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sabato 9 febbraio 2019


Dio, l’io moderno e la nuova religione




Tutta l’avventura della modernità (intesa nella sua accezione negativa) scaturisce dall’esaltazione dell’uomo e in essa si consuma: l’uomo misura di tutte le cose, l’uomo artefice della sua fortuna, l’uomo indipendente da qualsiasi autorità, l’uomo fonte del diritto e vindice di una libertà assoluta; pur se non creatore della natura, almeno suo manipolatore. Sul finire del Medioevo, il nominalismo prima e l’Umanesimo poi spezzano l’ordine perfetto – almeno a livello teoretico – fondato sulla gerarchia dell’essere e del potere, entrambi partecipati da Dio e sempre orientati a Lui quale loro origine e fine. I particolarismi locali e nazionali, gli interessi di principi e banchieri, infine la rivoluzione protestante trascinano l’Europa in una serie di guerre devastanti che ne infrangono la sostanziale unità politica e religiosa, rendendola incapace di unirsi, almeno fino al 1571 (e solo in parte), contro la comune minaccia, l’irresistibile avanzata dell’Islam ottomano.

In un mondo ordinato e intelligibile l’uomo, proprio in virtù della sua sottomissione a Dio, aveva un posto di tutto rispetto in qualità di creatura alla quale è affidato il governo dell’universo visibile. La sovranità di Cristo, esercitata in suo nome dal papa e dall’imperatore, rispettivamente nella sfera spirituale e in quella temporale, subordinata l’una all’altra come il bene terreno alla salvezza eterna, era principio di una società regolata dalla legge divina, dalla quale l’esercizio delle potestà umane era al contempo saldamente legittimato e salutarmente delimitato. Con il progressivo crollo della civiltà cristiana emerge invece un arbitrario e abusivo primato dell’individuo, la cui riuscita viene inevitabilmente a porsi in concorrenza con il bene comune, che in realtà garantisce – piuttosto che minacciarlo – il bene particolare. Non tutti gli individui, però, sono ugualmente in grado di ottenere il proprio personale successo, ma soltanto quelli che, secondo Calvino, sono predestinati da Dio oppure, secondo Pico della Mirandola, sono capaci di essere ciò che vogliono.

A sentire il celebre umanista italiano, l’uomo sarebbe stato creato da Dio privo di una natura definita e avrebbe quindi il potere di determinarla in base al proprio arbitrio: tesi molto attuale, questa, ma di innegabile matrice cabalistica. I pensatori rinascimentali, che collocarono al centro dell’universo un uomo ormai privo di sicurezze e sperduto in un mondo ostile, erano in gran parte maghi e alchimisti che con le loro pratiche esercitavano un potere (diabolico, evidentemente) sulla natura e sui propri simili. Il loro “cristianesimo”, piuttosto che di Vangelo, sapeva molto di quel Talmud che da secoli rappresentava il Nazareno come uno stregone e i Suoi miracoli come sortilegi. La loro esaltazione dell’essere umano è in realtà molto elitaria e selettiva; il loro sapere iniziatico risulta decisamente esclusivo. Con l’odierno sviluppo dei mezzi di comunicazione, tuttavia, ognuno può illudersi di disporre di conoscenze illimitate, specie se rinuncia al senso critico e omette di domandarsi chi ne detenga il controllo; l’ideale del Rinascimento si è apparentemente “democratizzato” – sia pure nel trionfo del liberismo capitalistico, pilotato da pochissime persone.

