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sabato 13 aprile 2019


Abisso di umiltà e di amore




Psallam, et intellegam in via immaculata (Sal 100, 1-2).
Effundite coram illo corda vestra (Sal 61, 9).

Imposuisti homines super capita nostra (Sal 65, 12). Sì, Signore, hai posto degli uomini sulle nostre teste. Questa non sarebbe cosa anomala, se si trattasse di veri Pastori, piuttosto che di malvagi che ci schiacciano col sorriso sulle labbra, volendo far mostra di bontà e benevolenza. Tu hai permesso ciò per il nostro bene, a sconto dei nostri peccati e per saggiare chi Ti è realmente fedele. Inimici Domini mentiti sunt ei (I nemici del Signore gli hanno mentito, Sal 80, 16): i rivoluzionari che hanno preso il timone della nave – lo sai bene – sono per costituzione ipocriti, infidi, sleali, menzogneri, inaffidabili… e non potrebbe essere diversamente, visto che Ti hanno rinnegato sostituendoti con le proprie idee, pur millantando di essere al Tuo servizio.

Al posto della beatitudine del Paradiso (in cui non credono), il loro umanesimo cristiano prospetta un’illusoria felicità su questa terra, dove dobbiamo invece soffrire e lottare per meritare la gloria; anziché proporre l’autentica santità, frutto del dono soprannaturale della grazia e di un costante sforzo umano, vaneggiano di una santità meramente verbale, fatta di bei discorsi; in luogo del sano nutrimento della Scrittura e della Tradizione, con una sicumera da imbonitori televisivi propinano fumo allucinogeno, buono soltanto a procurare qualche istante di artificiale euforia. I mantra della comunione e del servizio non sono altro che ricatti morali miranti a ottenere sottomissione assoluta alla loro dittatura; ma non possono entrare nella nostra coscienza, dovranno farsene una ragione.

Di fatto, i modernisti attualmente al potere non hanno altro principio che il raggiungimento dei loro obiettivi, in vista dei quali ogni mezzo è valido e che perseguono con un’intransigenza inflessibile da regime cinese, del tutto aliena dal timore di Dio e dalla più elementare umanità, nonostante si riempiano la bocca di dialogo, accoglienza, misericordia… Ore suo benedicebant, et corde suo maledicebant (Con la loro bocca benedicevano e nel loro cuore maledicevano, Sal 61, 5): le loro parole apparentemente buone dissimulano, nell’intimo, una volontà maligna. Per quelli non esiste né diritto né giustizia, se non nella forma di una volgare contraffazione da far valere, alla bisogna, per i loro fini perversi: Mendaces filii hominum in stateris (Bugiardi sono i figli degli uomini sulle bilance, Sal 61, 10); usano pesi falsi ed essi stessi son trovati mancanti (cf. Dn 5, 27).

Verumtamen Deo subiecta esto, anima mea, quoniam ab ipso patientia mea (Tuttavia sii soggetta a Dio, anima mia, poiché da lui viene la mia pazienza, Sal 61, 6): nonostante tutto, la fede ci obbliga a rimanere sottomessi a Te tramite i Tuoi legittimi rappresentanti, per quanto indegni, almeno fino a quando non siano dichiarati formalmente eretici e i loro ordini non contraddicano alla Tua legge. Per fabbricarsi un costrutto mentale che giustifichi la disobbedienza – mi ammonisci di nuovo – bastano due minuti, ma non è altro che un costrutto mentale. Finché si osserva l’obbedienza, se necessario fino alle lacrime, Tu dài la capacità di sopportare tutto col pensiero del Tuo giudizio: Tu reddes unicuique iuxta opera sua (Tu renderai a ciascuno secondo le sue opere, Sal 61, 13).

