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sabato 21 dicembre 2019


Impregnati della divina rugiada




«Considera, o uomo, il piano di Dio, riconosci il piano della Sapienza, il piano della pietà. Prima di irrigare l’aia di celeste rugiada, la infuse tutta nel vello: quando si apprestava a redimere il genere umano, ne racchiuse l’intero prezzo in Maria. Perché questo? Forse perché Eva fosse scagionata mediante la figlia e l’accusa dell’uomo contro la donna fosse sopita una volta per sempre. Non dire più, o Adamo: “La donna che mi hai dato mi ha dato dell’albero proibito” [cf. Gen 3, 12]; di’ piuttosto: “La donna che mi hai dato mi ha cibato del frutto benedetto”» (san Bernardo di Chiaravalle, Sermone per la Natività della Beata Vergine Maria, 6). Tipico esempio di esegesi allegorica, quest’acutissima intuizione del Dottore mellifluo si presta a sua volta ad un’ulteriore interpretazione in rapporto con l’odierna congiuntura ecclesiale. Il nostro adorabile Maestro non smette di parlarci – attraverso la Scrittura, la Tradizione e gli stessi avvenimenti – per illuminare la situazione in cui viviamo e guidarci sulla via sicura dei Suoi disegni di soprannaturale sapienza, che si lasciano intravedere dagli umili e dai semplici.

Nel racconto biblico Gedeone, chiamato a porsi alla testa del popolo oppresso dai Madianiti a causa della propria infedeltà, prima di attaccar battaglia contro di loro chiede a Dio un duplice segno: deposto a terra un vello di lana, domanda dapprima che la rugiada notturna lo impregni lasciando secco il terreno intorno, poi che essa, viceversa, bagni il terreno lasciando asciutto il vello (cf. Gdc 6, 36-40). San Bernardo coglie in quest’episodio, al di là del senso letterale, un’oscura prefigurazione dell’Incarnazione: la grazia redentrice, prima di effondersi su tutta l’umanità, ha riempito la Vergine che ha portato in grembo il Prezzo del riscatto, ricolmandola a tal punto che – come il medesimo autore sostiene nel celebre Sermone dell’acquedotto – è da Lei ridondata sugli altri. L’Immacolata è dunque, in virtù della Sua cooperazione alla Redenzione (in una parola, in qualità di Corredentrice), Mediatrice di tutte le grazie. Questa è una verità di fede saldamente attestata dalla Tradizione e dal Magistero; pertanto non viene nemmeno scalfita da invettive sconnesse, per quanto apparentemente autorevoli: le realtà divine rimangono quello che sono, a prescindere dalle confuse idee di chi le conosce poco e male.

Ora, nel bagliore di questo lampo sui misteri dell’opera salvifica, possiamo anche noi penetrare un po’ nel modo di agire della Provvidenza nell’attuale momento storico, che ci prepara ad una svolta epocale. Prima di estendere universalmente la Sua azione di salvezza, Dio usa realizzare in piccolo ciò che intende poi fare in grande: comincia con pochi quel che vuole comunicare a molti. Avvenne così con la Chiesa nascente raccolta nel Cenacolo intorno alla Madre (cf. At 1, 13-14); fu così anche con tutti i grandi Ordini religiosi e con i movimenti di genuino rinnovamento della Chiesa: un nucleo iniziale, per quanto umanamente debole e ristretto, riceve una sovrabbondanza di grazia che dovrà poi riversare su tanti altri, ad ampio raggio. Questo avvio passa spesso inosservato, in quanto gli strumenti scelti dall’Alto, prima di lanciarsi nella missione ricevuta, devono essere accuratamente formati così da potersi impregnare di quella rugiada del Cielo che in seguito traboccherà all’esterno per irrigare tutto il campo. Dobbiamo quindi avere occhi capaci di scorgere quest’opera nascosta di fecondazione che, silenziosamente, procede indisturbata.

