La caduta dei cedri
Ah! quanti cedri del Libano e stelle del firmamento si son visti
cadere miseramente e perdere in poco tempo tutta la loro altezza e il loro
splendore! Da cosa dipende questo strano cambiamento? Non è stata carenza di
grazia, che non manca a nessuno, ma carenza di umiltà (san Luigi Maria Grignion de Montfort, Trattato della vera
devozione alla Santa Vergine, § 88).
Poiché, a quanto pare, la confusione non era sufficiente e i
fomentatori di divisione non risultavano abbastanza numerosi, ecco che un
carmelitano esclaustrato, molto seguito nella sua predicazione e candidato a
capo di una nuova setta, decide di provocare un altro sussulto con un’omelia di
appena un’ora e mezzo, che consiste in realtà nella lettura di un saggio di carattere
storico-canonico e non ha perciò nulla a che fare con il Santo Sacrificio, il
quale – cosa che un sedicente difensore della fede dovrebbe ben sapere – non va
usato come pretesto di vani comizi o per l’esternazione di opinioni personali.
Del resto il modernismo latente dell’oratore (innegabile, malgrado le
intenzioni dichiarate) era già trapelato nella Primavera del 2020 in un’aspra e severa
esortazione a sottomettersi alla reclusione forzata, con
buona pace dei diritti della Chiesa e dei cattolici.
Ovvietà non còlte
Molto malvolentieri sono costretto a riaprire un discorso che
pensavo di aver definitivamente chiuso con un articolo del Dicembre del 2023.
Ci sono attività più utili (come pregare, studiare e predicare), a cui un
sacerdote non dovrebbe sottrarre tempo ed energie per occuparsi ancora di
palesi sciocchezze; tuttavia il bene delle anime, profondamente scosse da
improvvide dichiarazioni, esige una presa di posizione che le pacifichi e
rassicuri, stornandole da nefaste suggestioni di separarsi dalla Chiesa. Il
tono non sembri beffardo: sciocchezza è il termine più delicato per
designare la pretesa di un semplice presbitero di dichiarare vacante nientemeno
che la Sede Apostolica. A prescindere dalle argomentazioni fornite, arrogarsi
un’autorità che non si detiene è un modo di ribaltare l’ordine divinamente
costituito della Chiesa e, di conseguenza, contribuisce solo a danneggiarla
ulteriormente.
Tralasciando le fonti cui l’autore si ispira (un ex-parroco
scomunicato e ridotto allo stato laicale; un giornalista incompetente che
spinge i cattolici fedeli a porsi fuori della comunione ecclesiastica), il solo
merito che gli si possa ascrivere è quello di aver sollevato la questione dei
requisiti giuridici di un atto di rinuncia, in mancanza dei quali esso non è
semplicemente nullo, ma inesistente. Sarebbe stato un ottimo servizio il
segnalare il problema a chi di dovere perché lo approfondisse, senza però prendere
una decisione rovinosa per sé e per altri. Non necessariamente si può e si deve
far valere in foro esterno una conclusione cui si sia pervenuti nel foro
interno della coscienza: nel caso preso in esame, chi è onestamente giunto alla
certezza morale che l’attuale pontificato sia nullo non ha per ciò stesso
facoltà di trarne conseguenze che vogliano avere rilevanza giuridica.
Sorprende che tali ovvietà non siano colte da chi pur si fregia di
un dottorato in teologia. Non meno imbarazzante è l’auspicio che il suo
«intervento possa fungere da invito per le autorità ecclesiastiche a rispondere
in merito alle questioni […] sollevate, […] avviando quindi un dialogo
costruttivo». È almeno dal 2016 che qualunque richiesta di chiarimento,
presentata persino da vescovi e cardinali, è sistematicamente lasciata cadere
nel vuoto; la Santa Sede si sentirà forse obbligata a rispondere a un semplice
religioso che mette in discussione l’autorità del Papa? È da folli anche solo
immaginarlo, di quella follia che, come messo in evidenza dal Montfort in modo
così veritiero, è dovuta alla mancanza di umiltà. L’unica risposta che arriverà
sarà la notifica della scomunica latae sententiae,
come già accaduto per altri sacerdoti che hanno fatto la medesima sciocchezza.
Cui prodest?
