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sabato 9 luglio 2022

 

La Chiesa alla rovescia

 

 

Un lettore, umilmente consapevole di non essere un esempio da imitare, ma al contempo acuto nel cogliere menzogne e distorsioni in campo storico e dottrinale, segnalava di recente la morsa a tenaglia in cui tradizionalisti e modernisti ci stanno schiacciando. Gli uni e gli altri storpiano l’immagine della Chiesa per piegarla ai propri interessi, dettati in realtà (dietro il paravento di intenzioni virtuose, seppur contrapposte) da dinamiche poco chiare. Come già in politica, anche qui conoscere la gestione finanziaria sarebbe illuminante: potrebbe capitare di scoprire che, da un capo all’altro del ventaglio, tutti o quasi sono manovrati con quella leva, in modo da tener sotto controllo ogni corrente della vita ecclesiale. Per sfuggire alla fuorviante dialettica modernismo/tradizionalismo, così da non venire mentalmente e moralmente deformati, occorre tornare alle autentiche sorgenti della Tradizione, che ci ha donato la Sacra Scrittura ed è definita dal Magistero perenne, senza forzature funzionali a questo o quel progetto, ma con cuore libero e mente onesta.

Tale compito non è certo facile nell’attuale contesto socio-culturale. Prima ci han tolto la fede nella Chiesa, poi hanno creato situazioni ecclesiali paradossali per spingerci a reagire senza la fede, alla maniera umana, quasi si trattasse di un’organizzazione politica. Certi cattolici pretendono di difendere la sana dottrina agendo in modo ad essa contrario; la loro, in realtà, è un’ideologia che ognuno si è ritagliata secondo le sue finalità e preferenze, in base al suo libero esame come suprema istanza di giudizio, al di sopra di qualunque altra. Qui, però, siamo in pieno protestantesimo e modernismo; si pretende di risolvere i problemi da essi causati alla Chiesa con la stessa mentalità e prassi che li ha provocati. Nelle fila dei tradizionalisti ci sono subdoli giocolieri della parola tanto quanto in quelle dei progressisti, cosa che tradisce la stessa impostazione intellettuale di fondo: i primi sono in realtà modernisti verniciati di una patina antiquata.

Infallibile cartina di tornasole è la condotta morale, che di solito non brilla per specchiate virtù. Tali personaggi, quando son punti sul vivo, reagiscono con una gamma di comportamenti che va da velate minacce e intimidazioni ad aggressioni verbali velenose e scomposte. Con sorprendente sicurezza, essi attribuiscono all’interlocutore intenzioni non rette, come se vedessero nella sua coscienza, ma in tal modo non fanno altro che proiettare su di lui i propri difetti morali. Fioccano i giudizi temerari fondati su supposizioni maligne, che svelano il fondo orgoglioso di cuori avvezzi alla critica gratuita e alla maldicenza sistematica. Con termini forbiti e pedante erudizione manipolano la realtà presente o il passato storico, soprattutto quando urge legittimare scelte e posizioni ingiustificabili. L’assenza di una sana vita spirituale, unita alla superbia, consegna questi poveretti agli inganni del maligno, che si manifesta loro mascherato da angelo di luce.

Per distinguere chi è guidato dallo Spirito Santo da chi è invece dominato dal proprio orgoglio, basta osservare le disposizioni e i comportamenti dell’uno e dell’altro: da una parte si noterà umiltà genuina, onestà intellettuale, benevolenza disinteressata, pazienza a tutta prova, dimenticanza di sé, indifferenza ai vantaggi personali, abnegazione fino all’eroismo; dall’altra complesso di superiorità, disprezzo di quanti non fanno le stesse scelte, condanna ingiusta e indiscriminata dei comuni fedeli, uso mistificatorio del sapere in funzione della manipolazione delle coscienze, volontà di dominio dissimulata dalla dedizione a una santa causa, critica astiosa degli avversari fino all’odio feroce. Chiunque può agevolmente scorgere le differenze sul piano pratico, anche nel caso in cui, in un primo momento, si sia lasciato infatuare da una personalità magnetica oppure da un’accoglienza bonaria, che nasconde però la trappola di un accanito proselitismo mirante a catturare l’individuo privandolo della libertà interiore per mezzo di due o tre asserzioni apodittiche non dimostrate, ma ripetute fino all’ossessione, secondo il metodo tipico delle sètte.

