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sabato 1 giugno 2019


Extra fraternitatem nulla salus?




Patientes igitur estote et vos, et confirmate corda vestra: quoniam adventus Domini appropinquavit (Gc 5, 8).

Ogni giorno che passa, la venuta del Signore si fa più vicina. Per questo san Giacomo ci esorta ad essere pazienti come il contadino che attende il frutto della terra, rinsaldando i nostri cuori con la fiducia nelle promesse divine. È comprensibile che molti di noi siano logorati dall’attuale deriva ecclesiale e si sentano prossimi all’esasperazione: non è certo raro, purtroppo, udire in chiesa vere e proprie oscenità o assistere a pagliacciate indecorose, con preti che incitano alla depravazione o si lanciano in numeri da circo. Questo, tuttavia, non è un motivo sufficiente per cedere alla tentazione di imboccare scorciatoie che in realtà non conducono da nessuna parte, se non a separarsi dalla comunione visibile e a rinchiudersi in un ghetto che si attribuisce l’esclusività della salvezza.

Come già ho ribadito in altre occasioni, non è mia intenzione attaccare persone o istituzioni, ma ho a cuore unicamente il bene delle anime, desiderando metterle in guardia da quelle insidie che, non essendo così scoperte come quelle del modernismo, sono per certi versi ancor più pericolose, visto che si coprono dell’autorità della Tradizione. Il primo campanello d’allarme suona già di fronte alla pretesa di averne il monopolio, quasi che la continuità con essa si fosse interrotta dappertutto e si conservasse unicamente all’interno di questa o quella organizzazione. Tale punto di vista conduce inevitabilmente a mettere in dubbio la validità dei Sacramenti, creando così nei fedeli un tale senso di incertezza da gettarli tra le braccia di quanti si presentano come unici detentori sicuri dei mezzi di grazia; abbandonarli equivarrà allora a mettere a repentaglio la propria salvezza eterna e sarà quindi percepito come un’eventualità impensabile.

Una dinamica del genere ha un carattere potenzialmente settario e provoca di solito guasti spirituali difficilmente risanabili. Molte persone scivolano inavvertitamente in una forma di fanatismo che ha ben poco a che vedere con la virtù teologale della fede, sostituita da un surrogato intellettualistico: l’introiezione di un insieme di formule stereotipe mandate a memoria senza una reale adesione della coscienza né un’effettiva trasformazione interiore. L’approfondimento teologico si riduce a una forma di razionalismo che non lascia spazio alla vita mistica, guardata con sospetto e relegata in un limbo inaccessibile; in assenza di una vera riflessione sulla verità rivelata, l’insegnamento si risolve in un indottrinamento forzato, costruito su un sistema di teoremi che finiscono col trattare le realtà soprannaturali alla stregua di quelle del mondo fisico. Tale metodo, prevalendo di fatto sul contenuto, sa di modernità molto più di quanto non sembri a prima vista: è quella neoscolastica degenerata che ha tentato di contrastarla usando gli stessi mezzi e assorbendone lo spirito.

Oltre a inaridire la vita dell’anima, questo procedimento imprigiona l’adepto in una gabbia mentale da cui non potrà più uscire, se non per miracolo: anche la minima riserva riguardo a quanto appreso sarà inesorabilmente respinta a priori come una perniciosa espressione di modernismo. L’unico “vantaggio” di siffatta schiavitù intellettuale è la possibilità di piegare l’apparato argomentativo alla legittimazione delle proprie scelte sul piano morale: a forza di sofismi e di cavilli si riesce così a giustificare anche ciò che oggettivamente non è lecito e ripugna alla retta coscienza. Il fatto più grave ed emblematico è una situazione irregolare che dura da decenni, dando luogo a una struttura parallela. L’intero edificio si erge sulla debolissima base di un principio applicabile solo in casi eccezionali, eretto invece a fondamento permanente e universale di un’opera che è divenuta un fine in sé, ponendosi in alternativa ad una gerarchia che avrebbe deviato nella sua totalità.

