Torniamo a Trento (e al Vaticano I)
Expecta Dominum et custodi viam eius (Sal 36, 34).
Sia nei testi del
Vaticano II che nel rito della nuova Messa si trovano locuzioni e affermazioni
che un cattolico sincero e ben formato non riesce proprio a digerire. Di solito
il conservatore conciliare, nel
disperato tentativo di salvare capra e cavoli, si appiglia con ansioso zelo al
principio secondo cui chiunque abbia una retta fede interpreta spontaneamente
ambiguità e stranezze in modo ortodosso mediante un’opportuna
contestualizzazione effettuata a partire da una giusta precomprensione. Ma, a
questo punto, sorge inevitabilmente una serie di domande: come fa chi, dopo
cinquant’anni di confusione dottrinale, quella giusta precomprensione non l’ha
più o non l’ha mai avuta? perché mai chi, per grazia di Dio, ne è invece ancora
dotato dev’essere obbligato a questo sforzo ermeneutico, quando prega in chiesa
o si forma nella fede? e per qual recondito motivo bisognava inserire tutte quelle
ambiguità e stranezze, se non per aprire delle crepe che poi, sotto un’enorme
pressione culturale, facessero saltare la diga?
C’è però un altro
aspetto da considerare. Fin qui abbiamo parlato di esseri umani che, per
sincerità, interesse o ignavia, si sono semplicemente fidati dell’autorità (anche
nelle materie più sensibili), interpretando in modo positivo le sue espressioni
e disposizioni come qualcosa che, per principio, non potesse contenere errori
né provenire da volontà cattiva. Il diavolo, tuttavia, non funziona così. A lui
non interessa affatto come i buoni cattolici comprendano ambiguità e stranezze,
anche perché non può saperlo finché rimane nei loro pensieri; se invece ciò
viene esplicitamente teorizzato da teologi, biblisti e liturgisti, si diverte
un mondo a metterci lo zampino confondendo quelle menti spesso piene di
superbia – ammesso che non si siano dichiaratamente poste al suo servizio. Ad
ogni modo, l’unica cosa che per lui conta è che gli si renda pubblicamente
omaggio nelle chiese e nelle facoltà teologiche: per esempio, nominandolo nel
cuore della Messa come Dio dell’universo
o corrompendo giovani intelletti con sofismi fumosi che li intossicano, a volte
senza rimedio. A lui basta questo per vedersi riconosciuto nella Chiesa un
presunto diritto di esercitare sui suoi membri un potere più o meno velato.
Come sia stato
possibile un simile attentato senza precedenti al culto cattolico si può
spiegare solo in parte. Bisogna certo riconoscere la diabolica abilità del
perfido traditore che, in un clima di fretta scriteriata nel trattare una
materia delicatissima, riuscì a imporre la propria volontà ingannando tutti,
sia la commissione incaricata della riforma con il solito: «Lo vuole il Papa»,
sia quest’ultimo con la menzogna inversa: «Lo chiede la commissione». Ma questo
non basta: perché Montini, sia pure avvertito dagli autorevoli cardinali Bacci
e Ottaviani, si prestò ad approvare riluttante quello che egli stesso, in modo
del tutto incoerente, definì un gran sacrificio assurdamente accettato in nome
di un vantaggio inconsistente, cioè di un accesso del popolo alla liturgia che
già era possibile e andava semplicemente incrementato con una formazione più
capillare? Fu forse ricattato? Come tutte le rivoluzioni, anche quella
liturgica calò sulla testa di clero e fedeli che non l’avevano assolutamente
voluta né richiesta, ma se la videro imporre con un’intransigenza di sapore
maoista.