Tutto questo fumo confonde le menti, impedendo ad esse di cogliere la realtà evidente di macroscopici errori e difetti. Si diffonde sempre più una preoccupante tendenza a definire delicatissime questioni teologico-canoniche senza le necessarie competenze, ma sulla base di quattro idee sgangherate che qualcuno ha inculcato in menti tanto impreparate quanto avide di pretesti per la loro ribellione. Esse son prigioniere di una sorta di bolla cognitivo-narrativa da cui non vogliono uscire, cercando anzi di attirarvi altri nella vana speranza di attenuare, mediante l’impressione di esser sempre più numerose, i morsi della coscienza che le rimprovera. Chi si ritiene chiamato in causa si domandi come mai si sente interpellato ed esamini le sue disposizioni interiori, piuttosto che ingiuriare chi lo mette in guardia per pura carità e unicamente nel suo interesse. Un paziente che insultasse il medico che gli ha diagnosticato la malattia non darebbe prova di grande intelligenza.

Ancor più grave è capovolgere l’ordine divino della Chiesa pretendendo di giudicare tutto e tutti, dal vertice in giù. Altro è rilevare l’incongruenza di detti e fatti che ripugnano alla coscienza cattolica, altro è considerare destituita un’autorità superiore con una pretesa priva di ogni fondamento. Certi tutori della Tradizione e della vera Chiesa si considerano invece investiti del compito di emettere sentenze su chiunque e autorizzati, correlativamente, a violare la disciplina ecclesiastica in materia grave. Tali atti, se compiuti con piena avvertenza e deliberato consenso, costituiscono peccato mortale; se uno è sacerdote o vescovo, di conseguenza, commette sacrilegio ogni volta che celebra la Santa Messa in quello stato, esponendo l’anima al pericolo della dannazione eterna. In questa fattispecie rientra l’ordinazione presbiterale conferita e ricevuta illegalmente, cosa che comporta altresì, per l’ordinato, l’immediata sospensione a divinis.

Un’ordinazione sacerdotale, anche se clandestina, è per sua stessa natura un atto pubblico e riguarda tutta la Chiesa. I fedeli hanno inoltre il diritto di sapere se un sacerdote esercita il ministero in modo legittimo o no e di avere la certezza che impartisca l’assoluzione validamente (cosa impossibile in mancanza della facoltà concessa dall’Ordinario). Uno degli elementi indispensabili dell’appartenenza alla Chiesa, dopo la professione di fede e la ricezione dei tre Sacramenti che ci fanno cristiani, è la comunione gerarchica, senza la quale tale appartenenza è imperfetta – situazione, questa, che mette a repentaglio la salvezza dell’anima, qualora sia il risultato di una scelta deliberata. Un vescovo non può non conoscere tutte queste verità e dovrebbe quindi tenerne conto, sia per timore del giudizio di Dio, sia per rispetto del Suo popolo.

Nel discernimento di una vocazione bisogna fondarsi sulla pura realtà delle cose, che né le convinzioni personali né una situazione eccezionale possono modificare; l’irremovibile ostinazione nelle proprie opinioni e l’intenzione di violare in modo grave la disciplina ecclesiastica non ne sono certo indizio favorevole, ma piuttosto occasione di peccato mortale, con il rischio di oppugnare la verità conosciuta (uno dei peccati contro lo Spirito Santo). Ribadiamo altresì che le scelte di rottura fanno il gioco dei nostri avversari, i quali non cercano altro che un pretesto per metter fuori della Chiesa chi li contrasta rimanendo all’interno come una spina nel fianco; che materialmente siano fuori loro non è una ragione per farci espellere da casa nostra. Se il Signore vuole che uno diventi prete, infine, è perfettamente in grado di trovare il tempo e il modo – sempre che il candidato sia idoneo e non ambisca invece una mera promozione personale a una posizione di dominio.

Certi comportamenti, per loro stessa natura, sono di carattere scismatico, in quanto si fondano sul rifiuto dell’obbedienza alla legittima autorità ecclesiastica in ciò che è doveroso, a prescindere dalle carenze e dai peccati di chi la detiene. Essi, poi, tendono anche all’eresia, soprattutto se lo stato di separazione si prolunga: per giustificare quella situazione irregolare, infatti, chi vi si è posto cerca di forzare i dati dottrinali a proprio vantaggio. L’ostinazione nell’errore, se resiste a ogni tentativo di persuasione e provoca una condanna, diventa eresia formale, la quale rappresenta un’ulteriore causa di scisma in quanto viene meno la professione della fede nella sua integrità, la quale, come appena ricordato, è la prima condizione dell’appartenenza alla Chiesa; può allora succedere che uno sia scomunicato sia per una cosa che per l’altra, che sono due delitti distinti.

