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sabato 12 novembre 2022

 

Indefettibile e immutabile

 

 

Non basta ammettere che la Chiesa, in virtù della sua origine divina, non possa venire meno; occorre altresì riconoscere che nessuno può modificarne la natura e le strutture essenziali, fra le quali si annoverano il culto e il papato. Benché del primo si sia tentata una radicale alterazione e il secondo attraversi una crisi senza precedenti, la fede ci assicura che si tratta soltanto di situazioni contingenti, destinate a cessare. Gli uomini devono accettare i limiti della propria condizione, che li rendono incapaci di cambiare ciò che Dio ha stabilito; arrendersi all’evidenza e rassegnarsi ad una realistica visione delle cose è molto utile alla salute, sia a quella fisica che a quella spirituale. Pare nondimeno che sul colle della secessione, nella sede del prestigioso istituto di studi liturgici, ciò sia un esercizio particolarmente arduo, forse a motivo della circolazione di certe sostanze il cui abuso può a volte risultare fatale, specie a chi coltivi rapporti non secondo natura. Proprio da lì dovrebbe provenire, come già il motu proprio del 16 Luglio 2021, il testo firmato dall’occupante del Soglio petrino il 29 Giugno scorso, che tanto ha preoccupato i cultori della Tradizione.

Avevamo finora evitato, secondo l’abitudine invalsa negli ultimi anni, di guastarci l’appetito con quella lettura, ma le interpellanze dei fedeli ci hanno infine persuaso a dare una scorsa alla lettera apostolica Desiderio desideravi sulla formazione liturgica. Da un certo punto di vista, nulla di nuovo: l’ideologia marsiliana, con cui ci han corrotto il cuore e la mente durante gli studi, tripudia in tutto il suo protestantesimo fumoso e sorpassato. Secondo la più pura eresia luterana, la Messa vi è considerata una mera rievocazione dell’Ultima Cena; neppure un accenno al Sacrificio del Calvario, al quale si allude tutt’al più, vagamente, come alla piena manifestazione dell’amore di Cristo. La teologia cattolica dell’identità sostanziale dell’immolazione incruenta con quella cruenta è totalmente assente, per non parlare dei suoi quattro fini: adorazione, ringraziamento, espiazione e impetrazione. La Liturgia è tuttora fraintesa come l’oggi della salvezza, senza distinguere affatto tra la redenzione oggettiva (l’opera definitivamente compiutasi con la morte di Gesù) e la redenzione soggettiva (ossia l’applicazione dei suoi frutti alle singole anime).

Lo stantio sostrato esistenzialistico affiora chiaramente nella fuorviante presentazione dell’azione sacra come rinnovata esperienza personale del mistero pasquale, del quale non sono chiariti né la natura né il fine. Il discorso, carente di ogni appoggio su realtà sostanziali e definite, prosegue nel medesimo registro soggettivistico per raccomandare ancora una volta la partecipazione attiva di un’assemblea concepita come soggetto del culto e presieduta da un ministro il cui unico compito è quello di guidarla all’incontro con Cristo, non certo quello di agire nella persona di Lui, vero agente del Sacrificio, cui il popolo assiste associandovisi per poterne ricevere i benefici effetti. In questa concentrazione sull’adunanza, lo Sposo e la Sposa finiscono col confondersi, anziché unirsi; tutto, del resto, mira non alla comunione oggettiva prodotta dalla grazia, bensì all’appagamento emotivo dei partecipanti, come dimostrano le traduzioni infedeli delle preghiere antiche e, ancor più, quelle inventate ex novo dalle varie conferenze episcopali.

Con inaudita sfacciataggine, il testo ripropone le palesi menzogne con cui lo stravolgimento del culto cattolico o è stato giustificato o continua ad essere imposto. La prima è che la cosiddetta “riforma liturgica” sia stata effettuata in esecuzione delle indicazioni contenute nella costituzione Sacrosanctum Concilium, quando invece esse erano già state applicate, andando pure ben oltre il dettato conciliare, con l’edizione del Messale del 1965, che conteneva il rito tradizionale lievemente ritoccato e tradotto in vernacolo (tranne il Canone). Anche il Rituale, per favorirne la comprensione, era stato volto nella lingua del popolo, ma lasciando testi e riti pressoché intatti. Quanto richiesto dal Vaticano II era dunque cosa fatta; non sussisteva più alcun valido motivo di ulteriori interventi in quell’ambito, a meno che non si forzassero i varchi dischiusi a bella posta dai redattori della detta costituzione. Allora, per prevenire ogni futura obiezione circa la legittimità dell’istituzione di una nuova commissione che eseguisse il mandato conciliare, si fece scomparire il Messale del 1965 dalle chiese e dai libri di storia liturgica, quasi non fosse mai esistito.