Transivimus per ignem et aquam, et eduxisti nos in refrigerium (Siamo passati per il fuoco e l’acqua e ci hai ricondotti al sollievo, Sal 65, 12): dopo averci fatto attraversare ogni genere di prove, sarai Tu a tirarcene fuori e a darci ristoro. Le soluzioni umane possono dare risposte immediate, ma non sono quelle da Te volute e perciò, alla lunga, ci portano fuori strada proprio perché non conformi ai Tuoi progetti. Il tralcio, una volta staccatosi dalla vite, prima o poi si secca (cf. Gv 15, 6); la comunione gerarchica non è un fatto puramente giuridico, bensì una congiunzione soprannaturale con Te. Il potere di legare e di sciogliere è stato da Te conferito alla Chiesa visibile, non a una presunta Chiesa di puri; sedicenti spirituali di ogni tipo e tendenza ci sono sempre stati, ma con le loro ribellioni non hanno certo giovato al Corpo Mistico. Questo prolungato martirio bianco può sì condurre all’esasperazione, ma solo quanti non restano assiduamente ai Tuoi piedi per lasciarsi istruire e nutrire da Te, unico necessario, affannandosi con le proprie forze a risolvere un problema che supera quelle umane (cf. Lc 10, 38-42).

La Tua Sposa deve rifugiarsi nel deserto (cf. Ap 12, 6), vale a dire entrare nel nascondimento, in attesa che Tu intervenga: Exspecta Dominum, viriliter age (Aspetta il Signore, agisci virilmente, Sal 26, 14); Deus confringet capita inimicorum suorum (Dio spaccherà la testa ai suoi nemici, Sal 67, 22). Sta a noi affrettare, con la preghiera, la Tua entrata in azione: Effunde super eos iram tuam, et furor irae tuae comprehendat eos (Riversa su di loro la tua ira e il furore della tua collera li afferri, Sal 68, 25). Verrà pur l’ora in cui potremo rallegrarci santamente: Videant pauperes et laetentur […] quoniam exaudivit pauperes Dominus, et vinctos suos non despexit (Vedano i poveri e si rallegrino, poiché il Signore ha esaudito i poveri e non ha disprezzato i suoi che sono prigionieri, Sal 68, 33-34). Il deserto è simbolo di quella povertà spirituale e precarietà materiale che è necessaria per accedere all’intimità con Te ed essere ristabiliti nella Tua alleanza (cf. Os 2, 16-25); noi vogliamo farlo a nome di tutta la Chiesa terrena, così che possa ritrovare la via.

È chiaro che non tutti sono chiamati allo stesso grado di clandestinità: c’è chi deve viverla solo nel cuore, continuando a sopportare un contesto ostile senza aderirvi interiormente, ma c’è anche chi deve agire fisicamente in modo nascosto per non essere bloccato (come avviene su queste pagine). Dobbiamo ispirarci ai sacerdoti e vescovi che, ai tempi della guerra fredda, operavano oltre cortina – sempre che non ci sia un doppiogiochista che fornisca al nemico le liste dei missionari, come accadde allora con quelli segretamente inviati dall’Angelico Pastore… In questo, l’essere consacrati al Cuore Immacolato di Maria riveste un’importanza niente affatto secondaria, non solo per avere protezione, ma soprattutto per assimilarne i sentimenti. Per poter volare nel deserto, sfuggendo così all’assalto del drago, la Donna deve ricevere da Te le due ali della grande aquila (cf. Ap 12, 13-14): si tratta delle due disposizioni fondamentali di quel Cuore purissimo, l’umiltà e la carità, tra loro essenzialmente legate. Come intuisce sant’Agostino, la seconda si sviluppa sul fondamento della prima, quel fondamento che sei Tu stesso (caritas a fundamento humilitatis, quod est Christus Iesus; Confessioni, VII, 20, 26).