Ora, seguire un prete scomunicato o sospeso e assistere alle sue celebrazioni è peccato mortale, in quanto viola l’ordinamento canonico in materia grave. In ogni caso, scegliersi le guide da sé, anziché accettare quelle che la Provvidenza dona oppure, se difettose, infligge a sconto dei peccati, significa farsi la Chiesa per conto proprio, ma una Chiesa alla rovescia. L’autorità gerarchica non si fonda sul consenso popolare né dipende dal gradimento della base, bensì viene da Dio; chi le si ribella perché non gli piace colui che la detiene fa esattamente come i progressisti e dimostra di essere impregnato del moderno democraticismo – ma in nome della Tradizione, perbacco! Se un Pastore, d’altra parte, esige qualcosa che non è di sua competenza, senza oltretutto impegnare formalmente la propria autorità (come nel caso dei cosiddetti vaccini), nessuno è tenuto a obbedirgli; se invece insegna qualcosa di contrario al Magistero perenne, si è obbligati a resistergli, ma senza per questo porsi in una situazione irregolare o ribaltare l’ordine stabilito dal Signore.

Se ognuno pensasse di più ai propri peccati, attuali o passati, coglierebbe tutte le occasioni che la presente congiuntura ecclesiale gli offre per farne penitenza. A chi sinceramente vuole santificarsi secondo la sana dottrina nessuno al mondo può impedirlo – nemmeno il Papa, vero o falso che sia, santo o peccatore, ortodosso o eretico, cosa che non è di competenza dei fedeli stabilire e, quindi, non è affare di cui debbano occuparsi, neanche se fanno i giornalisti… o vogliamo anche noi ridurre la Chiesa ad una qualunque agenzia di potere e d’influenza, secondo criteri puramente mondani? Se qualcuno ha voglia di farlo, non siamo certo in grado di impedirglielo, ma per lo meno non pretenda di difendere la Tradizione, se non quella che si è forgiato a suo uso e consumo. Preferiamo resistere in una Chiesa terrena zeppa di peccatori e miscredenti, sopportando pazientemente la zizzania fino al giorno del Giudizio, piuttosto che selezionarci una congrega di “puri” autoeletti che autocertificano la propria ortodossia. Chi non è d’accordo si legga il Vangelo.


43 commenti:

  1. Don Elia, articolo eccezionale. Grazie mille!

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  2. Grazie Rev.Padre perche' aiuta noi povere pecore senza pastore a
    " leggere correttamente "mediante gli occhi della Madre del Buon Consiglio. Le Sue parole di pre-conclusione mi ricordano la Genealogìa di Gesu'.

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  3. Reverendo don Elia, la ringrazio molto per aver chiarito la necessità dell'obbedienza all'autorità legittima in cose lecite affinché l'unione con la Chiesa cattolica possa essere definita davvero piena e di non limitarsi ai primi due punti fondamentali (sana dottrina e ricezione dei Sacramenti), nonostante le derive ed i tanti problemi che oggi affliggono dall'interno la Sposa di Cristo.

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  4. E se Bergoglio veramente non fosse regolarmente eletto, se non fosse Papa, come dovremmo comportarci? Dovremmo evitare di andare a messa in unione con chi Papa non è?
    Sono molto confusa...

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    1. Non tocca a noi stabilire questo. Andate a Messa senza porvi il problema: ogni Messa celebrata secondo le norme è valida e lecita; è invece proibito assistere alla Messa celebrata da un sacerdote o vescovo in situazione irregolare, sospeso o scomunicato.

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  5. Ho letto le ultime 20 righe sono D'accordo. Gesù abbi pietà di me povero peccatore

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  6. Grazie padre, addolora molto essere circondati da settari vari che diffondono le loro eresie, la "loro" Chiesa, il "loro" papa, i "loro sacramenti". Coraggiosamente dobbiamo rimanere fedeli alla Santa Chiesa, restando nell'ovile, accettando pastori indegni (ma chiedendoci soprattutto se noi al loro posto faremmo meglio!), offrendo e riparando. Solo così la misericordia di Dio potrà intervenire al tempo opportuno e pulire le sozzure che infestano la barca di Pietro. Sacerdoti come lei sono la riprova che il grano cresce sempre insieme alla zizzania, quindi non dobbiamo temere nulla, ma solamente vigilare sempre su noi stessi e sulla corretta ortodossia della Fede trasmessa, muovendo guerra al peccato ed espiando le colpe di chi sporca la Sposa di Cristo. Laudetur Iesus Christus!

