Iam enim securis ad radicem arborum posita est.
(Mt 3, 10)

sabato 23 maggio 2020


Regime e resistenza




Tutti i regimi totalitari, per affermare il proprio potere incondizionato, impongono alle popolazioni una congerie di norme così assurde da essere ridicole, tanto sono inutili e irragionevoli; l’importante è che la gente si sottometta senza discutere, cosa che può costare noie molto serie. Nel caso attuale, però, c’è poco da ridere, considerati i danni causati dalle regole di contenimento del contagio a tutti gli ambiti della vita individuale e collettiva: crollo della produzione industriale, povertà crescente, soffocante controllo sociale, clima di paura e di sospetto, deterioramento delle relazioni, isolamento affettivo, malattie psicosomatiche… In simili condizioni l’individuo finisce con il sentirsi inerme, vulnerabile, privo di protezione ed è quindi spinto a rifugiarsi nell’apparente sicurezza offerta da un’autorità che, in realtà, non opera più per il suo bene effettivo, ma unicamente a proprio vantaggio, per mantenere il potere a beneficio, in ultima analisi, di chi la manovra da dietro le quinte. Certo, ci sarà ancora chi bollerà questi discorsi come una forma di complottismo, ma la storia insegna che un regime non può imporsi né conservarsi senza l’appoggio di un’oligarchia finanziaria che lo foraggi per il raggiungimento dei propri scopi occulti.

L’informazione indipendente, in un contesto del genere, si rivela un’indispensabile arma di difesa. È ormai evidente che siamo vittime di un’enorme manipolazione mediatica che ha ingigantito il problema con l’effetto di creare il panico, ma continua a diffondere dati scorretti sulla situazione sanitaria, così da renderne praticamente impossibile una valutazione obiettiva. Il sistematico sforzo di screditare i pareri contrari alla versione ufficiale appare quanto meno sospetto, tenuto conto anche del fatto che i membri dell’inappellabile Comitato tecnico-scientifico non brillano certo per competenza, visto che i loro nomi occupano posizioni molto basse nell’H-Index, la classifica che ordina gli autori in base all’impatto dei loro contributi sulla letteratura scientifica. Non è per niente arduo spiegare la loro nomina con ragioni meramente politiche, non appena se ne esaminino gli orientamenti ideologici, che con la scienza hanno ben poco a che fare. Chi non professi il “credo” del pensiero dominante (gender, globalismo, immigrazionismo, salute riproduttiva, dignità del morire ecc.) non ha la minima chance in questo sistema.

Nel legittimo e doveroso tentativo di acquisire conoscenze veritiere sulla situazione attuale, tuttavia, non ci si può esimere dalla vigilanza e dal discernimento, onde evitare di cadere nelle trappole tese a chi, diffidando delle menzogne ufficiali, cerca altrove. Cominciano a comparire siti nei quali non si diffonde altro che propaganda di regime spacciata per informazione alternativa, ma non manca nemmeno chi divulga bufale colossali per gettare discredito su quanti invece lavorano seriamente; le affermazioni documentate di giornalisti competenti, poi, vengono spesso volutamente deformate in modo tendenzioso per minarne l’attendibilità. Ci sono comunque fatti difficilmente contestabili, se si considera la quantità di notizie al riguardo: dai progetti di portata planetaria denominati 5G, Bluebeam, ID 2020, alla volontà dichiarata di vaccinare la popolazione mondiale (con ritrovati che modificherebbero il genoma umano, provocherebbero il cancro e renderebbero tutti tracciabili) da un virus creato in un laboratorio di biologia molecolare e regolarmente brevettato. Ognuno di questi soggetti meriterebbe una ricerca a sé.

