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sabato 2 febbraio 2019



Oltre il Concilio, la gnosi




La Chiesa terrena, in moltissimi dei suoi membri (non certo nel suo mistero soprannaturale), ha subìto una sorta di mutazione genetica: l’autocoscienza dei cattolici non è più la stessa. Non c’è più distinzione tra verità e opinione, errore o menzogna, tra bene e male, tra amici e nemici; il principio luterano del libero esame ha trionfato, svuotando la Sacra Scrittura di ogni autorità. La Tradizione è una realtà ormai sconosciuta alla maggioranza dei fedeli, mentre il Magistero non conta più nulla: al massimo si prende quel che fa comodo, ignorando ciò che dà fastidio o non è di conferma alle vedute soggettive del singolo “credente”. In questo Martini ha stravinto, nonostante le sue geremiadi sul ritardo della Chiesa Cattolica; il problema è che quell’uomo (come inequivocabilmente dimostrano le sue blasfeme Conversazioni notturne a Gerusalemme) non credeva affatto in Dio, ma in una sorta di forza immanente che spingerebbe la storia verso un “progresso” puramente orizzontale nel senso inteso dalla rivoluzione massonica, iniziata nel 1789 e giunta al culmine nel 1968.

In una situazione del genere, temo che neanche una dichiarazione chiarificatrice sul Vaticano II che ribadisse la verità cattolica, se mai arrivasse, porterebbe grandi vantaggi, ma cadrebbe nel vuoto, come tanti documenti del Magistero recente non in linea con l’insindacabile spirito del Concilio. Ormai la maggior parte della gerarchia è mentalmente deformata; Bergoglio non fa altro che affermare esplicitamente ciò che già da decenni pensavano tanti preti, vescovi e cardinali, pur senza manifestarlo troppo chiaramente perché non si poteva. Ora si sentono liberi di venire allo scoperto – e questo, in ogni caso, è per noi un vantaggio: riconoscendoli per quello che sono veramente, senza maschera, possiamo respingerli come falsi pastori; pur non avendo l’autorità di farlo pubblicamente, ne abbiamo comunque il diritto e il dovere nel foro interno della coscienza.

Il problema è più profondo di un concilio inopportuno: la nouvelle théologie, che quel concilio ha consacrato, ha portato col tempo al rigetto della metafisica e all’oblio della dimensione soprannaturale, con la conseguente caduta nel naturalismo e la mondanizzazione della Chiesa, ridotta a movimento politico o ad agenzia umanitaria che deve a tutti i costi assecondare un mondo a sua insaputa già cristiano, anziché convertirlo e correggerlo per la sua salvezza eterna. Tutti gli orientamenti, veri o falsi, sono ammessi in quanto ridotti a diverse “interpretazioni”, ma non si sa di cosa, visto che non c’è più un oggetto definito da conoscere mediante la fede, ridotta a pura esperienza, e neanche una base comune a livello di semplice logica. La razionalità stessa è stata oscurata, a vantaggio di un “pensiero” liquido che può imporsi unicamente con gli abusi di potere e la manipolazione delle coscienze.

In realtà il diavolo ci ha gabbati facendoci concentrare su un fronte secondario, mentre le sue forze avanzavano indisturbate alle nostre spalle. I russi la chiamano maskirovka, strategia diversiva. Il Vaticano II era già superato alla sua conclusione, dato che, nei progetti di coloro che ne avevano preso il controllo, era soltanto uno strumento per aprire un varco alla loro gnosi anticristica. Mentre ci lambiccavamo a capire come interpretare l’ultimo concilio in modo corretto, cioè in continuità con la Tradizione, questa gnosi ha dilagato fino a sommergere tutto e a sostituire la fede. Ai novatori non importa più nulla di quello che è stato il concilio per antonomasia: da intoccabile superdogma esso è diventato, come tutto il resto, un rottame del passato. Dopo che quell’evento è stato sfruttato per cancellare quanto lo aveva preceduto e abbattere così ogni barriera, sono andati ben più lontano delle premesse poste allora; ormai lo rievocano solo di tanto in tanto come puro nome, privo di contenuto reale, per giustificare le loro derive senza fine.