A un parroco di campagna può tuttavia capitare, con sua notevole sorpresa, di rinvenire nei vecchi, polverosi armadi della sagrestia una copia di un libro di cui non aveva mai sentito parlare… e di cui han perso la memoria persino gli studiosi che l’han condannato all’oblio, tanto da incorrere, nella stesura del Traditionis custodes, in un banale errore che lo rende semplicemente nullo, tamquam non esset: l’identificazione del Messale precedente a quello del 1969 con quello del 1962. A forza di ingannare gli altri, si finisce col convincersi delle proprie stesse bugie, con l’effetto di redigere una legge contraddittoria quanto all’oggetto e, per ciò stesso, inesistente. Su questa base priva di ogni forza giuridica, si pretende oltretutto di fondare un’altra menzogna, quella secondo cui l’unica lex orandi della Chiesa di rito romano sarebbe contenuta nei libri liturgici promulgati dopo l’ultimo concilio, cosa evidentemente impensabile, se è vero – com’è vero – che la norma del culto esprime la regola della fede, la quale non è certo stata definita cinquant’anni fa. Anche qui la falsificazione si trasforma in atto di puro imperio sul fondamento di un illegittimo arbitrio.

Manca, stranamente, l’enunciazione di un’altra grossolana falsità che è diventata cavallo di battaglia dei liturgisti ed è stata spudoratamente ribadita, negli incontri di presentazione della terza edizione del Messale paolino, dal responsabile della commissione liturgica della conferenza episcopale: che cioè la seconda preghiera eucaristica, identificata con l’anafora contenuta nella Traditio Apostolica di sant’Ippolito, sarebbe più antica del Canone Romano, quando il testo moderno, in realtà, non corrisponde ad essa se non per metà. La percentuale sarebbe ancora più bassa se padre Louis Bouyer, inviso membro della famosa commissione ad exsequendam, non lo avesse rabberciato alla bell’e meglio, la sera precedente alla data di consegna, sopra un tavolino di un’osteria di Trastevere, come racconta egli stesso nella sua autobiografia (cf. Louis Bouyer, Mémoires, Paris 2014, 199). Il grande oratoriano francese si era convertito dal luteranesimo, per ritrovarsi poco dopo impegolato nella palude che aveva abbandonato, ma stavolta da cattolico…

Le bugie, ad ogni modo, hanno le gambe corte, almeno per chi ragiona. Quanti invece sono avvezzi a ingannare la propria stessa coscienza per scusarsi di immondi vizi contro natura e a imbrogliare il prossimo per celarli non si rendon più nemmeno conto dell’intrico di falsità in cui la loro mente si è invischiata e piroettano nel loro mondo virtuale quasi fosse vero anche per gli altri, con una naturalezza e un’impudenza da lasciar sbalorditi, come se tutti dovessero credere senz’ambagi alle loro ridicole finzioni. Se però qualcuno si azzarda a sollevare la minima obiezione, gli si avventano contro con una violenza belluina: guai a chi soffia, sia pur leggermente, sul castello di carte che si son faticosamente costruito! Sarebbero costretti ad ammettere che il loro edificio mentale manca di ogni consistenza e che basta un bambino ad abbatterlo col suo limpido buon senso. L’unica risorsa temibile di quei personaggi è il potere che detengono – sebbene ancora per poco, non solo perché il vento sta per cambiare, ma anche perché, in ossequio alla realtà fittizia in cui sono immersi, si son fatti avvelenare per compiere un atto d’amore.

Il Signore sa servirsi finanche dei Suoi nemici per regolare i conti con coloro che Lo disonorano a oltranza e non accettano di ravvedersi; per non mancare di carità, nondimeno, evitiamo di infierire su questo punto, pur sapendo che, in casi estremi, soltanto acute sofferenze riescono a innescare una resipiscenza e a far schivare la dannazione eterna. Non ignoriamo certo che tale consapevolezza, purtroppo, è del tutto estranea all’ideologia protestante dei moderni liturgisti, ma confidiamo nelle infinite risorse della sapienza divina, alle cui infallibili disposizioni dobbiamo il venerando culto cattolico, che nulla al mondo potrà mai mutare né, tantomeno, cancellare. La prometeica pretesa di taluni personaggi è talmente irrazionale che sarebbe comica, se non fosse tragica. È pur vero che, modificando il culto, si cambia pure la fede e la morale, fino a snaturare la Chiesa stessa. Tutto ciò, malauguratamente, è sotto i nostri occhi, ma è soltanto – lo ribadiamo – un fenomeno passeggero, destinato a non lasciare traccia, come tutte le opere puramente umane. Coraggio, dunque: non c’è alcun motivo di lasciarsi abbattere; c’è solo la granitica certezza che la Chiesa è indefettibile e immutabile e che le anime di quanti le appartengono sono partecipi dei suoi attributi.