Chiunque, a questo punto, può cogliere l’enorme potenziale dissolutore di un’impostazione del genere, sia per la Chiesa che per la fede. L’opera di Cristo sopravvivrebbe soltanto in una ristretta minoranza a cui tutti gli altri dovrebbero conformarsi, quasi che lo Spirito Santo si fosse ritirato. È innegabile che Dio abbia disposto per noi una prova apocalittica; ma possiamo forse ammettere che il Suo braccio si sia tanto accorciato? Chi conosce il Signore non può nemmeno pensare che abbia abbandonato al loro destino milioni e milioni di anime semplici e buone che non conoscono il mondo tradizionale, ma credono con sincerità di cuore. Insieme alla fede viva, poi, inevitabilmente viene meno anche la speranza: anziché confidare nella Provvidenza, pur facendo tutto il possibile per adempiere la volontà divina, si finisce col contare unicamente sulle proprie iniziative e strategie, come se Essa avesse cessato di dirigere la storia. Ma l’infallibile cartina di tornasole, in questo tipo di storture, è l’assenza di carità: l’amore per Dio è rimpiazzato da una sfilza di pratiche meccaniche, mentre il prossimo è sistematicamente vittima di un giudizio impietoso e inappellabile.

In realtà l’esercizio delle virtù, in un contesto simile, risulta in ultima analisi superfluo, visto che la perfezione pare assicurata da una conformità meramente formale alla lettera della dottrina e alle norme del culto. Sebbene ci si prefigga di combattere la gnosi, si scivola così in un atteggiamento tipicamente gnostico: in definitiva, ci si salva da sé mediante una conoscenza iniziatica e l’osservanza di determinate pratiche. La grazia è ridotta a puro nome, lo sforzo di santificarsi viene eluso, l’unione con Dio ignorata. Le dispute prendono il posto della preghiera, mentre ci si illude di adempiere gli obblighi della carità con pubbliche crociate che lasciano ognuno com’è, se non un po’ più superbo e intransigente, offrendo in tal modo ulteriore materia ai detrattori. Ma questa non è la via percorsa dai Santi; non è la vera Tradizione, bensì una sua deformazione che avvelena le anime rendendole refrattarie all’autentica vita cristiana.

L’antidoto a tale intossicazione è la decisione di rientrare nel cuore. Non si tratta di un invito al sentimentalismo, ma di uno sprone ad accedere all’interiorità per rimettersi di fronte alla propria coscienza alla presenza di Dio. Dato che Egli abita nell’intimo del battezzato in stato di grazia, in questa discesa ci si ritrova davanti a sé stessi nella Sua luce, che svela anche ciò che preferiremmo non vedere. È un processo che richiede coraggio, umiltà e determinazione, ma non può essere aggirato da chi aspiri ad essere un buon cattolico: non è lecito nascondere un letamaio di cattivi sentimenti sotto un telo brillante di tradizionalismo. Per facilitare questa delicata operazione di ricognizione interiore, è quanto mai utile mettere il più possibile mente e cuore nella recitazione delle preghiere e nelle pratiche di pietà, sviluppare un dialogo personale con il Signore a partire dai Salmi o da orazioni approvate, meditare la Sacra Scrittura e gli scritti dei Santi, invocando spesso lo Spirito di verità perché metta a nudo le piaghe dell’anima, le medichi e le cauterizzi.

Cor mundum crea in me, Deus, et spiritum rectum innova in visceribus meis (Sal 50, 12): in questo mese dedicato al Sacro Cuore chiediamo insistentemente la grazia di essere trasformati nell’intimo con la nostra attiva collaborazione, in modo che l’onnipotenza divina possa ricreare in ciascuno di noi un cuore puro e rinnovare uno spirito retto. Chi ritrova il Dio vivente in sé fa la formidabile esperienza di un fuoco divorante che brucia le scorie dell’io e ne incenerisce l’orgoglio, ma dona poi un senso di incrollabile sicurezza che lo rende inespugnabile ad ogni prova della vita e ad ogni assalto del nemico. È di questo che abbiamo realmente bisogno per sostenere la prova attuale, non di scorciatoie che ci isolerebbero dalla corrente vitale di grazia che circola nel Corpo Mistico e irriga la mistica Città di Dio. Che si intenda della singola anima in grazia o della Chiesa intera, un fiume impetuoso la rallegra: Dio è in essa, non sarà mai scossa.