Le dottrine gnostiche articolano la storia in cicli distinti sempre più perfetti; in ognuno di essi sorge un nuovo mondo, la cui comparsa comporta la distruzione del precedente e l’instaurazione di un ordine diverso, più corrispondente a quello occulto della sapienza iniziatica, noto – ovviamente – soltanto a pochi eletti, ma consistente in realtà nella totale distruzione dell’ordine naturale (e con esso della Chiesa, degli Stati e dell’umanità stessa, in omaggio all’odio satanico che lo ispira). La storia recente della Chiesa Cattolica si spiega così; non c’è dunque da meravigliarsi più di tanto, alla luce di tutto ciò, della progressiva demolizione del dogma, della morale, dei Sacramenti e dell’autorità gerarchica: è l’obiettivo scientemente voluto e sistematicamente perseguito dalle società segrete, secondo un preciso programma elaborato alla fine dell’Ottocento.

Il “Cristo” dello spiritualismo occultistico non è certo la Seconda Persona della Trinità che ha assunto la natura umana per salvarci, ma un indefinito “spirito” in continuo sviluppo che si identifica con l’universo o con l’umanità, da cui tutto emana senza fine – compresi i contrari – e che giunge a compimento nell’uomo iniziato, il quale si autoredime (non dal peccato, ma dall’ignoranza e dalla molteplicità del mondo materiale) “deificandosi” mediante la propria conoscenza. Ma, al di là delle intricatissime dottrine, di un’allucinante irrazionalità, proprie delle svariate sètte gnostico-massoniche, il reale e comune oggetto del loro culto è il diavolo. I satanisti, accanendosi con astio demoniaco contro la giustizia di Dio, lo esaltano come il vero amico degli uomini, portatore del progresso e liberatore dal tiranno celeste, pur sapendo perfettamente di dannarsi in tal modo all’Inferno, dove contano però di poter alleviare l’eterno tormento con il perverso godimento di bestemmiare senza fine il Creatore.

In questo quadro i dogmi, i riti e le strutture della Chiesa Cattolica sono un rivestimento transeunte che l’unica religione eterna, base comune di tutte le religioni storiche, ha assunto in una determinata epoca e cultura, ma che deve necessariamente essere aggiornato in funzione dei tempi nuovi, forieri di un nuovo ordine del mondo. Il cardinale Achille Liénart (1884-1973), arcivescovo di Lille e, da massone, cavaliere qadosh (titolo corrispondente al trentesimo grado del rito scozzese, che implica la partecipazione al culto di Lucifero), proprio questo aveva di mira quando, il secondo giorno del Concilio, infranse la procedura esigendo con un banale pretesto che fosse rimandata la votazione delle commissioni nominate dal Papa, che furono poi completamente rifuse per introdurvi i teologi neomodernisti sanzionati da Pio XII, con il conseguente rigetto di tutto il lavoro preparatorio. Sarebbe stato lui stesso, in punto di morte, a rivelare questo retroscena al confessore, autorizzandolo al contempo a divulgare il contenuto dell’accusa. Il moribondo avrebbe altresì asserito che il danno da lui provocato insieme con i suoi sodali era così grave che per la Chiesa, umanamente, non c’era più nulla da fare.

Che il racconto sia autentico o meno, la triste realtà che è sotto i nostri occhi ci conferma comunque che – ahimè – l’affermazione è fin troppo vera. Bisognerebbe essere ciechi per non vedere che la Chiesa Cattolica ha imboccato la via dell’autodemolizione e che ormai, dopo cinquant’anni, regna in essa una confusione babelica. Questo è il punto d’arrivo di una lunga parabola che parte dall’Eden, quando il tentatore, l’angelo ribelle che si era rifiutato di servire il Creatore (non serviam), istigò i progenitori alla disobbedienza illudendoli di poter in tal modo diventare come Dio (eritis sicut dii). Da allora egli continua a sedurre gli uomini con una falsa sapienza che rappresenta un sovvertimento della Rivelazione. Essa si è dapprima espressa nelle antiche dottrine talmudiche, poi – per influsso di quelle – nella filosofia moderna e contemporanea, infine assunta a fondamento intellettuale dalla nouvelle théologie, che ha partorito il Vaticano II.

