Al
di là di ogni ragionevole dubbio
L’abuso
di minori […] è un
delitto, non è un peccato. Ma se una persona, laica, prete o suora, commette un
peccato e poi si converte, il Signore perdona. E quando il Signore perdona, il
Signore dimentica (Jorge Mario Bergoglio, 28 luglio 2013).
Era già tutto chiaro. Si era già
rivelato in quelle poche battute. Alla luce degli sviluppi successivi, le
dichiarazioni rilasciate da Bergoglio sul volo di ritorno da Rio de Janeiro non
costituiscono soltanto la prima esplosione nel processo di demolizione
controllata della Chiesa Cattolica (l’ammissione delle condotte omofile, purché
si cerchi il Signore e si abbia buona volontà), ma rappresentano
altresì un’autocertificazione di identità personale: non del fatto che sia egli
stesso un sodomita, ma del fatto che è un sostenitore del pensiero
omosessualista, proprio come lo sono quelle sinistre che l’hanno riconosciuto
come indiscusso leader mondiale. La
contraddittorietà dell’affermazione sopra citata è in realtà espressione di convinzioni
precise: gli abusi sessuali di minori sarebbero un delitto, in quanto proibiti
dalla vigente legislazione civile (che può peraltro essere modificata, come già
si tenta di fare in diversi Paesi per legalizzare la pedofilia), ma non
sarebbero un peccato; quand’anche lo fossero, basterebbe pentirsi perché Dio
perdonasse e dimenticasse tutto, con buona pace delle vittime e delle terribili
sequele irreversibili, come nevrosi acute e violente pulsioni al suicidio.
Chiunque abbia un po’ di buon senso e di
fede insorge spontaneamente contro simili aberrazioni: un delitto, essendo una
violazione del giusto ordine civile (che riposa su fondamenti stabiliti da Dio)
è anche un peccato, soprattutto se, oltre alla legge umana, viola pure un precetto
divino di legge sia naturale che positiva. Il perdono poi, riconciliando il
peccatore con Dio, cancella sì il peccato (ossia l’offesa arrecatagli con la
disobbedienza ad un Suo comandamento), ma non annulla la pena legata alla colpa
morale, la quale, in virtù dell’ordine di giustizia inerente all’Essere, va
necessariamente espiata in questa o nell’altra vita (mediante la pena temporale
del Purgatorio), a meno che non si ricorra alle indulgenze, la cui efficacia
dipende però da una perfetta disaffezione al peccato. Invece la dichiarazione
riportata in apertura ignora grossolanamente questa verità di fede e di
ragione, sottendendo una visione tipicamente protestante dell’agire umano, il
quale non sarebbe libero e, di conseguenza, nemmeno imputabile.
Tassello indispensabile per comprendere
la derubricazione della sodomia è la sfacciata esaltazione di Lutero. Il porcus
Saxoniae, crapulone dominato dal demonio e ossessionato dal
sesso che le fonti storiche ci restituiscono in modo inequivocabile, negò esplicitamente
il libero arbitrio dell’uomo incolpando del male Dio stesso, che ne sarebbe la
vera causa e il responsabile ultimo. L’uomo non può non peccare, ragion per cui
Dio si limita a coprirlo con la giustizia di Cristo, il quale però, una volta
identificatosi con i peccati umani, sarebbe stato rigettato dal Padre, che
finisce con l’apparire come un mostro di
crudeltà; la sua misericordia consisterebbe in un atteggiamento del tutto
arbitrario che salverebbe gli uni e dannerebbe gli altri a prescindere dalle loro
azioni, con i meriti o demeriti connessi. È alla luce di questa “teologia”
satanica che si spiega il pensiero del nuovo “riformatore” argentino, il cui
compito sembra quello di portare a termine, all’interno della Chiesa Cattolica,
lo stravolgimento da cui cinque secoli fa, pur perdendo interi popoli, uscì miracolosamente
indenne grazie al Concilio di Trento, ma da cui è stata riaggredita con il
Concilio Vaticano II.
Sia pure attraverso un procedere apparentemente
ondivago, dovuto alla necessità di rassicurare i settori meno liberali della
Chiesa, il programma di Bergoglio è assolutamente univoco: alla base c’è un
pensiero coerente, per quanto aberrante, attuato in uno svolgimento
accuratamente pianificato. Secondo l’eresiarca tedesco (da lui ripreso quasi
alla lettera in diverse omelie), Dio, per diventare se stesso, deve prima farsi
diavolo; il cristianesimo è così sostituito da una gnosi evolutiva nella quale
il divino, per “realizzarsi”, abbraccia in sé il male quale necessario momento
di sviluppo. In queste farneticanti elucubrazioni si sente puzza di cabala
ebraica, di cui fu attento studioso – guarda caso – Johannes Reuchlin, zio di
Melantone, il “teologo” di Lutero; ma qui ci sono pure, in gestazione, Hegel, Marx,
Nietzsche, Lenin, Heidegger e tutte le sciagure del XX secolo, nonché quelle
ancora a venire. Proprio questa è la base del pensiero bergogliano, che del
resto si è espresso in una serie di atti e discorsi che lo esprimono e
confermano; l’ambiziosa mèta è una palingenesi universale che dovrebbe dare i
natali a un mondo nuovo, libero dal peccato perché al di là del bene e del
male.