L’umiltà più profonda e sublime è quella che Tu, Figlio di Dio, hai incarnato abbassandoti per noi fino ad assumere la nostra umanità e ad immolarti sulla croce (cf. Fil 2, 7-8). Essa si manifesta in modo inconfondibile finanche nella Tua parola scritta, la quale, pur riservando i suoi divini segreti a chi se ne rende degno, è alla portata di chiunque: «L’autorità delle Sacre Scritture mi appariva tanto più venerabile e degna di fede sacrosanta in quanto si offrivano a qualsiasi lettore, ma serbavano la maestà dei loro misteri a una penetrazione più profonda. L’estrema chiarezza del linguaggio e l’umiltà dello stile le rendevano accessibili a tutti, eppure stimolavano l’acume di coloro che non sono leggeri di cuore e, se accoglievano nel loro seno l’umanità intera, lasciavano passare per anguste fessure, fino a te, un piccolo numero di persone, molto maggiore, tuttavia, di quanto non sarebbe stato se ad esse fosse mancata un’autorità così eminente e una santità così umile da attrarre nel proprio grembo le turbe» (sant’Agostino, Confessioni, VI, 5, 8).

Uno di coloro che più di chiunque altri, con l’acume che gli hai donato, è riuscito a penetrare nelle anguste fessure dei maestosi misteri è quell’eccellente teologo che, alla voce di Madonna Povertà, se ne venne dalle rive atlantiche nella nostra terra e, in pochi anni, si consumò per Te alla scuola del Poverello. Egli è fra i pochi che siano scesi tanto in profondità in quell’abisso di umiltà e di carità che è il Tuo cuore di Verbo incarnato, il quale, per amore dei perduti, si mantiene costantemente in una posizione di inaudito abbassamento: «Cristo reputa un grande dono il fatto che il peccatore gli conceda che la sua morte gli sia di giovamento» (sant’Antonio di Padova, Sermone per la Domenica IV dopo Pentecoste, I, 6). È un’intuizione sconvolgente: una sola scintilla di quel fuoco divorante di carità (cf. Eb 12, 29), eternamente ardente, che è la vostra Trinità adorabile è in grado di incenerire il nostro ridicolo orgoglio. Tu, il Figlio dell’Altissimo, infinitamente santo e innocente, mendichi da una misera creatura, già morta per i suoi peccati e non meritevole di nulla, un atto di assenso – il suo pentimento – che Ti consenta di applicarle gli effetti della Tua morte redentrice.

Chi ha gettato anche solo un fuggevole sguardo su questo abisso, senza rimanerne scandalizzato, sente svanire in sé ogni moto di rabbia e di risentimento per gli odierni despoti ecclesiastici, mentre cresce in lui un sentimento di sconfinata commiserazione per quanti, con la loro ideologia mondana, impediscono alla Tua morte di esser loro di giovamento, cioè di salvarli. Contemplare la Tua santa Passione ci dispone a ricevere nell’anima i torrenti della Tua carità; le ingiustizie e le sofferenze subite scavano in noi lo spazio dell’umiltà necessaria per accoglierla. Quis ergo nos separabit a caritate Christi? (Rm 8, 35): chi potrà staccarci da un amore che giunge a tanto? Soltanto il nostro io, con una reviviscenza di superbia; altrimenti, non c’è in tutto l’universo creatura capace di farlo.

Con l’anima abbracciata al Crocifisso, il reclamo del giusto castigo scaturirà da un cuore purificato che intravede come, dalla Tua misericordia, provengano non solo i benefici più impensabili, ma pure le correzioni salutari, fino a infliggere agli uomini – se non rimane altro modo per strapparli alla pena eterna – terribili flagelli. Soltanto con gli occhi del cuore fissi sul mistero della tua carità abissalmente umile sarà possibile sopportarli e aiutare altri a farlo: nulla è impossibile a Te (cf. Lc 1, 37).

