Iam enim securis ad radicem arborum posita est.
(Mt 3, 10)

sabato 23 gennaio 2016


Il “corpo mistico” dell’Anticristo

 
Lo Spirito del Signore è su di me… mi ha mandato a portare il lieto annunzio ai poveri (Lc 4, 18).

Nel santo Vangelo (quello scritto e trasmesso, non quello ridotto a vuota parola che ognuno riempie delle sue idee) non c’è traccia di appelli a trasformazioni politiche e sociali, né tanto meno alcuna chiamata alle armi per la rivoluzione. La povertà è uno dei tanti effetti del peccato originale e si vince unicamente, da una parte, con una lotta incessante contro i peccati (sia quelli dei ricchi che quelli dei poveri) e, dall’altra, con le opere di misericordia e con l’esercizio della carità teologale (che non è il mero volontariato, praticato anche dagli atei). È ovvio che ognuno debba combattere anzitutto i peccati propri, prima di pensare a correggere quelli altrui. I poveri, come tutti gli altri, hanno l’obbligo morale di ascoltare la voce di Dio, che risuona nella loro coscienza e nel Magistero di sempre. Essi non sono santi a priori a motivo della loro condizione, ma possono santificarsi – esattamente come i ricchi – mediante l’umile accettazione della volontà di Dio a loro riguardo e la pratica delle virtù cristiane. È pur vero che i primi hanno meno opportunità di istruirsi dei secondi; ma fino a pochi decenni fa bastava andare in chiesa e ascoltare la predica del parroco per sapere con certezza come bisogna comportarsi per essere graditi a Dio e meritare la Sua grazia, nonché per ottenere l’immancabile aiuto della Provvidenza per le necessità di questa vita.

Ecco il lieto annunzio che il Messia ha portato ai poveri: essi non sono esclusi dal Regno di Dio, ma godono anzi di una predilezione speciale da parte Sua, purché Gli siano umilmente obbedienti e non ardiscano sfruttare la divina Parola per sovvertire l’ordine costituito, incantati da false promesse. Le gravi ingiustizie che subiscono attualmente sono risultato diretto di quella modernità che si è voluta sbarazzare di qualsiasi soggezione nei confronti del Creatore e della Sua Legge, producendo così un sistema economico e politico disumano; ma la sola via d’uscita è la conversione, il ritorno a quella fede nella regalità sociale di Cristo che un tempo, seppure imperfettamente, regolava il vivere civile. La liberación perseguita dal ceto clericale in Paesi un tempo cattolici ha cancellato la sana dottrina e tolto ogni argine all’immoralità più sfacciata; i poveri hanno certamente di che ringraziare, se dopo una vita d’inferno rischiano pure la dannazione eterna… a causa dei preti.

Ma no, il buon Dio perdona tutto, sempre e comunque! Certo, non c’è peccato che la potenza infinita della Sua misericordia non possa perdonare… salvo quello contro lo Spirito Santo: è il peccato con cui ci si oppone alla verità e, di conseguenza, ci si ostina nell’errore e nelle cattive azioni che ne conseguono. Sì, questo è un rischio corso più spesso da gente istruita che non dalle persone semplici, finché anch’esse non vengano fuorviate dalla propaganda dei falsi profeti, che deforma le loro coscienze in modo spesso irrimediabile. Saranno per questo tutte pienamente scusate? Non è detto: anche un povero poco formato, per quanto ingenuamente fiducioso nelle parole di chi ha autorità, può decidere se acconsentire o meno alla menzogna; di sicuro chi lo inganna – spesso a sua volta ingannato – avrà da rispondere della sua sorte eterna, oltre che della propria, perché avrà anch’egli liberamente dato credito all’errore. La questione, dunque, non è affatto così semplice come ci vorrebbero far credere; chi siamo noi, d’altronde, per metterci al posto di Dio e pretendere di sapere meglio di Lui come deve regolarsi?

