In evidenza

sabato 7 dicembre 2019


La parte migliore
che nessuno può toglierci / 1




Expandi manus meas tota die in cruce ad populum non credentem, sed contradicentem mihi: qui ambulant vias non bonas, sed post peccata sua (dall’Ufficio Divino; cf. Is 65, 2; Rm 10, 21).

«Tutto il giorno, sulla croce, ho steso le mani verso un popolo che non mi crede, ma mi contraddice, che cammina su vie non buone, ma dietro ai suoi peccati». Il rimprovero rivolto ad Israele è ripreso dalla liturgia nella festa di sant’Andrea, nel cui martirio la Croce del Maestro si riproduce e porta a maturazione il proprio frutto: O bona crux… per te me recipiat, qui per te me redemit (O buona croce… per mezzo di te mi riceva Colui che per mezzo di te mi ha redento). Anche i cristiani sono esposti al pericolo di cadere in una colpa analoga a quella delle autorità ebraiche che hanno respinto il Messia e di quelle romane che, condannando il Suo messaggero, ne hanno oppugnato la verità salvifica. Rifiutare il Cristo è una scelta ancora possibile, o in forma esplicita (con il rinnegamento della fede nella Sua autorità divina) o anche solo sul piano pratico (mediante la disobbedienza alla Sua parola). Oggi, però, siamo giunti ad un’espressa contraddizione del Suo insegnamento, addirittura da parte della Chiesa docente.

Cives autem eius oderant illum et miserunt legationem post illum dicentes: Nolumus hunc regnare super nos (Lc 19, 14). C’è una parte del clero che fa sua quest’empia asserzione solo implicitamente, con un’adesione di facciata e un’attività da commedianti che vengono impietosamente smascherate da una condotta insulsa, frivola, molle, superficiale e decadente che nulla mostra di autenticamente sacerdotale; ma ce n’è anche una parte che la fa propria con una dichiarata contestazione della legge morale in ambiti di indiscussa gravità, come quelli della sessualità, della famiglia e della vita umana. Per troppi decenni si è lasciato che idee eterodosse continuassero ad essere difese dalla sedicente stampa cattolica e nelle università pontificie, come se fosse sufficiente pubblicare testi magisteriali di rettifica senza mai sanzionare i responsabili, se non in casi eccezionali, con un’inerte fiducia in un improbabile ravvedimento. Ora l’erba cattiva, dopo aver abbondantemente infestato il campo, è talmente cresciuta da raggiungere i vertici.

«Ma i suoi cittadini lo odiavano e mandarono dietro di lui un’ambasceria per dire: “Non vogliamo che costui regni su di noi”»: questa tragica scelta costò al popolo ebraico la catastrofe del 70 con la conseguente dispersione; alla società romana, malgrado la tardiva liberalizzazione del cristianesimo, il crollo dell’impero sotto la pressione dei popoli germanici, in quanto già rosa dall’interno da una profonda crisi morale che l’aveva resa incapace di reagire efficacemente… cosa mai deve toccare a noi, due millenni dopo la Redenzione, con tutti i frutti che ha portato nel frattempo? Preferisco non attardarmi su profezie, autentiche o presunte, di cataclismi planetari o guerre devastanti; piuttosto che stimolare la previdenza, esse possono indurre depressione e scoraggiamento. In realtà un tremendo castigo si è già abbattuto sul popolo ribelle: Constitue super eum peccatorem; et diabolus stet a dextris eius (Costituisci sopra di esso un peccatore e alla sua destra stia il diavolo; Sal 108, 6). La peggiore sciagura, per la Chiesa terrena, è avere un cattivo capo visibile; ma, se la maggioranza dei suoi membri recalcitra contro i comandi del Signore, è giusto e inevitabile che, a lungo andare, si ritrovi con alla propria testa una guida disobbediente a Dio.

È vero che il sacro testo prospetta parimenti la condanna di quel cattivo capo: Cum iudicatur, exeat condemnatus; et oratio eius fiat in peccatum (Quando è giudicato, ne esca condannato, e la sua preghiera si risolva in peccato; Sal 108, 7). Esso ci suggerisce perfino le parole per richiederne la rimozione: Fiant dies eius pauci, et episcopatum eius accipiat alter (Siano pochi i suoi giorni, e il suo incarico lo riceva un altro; Sal 108, 8). Se tuttavia l’Onnipotente ha permesso che occupasse quel posto, è sicuramente per un disegno provvidenziale: fra l’altro, per far venire a galla tutto il marciume, morale e dottrinale, che prima si dissimulava. Ciò trascina alla rovina gli increduli e gli immorali, che, sentendosi ufficialmente confermati, si abbandonano alle loro tendenze; al tempo stesso, raffina e tempra i credenti sinceri nel crogiuolo della prova. Questa serena consapevolezza ci libera dall’impazienza e dalla rabbia, mentre la nostra preghiera acquista una nota di sapienza: è del tutto legittimo auspicare che sia allontanato l’usurpatore, ma senza dimenticare che, dopo di lui, potrebbe arrivarne uno peggiore, visto che, con il numero di cardinali da lui creati, ha già blindato il prossimo conclave. Pensate se diventasse papa il prelato invitato quest’anno al Bilderberg, oppure lo spudorato sincretista inflitto alla diocesi felsinea…