L’oratore chiede espressamente a chi dissente da lui di evitare
contestazioni superficiali, tenendo conto della dura fatica che gli
è costato il suo lavoro di ricerca. Dovrebbe esser chiaro – spero – che il
vizio non va cercato anzitutto nelle argomentazioni svolte (che richiedono una
valutazione specialistica), bensì nella pretesa di trarne conclusioni
giuridicamente rilevanti. Un ministro di Dio ha oltretutto l’obbligo morale di
prevedere le ripercussioni negative che i suoi discorsi avranno sui fedeli: in
questo caso, grazie alle reti sociali, si è scatenato un putiferio nel giro di
ventiquattro ore. Si va dallo sbigottimento di chi aveva fiducia nell’autore al
delirio violento di chi non aspettava altro che un nuovo impulso per dar sfogo
alla propria rabbia repressa. La responsabilità davanti a Cristo e alla Chiesa
esige che si rimedi, nei limiti del possibile, con una ritrattazione: chi
spinge i cattolici a separarsi dal Corpo Mistico, infatti, commette una colpa
di gravità inimmaginabile.
Tale peccato, purtroppo, non è nuovo: il sacerdote non è certo il
primo, in questi ultimi sessant’anni, a provocare divisioni in forza di
un’opinione personale. L’unità visibile e il bene delle anime, però, sono beni
di gran lunga superiori alla tranquillità di una singola coscienza che ritiene
di aver risolto un dilemma che, peraltro, non le compete e non è alla sua
portata. Questo atteggiamento, di fatto, è espressione di un idealismo estremo
che ignora la realtà a vantaggio di disquisizioni intellettuali che possono
sempre essere ulteriormente discusse. Che Bergoglio eserciti il supremo
pontificato, che le sue decisioni abbiano effetto e che tutti gli obbediscano è
innegabile; se poi detenga la potestà connessa al suo ufficio formalmente o
solo materialmente non è questione che spetti a noi definire, ma è di
competenza del collegio cardinalizio. Che rifiutargli l’obbedienza non sia un
atto scismatico in quanto non lo si riconosce papa è un cortocircuito logico
derivante dalla negazione dell’evidenza.
Una lezione dai tempi antichi
La superbia non tenuta a bada è segno che manca un’autentica vita
interiore – e ciò, se può essere scusato in fedeli accecati dall’ignoranza o
deformati dal modernismo, sorprende amaramente in un religioso la cui vocazione
è centrata proprio su di essa alla scuola di grandissimi maestri. Come si
esprimerebbe a suo riguardo santa Teresa d’Avila o san Giovanni della Croce?
Poiché non intendo infierire, ricorrerò a un antico Padre del deserto, il monaco
egiziano padre della scuola monastica che fiorì a Gaza nel VI secolo, san
Barsanufio. In una delle sue lettere di direzione spirituale, così si esprime:
«C’è un proverbio che dice: “Vedi correre un giovane? Sappi che l’ha allenato
un anziano”. Per noi, l’anziano che ci allena è Satana. Per gelosia, egli vuol
gettarci in giorni cattivi col pretesto della giustizia e noi non sappiamo che
molti che volevano trarre altri dal fiume vi sono precipitati con loro. Vedi da
quanto tempo vuol tenderti tranelli. […] Dio non ti chiede di far del bene al
prossimo al di là delle tue possibilità» (Corrispondenza, 56).
Il diavolo è il nostro allenatore nel senso che, tentando di
sedurci per permissione divina, ci sprona ad esercitarci nella virtù. Per
invidia, cerca di spingerci alla rovina col pretesto della giustizia,
cioè sotto l’apparenza di motivi buoni e nobili, se non riesce a farci cadere
in peccati comuni ed evidenti. Tanti, presumendo di sé, sono affogati nel fiume
dal quale volevano salvare un altro, essendo finiti nel tranello di voler fare
del bene al di là delle proprie possibilità. Chi sta al suo posto e riconosce umilmente
i propri limiti, invece, capisce queste cose agevolmente. Pur soffrendo intensamente
per lo stato della Chiesa, si adopera ad aiutare il prossimo in ciò che gli è
consentito, senza pretendere di risolvere problemi che non rientrino nelle sue
responsabilità né sconfinare in ambiti che gli siano preclusi; in tal modo
riesce ad evitare ogni trappola. Quando c’è un uragano, del resto, i cedri del
Libano sono più esposti; i semplici arboscelli resistono meglio.
Si quis est parvulus, veniat ad me (Pr 9, 4).