26 commenti:

  1. Un raggio di luce e un abbraccio a tutti i perseguitati a causa dell'incondizionato amore alla Verità che ci viene donato da un servo fedele a Cristo e alla sua Sposa:
    https://benedettoxviblog.wordpress.com/2019/04/11/breaking-news-esce-oggi-in-lingua-tedesca-su-klerusblatt-una-testata-bavarese-a-piccola-tiratura-un-lungo-saggio-di-benedetto-xvi-sugli-abusi-nella-chiesa-ne-presentiamo-una-nostra-traduzione/

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  2. Caro padre, dal blog sopra citato e dalla traduzione degli appunti di Benedetto XVI, traggo alcuni punti molto importanti, come punti focali a cui mai dovremo rinunciare e che ci fanno intravedere un "nuovo inizio", come dichiara il Papa Emerito, ma poiché ci aiuta in questo nuovo inizia, significa che siamo ormai giunti al capolinea:
    "Dal momento che io stesso ero stato in una posizione di responsabilità come pastore della Chiesa al momento dello scoppio della crisi pubblica, e durante il periodo antecedente ad essa, dovevo chiedermi – anche se, come emerito, non sono più direttamente responsabile – in che modo potrei contribuire a un nuovo inizio.

    Il papa era pienamente consapevole dell’importanza di questa decisione in quel momento e per questa parte del suo testo aveva nuovamente consultato gli specialisti principali che non partecipavano alla redazione dell’enciclica. Sapeva che non doveva lasciare dubbi sul fatto che il calcolo morale coinvolto nel bilanciamento dei beni deve rispettare un limite finale. Ci sono beni che non sono mai soggetti a compromessi.

    Ci sono valori che non devono mai essere abbandonati per un valore maggiore e che possono persino superare la conservazione della vita fisica. C’è il martirio. Dio è [circa] più della mera sopravvivenza fisica. Una vita che sarebbe stata comprata dalla negazione di Dio, una vita basata su una menzogna finale, è una non vita.

    Il martirio è una categoria fondamentale dell’esistenza cristiana. Il fatto che il martirio non sia più necessario dal punto di vista morale nella teoria sostenuta da Böckle e da molti altri dimostra che qui è in gioco l’essenza stessa del cristianesimo.

    La fede è un viaggio e uno stile di vita. Nella vecchia chiesa, il catecumenato è stato creato come un habitat contro una cultura sempre più demoralizzata, in cui gli aspetti distintivi e freschi dello stile di vita cristiano venivano praticati e allo stesso tempo protetti dal modo comune di vivere. Penso che anche oggi qualcosa come le comunità catecumenali siano necessarie affinché la vita cristiana possa affermarsi a suo modo.

    Un compito fondamentale, che deve risultare dagli sconvolgimenti morali del nostro tempo, è che noi stessi iniziamo nuovamente a vivere da Dio e verso di Lui. Soprattutto, noi stessi dobbiamo imparare di nuovo a riconoscere Dio come fondamento della nostra vita invece di lasciarlo da parte come una frase in qualche modo inefficace. Non dimenticherò mai l’avvertimento che il grande teologo Hans Urs von Balthasar mi scrisse una volta su uno dei suoi cartoncini. “Non presupponete il Dio trino, Padre, Figlio e Spirito Santo, ma presentatelo!”

    Il modo in cui spesso le persone ricevono semplicemente il Santissimo Sacramento in comunione dimostra che molti vedono la comunione come un gesto puramente cerimoniale. Pertanto, quando si pensa a quale azione è richiesta prima di tutto, è piuttosto ovvio che non abbiamo bisogno di un’altra Chiesa di nostra progettazione. Piuttosto, ciò che è richiesto prima di tutto è il rinnovamento della Fede nella Realtà di Gesù Cristo che ci è stata donata nel Santissimo Sacramento.

    E dobbiamo fare tutto il possibile per proteggere il dono della Santa Eucaristia dagli abusi.

    La Chiesa di oggi è più che mai una “Chiesa dei martiri” e quindi una testimonianza del Dio vivente. Se ci guardiamo intorno e ascoltiamo con cuore attento, possiamo trovare testimoni ovunque oggi, specialmente tra la gente comune, ma anche nelle alte file della Chiesa, che difendono Dio con la loro vita e sofferenza. È un’inerzia del cuore che ci porta a non desiderare di riconoscerli. Uno dei compiti grandi ed essenziali della nostra evangelizzazione è, per quanto possibile, stabilire gli habitat di fede e, soprattutto, trovarli e riconoscerli."