Tale attività di indagine, per quanto necessaria, nasconde però a sua volta un’altra insidia, questa volta di natura spirituale. Il pericolo, qui, è quello di lasciarsi risucchiare dall’analisi della realtà terrena perdendo di vista l’orizzonte soprannaturale. La mole di informazioni, la ridda di ipotesi, la matassa di opinioni contrastanti sono un labirinto da cui si rischia di non uscire più, dimenticando la presenza di Dio nella storia, il quale tutto governa con la Sua provvidenza e guida gli avvenimenti verso il trionfo del Suo regno. Egli stende l’invincibile mano a protezione di quanti credono in Lui con fede sincera, attendono con incrollabile speranza il compimento delle Sue promesse e praticano assiduamente la carità operosa. Egli manda gli Angeli a guidarli, proteggerli e vigilare su di loro; vuole l’intercessione dei Santi e ne accoglie le preghiere; sceglie anime ferventi che si offrano a Lui per attirare le grazie sugli altri… in poche parole, dispiega tutte le Sue risorse per aiutarli con il concorso delle creature che Gli sono più vicine. È su questa straordinaria realtà che dobbiamo fissare la mente e il cuore per non soccombere, ma pure per non fare torto al Creatore.

La corretta cooperazione tra natura e grazia esige che l’uomo faccia la sua parte per individuare ed evitare i pericoli, chiedendo però incessantemente sia la luce interiore per riconoscerli con certezza e affrontarli nel modo giusto, sia la forza soprannaturale per opporsi con successo alle minacce. Pur non potendosi qui trattare a fondo le virtù cardinali, dai dati disponibili sembra chiaro che la prima decisione da prendere sarà il rifiuto dell’annunciato vaccino e dei tamponi a tappeto, mezzi tutt’altro che sicuri e facilmente sfruttabili per ricavare dalla crisi sanitaria ingenti profitti. Non è lecito né legale obbligare i cittadini a un determinato trattamento medico; oltretutto non è sensato farlo con chi non ha manifestato alcun sintomo. Neanche il test sierologico mirante alla donazione di plasma da parte di chi è guarito può essere effettuato se non su base volontaria; stupisce peraltro che, pur boicottando una terapia che si è dimostrata efficace, lo si imponga ora a lavoratori dipendenti con il pretesto di volerla incrementare: qual è il vero intento?

Al di là di ciò che umanamente si può comprendere, ad ogni modo, la risorsa primaria per resistere rimane la preghiera, che è indispensabile sia per sviluppare le virtù soprannaturali, sia per accrescere i doni dello Spirito Santo. Più si prega, più si diventa sensibili alla voce divina che risuona nell’intimo di una coscienza pura: Audiam quid loquatur in me Dominus Deus (Ascolterò che cosa dice in me il Signore Dio; Sal 84, 9). L’umile, perseverante supplica rivolta all’Onnipotente, inoltre, comunica una forza invincibile rispetto ai poteri umani: solo chi sta in ginocchio davanti a Dio sa stare in piedi davanti agli uomini. In particolare, nel momento presente, bisogna opporsi alle inique disposizioni riguardanti la comunione. Non possiamo assolutamente cedere su ciò che abbiamo di più prezioso in assoluto: non expedit! Se lasciamo che il Signore venga trattato in quel modo, fin dove oseranno spingersi i Suoi nemici? Nell’Eucaristia il Redentore si consegna ancora agli uomini, ma non per essere nuovamente oltraggiato e crocifisso, bensì per nutrirli per la vita eterna. Supplico perciò i miei confratelli sacerdoti di non applicare le norme e di non lasciarsi intimorire dai decreti umani più che dal giudizio divino: noi dovremo render conto ben più degli altri!

Crediamo davvero o no nella protezione che il Signore accorda ai Suoi ministri fedeli? E le eventuali sofferenze sopportate per Lui non sono forse un onore? «Se ne andarono lieti dal sinedrio, poiché erano stati considerati degni di essere oltraggiati per il nome di Gesù» (At 5, 41). Come potremo, il giorno della morte, alzare lo sguardo fiduciosi verso il Giudice celeste, se avremo temuto di più i giudici terreni? Come possiamo ancora dire: «Il Corpo di Cristo», nel consegnarlo come un oggetto spregevole? Come potremo continuare a predicare la Sua parola pretendendo di esser presi sul serio? No, fratelli miei, non ci si può arrendere su cosa tanto grave. Perché non invocare tutti insieme, ogni giorno, l’Ausiliatrice e san Michele Arcangelo a difesa e presidio della Chiesa? Ci risponderanno immediatamente: provare per credere. Schiere di Angeli e di Santi combattono con noi contro le orde demoniache e i loro alleati umani. Imparate a celebrare nel rito tradizionale e diventerete guerrieri del Re dei Re, di quel Crocifisso che, risorto, ha trionfato ascendendo al cielo, avendo ricevuto ogni potere in cielo e in terra.

