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sabato 27 agosto 2022


Sabotatori e sabotati

 

 

Per sapientiam sanati sunt quicumque placuerunt tibi, Domine, a principio (Sap 9, 19).

«Mediante la Sapienza furono risanati tutti coloro che fin dal principio piacquero a te, Signore». Per chi fosse tentato di considerarsi migliore degli altri perché segue la Tradizione o, più genericamente, si considera un buon cattolico, questa sentenza della Sacra Scrittura giunge quanto mai opportuna a dissipare ogni equivoco. Se ci troviamo sulla retta via, incamminati verso la perfezione (dalla quale siamo tuttavia ben distanti), è per pura grazia. Da parte di Dio, infatti, c’è stato anzitutto, nei nostri riguardi, un atto insindacabile di elezione, ossia la scelta, attuata fin dall’eternità dalla Sua volontà assolutamente libera, di chiamarci alla fede e di ammetterci alla Sua amicizia; ciò non ci assicura automaticamente la salvezza, ma rappresenta la condizione – del tutto immeritata – che ci consente di ottenerla, purché, con il Suo aiuto, perseveriamo in questo stato sino alla fine. Per renderci capaci di esso, il Padre ci ha poi guariti interiormente per opera del Verbo incarnato, Sua Sapienza vivente.

All’opposto di chi si sente già perfetto perché esegue scrupolosamente una serie di riti e di precetti, c’è chi, in chiave luterana, continua a considerarsi peccatore nonostante l’inestimabile dono ricevuto, giustificando in tal modo la propria volontaria permanenza nei vizi e nelle colpe. In questo caso il soggetto pone ostacolo alla grazia e rischia di vanificare l’elezione, con serio pericolo per l’anima sua e grave scandalo del prossimo. Davanti a Dio cambia poco, poi, se uno cerca di compensare le proprie trasgressioni con l’erudizione biblica o teologica, con l’esercizio di pretesi carismi o, in prospettiva più calvinista, con il successo economico o culturale. Ancor meno servirà il tentativo di camuffare dietro una brillante vena oratoria o uno sfarzoso apparato liturgico propensioni poco ortodosse verso i  giovani e gli adolescenti… magari col pretesto che la Chiesa ufficiale ha deragliato nel suo complesso e sul presupposto che il suo capo sia nullo, eretico e scismatico.

In un caso come nell’altro, il paziente si sottrae alla terapia e si accontenta di palliativi, di surrogati o di placebo. Che abbia una coscienza lassa o scrupolosa, perde di vista l’essenziale, di cui è privo, ma che, soltanto volendolo, potrebbe facilmente acquisire. Può capitare però che alcuni, per non sentir ragioni, giungano a porsi fuori della Chiesa rompendo la comunione gerarchica, oppure che un movimento in tremenda crisi, per conservare ancora un certo potere, sposi spudoratamente la causa del tiranno di turno invitandolo al proprio raduno e osannandolo come un novello messia. Per quanto la fenomenologia sia diversa – e, a volte, opposta –, la radice del problema è analoga: la pretesa di curarsi da sé. La trappola è così insidiosa che si può giungere a pensare di risolvere i problemi della Chiesa imboccando la strada senza ritorno della rottura della comunione gerarchica, diventando chierici vaganti che non obbediscono a nessuno ed esercitano il ministero in modo illecito. Certuni, pur essendo stati respinti da vari seminari o istituti religiosi, sono irriducibilmente convinti di aver la vocazione, oltre a un supposto diritto di essere ordinati pur senza essere idonei.

Certo, non ignoriamo affatto che c'è chi diventa cardinale in ricompensa dell’aver salvato tante teste coprendo uno scandalo immane con spregiudicata sicumera, ma non per questo bisogna agire per puro spirito oppositivo a coloro che han chiuso deliberatamente entrambi gli occhi. Quelli del Signore rimangono perennemente aperti e vigili, non soltanto sulle condotte esterne degli uomini, ma finanche sulle loro disposizioni interiori. Al Suo sguardo non sfugge nulla e valgono a poco le attenuanti che, umanamente, si potrebbero invocare, come la fatica di dover sostenere l’isolamento e l’ostracismo, con la conseguente tendenza a prestar fiducia a sostenitori interessati che, con ogni probabilità, operano per disinnescare o deviare ogni efficace tentativo di resistenza. Tale attività di subdolo sabotaggio può sfuggire a un animo retto e lineare, anche se dotato di una non comune capacità di raccolta e analisi dei dati.