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  7. Lei conosce benissimo tutte le eresie blasfeme uscite dalla bocca di bergoglio nei confronti della SS. Trinità, di Cristo, della Santa Vergine, dei Comandamenti (che non sono assoluti, ha sentenziato l'eretico, ponendosi addirittura al di sopra della Legge Divina), lei ha visto il rito idolatra di pachanama officiato da lui stesso in San Pietro. E lei, un consacrato in Cristo, quindi pienamente consapevole ed attrezzato per difendere il Vangelo dai falsi profeti COME LE COMANDA CRISTO, lei OSA criticare e infangare coloro che hanno sacrificato tutto, anche a costo della vita, per gridare, anche dai tetti con tanto di corpose prove documentali, che sul trono di Pietro siede un usurpatore eretico apostata idolatra sacrilego di pachamama, scomunicato latae sententiae a norma della Legge canonica. Lei conosce tutto questo e TACE, colpevolmente tace.
    Si rilegga il Vangelo che ha volutamente dimenticato e, a proposito degli eretici, ristudi la Summa Theologiae di San Tommaso.
    Il suo articolo è distorsivo, evasivo, fumoso e confundista, la stessa tecnica usata dal suo padrone: confondere e intanto smantellare la Chiesa dall'interno come un cancro purulento.
    Lei conosce tutto questo e persiste nel mantenere nell'errore le anime a lei affidate, come può dormire la notte?
    Non vorrei essere suo posto quando si presenterà ai Cancelli del Cielo.
    Francesca Calderoni

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    1. Non mi pare proprio di aver taciuto circa le derive di Bergoglio in atti e parole; è dal Gennaio del 2015 che le denuncio. Questo, tuttavia, non mi abilita a giudicarlo in foro esterno, dato che non ne ho l'autorità; diversamente capovolgerei l'ordine stabilito da Cristo. Ciò che non mi fa dormire la notte è il pensiero di tanti cattolici che, seguendo guide che si sono investite da sé, stanno imboccando la via dello scisma, con il rischio di separarsi dalla Chiesa e, di conseguenza, dal Signore Gesù Cristo, con grave pericolo per la salvezza delle loro anime.

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    2. Quindi per Lei esistono 2 verità: una in "foro interno" e una in foro esterno. Ecco trovato il bug. La perpetuata abitudine a mentire ai suoi superiori circa questo blog deve averla condotta a questa forma di schizofrenia spirituale. La inviterei caldamente ad un'esame di coscienza serio.

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    3. Non pretendo affatto che esistano due verità. Se non l'ho ripetuto abbastanza, sto solo ricordando che l'aver rilevato con la propria coscienza i difetti dei Pastori non ci conferisce la facoltà di giudicarli sul piano canonico, pur autorizzandoci a rimproverarli ed esigendo anzi, in caso di incitamento al peccato, di resistere loro in ogni forma lecita.
      L'esame di coscienza va raccomandato a chi accusa temerariamente il prossimo di cose che non conosce e, su questa base, si lancia poi addirittura in diagnosi spirituali.

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  8. Mauruzio Blondet chiede preghiere https://www.maurizioblondet.it/comunicato-di-maurizio-blondet/

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  9. Per chiunque segua ( poco o tanto ) questo pregevole blog, consiglierei a Don Elia di specificare nell'avviso finale, quale passo del Vangelo conviene rileggere, che sia connesso al discorso del post. Non fermarsi solo a un'allusione generica, data la grande confusione, sia cognitiva che psico-emotiva e spirituale, in cui sono intrappolati e oppressi milioni di fedeli, pecore sbandate tra varie proposte-chimere, incapaci di (ri)trovare un orientamento e guida affidabile dai pastori ottenebrati dal regime, nel tragico Giovedì Santo della Chiesa, perdurante da molti anni.
    Grazie.

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  10. Rev.Padre, forse la mia richiesta le sembrera' bizzarra. Non ho un Direttore spirituale e al fine di essere pronti per qualsiasi prova e tribolazione che la Chiesa e noi fedeli saremo costretti a sopportare, vorrei provare ad offrire , in questo scorcio del mese del Preziosissimo Sangue, un piccolo sentiero di petali di rose al Cuore Immacolato di Maria, se Lei vorra' cortesemente comminarmi ( genere femminile) una penitenza, senza che la scelga da me. Grazie , preghiamo gli uni per gli altri. Ave Maria!

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    1. Mortifica la lingua non rispondendo alle critiche ingiuste, a meno che ciò non dia scandalo o sia in gioco l'onore di Dio. Ave Maria!

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  11. Don Elìa, con i mezzi che la Provvidenza mette sulla Sua strada, indica le erbe commestibili, quelle non commestibili (da cui stare lontani), quelle infestanti, che dovrebbero essere eradicate per mantenere in ordine il giardino dell'anima.Così come usano fare i monaci con il loro Giardino dei semplici. Se qualcuno, incurante degli avvertimenti, volesse comunque provare il gusto dell''Amanita phalloides, sappia che era stato avvertito.