E voi, cari fedeli, non scoraggiatevi, ma insistete nell’esigere che la Santa Comunione vi sia impartita in modo corretto: è un vostro sacrosanto diritto, che nessuno al mondo può calpestare! Dimostratevi degni di Colui che per voi ha patito la morte di croce e dategli tutto l’onore che potete. Se proprio non riuscite a ottenere quel che chiedete, offrite una novena allo Spirito Santo, per intercessione di Maria Aiuto dei Cristiani, perché vi faccia trovare un sacerdote che vi comunichi come si deve. Ce ne sono molti di più di quanto non appaia, ma disseminati un po’ ovunque e, per necessità, discreti, visto che i primi che devono temere sono spesso i loro superiori. Non giudicate i preti che non vi acconsentono, ma pregate per loro, così che si convertano o prendano coraggio, pur con la prudenza soprannaturale necessaria per non esser messi fuori gioco. La Sapienza divina suggerisce soluzioni impensabili quando le pecorelle La invocano con fede per i loro Pastori. Come extrema ratio, si può dare la comunione fuori della Messa, ma la risposta migliore rimane, in questo caso, una doverosa resistenza, che sarà tanto più efficace quanto più vasta e generalizzata.

O Maria, Vergine potente, Tu, grande e illustre difesa della Chiesa! Tu, aiuto mirabile dei cristiani; Tu, terribile come un esercito schierato a battaglia; Tu, che hai distrutto da sola tutte le eresie del mondo; Tu, nelle angustie, nelle lotte, nelle necessità, difendici dal nemico e, nell’ora della morte, accoglici in Paradiso. Amen (san Giovanni Bosco).

Sancte Michaël Archangele, defende nos in proelio; contra nequitiam et insidias diaboli esto praesidium. Imperet illi Deus, supplices deprecamur: tuque, Princeps militiae caelestis, Satanam aliosque spiritus malignos, qui ad perditionem animarum pervagantur in mundo, divina virtute in infernum detrude (Leone XIII).

In Deo faciemus virtutem; et ipse ad nihilum deducet tribulantes nos (In Dio faremo cose potenti; egli stesso ridurrà a nulla coloro che ci affliggono; Sal 59, 14).

NOTA SULLA COMUNIONE EUCARISTICA

5 commenti:

  1. Carissimo don Elia,
    stasera è ripresa nella mia città la Messa Summorum Pontificum. Come mi era stato preannunciato, uno per banco, lavaggio mani, ingresso con mascherina da poter togliere durante la liturgia, il sacerdote si comunica per sé e per il popolo non essendo stata trovata idonea soluzione. Buon numero di persone ordinate e disciplinate. Ho tolto immediatamente la mascherina ed ho partecipato alla liturgia senza "bavaglio". Ero l'unico,nessuno mi ha detto niente (sacerdote compreso) ma senza questa condizione, che non sto qui a motivare ma che lei comprende, non sarei rimasto. Un paio di fedeli hanno abbassato la mascherina, il resto rigorosamente bardato anche dopo, sul sagrato, dove ama commentare l'atto eroico che ritiene compiere partecipando a quella che definisce messa tradizionale. Fin qui solo per raccontare la mia esperienza e le mie convinzioni che ho potuto soddisfare. Gli altri non li giudico né mi interessa la loro coerenza né la loro capacità di testimonianza.
    Una considerazione me la consenta tuttavia, in risposta anche ai molti che hanno espresso come me in questi giorni sofferenza per la Chiesa di Cristo così vilipesa, dentro e fuori.
    Si è chiesto a sacerdoti e vescovi di non cedere al diktat dello Stato ed a quello della Cei,di non obbedire alla propria gerarchia ma alla propria coscienza ed al proprio giuramento di fedeltà, di compiere un atto di coraggio (tutte richieste giuste per carità quando devono compierle gli altri), di martirizzarsi addirittura e tu non hai neanche la forza, il coraggio di compiere un piccolo gesto, con le debite precauzioni, rifiutando il mascheramento ed offrendo il tuo volto a Colui che ti guarda in faccia e nel cuore da sempre? Non voglio sentire più nessuno che abbia a lamentarsi.Come ha detto don Leonardo Ricotta: Dio ci nega l' Eucarestia perché non la meritiamo e perché a Lui non piace questa Chiesa di cui noi siamo la colonna portante. Una buona festa dell' Ascensione.