Più d’uno protesterà a gran voce contro quella che sembra una manovra mirante a rafforzare il potere abusivo di chi attualmente governa la Chiesa, ma in realtà non è altro che un tentativo estremo di trattenere le anime dal gettarsi in un precipizio da cui, se non per miracolo, non potranno più risalire. Tale richiamo nasce, senza alcuna pretesa, dall’esperienza di chi, avendo a sua insaputa acquisito un certo seguito, per anni si è visto ronzare intorno falsi amici che han cercato di depistarlo o influenzarlo, così da renderlo innocuo o da tenerlo sotto controllo. Chi però, nonostante sia sotto “terapia”, si consacra sinceramente alla preghiera, è guidato dalla Provvidenza e illuminato dall’Altissimo, che lo avverte puntualmente del pericolo e gli svela i moventi reconditi delle azioni altrui. Non è un merito di cui vantarsi, ma, anche in questo caso, pura grazia di cui essere umilmente riconoscenti e da mettere a servizio del bene degli altri, costi quel che costi.

Il fattore discriminante sta tutto nella differenza tra un’autentica vita di unione con Dio e i surrogati cui si accennava all’inizio. Nel primo caso la carità ha una preminenza incondizionata e la sollecitudine per la salvezza delle anime non dà pace. Nel secondo si è centrati su sé stessi e si mira unicamente alla propria riuscita, qualunque prezzo debbano pagarla gli altri; che uno sia un modernista perso o un tradizionalista puro e duro, passando per tutte le sfumature del ventaglio, la sostanza rimane la stessa. Far discepoli e proseliti, in questa situazione, comporta responsabilità terribili, dato che si traviano le anime illudendole di aver imboccato una via eccellente. Quando scopriranno l’inganno, dove andranno, specie se il “maestro” avrà fatto terra bruciata intorno ad esse pretendendo che al di fuori del gruppo ci sia solo eresia e perdizione? Quando rimarranno deluse, con che cosa le si potrà guarire, se ciò che di per sé è buono sarà stato usato per corromperle? Quando si decideranno a tornare indietro, di chi si fideranno ancora?

Non è dunque per spirito di polemica che, nostro malgrado, ci occupiamo di queste penose vicende, ma unicamente perché vorremmo aiutare chi fa ancora in tempo a evitare il baratro e tendere la mano a chi vi fosse già precipitato, magari incoraggiato da comitati e associazioni dai nomi roboanti ma dall’operato ben poco conforme a verità e giustizia, virtù indispensabili di persone davvero libere. L’appoggio sfegatato offerto ad aggregazioni scismatiche e settarie, senza alcuna valutazione obiettiva della realtà di fatto, non può non essere sospetto, ma fa pensare a una strategia pianificata nei confronti di quanti tentano di sfuggire agli abusi del potere ecclesiastico. Sia i sabotatori che i sabotati, in ogni caso, sono da compiangere, finché non si ravvedano. Da parte nostra, dopo aver fatto il possibile per metterli sull’avviso, possiamo soltanto pregare, almeno finché il Cielo non ci faccia chiaramente comprendere che la loro ostinazione rende tali suppliche sgradite.


27 commenti:

  1. Sono turbato... dalla descrizione si potrebbe pensare a Monsignor Viganò. Spero ardentemente di sbagliarmi.

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    1. Credo proprio che tutti noi abbiamo pensato che l'argomentazione si riferisse al prelato citato. Allora, mi sorge il dubbio di fare parte di quello che don Elia definisce: un dissenso che deve essre pilotato e ricondotto all'ovile!!! Vorrei sbagliarmi con tutyl il cuore!!!