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  3. Caro don Elia, lei derubrica la sofferenza del popolo di Dio a cui viene data l'acqua che non disseta a: "moto di rabbia e di risentimento", sposando dunque la tesi di Mons. Athanasius Schneider ("stizza") che è appunto quella che giustifica con una nutrita (lo riconosco) disamina storica e teologica il mancato riconoscimento dell'eresia che, però, lei stesso lamenta ma lo attribuisce a impossibilità di dimostrarlo.... Don Elia, io non la condanno poiché sia pure nel mio stato laicale testimonio che siamo messi in una condizione di schizofrenia spirituale, ahinoi. Però mi scusi caro padre, se Bergoglio è stato posto lì o comunque la sua ascesa è stata resa possibile da un concorso di decisioni e di eventi, possiamo realmente aspettarci che si disveli da sé facendosi dichiarare formalmente eretico? Consideri, la prego, che lei ed altri buoni sacerdoti avete cercato un rifugio per non bere quell'acqua che non disseta. E' comprensibile, umanamente

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    1. Nessuno può obbligarci a bere "acqua che non disseta", dato che ha accesso alla nostra coscienza solo colui al quale lo consentiamo. Non ho minimizzato la sofferenza dei buoni cattolici, ma ho parlato con il Signore in risposta a ciò che mi ha donato nella preghiera. Non si tratta di sposare questa o quella tesi, ma di trovare il modo di resistere in una situazione umanamente insolubile, cosa impossibile a chi non sonda l'abisso di umiltà e di carità di Cristo crocifisso.

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  4. Il pianto di Dio - Popolo mio
    POPOLO MIO, CHE MALE TI HO FATTO?
    IN CHE T’HO CONTRISTATO? RISPONDIMI.

    Io t’ho guidato fuori dall’Egitto
    e hai preparato la croce al tuo Salvatore.

    RIT. (I CORO) HÁGIOS O THEÓS. (II CORO) SANCTUS DEUS.
    HÁGIOS ISCHYRÓS. SANCTUS FORTIS.
    HÁGIOS ATHÁNATOS, SANCTUS IMMORTALIS
    ELEISON HYMÁS. MISERERE NOBIS.

    POPOLO MIO, CHE MALE TI HO FATTO?
    IN CHE T’HO CONTRISTATO? RISPONDIMI.

    Per quarant’anni nel deserto
    io t’ho condotto e sfamato donandoti la manna,
    t’ho fatto entrare in terra feconda
    e hai preparato la croce al tuo Redentore.
    RIT.

    POPOLO MIO, CHE MALE TI HO FATTO?
    IN CHE T’HO CONTRISTATO? RISPONDIMI.

    Io t’ho piantato con amore
    come scelta e florida vigna e ti sei fatta amara
    e la mia sete hai spento con l’aceto,
    hai trafitto con una lancia il tuo Salvatore.
    RIT.

    POPOLO MIO, CHE MALE TI HO FATTO?
    IN CHE T’HO CONTRISTATO? RISPONDIMI.

    Per te ho spiegato il mio braccio
    e ho percosso l’Egitto nei suoi primogeniti,
    tu mi hai portato davanti al Sinedrio
    e hai consegnato ai flagelli il tuo Redentore.
    RIT.
    https://www.youtube.com/watch?v=W6o7OTGYXsw

    Il pianto di Dio: che male ti ho fatto?(Michea 6,3)
    https://www.youtube.com/watch?v=9V2VZJN6R8o

    Mio Signore e mio Dio , perdonami !