Perché i demoni, che sono ladri astuti, cercano di prenderci alla sprovvista per derubarci e svaligiarci. A tal fine, spiano giorno e notte il momento favorevole, Si aggirano di continuo intorno a noi per divorarci e toglierci in un momento, con un peccato, quanto abbiamo potuto guadagnare di grazie e di meriti in parecchi anni. La loro malizia, la loro esperienza, le loro insidie e il loro numero devono farci temere infinitamente tanta sventura, sapendo che persone più ricolme di grazie, più ricche di virtù, più mature per esperienza e più elevate in santità sono state sorprese, derubate e infelicemente spogliate. Ah, quanti cedri del Libano e stelle del firmamento si sono visti cadere miseramente e perdere in poco tempo tutta la loro altezza e il loro splendore! Da che cosa dipende questo strano cambiamento? Non certo da mancanza di grazia - la grazia è data a tutti - ma da mancanza di umiltà. Si credevano più forti e più sufficienti di quanto non fossero, si sono fidati e appoggiati su se stessi, hanno creduto la loro casa abbastanza sicura e le loro casseforti abbastanza solide per custodire il prezioso tesoro della grazia. Così, per questo loro appoggio impercettibile su se stessi - anche se pareva loro di contare soltanto sulla grazia di Dio - il Signore giustissimo ha permesso che siano stati derubati e abbandonati a se stessi.
RispondiEliminaSan Luigi M. Grignion de Montfort, Vera Devozione, § 88.
Molto ardita questa figura di satana come allenatore. Ho l'impressione che nella patristica orientale sia più approfondito il ruolo che possono avere i nostri nemici nell'economia della salvezza. Spero che "la scura di Elia" possa darci ulteriori lumi su questa parte abissale della teologia che forse chiarisce molti episodi della nostra vita: ci impegniamo, esercitiamo una qualche parvenza di virtà ma almeno momentaneamente otteniamo il contrario di quanto richiesto in preghiera. Come reagire a questi scacchi?
RispondiEliminaBisogna vigilare continuamente sui cattivi pensieri ed esercitarsi a respingerli subito con una frase della Sacra Scrittura.
EliminaGrazie padre Elia! Soffriamo e offriamo in obbedienza. Il Signore ci ha dato questo Papa anche per umiliarci e Lo ringrazio!
RispondiEliminaGrazie!
RispondiEliminaPersonalmente ho formulato la stessa esclamazione :" Forse non c'era abbastanza confusione"?
Grazie per questo nell’articolo! Gia la situazione della chiesa é complicata, in più ci si mettono questi miserabili scismatici come Faré (l’ultimo della lista) a crear ancora più scompiglio.
RispondiEliminaL'eccesso di esposizione mediatica sui social è, a mio modestissimo avviso, la più efficiente tra le motoseghe per i cedri del Libano.
RispondiEliminaP.S. non sapevo che il presbitero in questione avesse avallato pubblicamente la sottomissione dei suoi followers al rito genico di Big Pharma.
Concordo sui pericoli dell'eccesso di esposizione mediatica.
EliminaIn verità, il sostegno non fu dato alla cosiddetta vaccinazione (alla quale il Padre si è poi opposto), bensì alla reclusione forzata del "lockdown". Provvedo a rettificare il testo per eliminare le possibilità di equivoco.
Buongiorno Padre Elia, penso che ben presto i due galli nel pollaio litigheranno tra di loro.
RispondiEliminaSto parlando del capo gruppo e dell'ultimo arrivato, entrambi con laurea in Teologia.
Di sicuro stanno già volando stracci tra Minus ed il giornalista , a causa dell'ultimo arrivato. Storie di ordinaria santa gelosia.
EliminaPadre Elia questa volta le do ragione . Bravo!
RispondiEliminaGrazie di cuore reverendo don Elia. Come sempre ci aiuta a riflettere su situazioni complesse, soprattutto quando si tratta di sacerdoti a cui si riserva grande stima. Volevo chiederle cosa ne pensa di San Damiano piacentino; si può andare per pregare ?
RispondiEliminaNo, perché tutti i vescovi che si sono succeduti a Piacenza dagli anni '60 in poi, in accordo con la Santa Sede, hanno espresso disapprovazione, ma sono stati disobbediti.
EliminaAggiungo che a san Damiano pregano un rosario storpiato, diverso dallo schema tradizionale del vero rosario, che quindi è invalido.