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  2. Don Elia, questa è la prima volta che mi “azzardo” ad inviare un commento, nonostante la stia seguendo da anni, immagino da sempre. Ho sempre atteso e seguito con estremo interesse i suoi interventi su questa “parrocchia virtuale”. Non Le nego pero’ che da un po’ di tempo a questa parte, mi risulta piu’ difficile seguirLa, non tanto perché non condivida, come sempre, le Sue posizioni, ma sembra che ultimamente ci illustri una situazione senza via d’uscita, da qualunque parte la si esamini e la cosa mi crea confusione e, non Le nego, un certo sconforto. Pregare e confidare nella Provvidenza è qualcosa che cerco di fare ogni giorno e che non manchero’ mai di fare.
    Ma non poter avere e neppure sperare in una situazione alternativa che ci “contenga”, ora, in questa situazione così grave e confusa, mi disorienta. Ho usato la parola “contenga” essendo ben conscio che nulla esista al di fuori della comunione gerarchica e bisogna evitare la dispersione, ma ci deve pur essere una sorta di porto sicuro in cui provvisoriamente si possa trovare ristoro e fiducia, restando fedeli. Mi risulta difficile pensare di stare serenamente nel Santo Ovile quando questo significa accettare, anche solo sopportare, sbandamenti e cambiamenti estranei o palesemente contrari al Vangelo: alla lunga gli errori diventerebbero normalità, volenti o nolenti, perché siamo tutti immersi nella vita reale e, con essa, dobbiamo fare i conti, per noi stessi e per chi ci sta vicino. Proprio cosi’ è successo negli ultimi sessant’anni: dapprima con la goccia che scava la roccia, ora con mazzate che aprono crepe spaventose. Le confesso che ho l’impressione di essere in un labirinto in cui nessuna strada porta ad alcunché e si possa solo aspettare che Qualcuno ci estragga dall’alto: agire, fare delle scelte puo’ voler dire solamente sbagliare?

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    1. Fratello. Se un giorno ci sará una restaurazione ecclesiale e civile, sappia che è una farsa ed un tranello.
      La sacra scrittura per gli ultimi tempi ha sancito tre opzioni: fuga, prigione, morte.

      Non è del santo ovile se accetta sbandamenti e negazioni della Rivelazione perché allora si è in peccato mortale, sradicato dalla comunione per quanto riguarda il proprio stato e le proprie possibilitá se si è fatto finta di niente o si è acconsentito.

      La legittimitá gerarchica c'è, il papato eretico attuale è una facezia rispetto a quello che gli antenati hanno passato e non ne inficia il mandato soprattutto perché Francesco alla fine è un buffone.

      Lei ha giá tutto quello che le serve, ma non se ne rende conto. Si rianimi ed il Signore la illuminerá!

      O crede che i profeti non siano stati derisi, emarginati, perseguitati, quando il loro stesso popolo li tradiva? Ha mai smesso Israele di essere il popolo eletto perché si diede agli idoli?
      Quanti re davidici sono stati in odio al Signore, non erano forse più re?

      Le sue domande sono giuste, deve solo trovare la risposta.

      "Se l'uomo non dice nel suo cuore: - Dio e io siamo soli al mondo", non avrà mai riposo -, disse l'abate Alonio"

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    2. Il porto sicuro, per il momento, sono gli istituti tradizionali e i luoghi in cui bravi sacerdoti svolgono bene il loro ministero.

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  3. Non è facile fare un commento però due cose credo di averle comprese
    La prima è la Sapienza che è da chiedere perché non basta seguire il rito o essere Tradizionalisti e sentirsi a posto
    La seconda è che non si può fare una chiesa a parte perché gli attuali governanti della chiesa sono in apostasia
    Ci sarebbe un terzo punto perché nell'articolo viene citato un movimento in tremenda crisi che sposa il tiranno di turno...
    Ho fatto parte di questo movimento per 28 anni ,4 anni fa ho rotto qualsiasi contatto per 2 ragioni parallele : papa e liturgia. La cosa bizzarra e' che nel loro tentativo di recuperarmi ,mi son sentita dire che uscivo dalla chiesa ,non seguendo più quel percorso.


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    1. Visto che ogni movimento si considera "la" Chiesa, dovrebbero mettersi d'accordo...

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  4. In risposta all'ultimo gravissimo scandalo fatto scoppiare volutamente dal depravato apostata Paglia, l'abortista militante:

    "Il Nuovo Ordine Mondiale, le Nazioni Unite, l’Oms, l’Unione Europea, il Wef, la Commissione Trilaterale, il Bilderberg Club e tutte le organizzazioni che seguono l’Agenda 2030 considerano la barbara uccisione nel ventre materno di un innocente come un diritto, come «pilastro della vita sociale». È emblematico e rivelatore che la setta di apostati che infesta la Gerarchia Cattolica e ne ha occupato i vertici si trovi allineata alle posizioni ideologiche dei nemici di Cristo non solo nelle questioni apparentemente scollegate – come la narrazione psicopandemica e l’ideologia green – ma anche nella negazione dei fondamenti stessi della Legge Naturale, tra cui il rispetto della vita dal concepimento alla morte naturale.