Sono sempre più sorpreso nel costatare quante persone, per le vie più diverse, riscoprono la Messa tradizionale. Anche chi vi capita “per caso” rimane positivamente colpito da qualcosa che non riesce subito a individuare, ma che gli parla al cuore con straordinaria efficacia. Non è semplicemente la nostalgia di quanti, ormai avanti con gli anni, sentono riaffiorare i dolci ricordi dell’infanzia, bensì una percezione più profonda che afferra pure i più giovani: l’inequivocabile sentimento di trovarsi alla santa presenza di Dio, nel corso di un evento che, pur trascendendo il mondo e la storia, si sta compiendo proprio là, in quel preciso istante. Hoc est enim corpus meum… Hic est enim calix sanguinis mei, novi et aeterni Testamenti… L’avvenimento centrale della vicenda umana, che la redime dal male e la dischiude alla vita dell’eternità, si attua qui e ora, trasportandoci sul Calvario, con Maria e Giovanni, all’immolazione della Vittima perfetta: hostiam puram, hostiam sanctam, hostiam immaculatam… Tutto, nel rito, calamita le anime verso questo momento così solenne in cui il Dio-uomo, nella sua povertà disarmante, si “materializza” tra le mani del sacerdote.

Egli solo è capace di abbassarsi tanto per puro amore, come nella sua prima venuta: Et Verbum caro factum est, et habitavit in nobis: et vidimus gloriam eius… Le parole di san Giovanni riecheggiano alla fine a suggellare il rinnovarsi dell’inaudito mistero, abisso senza fondo che risucchia dolcemente i cuori per riempirli di sé. Anche chi ha poca familiarità con il latino, una volta superate le comprensibili difficoltà iniziali, a poco a poco si abbandona a questo vortice di insondabile misericordia, che non richiede da parte dell’uomo particolari prestazioni pratiche o intellettuali, bensì soltanto fede viva e umiltà profonda. Che sollievo rendersi conto che l’agente principale è un Altro, la cui azione porta frutto nella misura non dell’agitarsi nella liturgia, ma delle disposizioni interiori e dell’adesione alla Sua volontà! Svanisce di colpo ogni velleità di apparire o di dimostrare le proprie capacità creative, che risultano ridicole di fronte a un fatto di tale dignità e importanza. Come vuole il Signore, si ritorna bambini che, rapiti dallo stupore, si lasciano imboccare senza accampare pretese di sorta, che son del tutto fuori luogo nel ricevere un dono così sublime.

Ecco dunque in qual modo la Provvidenza sta silenziosamente impregnando il campo devastato della Chiesa per farlo rifiorire a tempo debito. Questo non significa di certo che si debba smettere di punto in bianco di frequentare la Messa nuova, qualora la distanza o la situazione familiare non consenta di partecipare sempre a quella antica. Ognuno farà quel che può, sapendo che il Padre conosce i desideri genuini e li accoglie come un olocausto, concedendo le stesse grazie a chi lo serve con tutto il cuore nella forma che gli è consentita. È inammissibile indurre i fedeli a violare il terzo comandamento e a privarsi della comunione, quando oltretutto le sfide da affrontare e le croci da portare sono così dure. Certi sillogismi nascono da quella superbia intellettuale che è una delle armi preferite dal demonio per far deviare anche i buoni, che non riesce a sedurre con i mezzi ordinari. D’altra parte, le modifiche annunciate per la terza edizione del Messale italiano non sono tali da invalidare la Messa, anche se vanno ulteriormente, da quanto è dato dedurre, nella direzione di un naturalismo panteistico che è già largamente presente, ma contro il quale, grazie a Dio, siamo ormai vaccinati.