In realtà il rito di
Bugnini (la cui compilazione e imposizione è comunque illegittima, in quanto
viola l’espresso divieto di san Pio V) non è stato praticamente mai osservato
integralmente, visto che ogni prete lo “interpreta” a modo suo, quasi fosse un
canovaccio. Ora, nel diritto, la costante inosservanza di una legge può
provocarne l’abrogazione per desuetudine. La “riforma” liturgica, oltre a
essersi risolta in un enorme fallimento, cadrà alla fine nel dimenticatoio
perché nessuno andrà più alla Messa nuova, finché un papa di nuovo cattolico
non la abolirà del tutto. È per questo che agiscono in modo così inesorabile
con le realtà ecclesiali che propugnano la Messa di sempre: chiunque la
riscopra (specie fra i giovani e fra quanti ritornano alla fede) ne è talmente
affascinato che, dopo aver gustato il cielo, non vuol più saperne del ridicolo
varietà in salsa chiesastica cui han ridotto la liturgia cattolica.
Probabilmente
l’abolizione del Sacrificio non sarà effettuata per mezzo di decisioni
ufficiali che possano essere impugnate o a cui si possa opporre resistenza, ma
mediante un graduale slittamento della prassi. Già in molte parrocchie la Messa
domenicale è sostituita da una liturgia
della parola con, alla fine, la distribuzione dell’Eucaristia per mano di
laici o suore. Il pretesto addotto è la scarsità di clero; può tuttavia
capitare che a distanza di pochissimi chilometri tre o quattro preti
concelebrino insieme. Qual è la ratio
di tali provvedimenti? È arduo soffocare il sospetto che, dietro tali scelte,
ci sia una visione protestante dell’assemblea liturgica o che si voglia
“promuovere” il laicato a detrimento del sacerdozio. Nella diocesi del Papa –
udite, udite – si è persino giunti ad affidare la guida pastorale di una
parrocchia ad un diacono permanente, il quale si è trasferito in canonica con
moglie e figli al seguito. Dato che ciò non è consentito dal diritto canonico,
a livello giuridico si è prontamente cucita una pezza nominando un prete
amministratore parrocchiale. Egli svolgerà altresì la funzione di distributore
automatico di sacramenti e assoluzioni (per chi ancora ci credesse e li
reclamasse), ma sotto la direzione del diacono.
Strabuzzate gli occhi?
Non riuscite a capacitarvene? La notizia è consultabile in rete. Qualora
qualcuno di voi abbia l’impressione che si stia rovesciando l’ordine gerarchico
della Chiesa, tenga presente che all’estero i laici dettano legge anche ai
vescovi già da decenni; in Italia eravamo rimasti indietro, ma stiamo cercando
di ricuperare rapidamente terreno. Tuttavia, ciò che è più grave e allarmante è
la sottile strategia mirante, alla lunga, a declassare il sacerdozio e a
ridurre i Sacramenti ad atti facoltativi, quasi superflui, in una vita
religiosa incentrata sulla “parola”, oltretutto riletta e aggiornata in modo da
farle dire l’esatto opposto, nonché così selezionata da relegare nell’oblio i
passi politicamente scorretti… È il compimento del progetto di Lutero, una
vittoria postuma che realizza lo scopo del suo sulfureo ispiratore: non
semplicemente quello di dividere la Chiesa, ma quello di pervertirla
dall’interno. A Satana non cale nulla che ci sian voluti cinque secoli: di
tempo ne aveva ben davanti a sé – ma ora sta giungendo al termine.
Una visione teologica
della storia, fondata sulla speranza teologale, ci obbliga a non arrenderci
allo sconforto, sebbene una lettura decantata e obiettiva degli avvenimenti
ecclesiali dell’ultimo mezzo secolo possa indurvi. Satana si sta vendicando
della cocente sconfitta di Trento e delle successive umiliazioni, ma il suo
tempo è già segnato. In preda all’angoscia, Anna Katharina Emmerich scorse in
visione un’assise nella quale sulla testa di ogni vescovo si posava un demonio…
quelli che Leone XIII vide scendere a stormi su San Pietro? Forse siamo andati
un po’ troppo lontano, ma a questo livello di comprensione delle vicende
storiche elementi apparentemente disparati si raccordano e chiariscono, indicando
altresì il cammino da seguire per uscire dal disastro. Bisogna riannodare la
trama recisa con Trento e col Vaticano I, l’ultimo concilio veramente
cattolico, rimasto incompiuto e – da quanto mi risulta – mai ufficialmente
chiuso, motivo per cui la convocazione del successivo è già di per sé
illegittima.