    Sconcerta che nessuno, tra i miei Confratelli nell’Episcopato e men che meno tra i membri del Collegio cardinalizio, osi levare la voce per condannare le deliranti parole di Paglia e chiederne le immediate dimissioni dalla Pontificia Accademia per la Vita.

    I fedeli, ammoniti dai buoni sacerdoti, si tengano lontano da questi lupi trasvestiti da agnelli e preghino il Signore di intervenire per salvare la Sua Chiesa, occupata da un sinedrio di corrotti e pervertiti che continua a crocifiggere Gesù Cristo nel Suo Corpo Mistico".

    + Carlo Maria Viganò, Arcivescovo

    Il Signore ci conservi a lungo questo Vero e degno successore dei santi apostoli!

    Fra lui e chi sparla contro di lui non ho dubbi da che parte stare, anche se spero vivamente di non essere costretto a scegliere.

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  5. Ovviamente mi riferivo al "comitato" Liberi in Veritatae

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    1. Sì, ma intanto ho abbandonato le iscrizioni al comitato, e ho espresso senza mezzi termini la mia indignazione al prof Viglione, che stimavo tanto, quando ha di fatto invitato gli italiani ad andare a votare, a pochi giorni dalla sua luminosa spiegazione del Non expedit del grandissimo beato Pio IX! Viglione mi ha risposto con epiteti sconnessi e assurdi, dandomi del "democratico liberale" e "illuso", proprio a me che sono monarchico e sostengo l'astensione contro quella ormai palese presa in giro del voto ad un tavolo truccato in uno Stato molto più massonico oggi, che ai tempi fel Non expedit!

      Viglione, nella migliore delle ipotesi, è politicamente molto confuso, nonché ambiguo, quando accorda parole gentili a quel gran massone o filomassone di Toscano (mentre giustamente pone il veto ai massoni e paramassoni nel suo bellissimo programma che tanto non vedrà mai la luce in un parlamento).

      Quindi, pur considerando molto preziose le lezioni del prof Viglione, non trovo assolutamente esente da ombre e contraddizioni il suo comitato.

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    2. Sono stato interrotto e non so se il commento è stato registrato o è andato perso.
      Nel dubbio ne riscrivo il succo.

      Viglione mi ha molto deluso quando ha invitato di fatto la gente ad andare a votare a questo grande e ormai palese tavolo truccato massonico, che sono le elezioni, contraddicendo sé stesso quando pochi giorni prima ci ha parlato luminosamente del grandissimo beato Pio IX e il suo Non expedit!

      Forse il prof Viglione crede che lo Stato massonico attuale sia meno infestato dalla setta infame, rispetto a quello dei tempi del grandissimo Pontefice?

      Viglione si riempie la bocca di Controrivoluzione e poi invita a votare i candidati tutti inaffidabili e anticattolici, nessuno escluso?

      Mi sono disiscritto subito dal comitato e dai suoi canali, perché un vero Cattolico deve essere coerente.

      E ho espresso duramente le mie critiche al professore, ricevendo invece di spiegazioni, insulti sconnessi (mi ha dato del "liberale democratico" e "illuso", proprio a me che sono monarchico e sostengo l'astensione, in accordo con quanto ha ben spiegato anche padre Elia).

      Il professore è bravissimo nella Storia e Filosofia e le sue lezioni sono molto preziose.

      Ma politicamente è molto confuso e illuso, nella migliore delle ipotesi!

      Così come quando regala parole cordiali e amichevoli a quel risaputo massone o filomassone di Toscano (alla faccia dello spirito controrivoluzionario!).

      D'altro canto padre Elia dovrebbe essere più esplicito, NON su quei dati riservati che sicuramente neanche lui vorrebbe venissero manifestati, se fosse al posto di quelli che critica, ma sui nomi dei personaggi o dei gruppi che attacca: la chiarezza credo sia una virtù cristiana. Le sfingi lasciamole all'Egitto.

      Personalmente mi sento quasi più senza punti di riferimento, a parte i santi, ovviamente.

      L'Immacolata ci aiuti tutti!

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  6. Egregio padre Elia, la gerarchia si rifiuta di essere in comunione con noi e con Cristo. Inutile dialogare perché sono sordi e ciechi. Noi stiamo fermi. Certo che non vogliamo stare solo in silenzio perché la Verità del Vangelo va proclamata sempre, se stessimo zitti griderebbero le pietre a nostra vergogna. Tuttavia il Signore provvede sempre e ci sono ancora sacerdoti e religiosi/e fedeli nei quali vediamo il Vangelo incarnato e ci portano il Signore. Che gioia! Non importa fare kilometri la domenica, ciò che importa é trovare ancora una messa impeccabile, un sacerdote santo, raccoglimento in chiesa, un monastero femminile in cui abbonda l'adorazione eucaristica ... tutte grazie immense. Frequentare una parrocchia cittadina ormai é impossibile. Ma le oasi ci sono! Un caro saluto.