Artefici di questa truffa colossale sono proprio gli eredi, demiurghi di un mondo nuovo e fautori del transumanesimo, di quei “filosofi” dell’esoterismo. L’imbroglio più perfido e sottile, apice e sintesi di questo radicale sovvertimento, si è però consumato con lo stravolgimento della liturgia cattolica, trasformata in strumento propulsivo della folle illusione che fa sentire l’individuo al centro del tutto e in grado di ottenere qualsiasi soddisfacimento, come un perenne bambino viziato. Qui un “dio” puramente immaginario, proiezione di un ego immaturo che si rifiuta di crescere, dispensa ai suoi cultori, mediante intrattenitori dilettanti, emozioni facili e passeggere distrazioni, a conferma delle opinioni correnti e lenimento delle quotidiane frustrazioni. È naturale che, in un contesto simile, vada assolutamente evitato qualsiasi accenno a comandamenti, giudizio e retribuzione, idee proprie di una religione superata in quanto – come ho di recente appreso da un “biblista” – legata ad una società costruita sull’obbedienza, che non esiste più. Vedete fin dove può giungere un’interpretazione della Sacra Scrittura mistificata in funzione dell’autoaffermazione di un io narcisista e della sua ridicola volontà di potenza…

Nella nuova “religione”, Dio sarebbe semplicemente un partner dell’uomo che costruisce con lui la sua avventura in una commovente love story immancabilmente a lieto fine, qualunque variante possa intervenire nel frattempo. Basterebbe però dare una scorsa al classico trattato De Deo uno – non a caso quasi sempre stralciato dagli studi teologici o aggiornato in chiave esistenzialistica a partire dai bisogni dell’uomo (contemporaneo) – per rendersi subito conto che quel surrogato di divinità non è più il Dio creatore che si è rivelato al popolo d’Israele e ha redento l’umanità in Gesù Cristo, bensì il misero prodotto di una cultura malata e disperatamente – come ama dire – autoreferenziale. Dov’è l’Essere infinito, perfettissimo, onnisciente, onnipotente, provvidente, giusto e misericordioso della nostra fede? Sarà rimasto nei vecchi libri relegati in soffitta o gettati nella spazzatura (differenziata, mi raccomando!), oppressivo e ingombrante com’era.

In realtà era proprio il culto di quel Dio – come la presenza di ogni figura autenticamente paterna – che, lungi dallo schiacciarlo, elevava l’uomo e lo rendeva veramente grande, garantendo non solo la maturazione interiore, ma con essa pure la reale libertà degli individui, abilitati a compiere scelte buone perché conformi al vero, nonché a rispondere delle proprie azioni in qualità di persone e non di bruti. Una divinità che ti ama così come sei lasciandoti come sei, cioè egoista e peccatore, non ti vuole veramente bene. Una misericordia che passa sopra a tutto, senza mai esigere ravvedimento e riparazione, è un’approvazione del male che commetti e finisce con l’essere il colmo dell’ingiustizia. Un amore che non indichi la via che occorre seguire per accoglierlo e diventarne capaci, benché sia gratuito, si condanna all’insignificanza. Una preghiera che non chieda anzitutto la grazia necessaria per rendersi graditi all’Altissimo si riduce inevitabilmente a pretesa puerile e capricciosa di beni transitori da consumare avidamente in un fugace godimento.

Presupposti di questo genere svuotano completamente il mistero della Redenzione, che diventa in tal modo incomprensibile, a meno che non venga riletto come mera manifestazione di benevolenza a senso unico, negando il valore espiatorio della Croce. Il dramma è che l’ego infantile dell’uomo contemporaneo, non avendo altra aspirazione che un’assoluta libertà di autosoddisfazione, è indifferente anche alle più sublimi attestazioni d’amore, salvo che, casualmente, incontrino qualche suo desiderio occasionale e possano così esser sfruttate a suo vantaggio: ma che interesse c’è a sapere che qualcuno, duemila anni fa, ci ha dimostrato di volerci tanto bene da morire inchiodato su due travi? E come poteva, un semplice uomo come noi, conoscere coloro che sarebbero vissuti dopo di lui? Il fallimento di tanta catechesi e predicazione basata sull’amore incondizionato di Dio, il cui rifiuto non avrebbe conseguenza alcuna, è la prova migliore della falsità di queste premesse. Così chi è cresciuto in una “religione” che ruota attorno all’ego subisce un vero e proprio shock, la prima volta che assiste ad una Messa in cui non può sentirsi al centro perché non deve far quasi nulla, se non adorare in silenzio e associarsi, mediante il sacerdote, all’azione di un Altro che, offrendosi al Padre per lui, lo strappa alla sua palude di peccato e al suo destino di dannazione eterna.