Ci sono splendidi tesori
dottrinali (specie sulla fede, sulla grazia e sulla giustificazione, nonché
sulla rivelazione e sul primato petrino) cui per decenni ci hanno impedito
l’accesso e che non abbiamo sufficientemente assimilato, ma che sono
estremamente utili sia alla nostra vita cristiana che alla corretta risoluzione
delle gravi sfide che oggi ci si pongono. Ciò di
cui abbiamo bisogno è di tornare a respirare l’aria pura e a bere l’acqua
cristallina del Magistero perenne, che non obbliga a chissà quali sforzi
interpretativi né a sfibranti controversie sul suo reale contenuto. La Madonna
ci sta conducendo fuori da un’impasse che, imprigionandoci in una
dimensione puramente orizzontale, ci impediva di avanzare nella fede; che Suo
Figlio ci conceda così di mollare gli ormeggi verso i lidi eterni che la Chiesa
ha sempre additato. Il mondo di quaggiù lo dobbiamo evangelizzare, non
idolatrare; la nostra patria è il Cielo.
Io credo che il problema sia stato l'"incrocio" rappresentato dagli anni '50-'60: mentre erano recentissiem le apparizioni di Marienfried (1946), probabilmente conosciute da pochi e in continuità con quelle de La Salette (1846) ed era appena cominciata la clamorosa esperienza di Bruno Cornacchiola (1947-), proprio a Roma, si è scelto di ignorare - forse anche giustamente da un certo punto di vista - gli ammonimenti circa l'arrivo di "ultimi tempi" (che, probabilmente, nella testa di molti non arriveranno mai) per scegliere, complice - mai si sottolinea questo - la nascita del nuovo mezzo di comunicazione di massa che avrebbe plasmato le società contemporanee, e cioè la televisione (diffusa a partire dagli anni '50) per dare vita a un "nuovo mondo" che, se da un lato usciva dalla distruzione della seconda guerra mondiale (gestita dalle stesse classi dirigenti che poi in gran parte hanno gestito anche la ricostruzione) dall'altro costruiva la nuova società sulla base dello schieramento conservatore e filo-occidentale, che è dominato - come si sa - dalle lobby ebraico-massoniche-filoprotestanti. Pertanto, anche il cattolicesimo romano, dopo la burrascosa parentesi del periodo fascista, con Pio XI e poi Pio XII, ultimo pontefice classico, si è ritrovato "cooptato" nel nuovo schema rappresentato dalla costruzione dell'unità europea su un paradigma conservatore e massonico: ecco che sono subentrati i pontefici non anti-massoni e dunque la "grande breccia" rappresentata dal Concilio Vaticano II. Poi c'è stato il lungo pontificato di Giovanni Paolo II, in parte gestito dietro le quinte dal cardinal Ratzinger, e poi la parentesi stessa rappresentata dal pontificato di Benedetto XVI. Il resto è cronaca corrente e la ripresa del filone conciliare-montiniano mi pare di capire.
RispondiEliminaDirei che questo riassunto e' perfetto , manca soltanto S.Michele Arcangelo .
RispondiEliminaAvere sfrattato S.Michele Arcangelo e' stata una mossa da maestri che ha aiutato i sodali di Lucifero a scorazzare come non mai ; ma gli empi , come dice Don Dolindo Ruotolo nella Preghiera non si rendono conto di essere solo strumenti del disegno di Dio .