L’aspetto più sintomatico ed evidente di
tale superamento è la sovversione delle identità sessuali, elemento qualificante
della creatura fatta a immagine e somiglianza di Dio. Nei testi gnostici più
antichi, come nei frammenti pervenutici del Vangelo
degli Egiziani, la procreazione è considerata un male che andrebbe
debellato mediante il ritorno a una presunta unità androgina originaria. Tali
idee sono state fatte proprie dalla massoneria internazionale di alto livello,
che giusto all’indomani dell’elezione di Bergoglio se ne è unanimemente
felicitata dichiarando esplicitamente che con lui era giunto sul Soglio di
Pietro non un membro delle logge, ma un uomo con le loro idee. Il peccato
contro natura, in effetti, non solo è stato da lui approvato con gesti e parole
che non necessitano di interpretazione, ma sembra da lui considerato un
requisito essenziale per la promozione alle cariche più alte. Alla luce di
documenti e testimonianze inoppugnabili, non è ragionevolmente pensabile che
egli sia sistematicamente ingannato o tenuto all’oscuro delle “qualità” dei
candidati, perché è lui stesso ad averli voluti nonostante i rapporti negativi.
Al di là di ogni ragionevole dubbio, gli
atti di governo confermano in modo del tutto univoco una volontà precisa
fondata su un pensiero definito. L’abitudine di Bergoglio, ancora arcivescovo, di
circondarsi di individui moralmente dubbi fa pensare a una strategia di potere
mirante a tenere in pugno i propri collaboratori; ma, a parte questo, è un
fatto incontestabile che stia continuando a piazzare sistematicamente dei
sodomiti – come se non ce ne fossero già troppi – in gangli vitali della
struttura ecclesiastica. Tutto questo dopo aver dichiarato che non solo la
sodomia, ma perfino gli abusi non sono più peccato: si tratta al massimo, a
quanto pare, di fragilità che richiedono tutt’al più, come provvedimento
gerarchico, la raccomandazione di un accompagnamento psicologico. Non
stiamo dunque assistendo soltanto allo sdoganamento ideologico del peccato
impuro contro natura, ma anche alla sua attiva promozione a livello politico,
che incoraggia e premia le tendenze devianti accordando ai viziosi un potere
sempre maggiore.
Qui non c’è solamente il bisogno del
clero immorale di veder giustificato e ammesso il proprio vizio, ma un
deliberato sforzo, da parte di qualcuno che pur non vi è personalmente
coinvolto, di sovvertire la Chiesa nella sua dottrina e nella sua gerarchia
onde poterne stravolgere la vita e la missione nella storia. In altre parole,
in base alla visione gnostica e cabalistica di una divinità in continua
evoluzione che comprende in sé il male e si confonde con il mondo, il suo scopo
è – se possibile – trasformare il Corpo Mistico in modo tale che, per giungere
al suo compimento ultimo, possa includere in sé anche i contrari. Ma fino a
quando il Salvatore permetterà che la realtà nata dal Suo costato trafitto per
la salvezza dell’umanità operi per il fine opposto?
P.S.: al di là di ogni ragionevole
dubbio, quell’individuo non è cattolico e neppure cristiano; celebrando con una
mazza da stregone in mano, del resto, si è pienamente rivelato per quello che
è. Ognuno ne tragga le debite conclusioni (ma solo nel foro interno della
coscienza; a farlo in pubblico si rischia di diventare scismatici, prima che lo
faccia chi di dovere). Ora, per la vostra salute fisica e spirituale, prendete
imperativamente la corona del Rosario o il santo Vangelo.
Grazie carissimo don Elia.
RispondiEliminaDopo queste notizie agghiaccianti il probabile castigo è sempre più vicino e meritato.
Vorrei condividere ed avere,se possibile, un suo parere su questa "coincidenza" con una profezia (che coincidenza non è) che ho trovato stamattina leggendo una notizia.
http://www.occhidellaguerra.it/turchia-grecia-cipro-gas/
Copio incollo da "gli occhi della guerra":
"Una disputa che non sembra trovare una via di uscita in tempi rapidi. Anzi, le dichiarazioni dell’ex ministro degli Esteri greco, Nikos Kotzias, della decisione di Atene di estendere la propria sovranità da 6 a 12 miglia nautiche, rischia di avere un peso estremamente rilevante."