Come un popolo ha i governanti che si merita, così la comunità ecclesiale riceve guide conformi al suo reale stato. Nel primo caso gli uomini sono più responsabili e hanno meno diritto di lamentarsi, visto che i capi sono stati da loro eletti (a parte il caso dell’Italia); nel secondo (dato che la Chiesa non è un regime democratico) l’imputabilità è più indiretta, ma è innegabile che i Pastori provengano dal ceto dei fedeli e che quindi, pur acquisendo il potere di dirigerlo, ne rispecchino le qualità. È pur vero che la degenerazione è cominciata dall’alto, con una serie di decisioni prese sulla testa della gente, ma ciò non toglie che il processo da esse innescato sia stato accolto e assecondato con un vasto consenso, senza il quale non saremmo arrivati all’attuale stato di grave decadenza. Le derive dottrinali, liturgiche e morali degli ultimi cinquant’anni, compresa l’impennata di questo nostro tempo, hanno coinvolto molteplici attori a tutti i livelli.

Molti chierici giustificano la svolta ripetendo con tono saccente un mantra del tutto privo di senso: «C’è stato un concilio…», come se prima di quello non ce ne fossero stati altri venti che son tuttora valevoli e che non possono essere ignorati, quasi che un papa o un concilio avessero facoltà di stravolgere la dottrina e la vita cristiane abolendo tutto il passato con un tratto di penna… Quando dovranno render conto della propria vita al sommo Giudice, potranno forse sfuggire alla Sua giusta condanna con quella miserabile scusa? «Ti sei pervertito di persona, con la parola e l’esempio hai indotto i fedeli a peccare gravemente, hai spinto innumerevoli anime sulla via della dannazione eterna, hai disonorato e fatto bestemmiare il mio santo Nome… – Signore, c’è stato un concilio…». Si può certamente obiettare che i testi del Vaticano II, interpretati alla luce della Tradizione, non giustificano il rinnegamento della fede che si è verificato, ma resta il fatto che i germi patogeni ivi disseminati hanno dato il primo impulso al processo dissolutivo di cui si approssima il culmine.

Hanno costruito tutto un apparato intellettuale che autorizza a contraddire o relativizzare la verità conosciuta, esenta dall’osservanza di ogni norma e annulla qualsiasi obbligo morale. Esso, col tempo, ha strutturato la forma mentis del clero fino ad appiattirne la coscienza e ad indurirne il cuore, con effetti gravemente diseducativi sui fedeli. Grazie a Dio, ci sono felici eccezioni, dato che la teologia moderna ha un effetto più contenuto su chi è preservato da una fede sincera e coltiva un’ordinata vita di preghiera; la maggioranza si è però ritrovata a tradire il Signore senza neanche rendersene conto, poiché in seminario, generalmente parlando, non ha ricevuto alcuna seria formazione, né umana, né spirituale, né culturale, nonostante l’immediata accessibilità delle fonti. «Ma non tutti obbediscono al Vangelo. […] Forse non hanno udito? Eppure in tutta la terra è arrivata la loro voce e sino ai confini del mondo le loro parole» (Rm 10, 16.18; cf. Sal 18, 5)… Non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire perché si rifiuta di ascoltare.

Di fronte alle estreme manifestazioni di empietà favorite dall’odierno pontificato, tuttavia, più d’un sacerdote ha cominciato ad aprire gli occhi sulla deriva che va avanti da decenni e a riappropriarsi del tesoro che gli è stato sottratto: Tu es qui restitues haereditatem meam mihi (Sal 15, 5). Una volta scopertolo sepolto nel campo, vale davvero la pena vendere tutto (cioè esporsi alla perdita di ogni beneficio materiale) per dissotterrarlo ed entrarne in possesso (cf. Mt 13, 44). Anche questo è uno dei risvolti provvidenziali del castigo inflitto al popolo infedele. La fede e il culto che ci sono stati trasmessi, se li accogliamo per quello che sono e non per quel che, in base ai gusti del momento, vorremmo che fossero, sono davvero la parte migliore che non ci sarà mai tolta (cf. Lc 10, 42), a meno che non l’abbandoniamo spontaneamente. Custodirla a beneficio nostro e di coloro a cui la consegneremo a nostra volta è la grande missione che la Provvidenza ci ha assegnato in questo periodo storico. Un’immensa gratitudine e un’invincibile fiducia devono pervaderci l’animo e darci la forza di perseverare, nonostante e contro tutto.