EliminaInoltre raccomandano di bere molta acqua presunta miracolosa e di fare novene di pellegrinaggi in quel luogo per 9 primi Sabati. Tutto sembra finalizzato a far affluire con costanza i pellegrini, a beneficio economico della struttura che li ospita a pagamento.
Dicono che l'acqua di san Damiano sia più "potente" di quella di Lourdes, e si assiste a scene tragicomiche di persone che riempiono taniche da decine di litri di acqua, in numero tale da costringerli ad usare carrelli portacarichi come quelli usati negli aereoporti.
Tutto questo mi ha convinto che il fenomeno è falso, anche se in realtà è già sufficiente prova di falsità la disobbedienza alla Chiesa
Mi perdoni don Elia ma il principio di non contraddizione secondo me qua non si usa : si ubbidisce a chi si vuole.
EliminaNon ho capito cosa vuoi dire. Per favore, puoi spiegarti meglio?
Eliminaintendo su San Damiano, si deve ubbidire ai Vescovi che hanno appurato che non c'è nulla di soprannaturale a S.D. (le assicuro che la veggente ha ubbidito). Quando i Vescovi d'accordo con la Santa Sede decidono di chiudere le Chiese e altro ancora allora no......(sono una povera ignorante che nulla pretende, solo qualche domanda mi pongo)
EliminaRiguardo a San Damiano c'è una decisione reiterata nel tempo da vescovi successivi e concernente un fatto che riguarda la fede. La chiusura delle chiese, invece, è stata una risoluzione pratica della quale è lecito esaminare la legittimità e l'utilità, anche se a suo tempo abbiamo obbedito.
EliminaDon Elia, ignoro se qualcuno ne abbia già fatto accenno in un commento, tuttavia voglio fare menzione di un fatto a dir poco notevole verificatosi il mese scorso, ossia la traslazione della salma del cardinale Agagianian da Roma in Libano, salma rivelatasi completamente incorrotta dalla tumulazione avvenuta negli anni '70, come testimoniano le immagini diffuse. Il fatto è stato ripreso da Direttore di Radio Maria, tuttavia per quanto ne so è stato passato sotto silenzio da Vatican News e dall'Osservatore Romano, indizio della desacralizzazione imperante a livello curiale. Non conosco nei dettagli la vicenda ecclesiale del Cardinale armeno naturalizzato libanese, che comunque fu tra i papabili in almeno due conclavi, soprattutto noto che la vicenda è emersa proprio in un momento storico significativo per il Libano.
RispondiEliminaConcludo, a beneficio di tutti i frequentatori del suo blog, con due mirabili interpreti libanesi di lingua araba, le meravigliose canzoni hanno per tema la resurrezione di Cristo e la regalità di Maria.
Ad maiorem gloriam Dei
https://www.bariconnessa.it/news/attualita/il-corpo-incorrotto-del-card-agagianian-traslato-a-beirut/2689C
https://youtu.be/8x2JquOTvC4?si=-NpLZMvRESk5OJgc
https://youtu.be/L3V-NoX0u6c?si=i1e0mQvh_Xkkmbno
Reverendo don Elia, sono molto addolorato per la caduta di p. Farè. Sono stato un suo penitente e, prima che cadesse, si è speso molto per le anime (tante ore al confessionale, tantissime adorazioni eucaristiche, tante catechesi, diffusione continua della pratica dei primi 5 sabati, primi 9 venerdì e primi 6 giovedì del mese). Pur prendendo totalmente le distanze dalla sua nuova posizione (scismatica), prego e pregherò per lui affinché si ravveda. Spero il Signore gli conceda la grazia della conversione. Ha aiutato tanti a ritornare a Cristo, molti di noi gli devono preghiere affinché possa tornare in comunione con la Santa Chiesa cattolica. Invito anche lei a pregare per il p. Farè. Essendo lei un sacerdote, può ricordarlo in modo particolare durante il Santo Sacrificio.
RispondiEliminaConcordo con questo pensiero.
EliminaPreghiamo con cuore sincero per padre Giorgio perché si metta nella Volontà di DIO!