Adesso incollo una parte della profezia di Paisios:
"– «Quando senti alla televisione che si parlerà della questione delle miglia, dell’estensione delle miglia (della fascia costiera) da 6 a 12, allora sta arrivando subito dopo la guerra."
https://www.maurizioblondet.it/le-parole-originali-del-monaco-paisios-turchia-costantinopoli/
Sapevo qualcosa delle profezie di Paisios. Certo colpisce la corrispondenza con le attuali tensioni tra Grecia e Turchia. Bisogna comunque tener conto che Paisios vedeva le cose da ortodosso e da greco. Con un occhio alle profezie, in ogni caso, stiamo a vedere cosa succede... e che il Signore ci assista!
EliminaDon Elia qui già non si capisce molto. Il Cristianesimo e il Cattolicesimo in specie che già dovrebbe avere un significato ed un ambito più o meno omogeneo stentiamo a riconoscerlo tra tradizionalisti, modernisti, quelli del Cardinale Martini,i cattolici del concilio II i neocatecumenali dello spagnolo, i bergogliani con la teologia dello scarto e delle periferia e ospedale da campo ,cattolici
RispondiEliminalgtb ( si quelli) Lei ci rinvia agli gnostici e non ci aiuta molto. Siamo sicuri di sapere chi fossero costoro?
Per il resto Don Elia condivido quanto scrive e condivido la denuncia chiara inequivoca ed anche il piglio dell'articolo.
La gnosi è un fascio di dottrine che attraversa i millenni, da quella orientale a quella dei primi secoli cristiani, al catarismo, alla cabala, alla massoneria e a varie correnti contemporanee, come la teosofia. Il denominatore comune è la proposta di una "salvezza" ottenibile mediante una conoscenza esoterica, riservata agli iniziati, di stampo immanentistico, panteistico e dualistico (opposizione tra spirito e materia). Di solito il percorso iniziatico ha per scopo la "liberazione" dalla realtà visibile e l'ingresso in una condizione superiore in cui si "riconciliano" i contrari. Il risultato è l'annullamento della legge morale e l'assoggettamento a un culto luciferino presentato come l'unica vera religione, di cui quelle storiche conterrebbero soltanto elementi sparsi o sarebbero fasi parziali. Bergoglio ha dato molteplici prove di essere proprio su questa linea di pensiero.
Eliminaha detto bene don Elia,per la nostra salute fisica e spirituale,prendere il Rosario e "pregare,pregare,pregare molto"affinchè in questa desolata Italia e in Roma non trionfi l'inferno.
RispondiEliminaCaspiterina Padre che fendente , confesso che ho avvertito il colpo della sua scure , proprio lì alla base del tronco ! Zac ! La' per la' ho avuto un po' di timore ma guarda caso il Vangelo del giorno dice la stessa cosa :
RispondiEliminaVangelo secondo Luca (13,1-9)
In quel tempo, si presentarono alcuni a riferire a Gesù il fatto di quei Galilei, il cui sangue Pilato aveva fatto scorrere insieme a quello dei loro sacrifici. Prendendo la parola, Gesù disse loro: «Credete che quei Galilei fossero più peccatori di tutti i Galilei, per aver subìto tale sorte? No, io vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo. O quelle diciotto persone, sulle quali crollò la torre di Sìloe e le uccise, credete che fossero più colpevoli di tutti gli abitanti di Gerusalemme? No, io vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo». Diceva anche questa parabola: «Un tale aveva piantato un albero di fichi nella sua vigna e venne a cercarvi frutti, ma non ne trovò. Allora disse al vignaiolo: “Ecco, sono tre anni che vengo a cercare frutti su quest’albero, ma non ne trovo. Tàglialo dunque! Perché deve sfruttare il terreno?”. Ma quello gli rispose: “Padrone, lascialo ancora quest’anno, finché gli avrò zappato attorno e avrò messo il concime. Vedremo se porterà frutti per l’avvenire; se no, lo taglierai”».
Grazie per queste conferme dal santo Vangelo.
EliminaVoi non immaginate il dolore e gli scrupoli nel parlare di fatti così scandalosi; preferirei mille volte evitarlo e parlare di argomenti più edificanti, ma sento dentro qualcosa che non mi dà pace se non scrivo, come un fuoco, un impulso a cui non so resistere.
Che il Signore ci conceda la grazia di intravedere, in questa terribile prova, il motivo per cui la sta permettendo: credo che voglia far venire fuori chi è veramente Suo e chi non lo è.
chi segue il Signore non può avere paura della vita,se scegliamo Lui dobbiamo esser pronti a sfidare il mondo con le sue insidie e i suoi tormenti,don Elia lo ha capito bene questo.Comprendiamo il suo dolore perchè è anche il nostro e se in questa "terribile prova vuole far venire fuori chi è veramente Suo" lei sa benissimo che la prova è la Croce.Ci porti sull'altare con lei e continui a rimanere con noi,abbiamo bisogno di chi ci conferma nella Fede,noi preghiamo per lei,cari saluti
EliminaGrazie ancora per le vostre preghiere.