Fluminis impetus laetificat civitatem Dei […]. Deus in medio eius, non commovebitur (Sal 45, 5-6).

12 commenti:

  1. Buonasera padre,
    capisco il suo richiamo a non cadere in un pericoloso settarismo e condivido,anche, la sua critica a chi rifiuta, aprioristicamente, ogni forma di misticismo.
    Infatti noto che,generalmente, ci sia molto scetticismo, in ambiente tradizionale, sulle apparizioni mariane. Quando va va bene si accetta, ma con prudenza,Fatima.
    Sono invece perplesso sul suo"attacco" sulla comunità di Econe, giacché mi sembra chiaro il riferimento. Non partecipo alle liturgie di quella comunità ma sono grato a Mons. Lefevbre per quello che ha fatto. Se non avesse fatto ciò che ha fatto forse ora non saremmo parlando di queste cose.
    Riguardo al possibile "braccino corto" di Dio ricordo che in un apparizione la Madonna diceva che lo Spirito di Dio si ritirava dalla terra. Non ricordo bene ma, forse, si tratta di La Salette.
    Che molti siano ignari della Tradizione é vero ma, mi chiedo, non sarà, forse,colpa loro? Oggi non c'è più analfabetismo e se c'é ignoranza, mi scusi,credo che sia colpevole.
    Se molti nemmeno si accorgono dello sfascio é perché sono accecati, spesso dalle loro ideologie politiche e, soprattutto, perché giudicano tutto in maniera soggettiva e non in riferimento al deposito della fede.
    Il soggetivismo é il grande male del nostro tempo. Credo che sia giusto parlare di ignoranza invincibile solo in rari casi.
    So già che mi accuseranno di giudicare ma non mi interessa poi molto. Nella nostra epoca ci sono molti strumenti a disposizione per capire e conoscere. Spero che non cominciate a parlare, come al solito, delle povere vecchiette ecc...
    Non sono tra quelli che scaricano tutte le responsabilità sul clero.
    Antonio

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    1. Carissimo Antonio, come scrivo all'inizio il mio intendimento non è attaccare qualcuno, ma mettere in guardia da certi pericoli spirituali, a beneficio di chiunque voglia riflettervi.
      Il giudizio sull'operato di monsignor Lefebvre non spetta certo a me, ma solo a Dio. Al di là di tutto, rimane senz'altro il fatto che dobbiamo sostanzialmente a lui la conservazione della Messa tradizionale.
      Lo Spirito Santo può "ritirarsi" nel senso che Dio smette di richiamare l'umanità indurita nel peccato e nell'incredulità, ma non nel senso che abbandoni la Chiesa nel suo complesso, eccettuati quei singoli membri che hanno rigettato la fede.
      Quanto all'ignoranza della Tradizione, non possiamo dimenticare il fatto che dopo l'ultimo concilio è stata fatta tabula rasa di tutto il passato ed è quindi oggettivamente difficile, per molti, avervi accesso, a meno di una grazia speciale.

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    2. Scusi ma dove ha letto l'attacco alla comunità di Econe? Se di attacco si può parlare esso pare più rivolto verso quel mondo che considera la chiesa finita col Vaticano II , la messa NO invalida , e che alla fine determina l'allontanamento dai sacramenti , perchè tizio "non è papa" e cose di questo genere.

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  2. La ringrazio padre peró, mi chiedo, perché i fedeli non attingono direttamente al deposito della fede?
    Perché non leggono le importanti encicliche degli ultimi due secoli, ad esempio la Pascendi, la Mortalium Animos, Libertad ecc...
    Perciò parlo di ignoranza colpevole.
    Anche in famiglia, persone più grandi me (60 anni) e, quindi con una formazione tradizionale esaltano questa gerarchia è i loro cattivi insegnamenti. È esattamente ciò che volevano. Una Chiesa "aperta" e "moderna", a misura d'uomo.
    Troppo comodo dire che non hanno la Grazia speciale per poter capire.
    Per questo, ne sono convinto, il Signore ci sta donando pastori, non secondo il suo cuore, ma il nostro.
    Antonio