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  2. Carissimo don Elia, si è concluso il week end dell'Ascensione col ritorno in chiesa dei fedeli. Le mie fonti, sguinzagliate nelle varie parrocchie del Perugino, mi riferiscono di "sensi unici alternati, rotatorie intasate, percorsi gialli, rossi e bleu, lunghe file contromano, perfino di interventi al microfono per disciplinare il disordinato traffico". Mi fermo. Della comunione non parlo, anzi sì. Uno stuolo di sceriffi e sceriffesse inguantati, seri, torvi, tutti presi dal nuovo ruolo, sostituiscono gli officianti.
    È ripresa la messa Summorum Pontificum. Uno per banco, mani sterilizzate, mascherina ovviamente. Appena entrato l'ho tolta, l'unico. Gregoriano a toni bassi visto il dispositivo sanitario che impedisce il respiro, ma comunque il popolo è sempre parco. Nostalgia delle amene e campestri schitarrate moderniste. Il sacerdote si è comunicato per sé e per noi tutti. Fuori sul piccolo sagrato, dove gli imbavagliati amano trattenersi per felicitarsi dell'atto eroico che hanno appena compiuto, avendo assistito (non partecipato) ad una messa tradizionale, i guerrieri e le guerriere della fede hanno reso onore a Bassetti ed alla Cei mantenendo la museruola. Non ho resistito e ad alta voce, indirizzandomi all'unico amico, ho esclamato: toglietevi questo bavaglio, abbiate un sussulto d'orgoglio!
    Nell'imbarazzo del momento ho visto che hanno continuato a parlare, con l'antica fierezza dei vinti e dei servi, contro sacerdoti e vescovi che non si ribellano, consigliando piccoli luoghi dove, non visti da amici rotariani, possono incontrare veri sacerdoti disposti a comunicare sulla lingua. Concludo, scusandomi dello sfogo e confidandole ( ma lei lo sa già) che tutto è perduto e solo Cristo Re e la Vergine Santa potranno salvarci. Se può perdoni ed assolva la mia superbia e la mia ira.

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    1. Carissimo, cerchiamo di non cedere ai sentimenti umani e di mantenere la pace propria di una retta coscienza.
      In questa gran confusione, cercate luoghi in cui la Messa sia celebrata degnamente e i sacerdoti diano la comunione sulla lingua. Per il resto, affidiamoci alla Madonna perché ci ottenga la forza di resistere senza perdere il senno.

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  3. buongiorno don Elia,mi sono permessa di stampare il suo editoriale per il mio anziano parroco che non usa neppure il cell.Tradito da parrocchiani impauriti e visitato tre volte dalle forze dell'ordine,durante la chiusura covid,le ho fatto arrivare le sue parole di conforto visto che non ha mai avuto una parola di solidarietà dagli altri parroci ne una telefonata dal proprio vescovo.Il 17 di maggio,prima dell'apertura,dall'altare ringraziava questo sparuto gruppo di fedeli che "non mi hanno lasciato solo",ma è lui,"un gigante"della Fede che non ha mai abbandonato le sue pecore e ha continuato a rendere Gloria a Dio.Dal 18,sono arrivati gli altri,pochi...molto pochi,attrezzati tutti di mascherine e guanti, e capi scout"generali"per dirigere e contingentare un "folla "di fedeli che non c'è più.Imperterrito,ha continuato a celebrare come sempre,senza profanazioni,a dare L'Eucaristia sulla lingua e a rispettare chi la chiede sulle mani.Lo sparuto gruppo della chiusura è silenziosamente sempre alla Messa della sera,non sono più gli unici che prendono L'Eucaristia sulla lingua,diverse persone hanno preso coraggio e seguono l'esempio,tutto in silenzio,senza parole,ringraziando nel proprio cuore il Salvatore per ogni persona che LO riceve sulla lingua e chiedendo perdono per chi non lo fa

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    1. La fedeltà ripaga, già sulla terra, ma soprattutto in cielo.

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