Certo che se qualche cardinale o vescovo intervenisse come fece San Paolo nei confronti di San Pietro, per frenare quel παπαι quando da fiato al trombone, ci sarebbe meno confusione. Ricordo il card. Martini che un giorno criticava e l'altro pontificava, e nessuno diceva niente, anzi. Ed è anche grazie a lui, modernista, che ci troviamo in questa situazione. Certo non avrebbe vuoluto bergoglio, lo voleva fare lui il pontefice che faceva le riforme del Vaticano III, (le avrebbe fatte con eleganza e il popolino rimaneva a dormire tranquillamente) Dio ha voluto che ci fosse un casinista argentino... Vescovo vestito di bianco.
RispondiEliminaAffinché non succedano certe cose, Dio dovrebbe finalmente punire chi è occasione di scandalo, chi fa il male. Purtroppo ciò non accade mai. Ultimamente ho avuto a che fare con mio fratello e la sua famiglia, che per undici anni hanno letteralmente abbandonato mia madre ammalata di demenza senile di Alzheimer, da me personalmente assistita, per invidia, rancore e odio nei miei confronti. Dopo la scomparsa di mia madre, io ho perdonato le loro cattiverie, poi mi sono rivolto ulteriormente a loro per bisogno e mi sono trovato dinnanzi alla stessa invidia, allo stesso rancore, allo stesso odio di un tempo. Mia madre è morta sette anni e mezzo fa. Sembrava che... invece... essi continuano come prima e pretendono di dare lezioni di vita. Per forza! Non avendo ricevuto nessun castigo, avendo ottenuto il mio perdono, essi si sentono ancora più forti di prima e perseverano nelle loro cattiverie. Perché Dio non li sistema? La risposta potrebbe essere la solita: Dio dá loro tutto adesso per il poco di bene che possono aver fatto, perché dopo non può più dare loro niente. Sarà così? L'atto di fede ce lo assicura e Dio è fedele alle sue promesse. Tuttavia, gli scoraggiamenti, i dubbi sono inevitabili. È vero che l'invidia è denominata la passione triste, che ha già in se stessa la sua punizione, però è vano aspettarsi che le persone malvagie si fermino. Io ritengo che non si possa far finta di niente e mostrarsi sempre dolci dolci. C'è un tempo per la dolcezza (che non è melassa melensa) e un tempo per invocare come minimo la divina giustizia con i salmi imprecatori. Le divisioni nella Chiesa vi sono sempre state, il periodo che attraversiamo, tuttavia, è pericolarmente difficile, ogni giorno ne vediamo di tutti i colori. È inevitabile che vi siano degli sbandamenti. Perché cessino gli sbandamenti bisogna che il Signore si affretti a colpire coloro che causano gli sbandamenti. Purtroppo, ripeto, non lo fa mai, nemmeno con le persone comuni, figuriamoci con i capi della Chiesa! Anzi! I nuovi cardinali, per esempio, sono tutti preziosi rinforzi per il modernismo trionfante. Comunque sia, senza la pretesa di insegnare a Dio come deve fare, esortiamolo a fare qualcosa, quello che vuole Lui, per la salvezza delle anime, le quali altrimenti si perdono per sempre. Mi sovviene e mi conforta il titolo di una meditazione dell'Apparecchio alla morte di S. Alfonso Maria de Liguori : Del numero de' peccati.
RispondiEliminaIl Signore punisce sempre nell'altra vita e, spesso, già in questa; la mancanza di punizioni è, peraltro, il peggiore dei castighi. Se lascia ancora in vita gli ecclesiastici indegni, è per servirsene per i Suoi piani.
EliminaNon cedere alle tentazioni contro la fede né a quelle di scoraggiamento; sono tra le più gravi.
Se si trattasse, come asserisce quel religioso, solo di un "dubbio" circa l'identità del Sommo Pontefice, avrebbe potuto rivolgersi (e ancora potrebbe farlo, se non fosse accecato) ai Cardinali che furono elettori in quel Conclave. Dovrebbe essercene almeno uno che vive nella stessa Diocesi di residenza di quel frate: glielo domandi! E si faccia spiegare come interpretare la Declaratio benedettiana.
RispondiEliminaMa il chierico in questione falsamente si giustifica protestando di avere solo "un dubbio": egli di fatto ha già raggiunto la sua certezza e, senza vergognarsi del ridicolo di cui si è rivestito, la proclama come dato di fatto giuridicamente vincolante usurpando un potere che non ha.
Che il Signore lo illumini.
