai vizi più ripugnanti e adusi a crimini analoghi a quelli commessi da giacobini, garibaldini e bolscevichi. L’esserci impegnati a pregare perché il loro capo eviti la dannazione eterna non implica certo un chiudere gli occhi sulla realtà. Le accecanti ingiustizie commesse contro le comunità claustrali di Pienza e Ravello reclamano un’inequivocabile presa di posizione, dato che non soltanto violano i sacri impegni di inermi donne consacrate a Dio, ma attentano direttamente all’onore e ai diritti di Lui. Ci sembra pertanto opportuno riportare, con qualche lieve adattamento per lo scritto, un’omelia diffusa mediante le reti sociali in occasione della solennità dell’Annunciazione della Beata Vergine Maria.

 

Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Amen.

Sia lodato Gesù Cristo!

Oggi celebriamo questa meravigliosa festa dell’Annunciazione. È l’avvenimento che ha segnato l’inizio della nostra salvezza, l’avvio della Redenzione, in quanto Dio ha voluto che tutta l’opera con cui intendeva salvare l’umanità dipendesse dal consenso della Vergine Maria. Per questo noi La onoriamo al di sopra di tutti i Santi, non solo perché è rivestita di una santità incomparabile che La colloca ad un livello estremamente più alto, ma anche perché Le dobbiamo la nostra vita eterna, la nostra stessa salvezza, motivo per cui la consideriamo nostra Madre nell’ordine della grazia.

Oggi, tuttavia, ci sono fatti dell’attualità ecclesiale talmente gravi che siamo obbligati a riflettere su questi avvenimenti alla luce di ciò che Dio fece in Maria. È nella verginità che la Madonna concepì il Figlio di Dio nella carne; per questo Ella è modello di tutte coloro che, nella Chiesa, consacrano la propria verginità al Signore. In questo modo, in un certo senso, esse concorrono a generare Gesù Cristo nelle anime: con le loro preghiere e l’offerta della loro vita fanno sì che gli uomini accolgano la grazia, si convertano e ricevano quindi in sé Gesù Cristo medesimo, che deve nascere, crescere e giungere a maturità in ogni battezzato.

Ora, la vocazione delle donne consacrate a Dio – in particolare quella delle claustrali – è sempre stata molto stimata nella storia della Chiesa; basta leggere ciò che alle vergini scrive sant’Ambrogio e, dopo di lui, tanti altri autori. Per questo l’autorità ecclesiastica ha sempre protetto in modo speciale i monasteri contemplativi, i loro beni e la loro stessa vocazione, in quanto ha riconosciuto che il bene di tutta la Chiesa è strettamente legato alla loro presenza.

Non per niente, tutti i nemici della Chiesa si sono sempre accaniti contro la vita claustrale. Già i protestanti si vantarono di aver svuotato interi conventi (per non parlare di ciò che fecero alle religiose); poi il cosiddetto Secolo dei Lumi vide la soppressione di innumerevoli monasteri in tutta Europa. In Italia ciò successe dapprima durante le invasioni napoleoniche, poi negli anni Sessanta dell’Ottocento, quando le inique leggi massoniche soppressero tutti gli istituti religiosi.

Nella liturgia di Consacrazione delle Vergini, dopo il loro atto di offerta totale a Dio, il vescovo pronuncia una vera e propria maledizione contro tutti coloro che volessero distogliere le monache dalla loro vocazione oppure attentare ai loro beni; questo dimostra fino a che punto la gerarchia ecclesiastica abbia sempre avuto a cuore la vocazione claustrale. Pur non avendo l’autorità di pronunciarla, ve la leggo perché mi sembra opportuno che conosciamo questi testi per chiedere al Signore di intervenire, soprattutto riguardo a due casi recenti di soppressione o di grave minaccia a comunità contemplative.