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  12. Guardi Don Elia, non ho la pretesa di difendere alcunchè. Riconosco il mio stato di peccatore bisognoso -continuamente- della Grazia Divina e della necessità di conversione.
    Non sono assolutamente alla ricerca di una congrega di "puri" . Solo NON posso fare a meno di rilevare (in modo ormai incontrovertibile) che Bergoglio compie ogni sua azione in maniera demoniaca. Contro la Dottrina perenne insegnata da Nostro Signore Gesù Cristo.


    Sia Lodato Gesù Cristo

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    1. Neanch'io posso fare a meno di rilevare i fatti, ma ribadisco che ciò non mi abilita ad emettere giudizi di natura canonica su chi sta sopra di me, dato che non ne ho il potere. Oltretutto non voglio farmi intrappolare in una critica ossessiva di ogni parola e azione di colui che occupa il Soglio di Pietro: ho di meglio da fare e desidero impiegare il mio tempo nell'aiutare le anime non solo ad evitare i cattivi pascoli, ma anche a santificarsi.

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  13. Spirito Santo, nel Cuore Immacolato di Maria,donami di desiderare di desiderarTi!

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  14. radicatinellafede rnf
    Omelia di don Alberto Secci: Per un lavoro reale.
    Domenica 10 Luglio 2022
    https://www.youtube.com/watch?v=gYtgqtTSChw&t=2s
    Toh, guarda,anche Don Alberto porta l'esempio della "morsa a tenaglia". E' necessaria la morale? Sì, per il tuo reale cambiamento che e' la salvezza.

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  15. Carissimo padre,
    grazie per questo articolo, che è una guida sicura e un incoraggiamento alla "resistenza interna". Rattrista il fatto che ancora in molti ci facciamo distrarre dalle battaglie "esterne" -e come ci ha spiegato anche non "lecite"- invece di concentrarci su quelle interne, che plasmano il cristiano esterno visibile agli altri, rendendo più o meno credibile la nostra testimonianza.
    Lo scoraggiamento per i confessionali vuoti dalla parte del sacerdote nelle parrocchie, per l'insegnamento di mezze verità o complete falsità, per l'incuria della salute delle anime (sostituita dalla salute dei corpi), oltre alla solita corruzione che non dovrebbe stupire più nessuno ormai, ci tenta a puntare il dito all'esterno, o contro la gerarchia, invece di farci riflettere sul perché siamo arrivati a questa situazione, sulla corruzione di ciascuno che ad essa ha contribuito.
    Nessuno ne è immune: dalla pia vecchietta che consiglia al nipotino di "accompagnarsi" e non sposarsi, perché le donne non sono buone -cosa ascoltata tra i banchi della chiesa-, a chiunque di noi quotidianamente scende a compromessi con il mondo in uno o più ambiti.
    Dovremmo essere istruiti e invece qualcosa ci rende pigri nell'imparare ciò che veramente è importante, dovremmo togliere la famosa trave nel nostro occhio e, pur di non riconoscere che siamo ridotti male spiritualmente, perché la nostra superbia ne soffre, continuiamo a contare le pagliuzze negli occhi degli altri. O anche le travi, ma siamo i primi ad averne una.
    È un tempo difficile, in cui il nemico le tenta tutte, e anche quando pensi di esserti lasciato alle spalle, e aver lasciato nella Misericordia di Dio, il peggio, davanti a te si presentano tante tentazioni sotto ogni forma. Non si faccia scoraggiare, sappiamo che già una volta la voce di uno che gridava nel deserto la via al Signore l'ha preparata davvero. Ma devo dire che a mio parere questo è veramente un articolo-bussola in questa situazione; spero che con un po' di apertura di cuore molti ne traggano gli insegnamenti sicuri che dà. Guardarsi dentro e scoprire che non si è quello che si vuole essere fa sempre male, ma raddrizzare il sentiero che si segue per arrivare alla meta giusta vale qualsiasi pena.

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    1. Effettivamente il diavolo tenta fortemente, con la ribellione o lo scoraggiamento, coloro che non è riuscito a far deviare mediante i cattivi Pastori. Una volta preso atto della deriva di una parte della gerarchia, continuare ad accusarla in modo ossessivo ci distoglie dal necessario lavoro su noi stessi, che siamo parimenti responsabili dello stato spirituale della Chiesa, anche se a un livello inferiore. In fin dei conti, ognuno renderà conto al Signore di se stesso. A chi, d'altra parte, vuole istruirsi nella sana dottrina e vivere in modo ad essa conforme nessuno può impedirlo.
      Ringrazio di cuore per l'incoraggiamento, che ricambio con la mia benedizione.