EliminaVi porto tutti sull'altare ogni giorno.
Caro don Elia, è quello che ho sempre cercato di far cappire anche ad altri: al di là di ogni ragionevole dubbio, accettare certe cose significa rinunciare al dono della ragione e alla capacità di discernimento.
RispondiEliminaUna domanda, magari ingenua, ma dettata dal rispetto per la funzione di Vicario di Cristo: secondo lei è solo per convenienza che è meglio non trarre pubblicamente le debite conseguenze, o è proprio un modo di procedere formale (e cattolico) che ci impone di attendere il giudizio di chi di dovere?
La seconda risposta è quella giusta, per via del rispetto dovuto alla struttura visibile della Chiesa, che le è essenziale e serve ad assicurare il suo funzionamento.
EliminaTutte queste cose mi fanno soffrire terribilmente, ho radicate tendenze omosessuali da sempre, ma so che se voglio essere in comunione con Lui, e rimanerlo in eterno mi devo negare una vita sessuale e sentimentale.
RispondiEliminaScusate la battuta scema, ma mi danno l'anima per salvarla, mentre questi gogamigoga. Certo che anima loro borsa loro, ma intanto il diavolo usa anche questo per portarmi dalla sua parte, poi ci si mettono anche gli altri a dirmi "ma fatti furbo, se i preti sono loro i primi, tu ti autocastri e loro se la godono, cosa li ascolti". Ma io non voglio ascoltare i preti, che a volte dicono cazzate galattiche, io voglio ascoltare la Chiesa.
Ma è dura, molto dura.
Carissimo fratello, per salvarti l'anima devi ascoltare il Signore tramite il perenne e immutabile insegnamento della Chiesa, non i preti che hanno tradito l'uno e l'altra. Tuttavia Dio non ti chiede affatto di "dannarti in questa vita, ma di portare la croce dietro a Gesù per la salvezza tua e di tanti altri. Per renderla più sopportabile, prendi contatto con l'associazione "Courage" per intraprendere una terapia riparativa.
EliminaTi benedico e prego per te. Se vuoi, scrivimi:
parrocchiavirtuale.slmgm@gmail.com
Coraggio fratello!Nel Vangelo è scritto che qualunque cosa si abbandoni per seguire Cristo si avrà in cambio infinite volte di più. Rimanendo nella Chiesa e nella comunione dei Santi Lei acquista un numero incalcolabile di madri, padri, sorelle e fratelli, viventi in questa vita ed in cielo. Io prego per Lei e so che lo faranno molti di quelli che leggono. Offrendo la sua sofferenza, la sua croce, non salva solo la sua anima ma anche quella di tanti altri e queste non sono parole. A tutti noi è stato affidato un compito nel progetto di redenzione del Padre. La Chiesa di Cristo non soccombe,gli inferi non prevarranno.
EliminaDafne.
Quando mia mamma faceva le grandi pulizie di primavera - ma anche mia moglie fa così - ricordo che c'era un gran "macello" in ogni stanza della casa : mobili spostati, robe per terra alla rinfusa quà e là, giocattoli e scarpe sparsi dappertutto...insomma, un gran, permettetemi, casino ! :-)
RispondiEliminaOra, dico, capiamoci, sta succedendo la stessa cosa : la nostra Mamma del Cielo, la Beata Vergine Maria, attraverso decine di Apparizioni negli ultimi 200 anni, sta facendo le "pulizie" !.....no ?
E' come se avesse chiamato una ditta di traslochi, le conosciamo tutti, spesso coadiuvate da "brutti ceffi" : infatti i demoni Le obbediscono :"Tu fai questo, tu fai quello, tu sposta questo là, tu butta fuori 'sto mobile, tu getta 'ste scarpe vecchie, ecc".......non vedete ?!
Poi arriva un bel momento che la Padrona di casa dice : "Questo va lì, questo mettilo quà, tutta 'sta roba portatevela via !" e tutti corrono a sbrigarsi, da la paga, e li manda via con la roba vecchia e inutile......cavolo, anche noi facciamo così !
E' esattamente questo che sta succedendo : noi ci troviamo nel bel mezzo di una mega-pulizia-di-casa ! Solo che ci pare un gran - permettetemi - "casino" e pensiamo che il Signore non veda e non sappia nulla !
No ! Il papà, il Padrone di Casa, lo SA delle pulizie (e chi meglio di una Donna però), quando tornerà dal lavoro, troverà tutto in ordine, lindo e pulito !
A noi c'è toccato 'sto periodo di pulizie......embè ?!?
"In Paradiso non si va in carrozza !" (San Padre Pio)
Coraggio ! Non ci "perdiamo in un bicchiere d'acqua" !
Grazie. La metafora calza a pennello ed è stata usata anche da un sacerdote americano che citerò sabato prossimo.