Quello che è particolarmente scandaloso, purtroppo, è che tali attacchi non provengono più da nemici esterni della Chiesa, bensì dal suo interno, da rappresentanti autorevoli della Santa Sede. Alludo a una comunità di clarisse espulse dalla loro casa dopo esser state ridotte allo stato laicale, salvo una suora dell’età di novantasette anni, costretta a trasferirsi in un altro convento. Parlo anche di un monastero benedettino in cui le monache stanno resistendo a un provvedimento illegittimo, benché si stia tentando di prenderle per fame impedendo l’accesso al conto della comunità.

Sentiamo allora, a monito di quanti attualmente attentano alla vocazione claustrale, cosa dice il vescovo, secondo il Pontificale Romanum, nel rito di Consacrazione delle Vergini:

Con l’autorità di Dio onnipotente e dei beati Pietro e Paolo, suoi Apostoli, fermamente e sotto minaccia di scomunica proibiamo che chiunque distolga le presenti vergini o monache dal servizio divino, al quale si sono assoggettate sotto il vessillo della castità; nessuno si appropri dei loro beni, ma esse li posseggano nella tranquillità. Se però qualcuno avrà l’ardire di attentare questo, sia maledetto in casa e fuori casa, maledetto in città e in campagna, maledetto quando veglia e quando dorme, maledetto quando mangia e quando beve, maledetto quando cammina e quando sta seduto; maledette siano la sua carne e le sue ossa, e dalla pianta dei piedi alla sommità del capo non abbia salute. Venga su di lui la maledizione dell’uomo che per mezzo di Mosè, nella Legge, il Signore ha lanciato ai figli dell’iniquità. Che il suo nome sia cancellato dal libro dei viventi e non sia ascritto con i giusti. La sua parte di eredità sia con Caino fratricida, con Datan e Abiron, con Anania e Saffira, con Simon mago e Giuda traditore e con coloro che dissero a Dio: «Allontanati da noi; non vogliamo il sentiero delle tue vie». Vada in perdizione nel giorno del Giudizio; il fuoco eterno lo divori con il diavolo e i suoi angeli, se non avrà restituito e non sarà giunto ad emendazione. Così sia, così sia!

Come vedete, anche questa maledizione è condizionata, cioè vale se i reprobi non si convertono e non recedono dai loro propositi. Per questo noi preghiamo perché il Signore conceda questa grazia; tuttavia, quando si osserva un’ostinazione che supera ogni misura, quando si assiste a un’impenitenza senza remissione, vien da pensare che non sia più un bene pregare per quelle persone, poiché c’è il rischio che Dio sia offeso da queste suppliche, in quanto, nel vedere le sue grazie costantemente respinte, smette di concederle. Accordare continuamente grazie a chi non le vuole non solo aggrava la sua pena eterna, ma soprattutto è lesivo della maestà di Dio, che non deve essere disprezzato.

Ora, è evidente che chi disprezza la grazia di Dio fa qualcosa che lo rende completamente refrattario ad essa; allora – come insegna sant’Alfonso Maria de’ Liguori – ad un certo punto, vedendo la sua pervicacia, Dio abbandona il peccatore alla sua sorte. È ovvio che Dio conosce questa sorte fin dall’eternità; non dobbiamo quindi pensare che Egli cambi parere. Parlando alla maniera umana, intendiamo dire che Dio, pur sapendo che una persona si dannerà, fino a un dato momento, tuttavia, le concede le grazie necessarie alla conversione, così che non si possa insinuare che non sia stato misericordioso, dimostrando anzi che la Sua misericordia non ha limiti. Egli dà a tutti la possibilità di salvarsi; chi si danna, si danna perché vuole davvero dannarsi.

Pur avendo pregato per mesi per la conversione di colui che è al vertice della Chiesa, dobbiamo tuttavia cominciare a domandarci se non sia il caso di smettere, dato che Dio potrebbe essere offeso da queste preghiere. In tal caso non rimarrebbe altro che chiedere al Signore di intervenire e di fare giustizia, venendo in soccorso di quelle donne indifese e facendo ciò che è necessario per porre fine all’iniquità. C’è sempre una misura in tutte le cose.