La Vergine Madre non cessa mai di intercedere per noi e Dio ci conforta sempre suscitando nuove vie . Nel giorno della Immacolata Concezione e' stato inaugurato un nuovo canale cattolico , mi permetto di dire di ri-evangelizzazione , di ri-sincronizzazione dei cuori e dei cervelli sull'ora di Dio . Per questo si e' rimboccato le maniche Don Alfredo Maria Morselli e il canale di cui parlo si chiama : http://www.dogmatv.it/
RispondiEliminaCari amici , lode a Dio e Buon ascolto !
Opera dogmatica
RispondiEliminacontra gli eretici pretesi riformati - S. Alfonso Maria de Liguori
http://www.intratext.com/ixt/itasa0000/_IDX104.HTM
Nuovo ordine mondiale? NO! Gesù Cristo è l'Ordine.
RispondiEliminahttps://www.youtube.com/watch?v=nhgn1XtnEpI
In un bellissimo libro del 1957, il grande teologo domenicano Padre Raimondo Spiazzi, aveva già intravisto i segnali di questo perverso "NUOVO ORDINE MONDIALE" che si pretendeva andare istituendo... In questo libro si riepilogano piuttosto tutti i passaggi fondamentali a capire che è GESU' CRISTO il "nuovo ordine mondiale" fondando la Societas Christiana, e che perciò non ne attendiamo un altro... e che tutto ciò che si frappone al REGNO DI DIO è solo l'avvento dell'Anticristo!
QUI, l'articolo integrale in formato testo da leggere:
https://cooperatores-veritatis.org/2015/10/10/non-aspettiamo-nessun-nuovo-ordine-mondiale/
Per favore don Elia ci può spiegare meglio la questione del "Dio dell universo"? Grazie e auguri di una santa novena di Natale.
RispondiEliminaE' un titolo con cui la cabala giudaica rende culto a Lucifero, che vuol così passare per il vero signore dell'universo, una sorta di "divinità" ad esso inerente.
EliminaDio dell'universo
EliminaChi è?
La messa di Caino
di Don Louis Demornex
La nuova messa riprende il sacrificio di Caino e non quello di Abele.
Infatti, si trova nell’offertorio della nuova messa: “Benedetto sei tu, Dio dell’universo:dalla tua bontà abbiamo ricevuto questo pane, frutto della terra e del lavoro dell’uomo; lo presentiamo a te perché diventi per noi cibo di vita eterna.”
Chi è questo Dio dell’universo?
“Benedetto sei tu, Dio dell’universo” è una espressione della cabala giudaica.
Non è detto: “Benedetto sei tu Dio, Creatore dell’universo” ma : “Benedetto sei tu, Dio dell’universo”, cioè Dio Immanente all’universo, anima della materia.
Questo è tipicamente cabalistico.
Un libro scritto da un massone luciferiano fornisce la risposta: “Che cosa è dunque il Signore dei Cieli, se non è il Dio dei pigri, degli oziosi e dei vagabondi che immaginano lo spirito e si satollano di materia, che vivono di idee e consumano la realtà? Non c’è spirito senza materia e sono identificati l’uno all’altro, se no, il Signore dei Cieli è il Dio del Nulla; mentre Satana è invece, il Dio dell’Universo! Il Dio dell’Universo, poiché comprende in un solo essere spirito e materia, l’una non potendo sussistere senza l’altro. Quello solo deve essere per noi il Dio che le governa tutt’e due, e quello è Satana”(Domenico Margiotta: Le palladisme: Culte de Satan-Lucifer dans les triangles maçonniques, Grenoble 1895, p.44).
Il Card. Montini, il 27 marzo 1960, a Torino: “L’uomo moderno non arriverà, un giorno, a mano a mano che i suoi studi scientifici progrediranno e scopriranno delle realtà nascoste dietro il viso muto della materia, a tendere l’orecchio alla voce meravigliosa dello spirito che palpita in essa? (eresia panteista, volgarizzata negli anni 1950 da Teilhard de Chardin). Non sarà la religione del domani? Lo stesso Einstein intravide la spontaneità di una religione dell’universo. O non sarà forse la mia religione oggi ? Il lavoro non è di già ingaggiato nella traiettoria diretta che mette capo alla religione ? (La Documentation Catholique. n° 133, 19 giugno 1960, p.764-765).