EliminaMi permetto di aggiungere: oltre a non scoraggiarci, non permettiamo al demonio di distrarci, con tutte queste notizie, dal necessario lavoro sulla nostra anima.
Vorrei amarTi Signore mio Dio con la purezza, l'umiltà e la devozione con cui Ti amava la Tua Santissima Madre, (con il coraggio e la fiducia di San Giuseppe), con lo spirito e il fervore dei Santi ! -- San Josèmaria Escrivà
EliminaHa sete di Te Signore l'anima mia,
ed è inquieta e non trova pace
finchè non riposa in Te ! -- Sant'Agostino
Signore mio Dio,
dammi tutto quello che mi avvicina a Te,
toglimi tutto quello che mi allontana da Te,
Signore mio Dio, toglimi a me e dammi a Te ! -- San Nicola di Flue
Signore mio dolcissimo, Signore mio amato, Uno e Trino, Papà del Cielo adorato, che non sono degno neanche di nominare, abbi pietà di me !
Lìberami ! Guariscimi ! Correggimi ! Mòndami !
Sono sporco e puzzolente : làvami Tu Signore, prendimi per mano e insegnami le Tue Vie !
Don Elia, permetta un ot.
RispondiEliminaVorrei chiederLe se le messe ascoltate via WEB in rito antico possono essere considerate valide per il precetto domenicale.
Vi sono certe celebrazioni, con canto gregoriano, che sono una magnificenza che a confronto delle scialbe attuali celebrate quasi ovunque, (senza considerare certe omelie)non hanno nulla da spartire, ammesso che quest'ultime siano valide.
No, la Messa ascoltata tramite un mezzo di comunicazione non soddisfa al precetto; è un aiuto per chi non può uscire di casa per malattia o invalidità, che è comunque giustificato.
EliminaSi può seguire la Messa via WEB per propria edificazione, ma la domenica bisogna assistervi di presenza, o facendo un po' di strada per raggiungere una chiesa in cui si celebri in Vetus Ordo, o cercando una chiesa in cui si celebri degnamente il Novus, per quanto difettoso in sé, o ancora andando dove è possibile, pronti a sopportare e offrire per il bene della Chiesa.
Sì , credo fermamente che Dio chieda a ciascuno di noi di dimostrarGli una buona volta se veramente si e' fedeli , ed io la ringrazio Padre per tutto , anche per la sua santa collera che quando e' necessaria e' necessaria , abbia il mio/nostro fraterno affetto , ma.. , poi... , non verremmo qui se non ci piacesse la sua compagnia , se non fossimo ansiosi di ascoltarla .
RispondiElimina(1Re 19,10): Zelo zelatus sum pro Domino Deo exercitum, cioè Ardo di zelo per il Signore Dio degli eserciti (le schiere celesti).
E' questo l'ardore che la spinge Padre , e' forse Carmelitano scalzo ? A me piace moltissimo il carmelo , anche se posso frequentarlo solo attraverso i libri e via web . Nel loro stemma c'e' tutto : la Croce , la Corona del Regno di Dio , le 12 stelle Mariane , la spada fiammeggiante del profeta Elia . In allegato la Omelìa di P. Giorgio M. Farè (Gv 2, 13-22) su la santa collera . Santa notte e buona settimana a tutti !
https://www.youtube.com/watch?v=w52cso39oNo
"Soltanto colui che si arrabbia senza motivo è colpevole; chi si adira per un motivo giusto non incorre in nessuna colpa. Poiché, se mancasse la collera, non progredirebbe la conoscenza di Dio, i giudizi non avrebbero consistenza ed i crimini non sarebbero repressi. Ed ancor più: chi non si incollerisce quando lo esige la ragione, commette un peccato grave, poiché la pazienza non regolata dalla ragione propaga i vizi, favorisce le negligenze e porta al male, non soltanto i cattivi ma, soprattutto, i buoni."
RispondiElimina(San Giovanni Crisostomo - Hom. XI in nath, 344-407)
Grazie di cuore per il vostro affetto e i vostri incoraggiamenti. Non sono carmelitano, ma ho respirato un po' lo spirito del Carmelo e ho scelto lo pseudonimo Elia prendendo a modello, per quanto indegnamente, proprio il profeta.
EliminaPapa Francesco, 28 luglio 2013:
RispondiElimina"Ma io vorrei aggiungere un’altra cosa su questo: io vedo che tante volte nella Chiesa, al di fuori di questo caso ed anche in questo caso, si vanno a cercare i “peccati di gioventù”, per esempio, e questo si pubblica. Non i delitti, eh? i delitti sono un’altra cosa: l’abuso sui minori è un delitto. No, i peccati. Ma se una persona, laica o prete o suora, ha fatto un peccato e poi si è convertito, il Signore perdona, e quando il Signore perdona, il Signore dimentica e questo per la nostra vita è importante".
http://m.vatican.va/content/francescomobile/it/speeches/2013/july/documents/papa-francesco_20130728_gmg-conferenza-stampa.html
Questa è la citazione corretta e per questo più logica.