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  5. La conversione è il ritorno a Casa. Siamo tornati, ed abbiamo trovato la Casa in sfacelo. E adesso ci dicono che manca il riconoscimento ufficiale di qualcosa che è evidente agli occhi di chiunque non sia stato sottoposto al processo della bollitura al fuoco tiepido

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    1. La Casa ha fondamenta incrollabili, vecchie di duemila anni. Non fissiamo lo sguardo sulla superficie in disordine, ma rimaniamo ancorati all'immutabile deposito che abbiamo ricevuto e che nessuno può toglierci.

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  6. Mi sembra che il senso di tranquillità derivi per alcuni da rivelazioni private e prive dell'avallo della Chiesa, per altri dall'avere una Messa "personale" e integra o percepita tale, come avveniva nelle epoche in cui era consentito l'accesso alla cappella del signore o autorità del luogo. Si apparenta la situazione odierna a quelle che passavano al di sopra delle teste e della consapevolezza dei Christifideles perlopiù ignari del papa che veniva deposto da un altro o di questa e quella investitura. E mi sembra altresì che tutto dipenda da quale punto della Storia già tracciata crediamo ora di occupare nella storia le cui orme andiamo ricalcando

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    1. La situazione odierna della Chiesa è senza precedenti; non penso che stiamo ripassando per un punto già percorso. Per orientarci e sostenerci in tale congiuntura del tutto inedita, non bastano le rivelazioni private, vere o presunte, ma occorre radicarsi nell'unione con Cristo nella Sua Passione; è questo che ho cercato di esprimere.

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  7. Don Elia, lei ha visto il gesto satanico di Bergoglio che si sottomette ai poteri del mondo, mostrando il deretano, svilendo se stesso nella sua folle corsa verso il precipizio nel quale intenderebbe far precipitare tutti noi. Lei crede davvero che la questione sia ancora quella del riconoscimento formale del papa eretico?

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    1. L'ho visto, ma non me ne importa nulla; quel personaggio occupa indegnamente il suo posto. Tuttavia - come ho già affermato più volte - le strutture della Chiesa visibile non possono essere aggirate, perché sono inseparabili dal mistero del Corpo Mistico; è la sana dottrina che ci obbliga a crederlo. Se non c'è un'imputazione formale di eresia, arriverà un castigo divino; il Signore non abbandona la Sua Sposa.

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  8. Caro don Elia, io non mi assocerei a papa Francesco neppure per un brindisi. Non so spiegare e sono consapevole che nella vita spirituale le impressioni, sensazioni e i sentimenti contano nulla, ma non riesco a liberarmi del timore che in qualche maniera l'empietà di costui coinvolga anche me, quando offende Domineddio e non nascondo che certe volte tremo e mi aspetto quasi che la Giustizia divina ci fulmini tutti, a partire da me

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    1. L'empietà di un papa indegno coinvolge solo chi lo segue, non chi gli resiste. La giustizia divina, se fulminasse indistintamente tutti, non sarebbe giustizia.

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  9. Don Elia ma lei crede davvero che Bergoglio si metterà nella condizione di essere dichiarato formalmente eretico o piuttosto non causerà una misura di male inesprimibile anche senza una contraddizione formale della legge di Dio?

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    1. Non conosco il futuro, ma, visto che contraddizioni formali della legge di Dio ce ne sono già state (e molto gravi), in quelle cose siamo liberi di non obbedire. Parlavo di obbedienza in ciò che è legittimo.

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  10. L'unica cosa che interessa al Male insediato al vertice della gerarchia è che gli venga riconosciuta l’autorità, il dominio su corpi, anime e volontà. Ed è esattamente quello che voi gli fornite, cari sacerdoti che dovreste stare dalla parte di noi poveri fedeli che restiamo sgomenti non perché non vogliamo "sopportare" e "non vogliamo ubbidire" ma perché ci state rendendo complici di questo Male. Il problema dell'obbedienza caso mai è vostro che dell'obbedienza formale vi fate un idolo come già la Legge per i Farisei

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    1. Come ho scritto, nessuno può entrare nella nostra coscienza, tanto meno dominare la nostra anima e la nostra volontà. Non vedo come si possano rendere altri complici del male, senza il loro libero assenso individuale. L'obbedienza si fonda sulla fede, come spiego sopra; senza di essa, ognuno si farebbe una Chiesa per conto suo.