Se, nell’attuale cristianesimo geneticamente modificato, non c’è più posto per la trascendenza, la grazia, la preghiera, la santificazione e la vita futura, ma solo per un’innocua religiosità emotiva e sentimentale, vero oppio dei popoli, o per un piatto impegno umanitario funzionale al mondialismo, è perché le sue premesse non sono più nella Rivelazione divina, bensì nella gnosi cabalistica. Qui la realtà oggettiva (che comprende pure la finitezza, la malattia e la morte) non conta più nulla, ma è negata in nome di un’illusoria idea di progresso senza fine; la pretesa salvezza dell’umanità proviene non dal misericordioso intervento di Dio a favore di chi si converte cambiando vita, quanto da un’illimitata acquisizione di conoscenze che consentano la manipolazione tecnocratica della natura – progressivamente violentata fino all’alterazione dell’uomo stesso – da parte di un’oligarchia di “illuminati” che, per realizzare i propri scopi di potere, ha narcotizzato le coscienze.

In questo caos pianificato, non smettiamo mai di ringraziare il Signore di averci conservato la fede e la ragione. È una grazia straordinaria per chi è stato chiamato a vivere all’epoca della grande apostasia camuffata da legittimo sviluppo della fede. Il cosiddetto rinnovamento, in realtà, ha partorito un’altra religione (con un’altra dottrina, un altro culto e un’altra morale) artificiale e caduca, funzionale alla comparsa dell’unica religione universale della massoneria. Ciò non significa che sia nata un’altra Chiesa, in quanto la Chiesa non può se non essere una, quella fondata da Gesù Cristo. Se si parla di neochiesa, bisogna intendere il corpo estraneo e parassitario che si è formato in seno ad essa ed è silenziosamente cresciuto come un cancro, fino a invadere tutto l’organismo con le sue metastasi. La nostra missione, in attesa che l’onnipotente Medico celeste lo rimuova, è quella di collaborare con la Provvidenza per custodire il dono ricevuto e aiutare a ritrovarlo o ad accoglierlo almeno chi vi è disposto; a tal fine ci vuole tanta preghiera, tanto studio… e tanta penitenza. Non scantoniamo in fallaci scorciatoie che ci porterebbero fuori dell’unica Chiesa di Cristo. A Bruno Cornacchiola, dopo averlo convertito all’istante dalla sua via di perdizione, la Vergine della Rivelazione intimò: «Chi è dentro, per grazia, non esca; chi è fuori, per grazia, entri!».

Deus in medio eius, non commovebitur; adiuvabit eam Deus mane diluculo (Sal 45, 6).

20 commenti:

  1. grazie infinite don Elia,custodiamo il dono ricevuto grazie alla preghiera,allo studio e alla penitenza.Per il tanto tanto siamo per strada...allo stato attuale preghiera,studio e penitenza ci consentono di leggere vissuti,segni e avvenimenti con gli occhi della Fede,di farci scivolare tutte le varie teorie e interpretazioni profane che sentiamo nelle omelie e negli incontri sulla Parola e ogni volta che si presenta la situazione intervenire per stimolare almeno dei dubbi sulle verità false e profane che ci propinano i sacerdoti che abbiamo intorno.Buona domenica

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  2. perché è così certo che Gesù Cristo e lo Spirito Santo non abbiano abbandonato la Chiesa, oltre perché è scritto nei Vangeli? Perché crede ancora così fermamente al suo Ministero dopo tutto questo? perché vede dei segni?

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    1. Perché Gesù Cristo e lo Spirito Santo sono Dio e non possono né contraddirsi né fallire. La Chiesa è la Sposa di Cristo e non sarà mai da Lui ripudiata; possono solo staccarsene singoli membri per eresia, scisma o apostasia. I Vangeli riportano le parole e gli atti di Cristo e sono stati scritti per ispirazione dello Spirito Santo. Il mio ministero non potrà mai essere annullato, perché il sacramento dell'Ordine mi ha impresso il carattere sacerdotale indelebile. Se uno guarda alla realtà attuale con fede, vede che il Signore sta passando al vaglio la Sua Chiesa per prepararla al Suo ritorno.