Montini lascia così intravedere che il panteismo evoluzionista era fin d’allora la sua religione personale. Non è senza interesse notare che questa “religione dell’universo” ispirerà il messale montiniano: “Benedetto sei tu, Dio dell’universo”....(tratto da Una Vox). Mas
Si dovrebbe allora dire Santo Santo Santo Il Signore Dio Sabaoth?
RispondiEliminaSì, oppure: "Dio degli eserciti".
EliminaCaro D. Elia,
RispondiEliminaScrivo per fare a Lui due domande che sono:
1 - Jacques Maritain nel libro "Trois reformateurs" diffende che la riforma protestante è stato un prodotto del Rinascimento. Se questo è verità non è giusto parlare che il protestantesimo è stato una sorta di aggiornamento?
2 - Cerca la separazione tra Chiesa e Stato: in certo senso oggi vediamo una Chiesa sottomessa allo Stato, come un'uomo che lascia la sua carne dominare il suo spirito. La Chiesa con il Concilio se è diventata promotrice dei diritti umani. Questa lotta in prol dei diritti umani fa la Chiesa apparire come subordinata e cooperatrice dello Stato laico. Quindi, sembra che la separazione fra i due è stata fatta apenna nella questione di diritto ma nella questione di fatto i due continuano uniti. La differenza è che se prima lo Stato doveva essere subordinato alla Chiesa e cooperare con Lei, adesso è la Chiesa che sta subordinata e deve cooperare com lo Stato.
Una terza domanda:
Anche il Vaticano ed uno Stato, come se applica la separazione tra Chiesa e Stato in questo caso?
Un caro saluto dal Brasile
1) In realtà Lutero ha ben poco a che fare con il Rinascimento, che fu un fenomeno eminentemente italiano. La sua cupa visione di un'umanità totalmente corrotta dal peccato originale e priva del libero arbitrio fa a pugni con l'ottimismo umanistico e l'antropocentrismo rinascimentale. Anche la teoria luterana della giustificazione forense ha radici diverse, nel nominalismo tardo-medievale. L'unico punto di contatto potrebbe essere la rivendicazione del libero esame, comune ad Erasmo da Rotterdam, ma proprio con lui Lutero si scontrò duramente sulla questione del libero arbitrio.
Elimina2) Concordo sul fatto che l'attuale gerarchia sta subordinando la Chiesa allo Stato, come è evidente in Cina, ma anche da noi.
3) La dottrina cattolica non prevede una separazione totale tra Chiesa e Stato, ma una distinzione di poteri e di ambiti in un rapporto di collaborazione, fatta salva la preminenza dell'ambito spirituale su quello temporale, che è ordinato al primo. Lo Stato vaticano ha per scopo solo quello di assicurare la necessaria libertà al papa come capo della Chiesa universale.
Caro D. Elia,
EliminaGrazie per la risposta. Infatti lo Rinascimento è stato un fenomeno eminentemente italiano ma al tempo di Lutero se era diffuso per tutta l'Europa. Tanto che Erasmo era un rappresentante del Rinascimento e non pocchi hanno considerato lui il principale responsabile per la riforma luterana. Le frasi come "Erasmo ha fatto l'uovo, che Lutero e Zwingli hanno covato" e "O Lutero è erasmiano o Erasmo è luterano". Se non erano d'accordo sul libero arbitrio erano sul molti altri. Inoltre a questo, Lutero è conttraditorio. Afferma che la raggione è putana dal diavolo, má con la dottrina della Sola Scriptura più libero esame, ha unito l'uomo alla sua propria ragione, non ha Dio. E all'uomo corrutto dal peccato, senza medicina, consegna la Bibbia. Sembra a me che il Dio di Lutero vede l'uomo cristiano, come i pensatori rinascimentale vedevano gli uomini naturali. Al dare la Bibbia ad ogni uomini, lui gli ha posto nel centro di tutto.Fuori che il Rinascimento ha promosso un ritorno al pássaro tramite gli libri di autori dell'antiguità, come Lutero alla Chiesa primitiva. Esistono molti punti in comune.