Imploriamo perciò il Signore di realizzare i Suoi disegni e, proprio in questa festa dell’Annunciazione, affidiamo le monache minacciate all’intercessione di Maria santissima e di san Giuseppe. Confidando nella potenza della loro preghiera, supplichiamo il Signore, gridiamo verso di Lui perché ponga fine a questo scempio e ascolti il grido di quelle donne prive di ogni difesa, che non possono fare altro che contare su di Lui e sulla solidarietà dei cristiani.

Sia lodato Gesù Cristo!

 

Che queste parole inducano tutti – ma soprattutto chi è prossimo alla morte – a considerare l’estrema serietà del giudizio divino. Se teniamo conto del fatto che nel frattempo, a causa del peggiore crimine della storia umana (presentato come un atto d’amore), hanno cominciato ad ammalarsi di tumore e a morire per malore improvviso anche bambini e ragazzi, ci vien da pensare che una sola maledizione non basti. Noi cattolici abbiamo tuttavia il dovere di pregare per chiunque, almeno perché eviti l’Inferno. Se però neppure la grazia della Settimana Santa otterrà un accenno di resipiscenza, che il Signore proceda con la Sua giustizia, dopo aver messo in atto tutte le risorse della Sua misericordia.

 

Testo latino:

Auctoritate omnipotentis Dei, et beatorum Petri et Pauli Apostolorum eius, firmiter et sub interminatione anathematis inhibemus, ne quis praesentes virgines, seu sanctimoniales, a divino servitio, cui sub vexillo castitatis subiectae sunt, abducat; nullus earum bona surripiat, sed ea cum quiete possideant. Si quis autem hoc attentare praesumpserit, maledictus sit in domo et extra domum; maledictus in civitate et in agro; maledictus vigilando, et dormiendo; maledictus manducando, et bibendo; maledictus ambulando, et sedendo; maledicta sint caro eius et ossa, et a planta pedis usque ad verticem non habeat sanitatem. Veniat super illum maledictio hominis, quam per Moysen in lege filiis iniquitatis Dominus permisit. Deleatur nomen eius de libro viventium, et cum iustis non scribatur. Fiat pars et hereditas eius cum Cain fratricida, cum Dathan et Abiron, cum Anania et Saphira, cum Simone mago et Iuda proditore, et cum eis qui dixerunt Deo: Recede a nobis, semitam viarum tuarum nolumus. Pereat in die iudicii; devoret eum ignis perpetuus cum diabolo et angelis eius, nisi restituerit, et ad emendationem venerit.

 

https://www.ilvescovado.it/it/notizie-lifestyle-47/ravello-ecco-perche-le-clarisse-rifiutavano-il-tr-114851/article

http://www.monasteropienza.it/news/comunicato-stampa-monastero


13 commenti:

  1. Tacere e riparare (messaggio a mamma Rosa S. Damiano pc) cerco di farne un programma di vita. Buona e SANTA Pasqua di resurrezione

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  2. Dopo aver letto l'articolo ho ricordato che anche il Signore si fermò davanti alla intercessione di Mose' che supplicava Dio di non far perire il popolo che uscendo dall'Egitto mormorava in continuazione e metteva alla prova il Signore. E venne poi un giorno che lamentandosi del solito cibo e rimpiangendo l'Egitto ,Dio non tardò a rispondere mandando serpenti velenosi. Il Signore è lento all'ira ,ma risponde. Preghiamo senza stancarci

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  3. Sottoscrivo con tutta l'anima...grazie!