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    2. Grazie di questa conferma nella Fede

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  3. Grazie, don Elia
    Di una chiarezza esemplare, come sempre.
    LJC

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  4. Ci guidi padre alla preghiera e alla penitenza per il prossimo periodo di quaresima

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    1. Grazie per il suggerimento. Lo farò senz'altro nella prossima Quaresima.

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  5. Tanto studio... Da dove cominciare?

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    1. Dopo il Catechismo Maggiore di san Pio X, raccomando il Catechismo Romano, pubblicato nel 1566 per decisione del Concilio di Trento. Per un approccio teologico accessibile a tutti, c'è il "Compendio di teologia dogmatica" di Ludwig Ott, ristampato di recente dalla FSSPX (Editrice Ichthus). Per una vita spirituale basata sulla dottrina tradizionale, potete leggere "Cristo vita dell'anima" del beato Columba Marmion.

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  6. È certamente un eccellente e illuminante articolo. L'unica cosa che non condivido è l'affermazione sul magistero recente (ante Bergoglio,naturalmente). Capisco il desiderio di discolpare i papi precedenti ma,si rassegni, non è possibile. Hanno tutti delle chiare responsabilità, avendo indetto, favorito e "applicato" in buona misura, il concilio. Senza di loro non ci sarebbe Bergoglio, purtroppo.
    Antonio

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    1. Non è certo mio compito "discolpare i papi precedenti". Ho semplicemente osservato che il Magistero recente, quando ha ribadito la dottrina cattolica, è caduto nel vuoto.

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    2. Concordo con lei, antonio, a 100%, e non solo con riferimento ai papi port conciliari, ma anche, e sopratutto, ai papi conciliari ed al loro nefasto, letale (per la fede bimillenaria) Concilio Vaticano II. Tutti i mali della Chiesa vengono da lì, dalla presa di possesso che ne fecero i ribelli modernisti (Chenu, Coongar, De Lubac, Rahner, ecc.) puniti dai papi preconciliari e invitati al Concilio da parte di Roncalli (allo scopo di ribaltare la retta dottrina?). Nostra Aetate, Dignitatis Humanae, Unitatis Reintegratio, Lumen Gentium 8/b (la Chiesa di Cristo subsistit in nelle sette protestanti?, ma suvvia, siamo seri...), tutta farina del diavolo. I veri documenti conciliari, predidsposti dal card. ottaviani con riferimento al Sinodo di Roma del 1959, furono cestinati dai prelati ribelli, modernisti e massoni; dopo, fu il diluvio (apres moi, le delu, come disse Luigi XV)

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  7. Difficile definire come un semplice articolo quanto leggiamo sopra per mano sua. È una testimonianza sacerdotale che ha lo splendore sfolgorante della Verità, e che non solo merita, ma deve essere diffusa. Grazie!

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  8. Grazie per la chiarezza.
    Continuo ad avere perplessità sulla ortodossia di certi movimenti ecclesiali che furono in verità benedetti da San GP II. Io non sono in grado di tutti giudicarne il cammino spirituale, ma su CL cui appartengo pur non frequentando devo dire che man mano che approfondisco la fede, pregando, studiando e facendo, non ancora abbastanza, penitenza devo dire che comincio nutrire forti dubbi di infiltrazione dello spirito protestante. Con stima la ricordo nelle mie preghiere

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    1. Purtroppo tutta l'impostazione di don Giussani, con la sua insistenza sull'esperienza e sul senso religioso, è di stampo - che ne fosse consapevole o meno - tipicamente modernista, con una remota radice nello spirito luterano. In altri movimenti questo criptoprotestantesimo, talvolta arricchito da tendenze giudaizzanti, è molto più esplicito. Suppongo che Giovanni Paolo II li abbia appoggiati a motivo della loro carica evangelizzatrice, la quale, in realtà, è una prassi di proselitismo che il più delle volte - fatta sempre salva la buona fede dei singoli - non conduce i membri ad una vita autenticamente cristiana, ma li rinchiude mentalmente e praticamente in un sistema prestabilito che, per accreditarsi, utilizza certi elementi del cattolicesimo, inseriti però in una cornice fondamentalmente estranea.
      Con la consacrazione alla Madonna, accompagnata da preghiera costante, studio serio ed equilibrata penitenza, si possono tuttavia aprire gli occhi su storture e deviazioni che, per effetto di una genuina fiducia, non si erano inizialmente colte; in tal modo si riacquista la piena libertà di seguire il Signore sulla via di sempre, che non è mai superata.
      Grazie per le preghiere, che ricambio di cuore.

