Iam enim securis ad radicem arborum posita est.
(Mt 3, 10)

sabato 12 ottobre 2024


La battaglia degli ultimi tempi

 

 

Omelia diffusa nella Rete per la festa del Sacratissimo Rosario della Beata Vergine Maria

Dal libro dei Proverbi (8, 22-24.32-35)

Fin dall’inizio delle sue vie Iddio mi ha posseduta, dal principio dei tempi, prima di ogni opera sua. Fin dall’eternità io sono stata formata, dai tempi remoti, prima che la terra fosse. Ancora non c’era l’abisso, ma io già ero stata concepita. Or dunque, figlioli, ascoltatemi: beati coloro che custodiscono le mie vie! Ascoltate l’ammonizione e diventate saggi e non vogliate disprezzarla. Beato l’uomo che mi ascolta, che veglia ogni giorno alle mie porte e custodisce la soglia della mia casa! Chi trova me trova la vita e dal Signore attingerà la salvezza.

Dal Vangelo secondo Luca (1, 26-38)

In quel tempo, l’angelo Gabriele fu inviato da Dio in una città della Galilea di nome Nazareth ad una vergine, sposa di un uomo di nome Giuseppe, della stirpe di Davide; il nome della vergine era Maria. L’angelo, entrando da lei, disse: «Ave, o piena di grazia; il Signore è con te. Tu sei benedetta fra le donne». Mentre l’udiva, ella fu turbata alle sue parole e si domandava cosa significasse quel saluto. L’angelo le disse: «Non temere, Maria, poiché hai trovato grazia presso Dio. Ecco, concepirai nel tuo grembo e partorirai un figlio e gli porrai nome Gesù. Egli sarà grande e sarà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide, suo padre, ed egli regnerà sulla casa di Giacobbe in eterno e il suo regno non avrà fine». Allora Maria disse all’angelo: «Come avverrà questo, dato che non conosco uomo?». L’angelo le rispose dicendo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà della sua ombra. Perciò quel che da te nascerà santo sarà chiamato Figlio di Dio. Ed ecco: Elisabetta, tua parente, ha concepito anch’ella un figlio nella sua vecchiaia ed è già al sesto mese, lei che era detta sterile, poiché niente è impossibile a Dio». Allora Maria disse: «Ecco l’ancella del Signore: sia fatto a me secondo la tua parola».

Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Amen.

Sia lodato Gesù Cristo!

«Non temere, Maria, poiché hai trovato grazia presso Dio» (Lc 1, 30). Oggi, festa del Sacratissimo Rosario della Beata Vergine Maria, riascoltiamo il racconto dell’Annunciazione e meditiamo perciò il modo in cui il Signore ha voluto scegliere una fanciulla, una vergine, per affidarle il compito più importante che una creatura potesse ricevere: quello di mettere al mondo il Figlio di Dio nella natura umana. È per questo che tutta la Chiesa ha contemplato in Lei, oltre che nel Figlio, quella figura misteriosa di cui parlano i libri sapienziali. Certamente la Vergine Maria non è eterna come il Verbo, ma da sempre esiste nel pensiero di Dio, fin da prima che il Creatore cominciasse la Sua opera, poiché tutto doveva essere “condensato” nell’Incarnazione: tutto mirava a quell’evento, che fu l’inizio della redenzione del genere umano e, al tempo stesso, la sua elevazione a un livello inimmaginabile.

La natura umana, unita al Verbo, fu portata ad una gloria inconcepibile e tutto ciò avvenne tramite Maria; è per questo che riconosciamo che da sempre Ella è presente nei piani di Dio. Proprio questo Suo ruolo assolutamente unico ha fatto sì che la Chiesa riconoscesse poi in Lei la guida invincibile in tutte le battaglie: prima di tutto, quelle contro le eresie, cioè le battaglie di natura dottrinale, tanto è vero che un’antifona dell’Ufficio Divino dice: «Rallégrati, Vergine Maria: tu sola hai distrutto tutte le eresie nel mondo intero». Se uno riflette sul piano teologico, in effetti, si rende conto che la mariologia – o, per lo meno, una buona mariologia – è una chiave che permette di stroncare qualunque eresia, in quanto il ruolo della Madonna è inseparabile da quello del Figlio; di conseguenza tutto ciò che colpisce la dottrina cristologica, nonché quella ecclesiologica, può essere confutato tramite quel che sappiamo e crediamo della Vergine Maria.