Grazier per le risposte. Un Santo Natale.
ha detto bene,don Elia...la nostra patria è Il Cielo...ma si arriva con "l'abito di nozze".Ma la strada quanto è stretta e ardua!Dio non abbandona coloro che sperano in LUI per percorrerla.
RispondiEliminaA questo punto....il passo per arrivare a non ricevere più Cristo nell'Eucarestia è molto breve: chi ci assicura che quelle ostie siano state consacrate validamente?
RispondiEliminahttp://www.lanuovabq.it/it/la-messa-senza-prete-si-realizza-il-sogno-di-martini
"l’unica preoccupazione del cristiano. "
RispondiEliminahttps://campariedemaistre.blogspot.com/2018/12/libri-il-mistero-del-natale-di-edith.html
Il Magistero di Benedetto XVI
RispondiEliminaUdienza generale, 2 gennaio 2013
Emerge con chiarezza la risposta alla domanda «da dove» viene Gesù: la sua vera origine è il Padre, Dio; Egli proviene totalmente da Lui, ma in un modo diverso da qualsiasi profeta o inviato da Dio che l’hanno preceduto...L’angelo Gabriele annuncia: «Lo Spirito scenderà su di te, e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e chiamato Figlio di Dio» (Lc 1,35). Ripetiamo queste parole ogni volta che recitiamo il Credo, la Professione di fede: «et incarnatus est de Spiritu Sancto, ex Maria Virgine», «per opera dello Spirito Santo si è incarnato nel seno della Vergine Maria». A questa frase ci inginocchiamo perché il velo che nascondeva Dio, viene, per così dire, aperto e il suo mistero insondabile e inaccessibile ci tocca: Dio diventa l’Emmanuele, “Dio con noi”...Questa affermazione del Credo non riguarda l’essere eterno di Dio, ma piuttosto ci parla di un’azione a cui prendono parte le tre Persone divine e che si realizza «ex Maria Virgine». Senza di lei l’ingresso di Dio nella storia dell’umanità non sarebbe giunto al suo fine e non avrebbe avuto luogo quello che è centrale nella nostra Professione di fede: Dio è un Dio con noi. Così Maria appartiene in modo irrinunciabile alla nostra fede nel Dio che agisce, che entra nella storia. Ella mette a disposizione tutta la sua persona, «accetta» di diventare luogo dell’abitazione di Dio. A volte, anche nel cammino e nella vita di fede possiamo avvertire la nostra povertà, la nostra inadeguatezza di fronte alla testimonianza da offrire al mondo. Ma Dio ha scelto proprio un’umile donna, in uno sconosciuto villaggio, in una delle provincie più lontane del grande impero romano. Sempre, anche in mezzo alle difficoltà più ardue da affrontare, dobbiamo avere fiducia in Dio, rinnovando la fede nella sua presenza e azione nella nostra storia, come in quella di Maria. Nulla è impossibile a Dio! Con Lui la nostra esistenza cammina sempre su un terreno sicuro ed è aperta ad un futuro di ferma speranza.
A questa frase ci inginocchiamo...
Signore , sono Tua e Tua ottienimi di restare.