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  9. Don Elia, una domanda secca: se si dovesse decidere (e sarebbe auspicabile) di riprendere le redini della Chiesa, è indispensabile ripartire dall'apertura del Concilio oppure immediatamente dopo la sua chiusura?

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    1. Anzitutto, non so proprio chi potrebbe "riprendere le redini della Chiesa": oggi neanche un papa avrebbe più questo potere, dato che non sarebbe obbedito. Se ci fosse qualcuno in grado di farlo, a mio avviso dovrebbe riprendere il lavoro del Vaticano I rimasto incompiuto e gli schemi preparatori del Vaticano II che furono cestinati, integrandoli con le problematiche emerse in seguito e ribadendo la dottrina cattolica di fede e di morale.

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  10. La Santissima Eucaristia
    Le mani del Sacerdote

    Oh, se si pensasse che le mani sacerdotali sono più sacre di un calice consacrato, non si giudicherebbe inutile baciarle e non si avrebbe l’ardire di stringerle a modo profano. Stringere la mano sacerdotale per saluto è una mancanza di rispetto, stringerla con un’intenzione non retta è molto più sacrilego che se si prendesse un calice dell’Altare per bervi. Quella mano è di Dio, e si è distesa sulle ginocchia del Vescovo per giurare a Dio solo la fedeltà dell’amore, come il servo di Abramo pose la sua mano sotto la coscia del padrone per giurargli che non avrebbe mai profanato la sua stirpe. Il Sacerdote è servo di Dio e le sue mani consacrate sono il segno della sua giurata fedeltà ; non possono stringersi in amicizia terrena, ma solo possono essere baciate come calice di Dio. Tu che baci un’oleografia con devozione, non bacerai la mano segnata con l’Olio santo, sulla quale la grazia dello Spirito Santo oleografò la Croce del Redentore e impresse il segno della grazia?
    O Gesù mio, come potrei io tendere queste mani, al mondo, al giuoco, al denaro, alle brutture della carne? Io che non sopporto di vedere in un luogo immondo la Croce, sia pure segnata su di un giornale, come potrei mettere in luoghi obbrobriosi di peccato il mio cuore e la mia mano, più sacri di un Calice?

    Don Dolindo Ruotolo

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  11. " Per essere , con l'aiuto di Dio e della Sua Santa Madre , il lievito buono di una società rigenerata " : Servo di Dio Matteo Crawley Sacerdote .
    http://www.santiebeati.it/dettaglio/95019

    Oggi giovedì 7 feb. ho avuto modo di ascoltare a Radiobuonconsiglio la biografia di questo Sacerdote e della sua famiglia , oltre ad aver fatto scaturire in me una grande commozione mi ha rammentato che i tempi di Dio non sono i nostri tempi ( mi riferisco alla conversione del papa') e mi ha interrogato anche sul mio personale apostolato ( mi riferisco all'atteggiamento della mamma) . Quando il Signore mi chiamera' Gli presentero' le mani vuote o Gli avro' conquistato almeno un'anima ( oltre alla mia ) ? Vorrei essere "ardente" come questo Sacerdote ma col pianto nel cuore devo convenire che forse questo mio desiderio e' una manifestazione del non ancora domato orgoglio e della non espunta superbia . Padre, se Le sara' possibile , nel momento del Santo Sacrificio chieda a Gesu' per me il dono dell'umilta' . Secondo la Sua Volonta' . Grazie M.

    Ave Maria, gratia plena,
    Dominus Tecum,
    benedicta Tu in mulieribus,
    et benedictus fructus ventris Tui, Iesus.
    Sancta Maria, mater Dei,
    ora pro nobis peccatoribus, nunc et in hora mortis nostrae.
    Amen.

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