Un pittore duecentesco (di probabili ma occulte tendenze catare) era stato incaricato di affrescare la cripta di non so più quale cattedrale italiana. A lavori ultimati, il vescovo scoprì con sgomento che, tra le pieghe del perizoma del Cristo crocifisso, per un’illusione ottica apparivano inconfondibilmente i lineamenti di un volto inquietante; quel trucco scandaloso rendeva il luogo di culto inutilizzabile. Nel dilemma che gli si poneva tra due scelte entrambe inaccettabili – tollerare l’affronto o distruggere un’opera d’arte sacra – il presule si risolse alla fine per l’interramento della cripta. Circa sette secoli dopo, però, gli scavi han riportato in luce l’immagine blasfema, con un tempismo forse non casuale. L’attuale celebrazione “teologica” dell’erotismo e la legittimazione della sodomia allignano sul terreno dell’esaltazione di un io infantile dalla sessualità informe, ma discendono da quelle antiche dottrine esoteriche che li considerano veicoli di unione con il “divino” in vista del ripristino di un presunto, originario stato androgino. Il nuovo umanesimo, riedizione della gnosi con tanto di rinnovato culto del sesso, non fa altro che riproporre vecchie eresie. Il neocattolicesimo sta forse completando la sua mutazione in religione pansessista, ossia in “sacro” incitamento all’impurità e alla perversione?

Nonostante tutto, grazie a Dio, noi crediamo ancora in Lui e sappiamo ormai riconoscere chi si cela dietro tali teorie. Se casa nostra è occupata dagli intrusi, non è una ragione per abbandonarla, ma un motivo in più per far salire al cielo l’incenso della nostra preghiera onde ottenerne la liberazione. La maggiore vittoria del demonio non è spingere la gente all’incredulità o all’eresia, bensì convincere i cattolici fedeli a privarsi dei Sacramenti senza ragione, in modo speculare a quello in cui convince i cattolici infedeli di poterli ricevere senza conversione. La storia insegna che per sradicare certe aberrazioni non bastano le argomentazioni teologiche, tanto meno quelle erronee che vorrebbero la Chiesa ridotta ad un pugno di ribelli. A volte bisogna che l’Onnipotente ascolti le suppliche dei pii mandando un drastico castigo che risolva il problema alla radice. Per inciso: quest’anno la Pasqua ricorre il 21 aprile – come nel 1527, quando una Roma rigurgitante di prelati umanisti, alchimisti e libertini fu decisamente strigliata a fondo.

Exsurge, Deus, iudica causam tuam; memor esto improperiorum tuorum, eorum quae ab insipiente sunt tota die (Sal 73, 22).

14 commenti:

  1. II sacco di Roma fu un castigo Divino ,liberi di non crederlo,ma chi si salvò riconobbe l’azione della Giustizia Divina. I segni premonitori ci furono anche allora, fulmini in vaticano e inviti alla conversione e pentimento da parte di mistici,ma niente da fare. Come oggi,anzi oggi è peggio ,in ragione dell’evoluzione dei tempi. Quando, per Grazia Divina, ci cadono le scaglie dagli occhi , si prende consapevolezza della desolazione morale-spirituale nella quale siamo immersi fino al collo. Oggi come allora, sordi a tutti i richiami del Cielo. E allora,don Elia, sia quello che Dio vorrà.

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  2. Segnalo: https://lifepetitions.com/petition/sign-cardinal-mullers-manifesto-of-faith Inoltre: https://cardinalburke.com/ Laudetur Jesus Christus!