 

13 commenti:

  1. "ma anche perché, in ossequio alla realtà fittizia in cui sono immersi, si son fatti avvelenare per compiere un atto d’amore." ...Credo che questi personaggi abbiano ricevuto soluzione fisiologica non il vaccino...

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    1. Ho letto e continuo a leggere qua e la' di persone che non intendevano farsi iniettare questo vaccino e che poi,fatalita',hanno avuto questo covid; vi diro' che si sta sviluppando in me una santa invidia verso queste persone perche' noi, non solo non abbiamo ritenuto di vaccinarci con questo vaccino ma non abbiamo avuto in questi due anni neanche un raffreddore, chesso' una linea di febbre. In compenso ci e' arrivata da qualche giorno la famigerata multa. Reazioni: io sarei combattiva,vorrei affidare tutto a un legale serio (conoscerlo!)per non lasciare niente di intentato,mio marito si e' fatto prendere da un attacco di panico e vuol pagare la multa (si illude che finira' lì), mio figlio la pensa come il padre.Risultato tensioni in famiglia.

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    2. Ringraziate la Provvidenza di avervi consentito di resistere e di conservare la salute.
      Riguardo alla multa, non saprei cosa consigliare, non essendo competente in materia. Personalmente ho deciso di non ritirare la raccomandata. Se l'avete ricevuta, è meglio chiedere il parere di un legale.

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    3. Sì, Rev.Padre, abbiamo molto da ringraziare la Provvidenza. E ringrazio anche Lei , che la Provvidenza ha posto sul mio cammino, per il commento che in parte lenisce l'amarezza di non riuscire a convincere i miei cari a ricorrere ad un legale, proprio per scongiurare/anticipare eventuali azioni/ritorsioni future, dato il clima imperante. Mi conforta il pensiero di Don Dolindo Ruotolo che al mattino affidava a Gesu' Eucaristia tutte le varie preoccupazioni che lo affliggevano e concludendo con l'esclamazione: "Gesu' pensaci Tu! " per tutto il giorno non ci pensava piu' ,certo che la Divina Provvidenza avrebbe provveduto. Dio La benedica!

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    4. In fatto di avviso di avvio procedimento, non multa che ancora non è arrivata, mi permetto di segnalare il canale telegram Libera coscienza over 50 che seguo da tempo e dove personalmente ho trovato un grande aiuto per poter intervenire in autotutela,senza alcun legale, semplicemente inviando una PEC scritta da loro con memorie difensive. Attualmente è l'unica procedura che ha ottenuto le prime archiviazioni! Spero con questo di aver dato un'indicazione utile per chi come me non vuole passare per un legale.. Ringrazio il Signore per don Elia per cui ho sempre una preghiera

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    5. Grazie di cuore per le preghiere e la preziosa indicazione.

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  2. Ben strano che la modifica del culto abbia riguardato alla fine solo il rito romano.
    Potrebbe essere sia segno della primazia dello stesso che andasse attaccato oppure anche una punizione che la Chiesa occidentale si è meritata? Molto singolare.
    Difficile a dirsi e soprattutto perché DIO ció permise...ma si badi sempre che la Chiesa non si riduce giust'appunto né al papato né al solo occidente romano-centrico.

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  3. Che nostalgia dei modi e delle verita sbattute in faccia, dei cari preti di campagna di una volta, alla don Camillo, di guareschiana memoria.... Grazie al Cielo ancora esistono e.... Tuonano che é un piacere....
    Dal blog di A. M. Valli:
    https://www.aldomariavalli.it/2022/11/10/lettera-aperta-don-pellegrini-a-vescovi-e-papa-chiedete-scusa-ai-fedeli-inngannati/amp/

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  4. Facciamo cascare anche la bugia del rito del 62?

    https://traditiomarciana.blogspot.com/2020/07/il-messale-del-1962-e-un-rito.html?m=1

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  5. Don Elia, potrebe spiegarci qualcosa dei cosiddetti "Superiori Incogniti" dei quali ha fatto cenno in passato? Si tratta di una cerchia più ristretta di cabalisti/massoni e fanno parte anche dei circoli/logge diremo subalterni? Grazie se potrà dedicare qualche rigo anche a questo

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    1. Dei "superiori incogniti", per definizione, si sa pochissimo. Certo è che non siano membri di logge né di superlogge, bensì della cerchia suprema di cabalisti che le controlla tutte.

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