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    1. Sì, bisogna cercare luoghi dove rinfrancare l'anima e continuare a proclamare la verità evangelica senza timore. La gerarchia non è totalmente corrotta; in ogni caso, una volta respinti gli errori di singoli prelati, non tocca a noi giudicarli in foro esterno.

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  7. Volere il bene del prossimo significa anche dirgli la verita' anche se all'inizio a volte la verita' puo' far male ( come il mal di denti ) ma ci invita alla riflessione , all'approfondimento.

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  8. .....Il presidente della Pontificia Accademia per la vita offre uno spaccato, se non la punta dell'iceberg, della comunità gerarchica di cui noi dovremmo affidarci, definendo la legge 194 «un pilastro della società» e dicendo che non «è assolutamente in discussione». Non ne parla di questo? Lei da che parte sta!

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    1. Non credo che padre Elia sia in malafede. Credo che ami sinceramente il Signore e le anime. Penso che sbagli in modo infelice, su certe questioni, e che di conseguenza sia molto preoccupato per certe anime o vocazioni che gli sembrano andare fuori strada.

      Però anch'io penso che dovrebbe tornare ad essere un "Elia", con parole di fuoco contro questa gerarchia divisa per la maggior parte, mi sembra, tra nemici di Cristo dichiarati e sfacciati, e vigliacchi ignavi.

      Questi danno sempre più scandalo, appiccano sempre più fuochi nella Vigna di Dio, e noi invece di resistergli a squarciagola, ce la prendiamo con quei pochissimi che lo fanno, come Sua Grazia Viganò?

      L'apostasia della gerarchia è ormai pornografica, oscena, abominevole: è scandaloso invitare alla comunione con questi satanisti dichiarati o con quei vigliacchi che col loro silenzio, pur controvoglia, si fanno loro complici!

      Sant'Atanasio per molto meno si beccò due scomuniche e oggi lo veneriamo come un grande vescovo santo, che si è opposto alla gerarchia apostata del suo tempo.

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    2. Dobbiamo guardare a questi fratelli per renderli, anche con la nostra compassione, come Egli vuole. Maria che per prima portò Dio in sé, per poi donarLo agli altri, aiuti noi, secondo le nostre capacità, a fare altrettanto.
      San Giuseppe e tutti i Santi nostri protettori intercedano affinche' i piani del Signore si realizzino in pienezza in noi.

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    3. La gerarchia cattolica non si esaurisce in monsignor Paglia, al quale, in ogni caso, va notificata la scomunica "latae sententiae". Se nella Chiesa non si muove chi di dovere per sanzionarlo, si può sempre ricorrere alla magistratura civile per far riaprire il processo a suo tempo avviato a Terni e poi misteriosamente archiviato.
      A parte questo caso particolarmente osceno, smettiamo di condannare in blocco tutta la gerarchia, come se fossimo in grado e avessimo l'autorità di giudicare centinaia di cardinali e migliaia di vescovi.
      Continuare a sbraitare contro certi personaggi e le loro uscite, ad ogni modo, fa pubblicità al male e rende un servizio a chi vuole metterci fuori della Chiesa, offrendogli un pretesto per escluderci e vilipenderci.
      I problemi della Chiesa, infine, non si risolvono con attività illecite. Chi agisce al di fuori dell'ordinamento canonico va verso un precipizio trascinando dietro a sé le anime di coloro che gli hanno dato fiducia; questo è un reale motivo di forte preoccupazione e ci obbliga a dissentire radicalmente.

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  9. Se amiamo la Chiesa dobbiamo starle accanto come si fa per un caro ammalato, ha ragione don Elia non saranno i preti scismatici con buone ragioni a salvarci, ma lo stare aggrappati a Maria in questo tempo di tenebra e disubbidire a richieste non lecite. Il Signore vede la nostra sofferenza ed attraverso anche questo purificherà ciò che deve.