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  4. Caro padre, tutte le preghiere offerte per il Papa, potrebbero aver mosso a pietà il nostro Signore e donato "il malore" per il suo ravvedimento, tuttavia Bergoglio ha fatto ricorso all'humour per commentare quanto gli è successo, al ritorno dall'ospedale, quando rispondendo ai giornalisti, a chi gli chiedeva come si sentiva, ha esclamato "sono ancora vivo" . Nonostante la disponibilità, il Pontefice non ha risposto nello specifico alla domanda più attesa, ovvero quella relativa al motivo del suo ricovero. Ha detto di aver sentito "come un malessere, come quando uno ha mal di stomaco" e più tardi in Vaticano ha detto di non sapere cosa ha avuto, invitando i giornalisti a chiederlo ai medici.

    Che non si sia trattato di semplici controlli programmati, però, lo lascerebbe pensare il riferimento alla morte che il Papa ha fatto nel suo saluto ai giornalisti che lo attendevano al Gemelli. Infatti, il Pontefice ha citato una persona più anziana di lui che gli disse se una volta "io la morte non l'ho vista, ma l'ho vista venire... E' brutta eh".

    Che squallore! Cosa invece avremmo voluto sentire dal rappresentante di Cristo in terra, magari parole cariche di fede, speranza e carità:" Cari giornalisti, se ancora sono vivo è solo per grazia di Dio! Gesù mi lascia ancora tra voi per testimoniare il Suo immenso Amore che desidero sempre comunicare fino al mio ultimo sospiro, come fece anche Benedetto XVI, con le sue ultime parole:" Gesù, ti amo! Quale immensa grazia, poter donare alla Chiesa, ogni nostra sofferenza, unendole a quelle di Cristo! Non temo la morte perché so che in quel momento ci sarà l'incontro tanto atteso con il mio Divino Maestro e Salvatore! " Se uno, fosse anche il Papa, non ha Gesù nel cuore e non vive stabilmente in Lui, come può desiderarne l'incontro? Meglio non cantar tanto vittoria, poiché è solo per Sua grazia che tenta ancora una volta, di convertire un cuore troppo attaccato all'effimero mondo, tentando di compiacerlo in ogni modo, poi, potrebbe arrivare l'ora definitiva e il Suo Giudizio.

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    1. A quanto pare, il soggetto non ha Gesù nel cuore e non desidera incontrarlo, ma si tiene avvinghiato a questa vita terrena. Possibile che non si renda conto che, in ogni caso, prima o poi dovrà lasciarla e rispondere al Giudice divino? Ma - vien da domandarsi - ci crederà davvero, come dovrebbe?

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  5. Grazie di cuore per la sua testimonianza e il suo prezioso contribuito spirituale

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  6. Don Elia, magari sbaglio ma essendomi imbattuta in persone poco commendevoli le quali hanno compreso di non doversi vaccinare per un istinto di sopravvivenza quasi animalesco, quanto è avvenuto mi sembra una trappola ben congegnata proprio per colpire i cattolici, la maggior parte dei quali mai aveva sentito parlare di cabala e massoneria. Da questo punto di vista, è stato come sparare a degli uccelli posati su un ramo

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  7. Caro Padre, avrei bisogno di un consiglio su una questione che mi sta tanto a cuore. Sono celiaca e per molto tempo mi sono comunicata solo con Ostia senza glutine. Poi un un.profondo scrupolo di coscienza mi ha tormentata: con la transustanziazione il pane diventa il Corpo di Gesù, può peggiorare la mia celiachia tanto più che l'ostia deglutìnata contiene sempre una minima quantità di glutine? Che fede la.mia se ho paura di comunicarmi con il Corpo di Gesù? Allora ho iniziato a comunicarmi per un anno con Ostie con Glutine. A distanza di tempo ho cominciato a avere dei problemi di salute che ho attribuito (forse per poca fede e probabilmente per errore) alla Conunione. In confessione un sacerdote mi ha detto di riprendere l'uso della Comunione senza glutine perché devo tenere anche alla mia salute fisica confermandomi dunque che sia L''Ostia con il glutine responsabile... Io però sono tanto combattuta, temo di sbagliare, la mia celiachia mi creò molti problemi da giovane e sono molto condizionata.. vorrei però che la Fede e il rispetto nel Signore venissero sopra ogni cosa 🙏🙏🙏. Mi aiuti lei a capire meglio. Grazie di cuore

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    1. Segui il consiglio del confessore. Il tuo è uno scrupolo infondato; la fede non è messa in discussione dall'uso delle ostie per celiaci. Nell'Eucaristia permangono infatti le specie con le loro caratteristiche fisiche.