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  3. Segnalo questo articolo di un vescovo ancora cattolico, che guarda caso si chiama Atanasio
    https://lm.facebook.com/l.php?u=https%3A%2F%2Fwww.corrispondenzaromana.it%2Fil-dono-della-filiazione-divina-la-fede-cristiana-lunica-valida-religione-e-unicamente-voluta-da-dio%2F%3Ffbclid%3DIwAR0ZzV88A13z9mJrroCYSwPz6g-Az56t7YU1BcpMafREQLEqmZmyTmkXtNo&h=AT0jBd62Nm7DYPdoG5Ne-4bdTN-c7APZPP_LjuYcc7eJmwbwJdJD9NnxGsJQ8uxBKrAgLTQTzR0_h2hPu8F8rrocsJy1wlLZQdVYPBfg4KaOFlOYEah6MrYFc7QD5sNPiFJmWrcnUEgnflXEGxxNWE6tC-Lu8un-k5WMLyq-ct4hah-TI53d1Sw04Mg44StMFgDMVgqQFB69o4_hRrUx0Z4UW6-h4msDDHpqQd_-KOm4U64teOjuGk8yFoZ0TF5lh7RD6qDSARJxkfU7gbrg9iXAT65gHukjM8gnLsDtNoscx-cuFO9MAvQwaJQpm_MvkZWxp6WDBGwiHINPcjWFSqJZ2ymz5qAJS9VjPUl6ALVq1DXbOP3bwXI-NbRTE_2psGaP6TV77dhsxnUbbtz8PNPy_uTusEDpPpnQCuTrPs4M-92omDxUlhcK1S4psniwpc46xyXSooPnTs2JrAiky-TRvhjv1VyHSp5lBrM8_3YnsZgEBr180RH-d8gl6F9BvhqZsIdNDvaJ5Cl_R7m9R0o

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  4. Un’ulteriore smentita della bontà (solo apparente) del documento firmato da Bergoglio ad Abu Dahbi ci viene offerta anche dal professor Roberto de Mattei in un articolo appena apparso su Una Vox, la cui conclusione non lascia adito a dubbi di sorta, eccola :
    “senza riferimento al vero Dio, che può essere amato solo all’interno dell’Arca di Salvezza della Chiesa, la fraternità è solo una parola vuota che nasconde l’odio verso Dio e verso il nostro prossimo”
    http://www.unavox.it/ArtDiversi/DIV2815_De-Mattei-Arca_fratellanza_e_carita_cristiana.html

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  5. Il Magistero di Benedetto XVI
    Udienza generale, 18 maggio 2011
    Essere salvati non vuol dire semplicemente sfuggire alla punizione, ma essere liberati dal male che ci abita. Non è il castigo che deve essere eliminato, ma il peccato, quel rifiuto di Dio e dell’amore che porta già in sé il castigo. Dirà il profeta Geremia al popolo ribelle: «La tua stessa malvagità ti castiga e le tue ribellioni ti puniscono. Renditi conto e prova quanto è triste e amaro abbandonare il Signore, tuo Dio» (Ger 2,19). È da questa tristezza e amarezza che il Signore vuole salvare l’uomo liberandolo dal peccato. Ma serve dunque una trasformazione dall’interno, un qualche appiglio di bene, un inizio da cui partire per tramutare il male in bene, l’odio in amore, la vendetta in perdono.

    Sono così contenta e desiderosa di ricevere oggi B.M.V.di Lourdes il Sacramento della Unzione degli infermi....che non vedo l'ora . Grazie Signore Gesu' anche per questo dono , " liberami dal male che mi abita "restituisci all'anima mia il candore immacolato dei gigli . Amen

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    1. L'Unzione degli infermi rimette i peccati solo a chi non è più in grado di confessarli. La grazia di questo sacramento è un sostegno nella malattia oppure, in punto di morte, un aiuto necessario per affrontare l'ultima e più decisiva prova.

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  6. Vi invito a leggere la dichiarazione di un pezzo grosso, Benjamin Freedman, imprenditore ebreo, ex sionista che partecipò alla pace di Versailles del 1919.... Credo sia una testimonianza importante...

    https://www.maurizioblondet.it/vogliono-guerra-allora-ricordiamo-ci-trascino-nelle/

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    1. Confermo il valore dell'articolo già pubblicato da Blondet a settembre 2017. Oltre che avallare l'eccellente analisi del talmudismo rabbinico rappresentatoci da don Elia in una serie di articoli di gennaio 2019, ci aiuta a farceli comprendere ancora meglio. Qui mi piace solo sottolineare perché la Russia (questa Russia, cristiana, europea, sovranista) sia nel mirino delle lobbies sioniste e finanziarie americane ed inglesi.