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    1. Dopo cinquant'anni di predicazione e catechesi inconsistenti, pochi sanno ormai cos'è il deposito della fede e a pochissimi passa per la testa che ci possa essere un interesse a leggere il Magistero degli ultimi due secoli.
      La generazione del '68, che ha voluto una Chiesa a suo uso e consumo, ha ottenuto quel che voleva, ma lascia il nulla dietro di sé.
      A quanto pare, il Signore ci ha dato il compito di ricostruire da capo, senza però demolire anche quel poco che è rimasto in piedi, bensì prendendo ognuno là dove si trova e aiutandolo a camminare verso il meglio.

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  3. La struttura gerarchica della CHIESA CATTOLICA non è esclusivamente una creazione voluta dall'uomo per meglio diffondere il Vangelo nel mondo:è stata,è e sarà fino alla fine del mondo, Volontà di Nostro Signore Gesù Cristo:Lui scelse i dodici,Lui scelse gli altri discepoli,Lui volle che Giuda fosse sostituito da un altro dopo il suo suicidio,"suggerendolo"agli altri attraverso lo Spirito Santo:Il Consolatore vi rivelerà La Verità tutta intera!Anche se oggi ai nostri occhi,sembra che lo Spirito L'abbia abbandonata,sarebbe un grosso errore attribuire alla nostra capacità di incomprensione il pensiero di DIO:se umanamente valutassimo,quale ruolo insignificante possiamo avere nel progetto di Salvezza Divina,solo questo basterebbe a farci riflettere sul ritenersi(e qui parlo solo di me)servo inutile e non sicuramente un eletto a cui Dio ha dato mandato di azione.Tutte le volte che mi capita di sentire affermazioni del tipo"messe non valide" o lo Spirito lì non agisce, ovvero sacramenti non validi(amministrati da sacerdoti di Santa Romana Chiesa,che restano sempre e comunque sacerdos in aeternum)mi tornano in mente le parole degli apostoli:Abbiamo visto alcuni che scacciavano demòni in tuo nome ma glielo abbiamo proibito perchè non erano dei nostri!La risposta di Gesù credo che la conoscano tutti;oggi qualcuno, in questa momento di prova terribile,potrebbe essere tentato allo stesso modo:abbiamo invitato a non partecipare più a quella messa novus ordo in unione con e a non ricevere da tali ministri alcun sacramento perché lì non c'è lo Spirito Santo,dimenticando che lo SPIRITO SOFFIA DOVE VUOLE e non si sottomette a regole che nascono da nostri convincimenti o suggestioni che a volte vengono dal maligno! E quando sento dire io sono devoto/a della Madonna di Fatima,io di Lourdes,io sono di Mediugorje,il messaggio di La Salette è fondamentale, perchè si riallaccia a Tre Fontane,mi tornano in mente le parole di Paolo"chi dice di essere di Pietro,chi di Apollo,chi di Paolo..:La Madonna è sempre la stessa e il suo ruolo nel progetto divino è sempre quello portarci a Gesù,che è l'Unico Salvatore del Mondo:così come la Chiesa Cattolica Apostolica Romana resta e resterà sempre l'Unica Depositum Fidei per Volontà Divina,anche se un gran numero di pastori in diversi livelli gerarchici sono passati dalla parte del nemico(ma ne restano sempre tanti che danno la vita per essa)!Di una cosa dobbiamo SEMPRE essere certi soprattutto nei momenti di sconforto:Cristo morendo in croce,aveva previsto e offerto il Suo Sacrificio di Redenzione anche per questa Chiesa, oggi tanto martoriata soprattutto nel suo interno;per questo motivo ebbe a dire dopo la Sua Resurrezione:Non temete IO sarò con voi fino alla fine.Se a noi non ci verrà concesso di poter vedere il riscatto della Sposa di Cristo,ci resta sempre la promessa della Gerusalemme Celeste e vuoi mettere...Sforziamo di entrarci attraverso la "porta stretta"per il resto ci pensa LUI!SIA LODATO GESU' CRISTO
    PS...ma se tu mi sarai infedele IO RESTO IL FEDELE PER SEMPRE