Carissimo, La ringrazio di aver precisato il contesto della citazione da me inserita in apertura. Il testo da Lei rinvenuto sul sito della Santa Sede, però, non coincide con quello riportato da diverse testate giornalistiche il giorno seguente (29 luglio 2013). Non sarebbe la prima volta che qualcuno, sul sito vaticano, "ritocca" le parole pronunciate a braccio dal Sommo Pontefice.
Eliminahttps://www.corriere.it/cronache/13_luglio_29/intervista-papa-lobby-gay-ratzinger-scarano_6c99664c-f83d-11e2-a59e-96a502746665.shtml
https://www.linkiesta.it/it/article/2013/07/29/il-papa-essere-gay-e-una-tendenza-non-una-malattia/15473/
https://www.ilfoglio.it/articoli/2013/07/29/news/gay-pedofili-e-quattrini-laeroversione-di-francesco-53437/
http://www.vita.it/it/article/2013/07/29/bergoglio-chi-sono-io-per-giudicare-un-gay/124328/
Ci sono anche libri che trascrivono le stesse parole unanimemente riportate dalla stampa:
https://books.google.it/books?id=iqsWAwAAQBAJ&pg=PT19&lpg=PT19&dq=L%E2%80%99abuso+di+minori+%5B%E2%80%A6%5D+%C3%A8+un+delitto,+non+%C3%A8+un+peccato.+Ma+se+una+persona,+laica,+prete+o+suora,+commette+un+peccato+e+poi+si+converte,+il+Signore+perdona.+E+quando+il+Signore+perdona,+il+Signore+dimentica&source=bl&ots=5mqHU9VidE&sig=7MV4ycj76m9hkdYlwCPtjwWBi0g&hl=it&sa=X&ved=2ahUKEwj20-nvq6veAhVososKHSP2DEQQ6AEwBnoECAAQAQ#v=onepage&q=L%E2%80%99abuso%20di%20minori%20%5B%E2%80%A6%5D%20%C3%A8%20un%20delitto%2C%20non%20%C3%A8%20un%20peccato.%20Ma%20se%20una%20persona%2C%20laica%2C%20prete%20o%20suora%2C%20commette%20un%20peccato%20e%20poi%20si%20converte%2C%20il%20Signore%20perdona.%20E%20quando%20il%20Signore%20perdona%2C%20il%20Signore%20dimentica&f=false
https://books.google.it/books?id=3E4XAwAAQBAJ&pg=PP21&lpg=PP21&dq=L%E2%80%99abuso+di+minori+%5B%E2%80%A6%5D+%C3%A8+un+delitto,+non+%C3%A8+un+peccato.+Ma+se+una+persona,+laica,+prete+o+suora,+commette+un+peccato+e+poi+si+converte,+il+Signore+perdona.+E+quando+il+Signore+perdona,+il+Signore+dimentica&source=bl&ots=_cXx7xgh7G&sig=KKBcFhewqF9tkMg_IWyeQ4E3i2g&hl=it&sa=X&ved=2ahUKEwj20-nvq6veAhVososKHSP2DEQQ6AEwAnoECAcQAQ#v=onepage&q=L%E2%80%99abuso%20di%20minori%20%5B%E2%80%A6%5D%20%C3%A8%20un%20delitto%2C%20non%20%C3%A8%20un%20peccato.%20Ma%20se%20una%20persona%2C%20laica%2C%20prete%20o%20suora%2C%20commette%20un%20peccato%20e%20poi%20si%20converte%2C%20il%20Signore%20perdona.%20E%20quando%20il%20Signore%20perdona%2C%20il%20Signore%20dimentica&f=false
Caro D. Elia,
RispondiEliminaGrazie per il testo. Putroppo vediamo un approfondimento della deriva luterana nella Chiesa. In un'altro commento ho parlato con lui di strategia che le questione sollevate dal Vaticano non arrivano ad uno fine. Insieme a questo problema esiste il problema di non trattare le questione nel modo giusto. In questo senso ricordo la "Dichiarizione sulla dottrina della giustificazione" prodotto della Comissione mista internazionale cattolica-luterana. Il punto principale di divergenza tra cattolici e luterani, in ciò che dice rispetto alla dottrina della giustificazione è esattamente la questione del libero arbitrio, però, non viene trattato nel documento promulgato per la detta Comissione. Inoltre a questo è un "modus operandi" straneo fare una comissione teologica mista tra cattolici e luterani per la produzione di documenti nella Chiesa. Il documento sembra essere e non essere magistero. Che cosa dire da questo documento? Sarà che oggi con il pontificato di Francesco non stiamo raccogliendo i suoi frutti?