La citazione completa del Montfort è del tutto vera e verificabile nella vita di ognuno di noi. Come espresso nel commento pubblicato nel precedente articolo, io sono uno tra i tanti che con padre Farè è cresciuto, pur non avendolo mai conosciuto personalmente, e da ultime le sue catechesi sulla Mistica della riparazione di don Divo Barsotti sono state meravigliose. Sono stato profondamente turbato, da appassionato di Tolkien è stato un po' come il tradimento di Saruman, ma ho anche rammentato quanto è seria la battaglia per la nostra anima.
RispondiEliminaE come capitato ahimè troppo spesso negli ultimi anni, sia con sacerdoti che con laici cosiddetti tradizionalisti, ad un certo punto ho dovuto scegliere: non seguirli più, perché ascoltare chi anche solo suggerisce un attentato all'unità dalla Chiesa mi ripugna, e quindi piuttosto sacrificare future catechesi o altri suggerimenti utili alla vita dello spirito, perché sarebbero inficiati alla base, perderebbero di ogni valore.
Sarebbe una grazia enorme se padre Farè ritrattasse, ma per esperienza so che chi imbocca quella via di spaventevole superbia - soprattutto ritenersi i salvatori della Chiesa, ciò che emerge ancora più nella FSSPX, che almeno ha il buon senso di non colpire ad ariete la comunione gerarchica, pur se nella pratica poi considera de facto tutto nullo o dubbio, facendo ben attenzione a non mettere il "san" di fronte ad un canonizzato post 1962, fosse anche padre Pio - non può che alimentare il proprio io in maniera ipertrofica.
Il grande amore per la Madonna del padre spero gli strappi la grazia di ravvedersi, almeno, prima che sia troppo tardi. In quanto ai propalatori di scismi ed eresie che vanno avanti da anni con queste favole da codice Da Vinci hanno fin troppa grancassa e ci turbano più di quanto dovremmo consentirgli, se fossimo più spiritualmente forti. Il commento del sig. Diego nell'articolo precedente, nella semplicità e verità delle sue parole dev'essere il modello per le nostre azioni in questo tempo, perché la superbia ha raggiunto livelli mai visti ed è molto facile caderci, come vediamo.
L'umile Ancella di Dio ci aiuti, nella verità e nella carità, perché nessuno come Lei ha queste virtù, pur essendo la creatura più alta e con più "diritti" a sentirsi potente.
Terribile situazione per noi fedeli.
RispondiEliminaNon lasciatevi scuotere da nulla, ma andate avanti con la preghiera, la penitenza e le opere buone. Il Signore provvederà.
EliminaUn episodio della vita di Kafka, la vicenda ha ispirato il libro “Kafka e la bambola viaggiatrice” scritto di recente.
RispondiEliminaFranz Kafka (1883-1924) non ebbe figli. Un giorno però, mentre passeggiava per un parco incontrò una bambina che piangeva perché aveva perso la sua bambola preferita.
Si mise a cercarla insieme a lei ma non la trovarono. Kafka le diede appuntamento il giorno dopo nello stesso posto per riprendere le ricerche. Quando la rivide, Kafka diede alla bambina una lettera “scritta” dalla bambola che diceva:
«Per favore non piangere. Ho fatto un viaggio per vedere il mondo. Ti scriverò delle mie avventure».
Così iniziò una storia che proseguì fino alla fine della vita di Kafka. Durante i loro incontri nel parco, Kafka leggeva le lettere della bambola accuratamente scritte con avventure e conversazioni che la bambina trovava adorabili. Infine, le riportò la bambola (ne comprò una) che era tornata.
«Non assomiglia affatto alla mia bambola», disse la bambina.
Kafka le consegnò un'altra lettera in cui la bambola scriveva: «I miei viaggi mi hanno cambiata».
La bambina abbracciò la nuova bambola e la portò tutta felice a casa. Un anno dopo Kafka morì. Molti anni dopo, la bambina oramai adulta trovò una letterina dentro la bambola. Nella minuscola lettera firmata da Kafka c‘era scritto:
«Tutto ciò che ami probabilmente andrà perduto, ma alla fine l'amore tornerà in un altro modo.»
Preghiamo per la pecorella smarrita..poichè tale pecorella è guida di altre pecorelle!
RispondiEliminaCaro don Elia, preghiamo per quel cedro caduto affinché possa ritornare all'ovile ( come Bruno Cornacchiola), essendo stato un grande propagatore dei primi 9 venerdì del mese qui in Lombardia.