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  4. Per trovare Dio bisogna unire all’intelligenza l’amore perché vale molto più l’amore del sapere umano. Dove ci ha portato tanta scienza umana se non a perdere l’Amore Supremo .Quanta vanagloria e veemenza nell’ interpretazione e reinterpretazione umana del Vangelo,ma in mezzo a tanta scienza non è passato il messaggio dell’Amore ma solo desolazione.”Uomini di buona volontà”ritorniamo al Vangelo cosi come lo ha voluto il Salvatore ,solo così possiamo ritrovare realmente il …” Dio vivente…fuoco divorante che brucia le scorie dell’io e ne incenerisce l’orgoglio,ma poi dona un senso di incrollabile sicurezza che lo rende inespugnabile ad ogni prova della vita e ad ogni assalto del nemico”… allora possiamo di nuovo ritornare a credere e sperare.

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  5. Caro padre, risponderei a chi si scandalizza che Dio le manifesti la sua volontà e che lei la faccia conoscere a noi, come un balsamo prezioso e un grande incoraggiamento, con le parole di Maria Santissima, donate a suor Maria d'Agreda ( in modo particolare al punto 198), così comprenderà che Dio parla in molti modi ed è libero di dispensare le Sue grazie come vuole.
    La mistica citta' di Dio di suor Maria d'Agreda (terzo libro, cap.15):

    "Insegnamento che mi diede la Regina del cielo


    197. Figlia mia carissima, ti confido e paleso molte volte l'amore del mio cuore, perché desidero grandemente che si accenda nel tuo e che tu approfitti dell'insegnamento che ti do. Felice è l'anima a cui l'Altissimo manifesta la sua volontà santa e perfetta; ma ben più felice e beata è quella che, conoscendola, la mette in pratica. In molti modi Dio insegna ai mortali i sentieri della vita eterna: per mezzo dei Vangeli e delle sante Scritture, per mezzo dei sacramenti e delle leggi della santa Chiesa, per mezzo di altri libri e degli esempi dei santi e specialmente per mezzo dell'ubbidienza ai suoi ministri, dei quali sua Maestà disse: Chi ascolta voi, ascolta me, cioè che ubbidire a loro è ubbidire al medesimo Signore. Quando, dunque, per qualcuna di queste strade giungerai a conoscere la volontà divina, voglio da te che con leggerissimo volo, servendoti come ali dell'umiltà e dell'ubbidienza, e come un raggio velocissimo tu sia pronta ad eseguirla, adempiendo il beneplacito divino.

    198. Oltre a questi modi di insegnamento, l'Altissimo ne usa altri per orientare le anime, facendo conoscere in modo soprannaturale la sua volontà perfetta e rivelando così loro molti sacri arcani. Questa conoscenza ha i suoi gradi, e molto differenti; non tutti sono ordinari né comuni alle anime, perché l'Altissimo dispensa la sua luce con misura e peso. Alcune volte parla al cuore e alle facoltà con forza, altre corregge, ammonisce ed insegna; altre volte muove il cuore perché esso lo cerchi, altre ancora indica chiaramente ciò che desidera ed altre infine mostra come un chiaro specchio misteri grandi che l'intelletto veda e la volontà ami. Sempre, però, questo grande Dio e sommo bene è dolcissimo nel comandare, potente nel dare forza per eseguire il suo volere, giusto nei suoi ordini, sollecito nel disporre le cose per essere ubbidito ed efficace nel vincere gli impedimenti, perché si compia la sua santissima volontà.