Effettivamente quella dichiarazione si caratterizza per almeno due tipi di ambiguità: uno è quello da Lei notato, cioè l'aggiramento del problema nodale del libero arbitrio; l'altro è che i termini fondamentali della questione (fede, grazia, giustificazione) non hanno affatto lo stesso significato per cattolici e protestanti; Lutero li riempie infatti di un senso estraneo a quello che hanno nella Tradizione. Questa grave ambiguità (voluta?) toglie ogni valore alle conclusioni del documento: in realtà non c'è alcun accordo dottrinale sulla giustificazione tra protestanti e cattolici e non potrà mai esserci, dato che i primi sono eretici e, per tornare in comunione con noi, non possono fare altro che convertirsi. Indubbiamente l'attuale deriva è frutto anche di decenni di ambiguità durante i pontificati precedenti.
EliminaCaro D. Elia,
RispondiEliminaGrazie per la risposta e per i chiarimenti. Inoltre alla diachiarione esiste anche il problema della liturgia: della riforma liturgica di Paolo VI hanno partecipato sei pastori protestanti. Credo che questo é anche un punto importante.
Oggi credo che il P. Giovanni Perrone, S.J. (+1876) è un'autore bastante attuale. Lui ha scritto diverse opere apologetiche contro il protestantesimo. Nel livro il protestantesimo "Da:Il Protestantesimo e la Regola della Fede, vol. I, Milano-Genova 1854, pag. 208-220
PARTE I. SEZIONE II. CAPO III. Articolo III. La stessa regola [cioè la regola protestante di fede, N.d.R.], considerata teologicamente, si dimostra menare al razionalismo", lui ha scritto:
"Or questa tomba di ogni credenza, come si vede, questo sepolcro del cristianesimo è una logica inferenza, una rigorosa conclusione e della teorica e della pratica dell'opera del protestantesimo, o per meglio dire, della regola di fede per cui nacque il protestantesimo, si sorresse e si svolse. Ne' primordi non si palesò quest'intimo nesso e questa dipendenza, perchè i protestanti teneri troppo in sulle prime mosse, ed impregnati tuttora senz'avvedersene del principio cattolico, attenevansi, almeno nella pratica quasi per abito, in gran parte all'andamento cattolico".
Fino ad Benedetto XVI esisteva una ambiguità perchè "attenevasi, almeno nella pratica quasi per abito, in grande parte all'andamento cattolico". Dopo le prime generazioni, secondo P. Perrone, i "riformatori" protestanti poco a poco hanno preso distanze del dogma. Credo che con Papa Francesco nella Chiesa sta accadendo la stessa cosa. Se tratta di un momento di transizione molto simile a quello avvenuto nella riforma protestante.
Inoltre in questo testo lui mostra che la regola di fede protestante conduce al razionalismo. Analogamente, se non me sbaglio, il metodo di applicazione del Concilio Vaticano II ha condotto una grande parte della Chiesa, al razionalismo. La maggioranza dell'interpretazioni fatta del Concilio Vaticano II sono una testimonianza di fede nella propria ragione.
Il caso della Divina Afflante Spiritus di Pio XII sembra confermare i miei sospetti. Faccio un riassunto di testa: nell'anno di 1960 hanno pubblicato nella La Civiltà Cattolica un'interpretazione modernista dell'enciclica di Pio XII. Insieme a questa interpretazione altre due gesuiti hanno pubblicato esegesi moderniste dei testi biblici. Nell'epoca Mons. Antonino Romeo ha confutato l'interpretazione dell'enciclica di Pio XII e Mons. Francesco Spadafora l'esegesi moderniste degli testi biblici. Poco tempo dopo il Sant'Uffizio ha intervenuto e ha punito due dei tre gesuiti con la perdità della cátedra di insegno cattolica. Questa punizione ha durato due anni. Quando Paolo VI diventa Papa, lui reintegra i gesuiti senza chiedere niente. Dopo lui scioglie o Sant'Uffizio e lo fa diventare la CDF. Quindi, il primo caso diciamo di un tentativo di ermeneutica della rottura è stato il caso della Divino Afflante Spiritu. Questo è stato bloccato dall'autorità del Sant'Uffizio e l'interpretazioni erronea non hanno causato danno alla Chiesa. Quindi, la Chiesa aveva difesa, ma come Paolo VI ha sciolto il Sant'Uffizio se capisce che il problema ermeneutico era voluto da lui. L'interpretazioni dell'enciclica e gli esegesi moderniste erano tutti razionalistiche.
Per finire, lascio un link per il testo di P. Perrone, S.J. "Il proselitismo protestante si manifesta per opera dell'uomo considerato nei suoi effetti di perversione intellettuale":
http://progettobarruel.hostfree.pw/novita/14/Perrone_Perversione_intellettuale_protestantesimo.html
Un caro saluto dal Brasile
Grazie per l'interessante segnalazione.