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  8. MuIte agli over 50: i giudici certificano l'ingiustizia
    I giudici stanno annullando le multe ai cittadini over 50 che non si sono sottoposti alla vaccinazione. L'avvocato Davide Fortunato con gli Avvocati per l'emergenza ha già ottenuto 3 sentenze di annullamento da altrettanti giudici di pace: «Il provvedimento non sta in piedi né dal punto di vista amministrativo né giuridico. Eppure hanno preso la gente per paura mandando l'Agenzia delle Entrate come esattore senza alcun titolo». Gli eroi di questa vicenda? «I cittadini che di fronte a un'ingiustizia hanno alzato la testa».
    Andrea Zambrano
    https://lanuovabq.it/it/muite-agli-over-50-i-giudici-certificano-lingiustizia

    Perdonate il fuori tema.

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  9. “Desidero che durante questi nove giorni [dal Venerdì Santo al sabato che precede la seconda Domenica di Pasqua] tu conduca le anime alla sorgente della Mia Misericordia (…). Ogni giorno condurrai al Mio Cuore svariate schiere di anime e le immergerai nell’oceano della Mia Misericordia: Io le introdurrò nella casa del Padre Mio”.

    Per dire la Novena della Divina Misericordia (vedi qui il testo), che quest’anno va dal 7 al 15 aprile compreso, basterà leggere lo scritto relativo a quel giorno e poi accompagnare il Gruppo di Anime indicato al Cuore Misericordioso di Gesù. Alla fine si recita la Coroncina della Divina Misericordia, che, com’è noto, venne suggerita da Gesù a suor Faustina il 13 settembre 1935, dopo che la suora aveva avuto nella sua cella la visione di un Angelo che stava per distruggere un certo luogo della terra. La santa, pur pregando l’Angelo perché si fermasse, vide che non otteneva nulla, mentre appena - per ispirazione divina - iniziò a pregare: “Eterno Padre, Ti offro il Corpo e il Sangue, l’Anima e la Divinità (…)”, “vidi l’impotenza dell’Angelo che non poté compiere la giusta punizione”.

    Tornando alla Festa della Divina Misericordia, Gesù disse pure a santa Faustina che: “L’umanità non gusterà la pace finché non verrà ad attingerla alle sorgenti della Mia Misericordia”. Visto che la pace è sicuramente il bene più prezioso, perché a questo punto non chiederla durante la Novena alla Divina Misericordia? Perché la Chiesa cattolica non si unisce in comunione di preghiera in ogni parte del mondo dal 7 al 15 aprile per chiedere la pace non solo fra Russia e Ucraina, ma anche in Africa e in tutte le altre decine e decine di nazioni-teatro di conflitti? Sicuramente si potrà contare anche sull’intercessione di Benedetto XVI, che quest’anno, proprio nella Domenica della Divina Misericordia, il 16 aprile, avrebbe festeggiato 96 anni.
    https://lanuovabq.it/it/venerdi-santo-inizia-la-novena-alla-divina-misericordia

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  10. Mio Signore e mio Dio, quanto grande è stato il tuo patire per redimerci e fino a quale abisso di dolore ti sei immerso per amore nostro! Da questo esame medico, si comprende sempre meglio, quali atroci sofferenze abbia patito Cristo nella sua passione:
    https://www.aldomariavalli.it/2023/04/07/cosi-mori-gesu-esame-medico-della-crocifissione/

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  11. Probabilmente la Diocesi guadagna di più a mettere i migranti nella struttura piuttosto che a tenerci le suore. Dai primi incassa e per le seconde deve pagare lòe spese

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