Chiediamo all’Avvocata di Eva, in questa novena di Natale, di cibarci del Frutto benedetto che ha portato in grembo e dato alla luce allo scopo di offrirlo un giorno per noi sul Calvario, di quel Pane del cielo che porta in sé ogni dolcezza e sazia ogni fame di verità, di bene, di amore e di bellezza. Più il deserto che siamo si lascia impregnare dalla divina rugiada, più si avvicina la sua mirabile fioritura. Lo ripeto ancora una volta: fissiamo lo sguardo non sul marciume, lasciandoci divorare dalla rabbia o dallo sconforto, ma sull’opera nascosta del Salvatore, il quale pure ora, come quando si incarnò nel grembo della Vergine, intride in silenzio il vello che formiamo, per quanto dispersi. Così ci prepara alla Sua ultima venuta, quella gloriosa e sfolgorante che preluderà al Giudizio universale. Avete mai pensato alla grazia di trovarvi fin d’ora dalla parte giusta e di essere strumenti della conversione di quanti sono lontani? Non guardate indietro, verso un passato idealizzato che non è mai esistito, ma tendete lo sguardo in avanti, vivendo il presente con fiducia e gratitudine e pregando per rimanere perseveranti, succeda quel che succeda.

Intuere, o homo, consilium Dei, agnosce consilium Sapientiae, consilium pietatis. Caelesti rore aream rigaturus, totum velleri prius infudit: redempturus humanum genus, pretium universum contulit in Mariam. Ut quid hoc? Forte ut excusaretur Eva per filiam, et querela viri adversus feminam deinceps sopiretur. Ne dixeris ultra, o Adam: Mulier quam dedisti mihi, dedit mihi de ligno vetito; dic potius: Mulier quam dedisti mihi, me cibavit fructu benedicto.

https://www.corrispondenzaromana.it/un-atto-di-accusa-a-papa-francesco-e-di-amore-alla-chiesa-di-s-e-mons-carlo-maria-vigano/

23 commenti:

  1. Grazie infinite don Elia. Grande conforto e conferma ha avuto il mio cuore dalla lettura e rilettura di questo suo editoriale cosi ispirato e adorante del Signore . Lei veramente si è scelto “la parte migliore”.La salvezza non si conquista solo con mille buone azioni gradite al Signore e al nostro prossimo ma soprattutto con l’orazione e l’adorazione del nostro amato Redentore. Quale ricompensa avrà chi mette in secondo ordine i bisogni umani per ascoltare quelli dello spirito…no ,no le sarà mai tolta questa “parte migliore”. Anche noi vorremo sceglierci questa parte,ma solo Dio sa quanto abbiamo bisogno delle sue preghiere sull’Altare per riuscire ad ascoltare più la voce dello spirito che quella umana. Ci conforta la certezza di essere in cammino verso la parte giusta,il Signore pazientemente ci attende ,ma quanto sarebbe più sereno questo percorso se solo smettessimo di “ fissare lo sguardo sul marciume ,lasciandoci divorare dalla rabbia e dallo sconforto".

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    1. La "parte migliore" è per tutti i cristiani, ma per scoprirla e gustarla occorre dare il giusto spazio alla preghiera, soprattutto alla meditazione sul Vangelo, anche solo un quarto d'ora al giorno, per cominciare.
      Siate certi del mio ricordo quotidiano all'altare; siamo ormai una comunità, per quanto disseminata, che porto davanti al Signore ogni mattina.

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    2. grazie ,Buon Natale don Elia e Buon Natale a tutta la comunità.

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    3. ci guidi, dalla Scure, alla meditazione sul Vangelo.
      Ave Maria

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    4. Ci proverò, malgrado i limiti imposti dalla mancanza di contatto diretto, che è importante nell'apprendimento della vita spirituale.

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  2. Ma che documento magisteriale ci garantisce che anche con la discesa della rugiada la messa sarà valida? Perché a rigor di logica sembrerebbe di no.

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    1. La validità della Messa dipende dalle parole della consacrazione, le quali operano la transustanziazione (Concilio di Firenze, DS 1321), non da quello che le precede.