EliminaIndubbiamente il protestantesimo è all'origine di una perversione intellettuale che si estende su tutta la storia moderna e contemporanea.
Anch'io vedo un'analogia tra lo sviluppo della rivolta luterana e quello del postconcilio: l'habitus cattolico ha resistito per un po', almeno esternamente, ma venendo progressivamente svuotato dall'interno; ora sta cadendo a pezzi e appare ciò che c'è sotto, che non è più cattolico.
Con Paolo VI la Chiesa ha abbattuto le difese che la preservavano dall'errore, il quale ha di fatto acquisito ogni diritto.
Caro D. Elia,
RispondiEliminaGrazie per la risposta.
Penso come lei, credo che esiste veramente un'analogia tra lo sviluppo della riforma luterana e quello del postconcilio. Il libero esame ha trionfato con l'applicazione del Concilio. In ciò che dice rispetto all'interpretazione del Concilio, l'autorità appena dice che se dovrebbe fare un'ermeneutica della riforma nella continuità dei testi conciliare. Chi doveva fare questa ermeneutica sarebbe il magistero. Se il magistero chiede a tutti di fare questo la distinzione tra una Chiesa docente e discente, non esiste più. In questa modalità il magistero appare più come una guida nell'interpretazione del Concilio che propriamente quello che dovrebbe essere la sua funzione di insegnare il Concilio. In questo nuova modalità, e in ciò che dice rispetto all'interpretazione del Concilio, ha trionfato il libero esame. Oggi credo che se possa dire che le due ermeutiche, e i suoi rappresentanti, nei diversi toni di collore, formano praticamente la destra, il centro e la sinistra all'interno della Chiesa. Ancora sul libero esame, considerando che esiste un'ermeneutica della rottura, e i suoi rappresentanti non subiscono nessuno impedimento, non se può concludere che l'interpretazione del Concílio è libera?
D. Elia, vedete alcuni esempi pratici:
La questione del Subsistit in, se afferma nel documento Dominus Iesus che "la Chiesa di Cristo sussiste pienamente nella Chiesa Cattolica". Beh, sono i protestanti che parlano di due chiese. In qualche modo, la deriva luterana che stiamo vedendo è una minaccia alla sussistenza della Chiesa di Cristo nella Chiesa Cattolica. Questa deriva fa apparire che adesso la Chiesa di Cristo sussiste nella "chiesa" Luterana, perchè la deriva luterana in certo senso è una sussistenza della chiesa luterana nella Chiesa cattolica. Inoltre a questo, se la Chiesa di Cristo sussiste pienamente nella Chiesa cattolica, percchè abbiamo bisogno della teologia luterana che rifiuta tutti i sacramenti (il battesimo per loro è solo un simbolo)?
La questione della libertà religiosa. Quando Mons. Lefebvre ha contestato la libertà religiosa se è detto a lui che la libertà religiosa sarebbe appena un diritto negativo dei membri della falsa religione di professare la loro fede senza la coazione dello Stato. Però, gli incontri d'Assisi rivelano un'altro significato per libertà religiosa. Come anche rivelano un'altro significato per questa libertà i vescovi che lavorano per la costruzione di moschee in europa, i pretti, vescovi e cardinali che portano fedeli alle moschee per imparare l'Islam. Il comportamento dal Papa allo semplice fedeli nei confronti dell'Islam, e dell'altri religione, non è più quello di che loro sono delle false religione. Se vede chiaramente che non è lo Stato a promuovere la libertà religiosa, ma la propria Chiesa. La libertà religiosa del Concilio nella pratica è quella condannata dal magistero dalla Chiesa che è preceduto il Concilio.
Gli abusi liturgici sono per me il più chiaro esempio di libero esame. Qui non è necessario parlare molto.
Ci sono ancora tantissime esempi di questo libero esame. Questo libero esame per me ha condotto una gran parte dei cattolici al razionalismo.
Che Dio ci aiuti
Il libero esame ha di fatto trionfato nella Chiesa Cattolica, portando alla perdita della fede in tantissimi suoi membri di ogni ordine e grado, compreso il più alto. Ciò è stato reso possibile dai germi di errore inseriti apposta nei testi del Vaticano II da quei teologi che volevano ottenere proprio tale risultato. Un'ermeneutica della continuità non è possibile, a meno che non si accetti di chiudere gli occhi sulla voluta ambiguità di molti passi (come appunto nel caso del famoso "subsistit in" e in quello della libertà religiosa), la quale ha inevitabilmente prodotto i risultati che sono sotto i nostri occhi. I cosiddetti "conservatori conciliari", in realtà, difendono un compromesso nocivo che ha rovinato la Chiesa. Bisogna perciò uscire dalla prigione mentale di chi oppone conservatori e progressisti, ma sempre all'interno dell'intoccabile superdogma del Concilio. Su questo problema (e sul ruolo del Magistero) mi soffermerò in un prossimo articolo.
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