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  10. Leggendo i vari commenti pubblicati penso, nel mio piccolo, che il Signore ci stia "vagliando" a fondo avendo messo noi a dura prova, nel tempo, la Sua immensa pazienza ed avendo, chi più chi meno (tutti, non uno escluso, a meno degli ultimi Santi che si sono contraddistinti per peculiari doti, nel secolo scorso), seguito le "sirene terrestri" che allontanano da Dio (chi ha messo al primo posto la TV, chi ha messo il cellulare, chi ha messo il lavoro ad oltranza, chi ha messo l'indebitarsi per acquistare beni effimeri rispetto alla salvezza eterna e così via, la lista sarebbe lunga, ma il tradimento è palese...
    Ora: il Signore, per recuperarci, deve sottoporre la Chiesa e l'essere umano in generale a delle prove perché solo con il dolore si impara, mai con le esperienze gioiose e serene dove ci si siede beati pensando che tutto sia dovuto invece di ringraziarLo e temo che questa confusione serva proprio a vedere quale reazione ogni creatura abbia rispetto al proprio Creatore... se lo cerca con cuore sincero o se inveisce ancora di più... se sa riconoscere i propri errori o se ostinatamente continua a pensare che tutto le sia dovuto... certamente il non trovare pastori che seguano con amore il gregge è un bel dramma, ma almeno cercare Gesù invocando il Suo nome e chiedendo perdono per tutte le colpe ed i tradimenti commessi può già portare ad elevare l'anima dal turbine di forze nefaste in circolazione avendo la certezza che il Maestro volgerà il Suo sguardo pietoso alle nostre sofferenze e guiderà Lui stesso la nostra vita verso un porto sicuro.
    Maria SS ha invitato più e più volte a Consacrare sé stessi e le proprie famiglie al Suo Cuore Immacolato, Ella sa perfettamente che i tempi in corso sono terribili, quindi invece di perdere tempo a seguire vicende che hanno tanto il sapore di cose "provocate" per destabilizzare ulteriormente gli animi feriti, spaventati e disillusi, spendiamo il nostro tempo per mettere in sicurezza i nostri destini nei santissimi cuori di Gesù e Maria, perché non potranno deluderci mai, sono Loro l'unico porto sicuro a cui attraccare le nostre fragilissime imbarcazioni...

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  11. Caro Padre, sono convinta che Lei abbia ragione ad indicare i pericoli del voler fare a tutti i costi qualcosa per uscire da questa crisi. Sono certa che tutti i gruppi organizzati che sorgono come funghi in questi anni o sono fatti sorgere direttamente dal Nemico, o da Esso sono o saranno infiltrati o comunque usati nel gran gioco cabalistico mondiale che procede sempre per opposizione tesi-antitesi al fine di rivoluzionare l' esistente. Il Regno di Gesù non è di questo mondo e dunque non usa le strategie di questo mondo e solo la ricerca della santità individuale ci porta alla salvezza.

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  12. La gerarchia ecclesiastica? Basta osservare l'ultima uscita di Mons. Paglia sulla legge 194"Conquista sociale??..

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    1. Vergognosamente Paglia ha semplicemente detto da politico quale è una realtá. La 194 è un pilastro della societá attuale e non è modificabile...l'usura stessa è un pilastro di questa societá come tanti altri peccati che si confanno a questa societá perversa. Non capisco perché tanto clamore come se giá non sapessimo che il nostro paese è marcio e che la gerarchia è indegna...

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  13. Gentilissimo don Elia, relativamente alle questioni da lei sollevate credo che sia utile seguire San Paolo quando esorta i Tessalonicesi a non disprezzare le profezie, esaminare ogni cosa e tenere ciò che è buono. Vede, da diversi anni ormai mi nutro di ciò che il mondo della Tradizione offre: libri, siti, conferenze, … e ritengo di avere scoperto ciò che frequentando la parrocchia non avevo mai realmente compreso, ovvero la sana Dottrina, il Culto, i Novissimi … Ringrazio sinceramente il Signore per avermi regalato la possibilità di vedere e capire. Ma non per questo abbandono la parrocchia, le amicizie, il contesto in cui il buon Dio mi ha posto, seppur ritenuto traviante in certi ambienti tradizionalisti. La salvezza delle anime che ho accanto vale più di ogni cosa, anche la fatica di vivere nel deserto bevendo quella poca acqua che riesco a trovare. Spero che la carità e l’umiltà ci salveranno, rimanendo ancorati alla verità per quanto ci è possibile.

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    1. Continua così, rimanendo ancorato alla verità con umiltà e carità.

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