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  16. La mia considerazione, che ringrazio abbia ponderato benemeritamente a fini pastorali per tutti noi, la suggerivo semplicemente perché così appare la situazione.
    Campioni di queste due sponde mi paiono essere Pio X e Paolo VI, che in un modo od in un altro hanno manomesso la liturgia e non solo, e ciò come ben sottolinea non perché si debba compromettere il papato o giudicare i due santi in questione, ma semplicemente perché in ossequio alla natura che DIO vuole noi ben usiamo non si può spegnere il cervello e tutto il resto, perlomeno sul piano logico-fattuale prima ancora che prettamente teologico. Mi premuro solo di non considerare modernistici i tradizionalisti ma sarebbe sterile divagare su questo, magari ci sará altra occasione per approfondire ciò.

    Sulla questione del papato attualmente mi stupisco del credito di certi personaggi che sembrano appunto rinsaldare il polo soccombente ( chissá per quanto... ) per alimentare lo scontro.
    Che un papa sia tale anche dopo incresciose cadute è la storia a dimostrarlo, e tutti possono resistergli come doverosamente è giusto quindi credo che il problema non si ponga. In fin dei conti abbiamo avuti papati ben peggiori di questo nella storia

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    1. Al di là delle opinioni che ognuno può formarsi in coscienza (purché siano ben fondate), lasciamo a Dio il giudizio sui papi del passato.
      Quanto a quello attuale, i suoi difetti non devono alimentare scontri e divisioni, ma spingerci a più intensa preghiera e penitenza perché il Signore si degni di liberarcene.

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  17. Vero che non è competenza dei fedeli stabilirlo, ma è forse loro competenza stabilire qual è la sana dottrina?

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    1. Nemmeno questo, che è compito del Magistero. Nelle questioni attualmente controverse, bisogna riferirsi a ciò che la Chiesa ha costantemente insegnato in materia.

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  18. Non mi pare proprio di aver taciuto circa le derive di Bergoglio in atti e parole; è dal Gennaio del 2015 che le denuncio." Come vede ,lo ha già ammesso lei che ci sono derive nello pseudo pontificato di Bergoglio per cui lo scisma c'è già da allora, ma finchè non lo si ammette pubblicamente, si continua ad ingannare le anime. Per fortuna si stanno accorgendo da sole di questa rottura. Non c'è gerarchia che tenga, oggi, che valga la pena di considerare tale. Quando i pastori si nascondono, il lupo fa strage di pecore.

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    1. A quanto pare, non ho espresso in modo abbastanza chiaro che non è nostro compito dichiarare scismi o emettere sentenze su chi sta sopra di noi.
      Quanto alla gerarchia, considerarla indegna nella sua totalità (condannando ogni singolo vescovo e sacerdote) è forse un tantino superbo...

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  19. "Se il Signore vuole che uno diventi prete, infine, è perfettamente in grado di trovare il tempo e il modo."

    Questo e'secondo me il punto chiave di questo eccezionale articolo. E come la storia ha mostrato purtroppo chiaramente, la profonda e perfetta conoscenza della tradizione non equivale purtroppo a una garanzia di aver compreso questo principio, anche se indubbiamente aiuta: conosco gente che non ha mai detto una preghiera in latino che questo concetto lo ha imparato molto meglio di me, e prego anch'io di arrivarci prima o poi. Grazie don Elia!

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  20. La perdita del “giusto rapporto” con Dio Creatore: il peccato originale
    «Questa è l’epoca del peccato contro Dio creatore!»Benedetto XVI

    http://www.albertostrumia.it/rapporto%20con%20Dio%20Creatore

    "Come la legge di gravità governa il moto dei corpi celesti, così i Comandamenti sono le leggi date per regolare la vita degli uomini. Non rispettarli equivale a danneggiarsi con le proprie mani."
    Riflessione di Don Alberto Strumia

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  21. Reverendo don Elia, le avevo scritto qualche giorno fa, un mio pensiero circa il concetto di tradizionalismo, sulla figura "controversa" di Mons.Lefebvre, e terminavo con il caso di don Claudio Crescimanno. Non mi vedo pubblicato, e non leggendo un suo commento, Le chiedevo i motivi, se è lecito domandare. Non vorrei essermi macchiato di gualche grave mancanza.
    In attesa di un Suo cortese cenno, nel salutarla, Le garantisco le mie preghiere. Ave Maria.

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    1. Non voglio entrare in polemiche "ad personam". Mi limito a condividere ciò che osservo per coloro che vogliano giovarsene.