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  7. Nella mia piccolezza , in questo tempo che Dio mi dona da vivere desidero cogliere ogni occasione che la Santa Madre Chiesa Cattolica mi offre , dalle benedizioni dei Sacerdoti alle preghiere indulgenziate , alle devozioni , nel desiderio continuo e costante di demolire il muro del mio orgoglio , della mia ostinazione e che mi ricordi di essere "polvere" , una polvere amata , in attesa di vedere il Suo Santo Volto . Il Volto di Chi mi ha creato "a Sua Immagine e somiglianza " e che solo per questo dovrei ringraziare con fiumi di lacrime di gratitudine . Nelle Tue mani Signore affido il mio spirito .

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  8. Vescovo tedesco: "Sacerdozio femminile arriverà"
    https://gloria.tv/article/WYxmQ1Bt4zFG36wjrt8Ssgbzv

    Sara' , non sara'... non ci basta la pena di ogni giorno ? Ci rimettiamo alla Volonta'di Dio mentre leggiamo il riassunto di questo efficace commentatore :

    "Dopo le lettrici sono arrivate le minEstre della Comunione. Dopo le minEstre arrivano le diaconesse. Dopo le diaconesse arriveranno le sacerdotesse: nelle chiese riformate sono presenti ormai da tempo. È la finestra di Overton applicata alla Chiesa. Non ardendo più di santo zelo, incapaci ormai di quella santa violenza che scaccia i mercanti dal Tempio, siamo ormai divenuti un tiepido brodetto. È questo il Male lo sa. Ma il responsabile è sempre il popolo che aderisce anche alle inique leggi del re di turno : le valanghe si formano sempre per l'unione dei tanti fiocchi di neve e portano sempre la rovina dove si abbattono. Noi siamo la causa di tutto questo , anche se il primo agente è stato quella piccola parte di sacerdozio corrotto con sventurate riforme. Ma è la nostra tiepidezza , nostra e del Sacerdozio, che permette al Male di avanzare senza più ostacoli. La Tenebra come gigantesca e melmosa ondata tutto travolge nella sua corsa impazzita, sfonda ogni barriera di protezione ,supera le alte muraglie della Chiesa ed entra finalmente nel Tempio di Dio e si siede nel Tempio di Dio.
    Non ci rimane allora che gridare, dalla mistica Barca che sembra affondare : " Salvaci Signore, che noi periamo!".
    Marziale

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    1. Al popolo hanno insensibilmente spento la fede; per questo in gran parte non reagisce più di fronte a nulla. Ma c'è pur sempre quel "piccolo resto" che non demorde e che nessuna forza oscura potrà mai estinguere, perché non c'è creatura che possa entrare nella nostra coscienza e forzarla ad accettare la menzogna.

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  9. “Non c’è creatura che possa entrare nella nostra coscienza e forzarla ad accettare la menzogna,”proprio quà cadiamo o ci eleviamo .Tutto, ma proprio tutto dipende dalla nostra buona volontà.”Non ti farai degli dèi nel mio cospetto. Non ti farai nessuna scultura, né rappresentazione di
    quello che è lassù nel cielo o quaggiù in terra o nelle acque sotto la terra. Non adorerai tali cose, né presterai
    loro culto. Io sono il Signore Iddio tuo, forte e geloso, che visito l’iniquità dei padri sopra i figli fino alla
    terza e quarta generazione di quelli che mi odiano, e faccio misericordia fino alla millesima di quelli che mi
    amano ed osservano i miei comandamenti” ESODO 20-1. Siamo sempre al cospetto di Dio in situazione di peccato o di santità.Il Signore ci ha fatto liberi di amarlo e satana è libero di tentarci ,amare o cadere è un atto della nostra volontà.Se ci ha dato la Grazia, con la Sua Redenzione dopo la Sua Morte, ci ama sicuramente di un amore folle al punto di usare Misericordia se, dopo aver tanto mancato,imploriamo con la contrizione del cuore il Suo perdono, ma allo stesso modo promette castigo ai colpevoli e ai figli dei colpevoli.Possibile che nella Chiesa troppi sacerdoti abbiano dimenticato questa verità o pensano che Dio mente. . .dobbiamo leggere e rileggere il Vangelo ,senza orpello di scienza umana,per conoscere meglio il Signore e amarlo sempre di più,pregare e fare penitenza.(Fatima)Don Elia ci aveva già raccomandato di comportarci cosi. Mi sono accorta che si diventa più forti ,si riconosce la menzogna e si diventa ,man mano, impermeabili ad essa,si trova il coraggio di affrontarla e di far venire i dubbi a chi vive intorno a noi.A Messa mi prendo quanto di dignitoso è ancora rimasto e resistiamo… nella certezza del Trionfo del Cuore Immacolato di Maria SS.