    199. Ti voglio, figlia mia, molto attenta nel ricevere questa luce divina e molto sollecita e diligente nell'attuare ciò che ti mostra. Per ascoltare il Signore e percepire questa voce tanto delicata e spirituale, è necessario che le facoltà dell'anima siano purificate dalla grossolanità terrena e che tutta la creatura viva secondo lo Spirito, perché l'uomo naturale non comprende le cose alte e divine. Attendi, dunque, al tuo intimo e dimentica tutto quello che è al di fuori; ascolta, figlia mia, porgi l'orecchio distaccata da tutto ciò che è visibile. Se vuoi essere diligente, ama, perché l'amore è fuoco e non sa differire i suoi effetti dove trova disposta la materia; voglio che il tuo cuore sia sempre pronto. Quando, poi, l'Altissimo ti ordinerà o insegnerà qualcosa a beneficio delle anime, principalmente per la loro salvezza eterna, offriti con sottomissione, perché esse sono il prezzo assai stimabile del sangue dell'Agnello e dell'amore divino. Non creare ostacoli a te stessa con la tua viltà e timidezza, ma supera il timore che ti abbatte. Se, infatti, tu vali poco e sei inutile per ogni cosa, l'Altissimo è ricco, potente, grande e da solo fece tutte le cose. La tua prontezza ed il tuo affetto non saranno privi di premio, benché io voglia che tu ti muova soltanto per compiacere il tuo Signore."

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  6. Nel 1855 John Henry Newman aveva colto una frase in una lettera che san Francesco di Sales scrisse all’arcivescovo di Bourges:

    Quantum vis ore dixerimus,
    sane cor cordi loquitur,
    lingua non nisi aures pulsat.

    La sincerità del cuore e non l’abbondanza delle parole tocca il cuore degli uomini: la lingua fa vibrare soltanto i timpani.

    Quando, il 12 maggio 1879, Newman fu nominato cardinale, non si fece elaborare un suo stemma, ma ne prese uno del secolo XVII, ereditato dal padre. Come motto scelse: Cor ad cor loquitur. Questa frase, concisa ed eloquente, profonda ed elegante, esprime in realtà il fondamento della vocazione cristiana che Newman visse in pienezza sia nell’esperienza della vita sia nel suo travagliato e profetico pensiero teologico.

    Il cuore di Dio parla al cuore dell’uomo!

    Caro Padre ,
    a noi sta bene così come ci si e' presentato , ci piace sentire un cuore ardente in una mente bene attenta e prudente a non uscire dalla Vigna del Signore .

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  7. Merita riportare per intero il dialogo con Padre Tarcisio: «Che cos’è la santa Comunione?». «È la misericordia interna ed esterna. Pregate pure Gesù che si faccia sentire sensibilmente». «Che fa Gesù nella Comunione?». «Si delizia nella sua creatura». «Alla Comunione voi soffrite?». «È il punto culminante, ma sono sofferenze amorose». «Nella Santa Messa morite anche voi?». «Misticamente, nella santa Comunione». «È per veemenza di amore o di dolore che subite la morte?». «Per l’uno e per l’altro, ma più per amore». «E che unione avremo con Gesù in Cielo?». «L’Eucaristia ce ne dà l’idea».
    Sorprende un poco l’esortazione che Padre Pio dà ai figli di chiedere che Gesù si faccia sentire “sensibilmente”. Abituati a una visione forse troppo astratta della presenza di Dio in noi, teniamo un po’ a distanza gli aspetti sensibili della vita mistica o semplicemente religiosa. Eppure Dio non è un’idea, chiedere che la sua Presenza ci dia segni anche nel piano della sensibilità non è sbagliato. San Francesco vibrava e si passava la lingua sulle labbra ogni volta che si pronunciava il nome di Gesù perché – diceva – solo al nominarlo sentiva una grande dolcezza sulle labbra, come se fossero sparse di miele. Così forse quel dolore sovrumano del sacrificio veniva sopravvestito e inondato di dolcezza divina, diventando “amoroso”. Ecco l’essenza del sacrificio: anime riguadagnate a Dio. Ed è qui tutto il senso del Cristianesimo, se gli si vuole dare la vera dimensione escatologica ed eterna. […].
    Padre Serafino Tognetti – Alessandro Gnocchi,
    Padre Pio. Santo Eremita, pp. 27-37

    https://www.papaboys.org/quando-padre-pio-disse-io-non-scenderei-mai-dallaltare/

    Dio Padre Onnipotente , nel Nome di Gesu' mandaci santi Sacerdoti

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  8. Fuori tema ma non troppo :
    Potete anche non credermi , personalmente tracciare il segno della Croce lentamente, facendolo bene , mi infonde pace e serenita' tal quale la recita di una preghiera intera e mi piace così tanto invocare la SS.Trinita' tanto da farlo piu' volte durante la giornata .

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