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  22. "Cari amici, nessuna avversita' possa paralizzarvi. Non aver paura ne' del mondo, ne' del futuro, ne' della tua debolezza. Il Signore ti ha permesso di vivere questo momento della storia, perche', per la tua fede, il Suo Nome continui a risuonare nel mondo."
    Papa Benedetto XVI
    https://www.maurizioblondet.it/wp-content/uploads/2022/07/nessuna-aversita-7879656.jpg

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  23. Oportet ut scandala eveniant.

    Cadono tante maschere in questo periodo, cade anche quella di un prelato anonimo che dal conforto della sua parrocchietta spara a palle incatenate su fratellanze che seguono la Tradizione e che l’hanno preservata. A costoro vengono riservate parole velenose e spietate, sul solco della “misericordia” del brigante che occupa il soglio di Pietro. A dire dell’anonimo reverendo blogger si puo’ giudicare indegni e scismatici Monsignor Lefebvre o i sacerdoti dell’ IMBC , ma bisogna tenere un silenzio pietoso e accomodante sulla Chiesa e le sue gerarchie, il che oggi rappresenta una forma di complicità intollerabile, un'approvazione di condotte deplorevoli (da MACELLAI, disse S. Pio da Pietralcina).

    Abbiamo un papa e una gerarchia ben rappresentati dalla frase “Chi sono io per giudicare”, che ha estasiato i nemici del cristianesimo. Dovrebbe proprio essere il Supremo Pastore a guidare ed ammonire e giudicare la condotta delle pecore e degli agnelli del gregge affidatogli dal Salvatore. Un pastore, quello che ci è stato inflitto dalla divina Provvidenza a causa delle nostre colpe, che non esita ad insultare ripetutamente ed aspramente i buoni cattolici e i bravi Prelati, ma che mostra una indulgenza sconfinata verso i pervertiti, dal prete libidinoso al Vescovo molestatore, dal religioso sporcaccione al Cardinale orgiasta. E che riceve in udienza omosessuali concubinari e transessuali, mentre ostinatamente si rifiuta di incontrare ecclesiastici dalla condotta ineccepibile e perseguita i fedeli, religiosi contemplativi e celebranti della S. Messa di sempre.
    E ora sapete ciò che impedisce la sua manifestazione, che avverrà nella sua ora. Il mistero dell'iniquità è già in atto, ma è necessario che sia tolto di mezzo chi finora lo trattiene (II Tess II, 6-7).
    Oggi comprendiamo cosa intendono le Scritture allorché parlano del κατέχον, ossia di colui che trattiene la venuta dell'Anticristo: la vistosa latitanza del Romano Pontefice, sul cui trono siede un personaggio che si è reso complice ed artefice esso stesso dell'apostasia.

    Quale rispetto verso la Santissima Eucaristia ci si può aspettare da parte di chi la profana celebrando la Messa con l'anima macchiata da tali colpe? Quale devozione verso la Vergine Santissima, in chi oltraggia la verginità e coltiva la depravazione? Quale timor di Dio, in chi osa conculcarne la santa Legge e calpestarne la divina Parola? E ancora: quale spirito di mortificazione, in chi coltiva le passioni più abbiette? Quale santità, in chi pratica l'empietà? Quale vita di Grazia, in chi coltiva e promuove il peccato? Quale cura delle vocazioni sacerdotali e religiose, in chi considera seminari e conventi come ghiotta riserva di giovani da corrompere?

    Ma come si può ritenere che sia credibile la difesa del CVII, quando viene da gentaglia di tal fatta? Siamo al cospetto dell’inversione piu’ totale, del cinismo piu’ assoluto, gli intrusi che occupano la Chiesa da 60 anni vogliono ch la loro opera malvagia venga considerata santa, benedetta e voluta da Dio. Promuovono la menzogna e l’errore e rigettano la Verita’, peggio ancora praticano il male chiamandolo bene e demonizzando il bene.

    Non so in che salvataggi di anime fosse impegnato lei nel corso degli scorsi due anni don Elia. Le posso dire che i sacerdoti dell’IMBC e dalla FSSPX giravano l’Italia per portare i sacramenti e assistere i fedeli. Mettendoci la faccia, senza anonimato. Mia figlia in UK andava alla S. Messa che i lefebvriani celebravano nel parcheggio antistante la cappella, all’aperto, per la proibizione di trovarsi in luoghi chiusi.
    Si guardi un po’ dentro, don Elia, e veda lei.