Ci sono poi le battaglie contro i nemici fisici, coloro che hanno tentato di annientare la Chiesa. Non possiamo fare a meno di ricordare la vittoria che avvenne in questo giorno, nel 1571, a Lepanto e che fu attribuita proprio alla recitazione del Santo Rosario, la preghiera in cui contempliamo tutti i misteri della Redenzione con gli occhi e con il cuore della Vergine Maria, Colei che in quest’opera ha svolto un ruolo insostituibile. Ci furono in seguito assalti più subdoli: quando Leone XIII, alla fine dell’Ottocento, raccomandò a più riprese, in una serie di encicliche mariane, la recitazione del Santo Rosario nel mese di Ottobre, la Chiesa era sotto attacco in quasi tutti i Paesi d’Europa a causa di regimi massonici che la ostacolavano e cercavano non solo di combatterla ma anche di infiltrarla, in modo da poterla annientare dall’interno. Anche in questo caso il Rosario – quindi il ricorso alla Vergine Maria – fu un’arma invincibile.

Oggi abbiamo certamente motivi molto seri per invocare la Madre di Dio con questa devozione che, fin dall’inizio, fu utilizzata per il bene della Chiesa. San Domenico, chiamato a combattere l’eresia catara, che ebbe anche ricadute politiche e militari, diffuse appunto questa preghiera, come ci narra la tradizione, ricorrendo innanzitutto alle armi spirituali. In certi casi sono necessarie anche le armi materiali, ma il primo ricorso del cristiano è all’aiuto del Cielo, che ci viene concesso per mediazione della Madonna, la quale è Mediatrice di tutte le grazie. Noi, oggi, assistiamo a un attacco alla Chiesa e alla fede ancora più subdolo e pericoloso di tutti quelli che sono stati sferrati in passato: un attacco che tende a svuotare la fede dall’interno, a toglierle il nucleo essenziale. L’eresia di oggi è una sorta di cristianesimo – o, per meglio dire, una contraffazione del cristianesimo – in cui non c’è più Gesù Cristo e non c’è più trascendenza: c’è solo l’immanenza e problemi di natura terrena da risolvere in base a idee e valori, come si dice, che sono graditi al mondo e fan parte del pensiero dominante.

Oggi si contrabbanda una sorta di “cristianesimo” senza dottrina e senza morale; lo hanno chiamato cristianesimo liquido. È chiaro che, così, la Chiesa non ha più alcun motivo di sussistere, se non come organizzazione umanitaria; ma tutto ciò che la Chiesa è nella sua essenza, a cominciare dai mezzi di grazia, i Sacramenti e la Messa in primis, diventa evidentemente superfluo, a meno che, secondo la prospettiva luterana, non sia concepito soltanto come qualcosa che ravvivi la fede e aiuti a convincersi meglio di quello che già si pensa. Questa rivoluzione sotterranea sta oggi emergendo in modo sempre più palese, fino al punto di servirsi di riunioni di vescovi in Vaticano per affermare queste idee: è una sorta di cristianesimo contraffatto, appunto, che non ha più nulla di ciò che gli è proprio ed è completamente privo della vera essenza del cristianesimo.

Abbiamo perciò un motivo molto urgente di pregare: dobbiamo usare il Santo Rosario come un’arma imbattibile, sapendo che la Madonna ci ascolta. Così pregando, realizzeremo l’esortazione che stiamo per udire nell’antifona di Comunione: «Fiorite come gigli, o fiori; spandete profumo, frondeggiate in grazia; cantate in coro la lode divina e benedite il Signore nelle opere sue» (Sir 39, 19 Vulg.). Chi deve cantare le lodi di Dio, evidentemente, non sono i fiori materiali: questi gigli sono i cristiani, i cristiani che hanno una fede pura e si sforzano di avere un cuore altrettanto puro, conducendo una vita che corrisponda alla fede che professano. Questa antifona ci esorta a fiorire, a espanderci, a far brillare la luce di Dio e a diffondere il profumo di Cristo. Che la Vergine Maria, allora, con la Sua intercessione e mediazione di grazia, ci aiuti a realizzare questa vocazione in modo tale da poter costituire un baluardo, qualcosa che si opponga al pervertimento del cristianesimo che è in atto e mantenga viva nella Chiesa la fede, la speranza e la carità.

Sia lodato Gesù Cristo!


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