E sia! Nostro malgrado, siamo figli del marxismo e della psicanalisi, che hanno oscurato la dimensione trascendente dell’uomo, negandone la libertà e riducendolo a essere manipolabile a piacimento. Con il controllo mentale ed economico si ottiene un dominio pressoché totale sugli individui e sui popoli – nonché sugli istituti religiosi: perché, altrimenti, si starebbero accanendo tanto contro una fiorente congregazione che assicurava da sé la formazione teologica delle nuove leve e si era sottratta (ottima mossa) al controllo finanziario del Vaticano dominato dalla massoneria? È questa duplice forma di controllo, del resto, che garantisce la riuscita e la tenuta di qualsiasi regime totalitario, compreso quello della sedicente Chiesa “rinnovata” (cioè privata delle sue armi spirituali e consegnata ai suoi nemici). Non a caso, marxismo e psicanalisi hanno furoreggiato per decenni nei seminari e nei conventi, facendo strage di vocazioni e trasformandoli in cloache di impurità, per usare i termini della profezia della Salette. L’essere umano, spogliato della sua dignità, non è più imputabile di nulla; i suoi comportamenti non sono altro – secondo il nuovo “vangelo” – che un prodotto di meccanismi psicologici o socio-economici.

Ma ci domandiamo ancora una volta: questo basta a scusarlo del tutto? San Paolo ci ricorda che non basta correre o battere pugni, ma bisogna farlo in modo da conquistare il premio: nello stadio tutti corrono, ma uno solo l’ottiene. I padri d’Israele attraversarono tutti il Mar Rosso, furono tutti sfamati dalla manna e dissetati dalla roccia, sperimentarono tutti le mirabili cure divine, ma non tutti entrarono nella Terra promessa, bensì soltanto coloro che perseverarono nella fede e nell’osservanza dei Comandamenti (cf. 1 Cor 9, 24-10, 11). Dio, se vuole, può ben dare la stessa ricompensa agli operai della prima come a quelli dell’ultima ora (cf. Mt 20, 9-10): non però per quel rozzo egualitarismo che impera nella “cultura” contemporanea (anche chiesastica), ma per mettere alla prova i primi, i quali si sono esclusi dal Regno a causa della loro gelosia (cf. Rm 11, 11). Le vie della Sapienza divina, grazie a Dio, non sono certo quelle degli imbonitori – laicisti o clericali, cambia poco – del nuovo ordine mondiale.

Preferiamo essere ultimi nel Corpo mistico di Cristo piuttosto che primi in quello dell’Anticristo, che Padre Kolbe, a suo tempo, aveva già individuato nella massoneria, votandosi ad una lotta senza quartiere contro di essa. Allo stesso modo Padre Pio, con la sua passione fisica, morale e spirituale, combatteva dal suo isolamento la perversione della Chiesa militante minacciata dal modernismo. Abbiamo campioni simili che ci sostengono dal cielo per comando dell’Immacolata: che dovremmo temere? Con la preghiera, la parola, l’esempio, l’azione e la sofferenza offerta con fede, persistiamo nella nostra missione di guastatori contro lo pseudo-corpo mistico. Al momento fissato, il Signore farà rifiorire quello vero: dal tronco abbattuto, liberato dalle frasche che lo soffocavano, l’albero ricrescerà più forte e maestoso che mai.

Chi crede di stare in piedi guardi di non cadere (1 Cor 10, 12).

Così gli ultimi saranno i primi e i primi gli ultimi (Mt 20, 16).
 

1 commento:

  1. Tra 'fratelli' non si fanno certe cose, tutti uniti e chi non si allinea swissh, osarono denunciare cotanti lormonsignori......se si ottiene la testa di un papa, figurarsi quella di un fraticello e del suo ordine. La televisione entrata nelle case, è stato il grimaldello per far saltare tutto,ora è un oracolo ascoltatissimo e nessuno osa contraddire il propinato quotidiano, anche la tv dei vescovi non scherza affatto quanto ad eresie spacciate per assolute verità, non resta che pregare, passerà, nulla è eterno, solo Dio.

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