” Gesù fin dalla nascita ci addita la nostra missione, che è quella di disprezzare ciò che il mondo ama e cerca.”(San Pio da Pietrelcina)
RispondiEliminaLo splendore della verità. Perché sono diventato cattolico (e sono felice di esserlo)
RispondiEliminadi Richard J. Neuhaus (Autore), D. Mengo (Traduttore)-1 gen 2008
Milioni di persone, di tutte le età, di tutte le fedi, di tutte le nazionalità e capi di nazioni anche in guerra fra loro si sono ritrovati nell'aprile 2005 per rendere l'estremo saluto a Giovanni Paolo II. Questa mobilitazione senza precedenti nella storia ha dimostrato che la Chiesa rappresenta un punto di riferimento essenziale, non solo per i cattolici. Anzi, qualche volta sembrano proprio alcuni fra loro i più restii ad accettarne la vitalità e la ritrovata capacità di offrire un contributo di idee autorevole, anche se spesso controverso, al mondo contemporaneo. In Lo Splendore della Verità padre Neuhaus - che si trovava a Roma in quegli storici giorni e ne ha redatto un diario che conclude il suo saggio - affronta molti dei temi più dibattuti del cattolicesimo postconciliare (dal significato del Concilio alle innovazioni nella liturgia, dall'ordinazione delle donne alla contraccezione, dall'aborto e dall'omosessualità al celibato dei sacerdoti) coinvolgendo il lettore in una riflessione vibrante e profonda su cosa significa essere credenti oggi.
(segue)
https://www.veritatemincaritate.com/2018/12/corpo-per-corpo-sangue-per-sangue/
RispondiEliminahttps://www.dropbox.com/s/2m5ffu0jrl0s1ej/181216-Omelia-CorpoPerCorpo.m4a?dl=0
Fa parte del mio carattere timido e pauroso , quando mi accosto alla Santa Comunione tremo un po' , cerco di farlo come meglio so e posso . Abitualmente chiedo a S.Pio da Pietrelcina , a Padre Daniele di Natale e all'Angelo Custode di accompagnarmi e alla Madre di Dio di prendere Lei , fra le Sue braccia , il Corpo di Gesu' e di stringerLo forte a Se' nel mio cuore . Nel breve tempo in cui posso ringraziarLo chiedo al Suo Preziosissimo Sangue di lavarmi , di ricoprirmi da capo a piedi e di restituirmi il candore immacolato dei gigli , quel candore che avevo al momento del Battesimo . Potete non credermi , ma una volta mi e' capitato di sentirmi come immersa in una grande calma , una effettiva forte gioiosa pace di Dio in me. Quanti doni abbiamo dal Cielo e spesso non ce ne accorgiamo .
Lo credo senza esitazione. Sono grazie sensibili che il Signore concede a volte a chi prega con fede viva; esse confermano che, se siamo in stato di grazia e nelle giuste disposizioni, la Sua grazia agisce in noi anche quando non sentiamo nulla.
EliminaCi sono splendidi tesori dottrinali (specie sulla fede, sulla grazia e sulla giustificazione, nonché sulla rivelazione e sul primato petrino) cui per decenni ci hanno impedito l’accesso e che non abbiamo sufficientemente assimilato, ma che sono estremamente utili sia alla nostra vita cristiana che alla corretta risoluzione delle gravi sfide che oggi ci si pongono: quali?
RispondiEliminaCi sono sfide a livello interiore (come il poter avere un corretto concetto di fede, di grazia e di giustizia davanti a Dio) e sfide a livello esteriore (come il poter distinguere il retto esercizio dell'autorità nella Chiesa e i limiti che gli derivano dagli elementi immutabili della religione cristiana); sia le une che le altre hanno serie ripercussioni sulla vita concreta dei fedeli. Il prossimo anno, con l'aiuto di Dio, cercherò di affrontare singoli temi particolarmente urgenti.
EliminaMi pento, o Sommo Bene, di quante offese ti ho fatto. Mi pento e ti amo più di me stesso. Sento in me un gran desiderio di amarti; questo desiderio tu me lo doni: dammi dunque forza di amarti assai. È giusto che ti ami assai chi assai ti ha offeso. Deh, ricordami sempre l’amore che mi hai portato, affinché l’anima mia arda sempre per te d’amore, a te sempre pensi, te solo desideri ed a te solo cerchi di piacere. O Dio d’amore, io che un tempo sono stato schiavo dell’inferno, ora tutto a te mi dono. Accettami per pietà e legami col tuo amore. Gesù mio, d’oggi innanzi, sempre amandoti voglio vivere ed amandoti voglio morire.
