Iam enim securis ad radicem arborum posita est.
(Mt 3, 10)

sabato 8 febbraio 2025


Preghiamo a oltranza per la Chiesa

 

 

La fede, spingendo il nostro sguardo al di là dei mali del tempo presente, ci fa contemplare la Città celeste, la nuova Gerusalemme che discende da Dio rivestita della Sua gloria. Tutti gli Angeli e i Santi sono radunati intorno al trono di Dio e dell’Agnello per adorarlo, benedirlo e ringraziarlo in eterno. Qui, sulla terra, essa è già presente e operante mediante la Chiesa Romana, Madre e Maestra di tutte le altre Chiese particolari; dalla sua Cattedra il Vescovo di Roma insegna e governa. Chi desidera pregare per la rinnovazione della Chiesa può prendere spunto da un testo che il sacerdote pronuncia subito prima della Messa: la dichiarazione dell’intenzione. Evidentemente non è un testo indispensabile alla validità della Messa, ma è molto importante che il sacerdote, con queste poche parole, richiami alla mente ciò che sta per fare e che intende fare con tutta la Chiesa.

«Io voglio celebrare la Messa e confezionare il Corpo e il Sangue di Nostro Signore Gesù Cristo secondo il rito della Santa Chiesa Romana, a lode di Dio onnipotente e di tutta la Corte trionfante, a utilità mia e di tutta la Corte militante, per tutti coloro che si sono raccomandati alle mie preghiere, in generale e in particolare, e per il felice stato della Santa Chiesa Romana». Qui, nel dichiarare l’intenzione, il sacerdote proclama semplicemente quel che sta per fare con la celebrazione della Messa, cioè realizzare la transustanziazione del pane e del vino nel Corpo e nel Sangue di Cristo, ma esprime anche le peculiari intenzioni per cui si accinge a farlo (quelle intrinsecamente legate al Sacrificio che sta per compiere, non quelle personali che può liberamente aggiungere).

La prima è la lode di Dio e di tutta la Sua Corte celeste: in ogni Messa si eleva a Dio l’omaggio più perfetto possibile, quello che conclude il Canone, quando il sacerdote dice: «Mediante lui, con lui e in lui, a te, Dio Padre onnipotente, sia ogni onore e gloria per tutti i secoli dei secoli». Questa è la lode più perfetta, poiché è quella che il Figlio di Dio ha rivolto al Padre offrendo la Sua vita sulla Croce; ogni volta che il Suo Sacrificio si rende di nuovo presente sull’altare, anche noi tributiamo a Dio l’onore più grande e perfetto che si possa immaginare, l’unico che sia davvero degno di Lui. Oltre a ringraziare la Santissima Trinità, diamo gloria anche alla Corte celeste, a tutti gli Angeli e i Santi, associandoci così alla loro incessante adorazione.

Poi, nondimeno, c’è anche un’intenzione relativa a noi che siamo sulla terra: l’utilità del sacerdote che offre il Sacrificio e di tutta la Chiesa militante, che combatte qui sulla terra. Ogni Messa procura innumerevoli grazie, di cui non abbiamo idea, per tutta quella componente del Corpo Mistico che si trova ancora qui, immersa nella lotta. A questa intenzione è connessa la raccomandazione di tutti coloro che hanno chiesto le preghiere del sacerdote, in generale e in particolare: alcuni membri della Chiesa militante, infatti, hanno particolarmente bisogno delle grazie che scaturiscono dalla Santa Messa, tra le quali ci sono le grazie di perdono, riparazione ed espiazione che il Sacrificio ottiene ai peccatori bisognosi di conversione e a quelli che, benché già assolti, devono ancora scontare la pena dei peccati commessi.

Il sacerdote, infine, dichiara di offrire la Messa per il felice stato della Santa Chiesa Romana. Con questa locuzione si intende la Chiesa universale, che a Roma ha il suo centro di unità. In ogni Messa chiediamo a Dio di assicurare questo felice stato; trattandosi, evidentemente, della Chiesa Romana, che qui ha il suo cuore, dobbiamo domandare che proprio in essa, da colui che la governa e da coloro che con lui collaborano, sia adempiuta la volontà di Dio e sia fatto tutto ciò che corrisponde ai fini per i quali il ministero di Capo della Chiesa è stato istituito. In ogni Messa, dunque, chiediamo la prosperità della Chiesa militante, ossia della Chiesa Romana; dobbiamo perciò esprimere apertamente al Signore questa suprema intenzione, che il più delle volte rimane implicita: è bene che ne prendiamo consapevolezza e che la rivolgiamo a Dio in modo rinnovato.

Per fare in modo che l’offerta del Sacrificio sia il più possibile fruttuosa, in base alle disposizioni di chi la compie e di chi vi si associa (cioè di tutti i fedeli), il sacerdote aggiunge un’articolata richiesta: «Il Signore onnipotente e misericordioso ci conceda la gioia con la pace»: anzitutto, domanda che possiamo essere felici di appartenere alla Chiesa e di vivere in pace con essa, non in conflitto o in stato di divisione. Poi chiede l’emendazione della vita: è evidente che possiamo legittimamente aspettarci da Dio la gioia e la pace nella misura in cui siamo disposti a correggere, nella nostra condotta, ciò che non Gli è gradito. Dopo la correzione, ci vuole lo spazio di una vera penitenza, ossia il tempo necessario per pentirci sinceramente dei nostri peccati ed effettuarne adeguata penitenza, dato che non sappiamo se ce ne rimane abbastanza. Si domanda poi la grazia e consolazione dello Spirito Santo, che sono effetto della compunzione, di quell’atteggiamento di perenne richiesta di perdono che è proprio di chi sa di essere peccatore e di aver sempre bisogno di esser perdonato da Dio. Infine, viene la perseveranza nelle opere buone: tutto ciò che precede deve portare frutti concreti, che sono le azioni ispirate e mosse dalla carità.

Con queste disposizioni (che chiediamo a Dio quale frutto della grazia accolta, con cui dobbiamo cooperare) possiamo offrire la Messa in modo fruttuoso. Il Sacrificio di Gesù ha certamente valore di per se stesso; non siamo noi a renderlo efficace. Tuttavia gli effetti che ha nelle anime dipendono anche dal modo in cui esse sono disposte; perciò è importante che facciamo tutto il possibile per prepararci, sia sul piano dell’interiorità, sia su quello della condotta esterna. Con queste richieste rivolgiamoci spesso al Signore, mediante la Vergine Maria e con il Santo Rosario, per domandare questo felice stato della Chiesa Romana, purché siamo pure pronti a collaborare, a soffrire e ad offrirci perché Dio ci conceda questa grazia.

 

http://lascuredielia.blogspot.com/2023/12/pro-felici-statu-sanctae-romanae.html?m=1


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