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  10. Questa prima parte della S. Messa (compresa l'Omelia) è detta anche "Messa dei catecúmeni", poiché un tempo potevano assistere anche coloro che, aspirando a diventare cristiani, seguívano il catacumenato o l'insegnamento : per questo ancora oggi essa si chiama "Parte Istruttiva".
    L'istruzione, composta dalle Letture e dalla "Predica", serve, come un tempo, anche all'edificazione dei fedeli .I Catecúmeni, non essendo ancora battezzati, non erano dei veri discepoli di nostro Signore Gesú Cristo ; quindi non potevano essere ammessi alla seconda parte della S. Messa: che è composta dalla récita o dal canto del Simbolo degli Apostoli: il Credo, e dalla celebrazione dei Santi Misteri: il Sacrificio .Non essendo ancora veri discepoli di Cristo, non potevano pronunciare la professione di Fede: il Credo, e non potevano assistere al rinnovamento del Sacrificio della Croce. Dopo la "Predica" essi si allontanavano e uscivano dalla Chiesa . I fedeli si disponevano col raccoglimento ad assistere degnamente alla riattualizzazione del Sacrificio della Croce e al mistero terribile della manifestazione del Figlio di Dio che si presenta in ogni S. Messa, con la Transustanziazione, in Corpo, Sangue, Anima e Divinità, sotto le specie del Pane e del Vino consacrati per mezzo del Sacerdote che agisce come alter Christus.
    Nella seconda parte della S. Messa ha termine la comprensione razionale dei fedeli, ed essi si accingono ad assistere in assoluto silenzio al Mistero imperscrutabile della Fede: reverenti, muti, intimoriti e sottomessi ; mentre si schiudono le porte dei Cieli e la Chiesa Trionfante, con la Chiesa Purgante, partecipano alla Sacra Liturgia della Chiesa Militante e Orante insieme a tutte le Schiere dei nove Cori Angelici; poiché la Sacra Liturgia della S. Chiesa è tutt'uno con la Sacra Liturgia celeste perché si canti in eterno la Gloria dell'Altissimo.

    "In assoluto silenzio assistono al Mistero imperscrutabile della Fede: reverenti, muti, intimoriti e sottomessi; "

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  11. Ancora una volta esprimo il massimo incoraggiamento, nella preghiera, per il sacerdote autore di questo blog (peccato per la veste grafica....); si vede che si tratta di riflessioni frutto di discernimento e adorazione di fronte al S.Sacramento. A proposito delle letture, ancora una volta suggerisco a p.Elia di fornire, settimanalmente, alcuni consigli di autori e testi, in forma cartacea o informatica, oltre ad alcuni siti e case editrici. Chiedo di nuovo che, anche in tempo di Quaresima, non venga mai meno la devozione per le anime del purgatorio. Facciano tutti i "parrocchiani" di questa parrocchia virtuale preghiere come quella che si ritrova in rete "Ti adoro o Croce santa.....ecc. ecc.", che, sull'autorità dei (veri) Pontefici, libera molte anime dal purgatorio. Aggiungo: è fonte di grazie anche per noi.
    Almeno ogni Venerdì....e sopratutto il Venerdì Santo!

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