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  3. Carissimo Don Elìa , mentre scrivo queste righe mi vien da sorridere al pensiero che sempre il diavolo fa le pentole ma non i coperchi : grazie allo scambio di vedute che sono susseguite al titolo di " Maria Corredentrice " lo Spirito Santo ci ha ricondotti a guardare nel gran forziere della Tradizione della Chiesa Cattolica ed a riscoprire la magnifica e particolarmente ispirata (dallo Spirito Santo) visione / percezione di San Bernardo . Questa visione e' così bella profonda intima e leggerla e rileggerla me la fa diventare mia fino al punto da suscitarmi una preghiera fatta di sospiri .
    La riflessione mi riporta alle Sue domande di qualche articolo fa : E' stato fatto , da parte di tutti , il possibile e l'impossibile per la nostra ed altrui salvezza /sicurezza ?
    Quanti di noi (tutti) hanno obbedito e sollecitato e cercato di persuadere alla richiesta del Cielo ?
    "Io domando questa consacrazione a Me anche a tutti i Vescovi, a tutti i Sacerdoti, a tutti i religiosi e a tutti i fedeli. Questa è l'ora in cui tutta la Chiesa deve raccogliersi nel sicuro rifugio del Mio Cuore Immacolato."
    Come ben evidenziato dal figlio spirituale di Padre Pio Claudio Nalin : "Se la Madre di Dio ha definito il Suo un "sicuro rifugio" vuol dire che altri rifugi non sono così sicuri ".

    Ave Maria !

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    1. Raccomando a tutti la consacrazione al Cuore Immacolato di Maria. Una formula, molto semplice ed efficace, è quella di suor Lucia:

      http://lascuredielia.blogspot.com/p/preghiere.html

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  4. Il Frutto di Maria Santissima e il frutto di Eva

    Omelia di sabato 21 dicembre 2019
    Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD
    https://www.dropbox.com/s/w0ojjptp3fcjrjd/191221-Omelia-Frutto.m4a?dl=0

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  5. «Di fronte agli attacchi tanto duri di nemici della Chiesa di Dio è lecito rimanere inattivi? Ci è lecito forse lamentarci e versare lacrime soltanto? No affatto.
    Ricordiamoci che al giudizio di Dio renderemo stretto conto non solamente delle azioni compiute, ma Dio includerà nel bilancio anche tutte le buone azioni che avremmo potuto fare, ma che in realtà avremo trascurato.
    Su ciascuno di noi pesa il sacrosanto dovere di metterci in trincea e di respingere gli attacchi del nemico con il nostro petto».

    Padre Kolbe

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    1. Padre Kolbe era un mistico innamorato di Maria. La nostra azione, per corrispondere ai piani di Dio, deve nascere dalla preghiera e lasciarsi guidare da Lei.

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  6. Ave Maria! Don Elia, ma in questa situazione noi fedeli dovremmo auspicare che i cardinali dichiarino lo scisma? O lo scisma è sempre un delitto? Grazie di un chiarimento su questo

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    1. Uno scisma è sempre una sciagura gravissima per la Chiesa, oltre ad essere un peccato molto grave. Non tocca a noi auspicare questa o quella soluzione, perché solo il Signore conosce quella giusta. Si può rifiutare l'obbedienza al Papa soltanto nel caso in cui esiga qualcosa che sia in contrasto con la legge divina.

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  7. Grazie Padre, confermo che l'aver conosciuto la messa Vetus Ordo ha trasformato in meglio la mia vita di preghiera. Non si può spiegare a parole ma è un fatto reale che ha ripercussione nella vita quotidiana. La prima volta che vi ho preso parte ho percepito fortemente la presenza di Dio, e ho avuto la consapevolezza di essere davanti a Lui. Speriamo che un domani si possa tornare a celebrarla come un tempo. Probabilmente questo accadrà davvero, anche se adesso sembra impossibile. Le auguro un Santo e felice Natale

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    1. Nulla è impossibile a Dio!
      Santo e sereno Natale a voi tutti!

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  8. Quel vescovo vestito di bianco dentro la Chiesa è un pò come un elefante dentro un negozio di cristallerie, a proposito della "fine della cristianità" mi sa che prima di Natale dovrà scrivere ancora qualcosa d'altro altrimenti c'è il rischio che dopo non trovi lo spazio adeguato, visto che non vi è festività natalizia che non riservi sorprese dal 2013 a oggi!