19 commenti:

  1. Buone nuove per le anime:
    https://www.marcotosatti.com/2019/12/07/milano-palermo-oggi-si-prega-per-la-chiesa-in-piazza/

    RispondiElimina
  2. Proponiamo ai lettori un video realizzato dalla Fondazione E.U.K. Mamie sulla forza che si irradia dalla presenza di Gesù Sacramentato in ogni Tabernacolo.

    Nel video si percorre attraverso uno scritto di San Manuel González l’esperienza che lo ha portato ad essere il “Vescovo dei Tabernacoli abbandonati”: l’incontro con lo sguardo di Gesù dal Tabernacolo pilastro su cui il santo ha fondato tutto il suo ministero sacerdotale.

    https://www.veritatemincaritate.com/2019/12/video-il-mio-primo-tabernacolo-abbandonato/

    Santa Maria Madre di Dio custodisci e rendi forti e consola i Sacerdoti del Tuo Gesu' .
    Ave Maria !

    RispondiElimina
  3. Caro padre Elia, ci riferiscono di un cambiamento che andrà in vigore dalla 2° domenica del tempo ordinario 2020, e cioè da Gennaio: "scenda o Signore la tua rugiada". Alcuni fanno notare che in molte invocazioni di Rito Greco ci sono invocazioni allo Spirito Santo come Rugiada. E' qualcosa di cui dobbiamo preoccuparci? Grazie padre Elia se potrà illuminarci al riguardo. Il link all'audio https://gloria.tv/post/4EZxhxMT3QFF3kK4oGXgEnAbJ

    RispondiElimina
  4. Ave Maria. Segnalo http://chiesaepostconcilio.blogspot.com/2019/12/liturgia-novus-ordo-in-arrivo-la.html#more

    RispondiElimina
  5. San Giovanni Crisostomo sulla santa ira

    “Soltanto colui che si arrabbia senza motivo è colpevole; chi si adira per un motivo giusto non incorre in nessuna colpa. Poiché, se mancasse la collera, non progredirebbe la conoscenza di Dio, i giudizi non avrebbero consistenza ed i crimini non sarebbero repressi. Ed ancor più: chi non si incollerisce quando lo esige la ragione, commette un peccato grave, poiché la pazienza non regolata dalla ragione propaga i vizi, favorisce le negligenze e porta al male, non soltanto i cattivi ma, soprattutto, i buoni.”

    (San Giovanni Crisostomo – Hom. XI in nath, 344-407)

    https://www.dropbox.com/s/swo9guwmqeonsh3/171206-Omelie-S.NicolaElaSantaIra.m4a?dl=0

    RispondiElimina
  6. Video – Maria aiuto dei cristiani

    Nei paesi in cui i cristiani sono ad oggi perseguitati diverse testimonianze di sacerdoti, religiosi e laici mostrano la bellezza della devozione alla Santissima Vergine Maria che da sempre è presente nei fedeli.
    https://www.veritatemincaritate.com/2019/12/video-maria-aiuto-dei-cristiani/

    OffriamoLe il migliore dei nostri Rosarii per renderLe grazie , per riparare agli oltraggi al Suo Cuore Immacolato .
    Ave Maria !

    RispondiElimina
  7. " La parte migliore che nessuno può toglierci"? E come faremo se invece ce La toglieranno? Noi non possiamo dir Messa per noi stessi, come può fare Lei, reverendo Elia. Ci sputano addosso i bergogliani e ci sputano addosso quelli che ci accusano di andare alle "Messe demoniache di Bergoglio". Da chi andremo per restare cattolici, dal momento che non siamo protestanti i quali possono adattarsi a forme di culto interiorizzato e abbiamo invece bisogno della Messa e dei Sacramenti? Da chi andremo?

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Per quanto riguarda le modifiche contenute nella terza edizione del nuovo Messale, non sono tali da rendere invalida la Messa; l'essenziale è che il sacerdote pronunci le parole consacratorie sul pane e sul vino. Indubbiamente queste continue modifiche alla liturgia non fanno altro che provocare disorientamento e indebolire la fede, ma la Messa sarà ancora valida.
      La strategia dei novatori, per non scatenare forti reazioni di opposizione (come quelle seguite alla riforma liturgica), evita gli strappi troppo bruschi e procede con graduali ritocchi che a lungo andare finiscano di dissolvere, nella comune coscienza cattolica, le nozioni di sacrificio, transustanziazione e presenza reale; ma essa non tiene conto del fatto che ci sarà sempre una parte della Chiesa (clero e fedeli) che manterrà viva la fede e continuerà ad avvalersi delle possibilità esistenti di celebrare un culto valido e degno.
      Non crediamo abbastanza nella nostra forza e in quella delle nostre preghiere. Se poi ci sputano addosso da una parte e dall'altra, basta evitare di farsi raggiungere dagli sputi ignorando completamente sia l'una che l'altra.

