Preghiamo a oltranza
per la Chiesa
La
fede, spingendo il nostro sguardo al di là dei mali del tempo presente, ci fa
contemplare la Città celeste, la nuova Gerusalemme che discende da Dio
rivestita della Sua gloria. Tutti gli Angeli e i Santi sono radunati intorno al
trono di Dio e dell’Agnello per adorarlo, benedirlo e ringraziarlo in eterno.
Qui, sulla terra, essa è già presente e operante mediante la Chiesa Romana,
Madre e Maestra di tutte le altre Chiese particolari; dalla sua Cattedra il
Vescovo di Roma insegna e governa. Chi desidera pregare per la rinnovazione
della Chiesa può prendere spunto da un testo che il sacerdote pronuncia subito
prima della Messa: la dichiarazione dell’intenzione. Evidentemente non è un
testo indispensabile alla validità della Messa, ma è molto importante che il
sacerdote, con queste poche parole, richiami alla mente ciò che sta per fare e
che intende fare con tutta la Chiesa.
«Io
voglio celebrare la Messa e confezionare il Corpo e il Sangue di Nostro Signore
Gesù Cristo secondo il rito della Santa Chiesa Romana, a lode di Dio
onnipotente e di tutta la Corte trionfante, a utilità mia e di tutta la Corte
militante, per tutti coloro che si sono raccomandati alle mie preghiere, in
generale e in particolare, e per il felice stato della Santa Chiesa Romana». Qui,
nel dichiarare l’intenzione, il sacerdote proclama semplicemente quel che sta
per fare con la celebrazione della Messa, cioè realizzare la transustanziazione
del pane e del vino nel Corpo e nel Sangue di Cristo, ma esprime anche le
peculiari intenzioni per cui si accinge a farlo (quelle intrinsecamente legate
al Sacrificio che sta per compiere, non quelle personali che può liberamente
aggiungere).
La
prima è la lode di Dio e di tutta la Sua Corte celeste: in ogni Messa si eleva
a Dio l’omaggio più perfetto possibile, quello che conclude il Canone, quando
il sacerdote dice: «Mediante lui, con lui e in lui, a te, Dio Padre
onnipotente, sia ogni onore e gloria per tutti i secoli dei secoli». Questa è
la lode più perfetta, poiché è quella che il Figlio di Dio ha rivolto al Padre
offrendo la Sua vita sulla Croce; ogni volta che il Suo Sacrificio si rende di
nuovo presente sull’altare, anche noi tributiamo a Dio l’onore più grande e
perfetto che si possa immaginare, l’unico che sia davvero degno di Lui. Oltre a
ringraziare la Santissima Trinità, diamo gloria anche alla Corte celeste, a
tutti gli Angeli e i Santi, associandoci così alla loro incessante adorazione.
Poi,
nondimeno, c’è anche un’intenzione relativa a noi che siamo sulla terra:
l’utilità del sacerdote che offre il Sacrificio e di tutta la Chiesa militante,
che combatte qui sulla terra. Ogni Messa procura innumerevoli grazie, di cui
non abbiamo idea, per tutta quella componente del Corpo Mistico che si trova
ancora qui, immersa nella lotta. A questa intenzione è connessa la
raccomandazione di tutti coloro che hanno chiesto le preghiere del sacerdote,
in generale e in particolare: alcuni membri della Chiesa militante, infatti,
hanno particolarmente bisogno delle grazie che scaturiscono dalla Santa Messa,
tra le quali ci sono le grazie di perdono, riparazione ed espiazione che il
Sacrificio ottiene ai peccatori bisognosi di conversione e a quelli che, benché
già assolti, devono ancora scontare la pena dei peccati commessi.
Il
sacerdote, infine, dichiara di offrire la Messa per il felice stato della Santa
Chiesa Romana. Con questa locuzione si intende la Chiesa universale, che a Roma
ha il suo centro di unità. In ogni Messa chiediamo a Dio di assicurare questo felice
stato; trattandosi, evidentemente, della Chiesa Romana, che qui ha il suo
cuore, dobbiamo domandare che proprio in essa, da colui che la governa e da
coloro che con lui collaborano, sia adempiuta la volontà di Dio e sia fatto
tutto ciò che corrisponde ai fini per i quali il ministero di Capo della Chiesa
è stato istituito. In ogni Messa, dunque, chiediamo la prosperità della Chiesa
militante, ossia della Chiesa Romana; dobbiamo perciò esprimere apertamente al
Signore questa suprema intenzione, che il più delle volte rimane implicita: è
bene che ne prendiamo consapevolezza e che la rivolgiamo a Dio in modo
rinnovato.
Per
fare in modo che l’offerta del Sacrificio sia il più possibile fruttuosa, in
base alle disposizioni di chi la compie e di chi vi si associa (cioè di tutti i
fedeli), il sacerdote aggiunge un’articolata richiesta: «Il Signore onnipotente
e misericordioso ci conceda la gioia con la pace»: anzitutto, domanda
che possiamo essere felici di appartenere alla Chiesa e di vivere in pace con
essa, non in conflitto o in stato di divisione. Poi chiede l’emendazione della
vita: è evidente che possiamo legittimamente aspettarci da Dio la gioia e
la pace nella misura in cui siamo disposti a correggere, nella nostra condotta,
ciò che non Gli è gradito. Dopo la correzione, ci vuole lo spazio di una
vera penitenza, ossia il tempo necessario per pentirci sinceramente dei
nostri peccati ed effettuarne adeguata penitenza, dato che non sappiamo se ce
ne rimane abbastanza. Si domanda poi la grazia e consolazione dello Spirito Santo,
che sono effetto della compunzione, di quell’atteggiamento di perenne richiesta
di perdono che è proprio di chi sa di essere peccatore e di aver sempre bisogno
di esser perdonato da Dio. Infine, viene la perseveranza nelle opere buone:
tutto ciò che precede deve portare frutti concreti, che sono le azioni ispirate
e mosse dalla carità.
Con
queste disposizioni (che chiediamo a Dio quale frutto della grazia accolta, con
cui dobbiamo cooperare) possiamo offrire la Messa in modo fruttuoso. Il
Sacrificio di Gesù ha certamente valore di per se stesso; non siamo noi a
renderlo efficace. Tuttavia gli effetti che ha nelle anime dipendono anche dal
modo in cui esse sono disposte; perciò è importante che facciamo tutto il
possibile per prepararci, sia sul piano dell’interiorità, sia su quello della
condotta esterna. Con queste richieste rivolgiamoci spesso al Signore, mediante
la Vergine Maria e con il Santo Rosario, per domandare questo felice stato
della Chiesa Romana, purché siamo pure pronti a collaborare, a soffrire e ad
offrirci perché Dio ci conceda questa grazia.
http://lascuredielia.blogspot.com/2023/12/pro-felici-statu-sanctae-romanae.html?m=1
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