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    1. La mia risposta è contenuta nell'articolo di oggi, Sabato 16 Luglio. Chi pensa solo per classificazioni binarie e secondo schemi manichei non sa fare altro che concludere che, se uno raccomanda di non porsi in una situazione scismatica, stia per ciò stesso giustificando tutto quello che si fa nella Chiesa attuale. Per quanto guidata anche da cattivi Pastori, essa rimane pur sempre la Chiesa una, santa, cattolica e apostolica, al di fuori della quale non c'è salvezza. Come ho già risposto a un altro commento, pretendere che tutti e singoli i vescovi e i sacerdoti, eccetto i lefebvriani, siano eretici o modernisti è una forma di superbia.

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    2. Gentile signora Cecilia,
      lei deve capire che don Elia, non essendo vescovo, non potrà mai cadere nell'errore di Mons. Lefebvre.
      Quindi don Elia rimane una valida alternativa per restare nella Chiesa senza incorrere in sanzioni canoniche, malgrado le sue trascorse non indifferenti sparate sul Papà, anche perché non si può scomunicare un personaggio fisicamente inesistente, essendo egli un prete virtuale. Il suo anonimato lo protegge, non solo a vantaggio suo personale, ma anche di tutti i suoi seguaci di questa pia piattaforma virtuale.

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    3. Una concezione puramente esteriore e materialistica della Chiesa. Indegna di un fine teologo come lei. Inesistente nella Tradizione e funzionale unicamente a blindare il potere di chi lo detiene, con qualunque mezzo acquisito. La Chiesa è ben altra cosa che non la gerarchia. Non lo dice il CVII, ma tutto il N.T.

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    4. "bisogna tenere un silenzio pietoso e accomodante"

      Se si e'limitata a leggere questo ultimo articolo comprendo bene il suo errore in buona fede, ma se vorra'leggere anche gli articoli piu'vecchi vedra' in prima persona che non si può proprio parlare di "silenzio pietoso e accomodante".

      "Ma come si può ritenere che sia credibile la difesa del CVII, quando viene da gentaglia di tal fatta?"

      Senza voler metter la testa sotto la sabbio o ignorare gli evidenti problemi, ma lo stesso don Minutella, prima di prenderne le distanze, aveva pubblicato delle eccellenti catechesi sul CVII e sul modo "ortodosso" di intenderlo - fra parentesi, era stato duramente criticato per questo, si veda qui:

      https://www.ricognizioni.it/il-fenomeno-don-minutella-di-cristiano-lugli/

      https://www.facebook.com/radiodominanostra/posts/di-don-minutellain-risposta-alle-costanti-critiche-che-mi-vengono-rivolteda-quan/2202550029990246/

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    5. Non ho mai affermato che la Chiesa si esaurisca nella gerarchia né ho il minimo interesse a "blindare il potere" comunque acquisito. Una concezione materialistica della Chiesa, semmai, è proprio quella di chi la identifica con i cattivi Pastori e, sulla base di questa operazione, si ritiene autorizzato a porsi in conflitto con l'autorità, che non tocca ai sudditi legittimare o meno.

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  24. Caro don Elia anni fa, come forse lei ricorda, ritornai nella Chiesa Cattolica. Trovai la situazione che conosciamo e mi trovai in serie difficoltà che, più che altro, si sono aggravate, per cui le chiedo un aiuto che, spero, vorrà darmi. Nella Parrocchia dove abito la Santa Messa è officiata da un laico. La comunione è data in mano, fedeli seduti al loro posto, "serviti" dall'officiante. Il parroco "titolare", che officia nel paese sotto alla frazione di montagna dove abito io, è
    ateo: non crede nella Resurrezione, né nella Presenza reale di Cristo ( Idem il Vescovo della diocesi, massone dichiarato). In merito alla Santa Vergine si è espresso in un modo che farebbe vergogna all'attuale papa. Nelle altre Parrocchie dei paesi della Valle i parroci sono neocatecumenali. Sono andata 1 volta alla "catechesi" di costoro e mai più. La Messa è svilita a balletto. Padre Enrico Zoffoli aveva ragione : sono eretici . Per ora sono riuscita a frequentare la Santa Messa Vetus Ordo ma è molto lontana e temo che in autunno sia per ragionamenti vari che per ulteriori restrizioni a chi non è vaccinato, sarà ancora più difficile, se non impossibile, lasciare la mia borgata. Sono molto angosciata.

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    1. Carissima Valeria, mi ricordo bene di te. Comprendo bene come nella valle in cui vivi il clero cattolico, a forza di "ecumenismo", sia diventato più protestante dei protestanti. Per il momento posso solo raccomandarti di continuare a frequentare la Messa tradizionale, malgrado le distanze, senza angosciarti circa il futuro. Affidiamo al Signore il prossimo Autunno, nella fiducia che la Provvidenza, con il nostro impegno e sacrificio, non mancherà di assicurarci l'indispensabile, sul piano spirituale e su quello materiale.

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