      Elimina
  8. Buongiorno Padre, mi hanno inviato un articolo dove si dice che da gennaio cambieranno alcune parole della consacrazione, al posto di Spirito Santo, si dirà la tua rugiada. Ne sa qualcosa? Nel caso fosse vero cosa accadrebbe? Grazie

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Non cambiano le parole della consacrazione, ma solo quelle dell'epiclesi (invocazione dello Spirito Santo), che non è essenziale perché avvenga la transustanziazione.

      Elimina
  9. Lei dice che la Messa è valida, ed ha certamente ragione, ma é anche legittima?

    RispondiElimina
  10. Già…”cosa mai deve toccare a noi”…non siamo meglio del popolo ebraico che non capì le profezie messianiche. A Roma si è insediato il sinedrio,i giuda continuano a essere fra gli apostoli del Signore,il popolo che si accoda al sinedrio, ma non tutto ,esattamente come allora. Per questo piccolo popolo che non si accoda al sinedrio ,la persecuzione…quando va bene ,la derisione,il nascondimento ,la solitudine.
    Il Signore disse che con la preghiera si spostano le montagne. Se crediamo in Lui,non dobbiamo dubitare di una virgola e allora avanti come ci raccomanda la SS Vergine…tantissima preghiera e penitenza perché il Signore acceleri la Sua seconda venuta…l’alternativa ? tribolazione e castighi.

    Tardi ti ho amato.
    Bellezza tanto antica, e pure tanto nuova. Tardi ti ho amato.
    Sì, perché Tu eri dentro di me; io invece fuori e lì ti cercavo.
    Tu eri con me e io non ero con Te.
    Mi tenevano lontano da Te le cose da Te create, che sarebbero inesistenti, se non esistessero in Te.
    Mi hai chiamato, e la tua voce ha vinto la mia sordità.
    Mi sei apparso, e il tuo splendore ha dissipato la mia cecità.
    Hai diffuso la tua fragranza; io l'ho respirata e adesso anelo a Te.
    Ti ho gustato, e ora ho fame e sete di Te.
    Mi hai toccato, e si è acceso in me il desiderio della tua pace .

    S.Agostino da “Le confessioni” 10,27

    Adesso che lo amiamo cerchiamo di non essere vili ma forti,gridiamo al Padre “liberaci dal male”,nella certezza delle Sue promesse. Grazie don Elia delle sue conferme riguardo l’Eucaristia. Divulghiamole per rasserenare chi è nel dubbio e nella confusione.


    RispondiElimina
    Risposte
    1. Sì, rassicurate le persone disorientate e smarrite che sono messe ancor più in pericolo da allarmi ingiustificati.

      Elimina
  11. Quindi, se la legittima autorità approvasse una consacrazione che non corrisponde a quanto definito dal Concilio di Trento, ad esempio, sarebbe legittima?
    Mi permetta di dubitare

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Un'autorità, pur essendo legittima in sé, può prendere decisioni non legittime, se sono in contrasto con un dogma o con gli elementi immutabili della Chiesa. Anche se si può a ragione dubitare della legittimità dell'ultima riforma liturgica (in quanto è troppo in discontinuità con la Tradizione), tuttavia la Messa e i Sacramenti rimangono validi finché ci sono i requisiti essenziali (ministro, materia, forma e intenzione). Se dovessero modificare le parole consacratorie dell'Eucaristia, evidentemente la transustanziazione non avverrebbe più, ma così facendo si porrebbero inequivocabilmente fuori della Chiesa.

      Elimina
  12. https://www.radiospada.org/2019/12/il-vero-problema-e-la-nuova-messa-non-le-nuove-traduzioni/

    RispondiElimina
  13. Non credo che gli allarmi siano ingiustificati. Il problema è a monte, ovvero il nuovo rito in sé.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. E' ovvio che il problema sia il nuovo rito in sé, ma questo non autorizza nessuno a disertare la Messa festiva, qualora non possa assistere a quella tradizionale. D'altronde chi ha una buona formazione e conosce i difetti del Novus Ordo non corre alcun rischio di perdere la fede, né la sua partecipazione ad esso può essere moralmente giudicata allo stesso modo di quella ad una cerimonia protestante. Smettiamo di porre sulle spalle dei fedeli fardelli che non possono portare e di indurli a privarsi dei Sacramenti.

      Elimina