RispondiEliminaO Maria, Madre e speranza mia, aiutami ad amare il tuo e mio caro Dio; quest’unica grazia ti chiedo e da te la spero.
Gloria al Padre , e al Figlio e allo Spirito Santo.
Come era nel principio, ora e sempre,nei secoli dei secoli. Amen.
Gesù Bambino, abbi pietà di noi.
Tratto da RBC Novena di Natale - 5° giorno -
Il Magistero di Benedetto XVI - Angelus, 23 dic 2012
RispondiEliminaQuesto episodio non rappresenta un semplice gesto di cortesia, ma raffigura con grande semplicità l’incontro dell’Antico con il Nuovo Testamento. Le due donne, entrambe incinte, incarnano infatti l’attesa e l’Atteso. L’anziana Elisabetta simboleggia Israele che attende il Messia, mentre la giovane Maria porta in sé l’adempimento di tale attesa, a vantaggio di tutta l’umanità. Nelle due donne si incontrano e riconoscono prima di tutto i frutti dei loro grembi, Giovanni e Cristo...L’esultanza di Giovanni nel grembo di Elisabetta è il segno del compimento dell’attesa: Dio sta per visitare il suo popolo. Nell’Annunciazione l’arcangelo Gabriele aveva parlato a Maria della gravidanza di Elisabetta (cfr Lc 1,36) come prova della potenza di Dio: la sterilità, nonostante l’età avanzata, si era trasformata in fertilità. Elisabetta, accogliendo Maria, riconosce che si sta realizzando la promessa di Dio all’umanità ed esclama: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me?» (Lc 1,42-43)...La scena della Visitazione esprime anche la bellezza dell’accoglienza: dove c’è accoglienza reciproca, ascolto, il fare spazio all’altro, lì c’è Dio e la gioia che viene da Lui. Imitiamo Maria nel tempo di Natale, facendo visita a quanti vivono un disagio, in particolare gli ammalati, i carcerati, gli anziani e i bambini. E imitiamo anche Elisabetta che accoglie l’ospite come Dio stesso: senza desiderarlo non conosceremo mai il Signore, senza attenderlo non lo incontreremo, senza cercarlo non lo troveremo. Con la stessa gioia di Maria che va in fretta da Elisabetta (cfr Lc 1,39), anche noi andiamo incontro al Signore che viene. Preghiamo perché tutti gli uomini cerchino Dio, scoprendo che è Dio stesso per primo a venire a visitarci. A Maria, Arca della Nuova ed Eterna Alleanza, affidiamo il nostro cuore, perché lo renda degno di accogliere la visita di Dio nel mistero del suo Natale.
Nei giorni che precedono il Natale, al Magnificat dei vespri si cantano sette antifone, una al giorno, le cui iniziali formano un acrostico il quale ci dice che sì, il Natale non è una favola, è la vera natività di Dio tra gli uomini, nel bambino di nome Gesù.
RispondiEliminaCome nel finale del libro dell’Apocalisse “lo Spirito e la sposa”, la Chiesa, dicono al Signore Gesù: “Vieni!”, ed egli risponde: “Sì, vengo presto!”, lo stesso accade in questi ultimi giorni dell’Avvento. Le due parole latine che le iniziali delle sette antifone man mano compongono sono: “Ero cras”. “Domani ci sarò”. Domani, quando con i vespri comincerà la notte della nascita di Gesù.........(segue)....
http://magister.blogautore.espresso.repubblica.it/?topic=03/04/09/3080386
O Rex Summae Majestatis ... !
Gent.mo Don Elìa , Santo Natale del Signore Gesu'a lei e a tutti !
Grazie! Ricambio ben volentieri a Lei e a tutti i lettori, facendolo oggetto della mia preghiera, l'auspicio di trovare pace e consolazione nel Bambino divino.
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