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  11. Desidero augurare una buona settimana Santa, in umiltà e carità come lei insegna. Doti quest'ultime gradite al Signore. Le stesse di cui si avvale il papa Benedetto XVI che ci ha anticipato il regalo pasquale. Il resto lo fa Dio, noi nulla possiamo, dobbiamo solo rimanere fedeli alla sua parola. Nella mia città di Perugia i potenti sono stati rovesciati dai loro troni. È esplosa la Sanitopoli Concorsopoli che covava sotto la cenere da 60 anni. Tutti insieme mafiosamente: partito comunista, massoneria e Curia. Gli arrestati denunciano pressioni insopportabili da parte della Curia. Il presidente della CEI, arcivescovo di Perugia,che un giorno si è l'altro pure attacca Salvini, preferisce non parlare...per ora. Nella messa delle Palme ha parlato di pace nelle famiglie. Quali? Le famiglie omo gender trans, che tanto ama e sostiene? I cristianoni tutti zitti, parrocchie gruppi movimenti. Veni Domine Jesu.

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    1. Che stia iniziando il castigo? Non c'è nulla di nascosto che non debba esser messo in piena luce.

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  12. S.Gemma Galgani: l’amica di Gesù sofferente
    Audio di un’omelia di giovedì 11 aprile 2019.
    Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD
    https://www.dropbox.com/s/te9lcaqknmxohkk/190411-Omelie-SGemma.m4a?dl=0

    Servitori del disegno immortale di Dio : Suor Geltrude Salvi
    http://gesu.altervista.org/documentazione/SantaGemmaGalgani/Biografia/index.php

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  13. Si avvicina la Santa Pasqua, proponiamo questa profonda catechesi di DON FEDERICO BORTOLI sul Sacramento della CONFESSIONE - Dogma TV -
    https://www.youtube.com/watch?v=ep9lit-JGO8

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  14. i pastori infedeli che cadono contro la "PIETRA ANGOLARE"saranno stritolati.Non di meno si sfracelleranno tutti i persecutori della Chiesa di Cristo.Ma guai anche a tutti noi se non abbiamo la "buona volontà"di scegliere il Salvatore.

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  15. ENRICO MEDI, LO SCIENZIATO DI DIO
    Da un discorso intitolato: "La nostra fede"
    https://gloria.tv/article/2DfGQJvjABD627TBgmbc7MeXR

    E' attualissimo come la Preghiera infuocata !

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  16. Sacerdoti, parlateci di DIO!
    https://gloria.tv/article/nfSWxsQXMSjC4Wm7CD3FVk9dK

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  17. Gent.mo Padre , tanti auguri di una Santa Pasqua di Resurrezione !
    A presto .

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  18. Darai la tua vita per me?Tra idea e realtà, lo spazio della scelta.
    Omelia di martedì 16 aprile 2019.
    Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD
    https://www.dropbox.com/s/cis5si9j0qbxt9v/190416-Omelie-DareLaVita.m4a?dl=0

    In queste due "forti" omelìe , P.Giorgio M.Fare' ci dimostra come l'amato dovrebbe riamare l'Amante . Con quale trasporto , con quale intensita' , con quale ardore : " Per dare la vita ci vuole un grande amore , un amore appassionato , forte ,rigoroso , audace...". Oserei dire , come quello del Prof.Medi e di tanti altri .

    L’istituzione dell’Eucarestia: “Li amò sino alla fine”
    omelia di giovedì 18 aprile 2019 – Giovedì Santo – Messa in Coena Domini
    Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD
    https://www.dropbox.com/s/bj7dkfbt4wzurdu/190418-Omelie-Gioved%C3%ACSanto.m4a?dl=0

    (S.Pasqua a tutti ! Laura)

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