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  9. Carissimo Padre Elia, ma nessuno aveva immaginato, previsto o profetizzato che in tanti si sarebbero scagliati contro di noi che andiamo a Messa? Sono migliaia ormai. E' più prudente forse non parlarne, per non suscitare emulazione nei facinorosi o ribelli? Non mi fanno paura, ma mi sembra che essi siano come una variabile impazzita della quale non si era tenuto conto

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    1. Sì, è meglio non parlarne, così da non aizzare ulteriormente quell'odio irrazionale, dai tratti demoniaci, che nessuno, effettivamente, aveva previsto. L'importante è perseverare nella fede e nella vita cristiana ignorando tutto il resto.

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  10. Grazie per la Sua intercessione presso Dio e per la vigilanza con cui ci custodisce e ci unisce nel recinto della Santa Madre Chiesa Cattolica .
    Il Suo bastone e il Suo vincastro ci danno sicurezza . Santo Natale di Gesu' Gent.mo Padre . Ave Maria !

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  11. Mezzanotte del Santo Natale 2019. Mentre il mondo festeggia stancamente un rito di cui tace il nome del Vero festeggiato, mentre la neo-chiesa occupa gli spazi sacri con la sua insipienza, Auguro al Blog, a padre Elia, a tutti i frequentatori del blog un vero e Santo Natale. Continuiamo a resistere, in Maria, con Maria e per Maria.

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  12. CRISTO NON E' VENUTO PERCHE' TUTTO E' GIA' BUONO e sta sotto il regime della grazia ma perché l’appello alla BONTA' e al PENTIMENTO è ASSOLUTAMENTE NECESSARIO .

    .. Anche oggi deve essere annunciato l’unico Dio, il Dio che ha fatto il cielo, la terra e il mare, e regna sulla storia. Anche oggi è necessario agli uomini Cristo, il vero Giona. Anche oggi deve esserci pentimento perché ci sia salvezza. E come la strada di Giona fu per lui stesso una strada di penitenza, e la sua credibilità veniva dal fatto che egli era segnato dalla notte delle sofferenze, così anche oggi noi cristiani dobbiamo innanzitutto essere per primi sulla strada della penitenza per essere credibili.....
    La conversione non è bella e fatta, non è mai finita. L’immagine di Dio in te deve formarsi lentamente, lentamente deve accadere la trasformazione in Cristo, il "rivestirsi di Cristo". Giorno per giorno io devo combattere contro la mia pigrizia, contro abitudini che mi asservono; contro i pregiudizi nei confronti del prossimo, contro simpatie e antipatie, dalle quali mi lascio trascinare, contro la ricerca del potere e l’autocompiacimento, contro l’avvilimento e la rassegnazione; contro la vigliaccheria e il conformismo come contro l’aggressività e la prepotenza. Giorno per giorno io devo scendere dal trono e cercare di imparare la strada di Gesù. Giorno per giorno devo spogliarmi delle mie sicurezze, superare nella fede i miei pregiudizi; non decidere da me cosa significa essere cristiano, ma imparare dalla Chiesa e lasciarmi condurre da essa. Giorno per giorno devo sopportare gli altri, come essi mi sopportano, visto che Dio sopporta tutti noi...

    Card. JOSEPH RATZINGER - LECTIO DIVINA, 24 gennaio 2003

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  13. Non smettiamo mai di ringraziare il Signore per la grazia che ci ha fatto, pregando perché ne siamo degni, sappiamo metterla a frutto, rimanere umili, saldi nella fede e, come ci insegna don Elia, miti perseveranti ed obbedienti. Se, come sta scritto, un piccolo resto sopravviverà e sarà la guardia d'onore della nuova Chiesa di Gesù Cristo, facciamo l'impossibile,oltre ogni sacrificio, per farne parte. È bello, anche senza conoscersi, sapersi fratelli apostoli e soldati di una piccola falange scelta dal nostro Salvatore. Santo Natale a tutti voi ed al nostro pastore don Elia.

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