RispondiEliminaAnche coloro i quali si sono posti alla sequela del padre Faré, come già altri più noti seguaci, iniziano a voler imporre il proprio errore all'interno dei gruppi e dei canali cattolici, ed è il padre Faré stesso che chiede loro la diffusione
RispondiEliminaPadre Faré pubblica un video in cui, a margine, si sostiene che chi riconosce Francesco come papa è "stupido e malvagio" e "andrà all'inferno": quanta grossolanità per uno scismatico di cotanta dottrina
RispondiEliminaho visto qualche video di farè... non mi sembra proprio il suo stile... metti il link del vido quando si fanno questi commenti
EliminaNon bastano preti e laici a dichiarare il Papa illegittimo
RispondiEliminahttps://lanuovabq.it/it/non-bastano-preti-e-laici-a-dichiarare-il-papa-illegittimo
Premesso che personalmente di queste beghe ne ho fin sopra i capelli e che mi basta e avanza il paterno insegnamento di Don Elìa, per chi non fosse pago di dissidi la D.ssa Scrosati tratta per la 2° volta la magna questio. Continua..
Ho denunciato p. Giorgio Maria Faré ai suoi superiori per gli insulti nei confronti di noi cattolici
RispondiEliminaCarissimo Padre Elia,
RispondiEliminaho "seguito" (come fanno notare altri santi sacerdoti, il termine e'un po'equivocabile, ma giusto per capirsi in tempi di Internet) per un certo tempo il sacerdote in oggetto e non credo possa essere in discussione la sua buona fede, ma ancora di piu'sulla sua onesta'intellettuale ci metterei letteralmente la mano sul fuoco.
Per questo trovo questo suo post un filo duro e avrei desiderato un approccio leggermente piu'accomodante alla questione, tenuto conto appunto della caratura morale della persona (detto fuori dai denti: e'senza dubbio un santo sacerdote di cui parliamo).
Probabilmente e'l'affetto che mi fa parlare cosi'.
Detto questo, nel merito quello che lei Padre Elia ha scritto e'assolutamente inappuntabile, e mi stupisce veramente che una persona cosi'onesta come questo sacerdote (che a differenza dei giornalisti ha anche la grazia del suo stato, ampiamente dimostrata per altro da anni di predicazione) non ci arrivi.
Sarebbe come se io venissi da lei con novecento pagine di prove che il mio matrimonio sia canonicamente nullo, e consideri il suo (ovvio) rifiuto di risposarmi all'istante senza aspettare l'annullamento rotale del tutto ingiustificato a meno che lei non si metta a leggere le novecento pagine e mi dimostri che le prove non sono vere.
Semplicemente le due questioni della validità delle prove e dell'autorità per trarre dalle prove conseguenze canoniche sono del tutto ortogonali, come si diceva un tempo.
Ci sono rimasto veramente male e invito lei Padre Elia e i lettori del blog a pregare per voi sacerdoti, ovviamente i piu'odiati e assaliti dal nemico in questi tempi balordi piu' che mai.
Grazie per rimanere un porto sicuro nella tempesta.
Se Francesco non fosse il papa, le scomuniche latae sententiae non sortirebbero l'effetto osservabile in coloro a cui si applicano
RispondiEliminaParole sante. Ricordo le prime parole di Papa Francesco all' indomani della elezione al trono pontificio: quanto vorrei una Chiesa povera. Parole che hanno provocato molto rumore tra porporati e preti
RispondiEliminaLe insidie del Sinodo: la "Tradizione vivente"
RispondiEliminaLa fedeltà alla Tradizione è il principio per ogni vero progresso nella Chiesa. La sinodalità rappresenta invece una rottura, mostrando una malintesa idea di “tradizione vivente”. Julio Loredo a colloquio con il teologo mons. Nicola Bux.
https://www.youtube.com/watch?v=Jx23_i0a9iQ
Carissimi cari, se non volete ascoltare la premessa che parla del sinodo, vi suggerisco allora di andare direttamente al minuto 23:15 per ascoltare don Nicola Bux , il quale verso il minuto 1:03:20 non manca di dare un retto consiglio a qualche "giovane teologo". in tema all'oggetto trattato da Don Elìa. Ave Maria!
RispondiEliminaGesù Maestro: La scuola parentale cattolica
Autore : Don Stefano Bimbi
INDICE DEI CAPITOLI
01 Un'avventura straordinaria
02 La maestra unica
03 Le classi omogenee, maschi e femmine
04 La centralità di Dio e il ruolo della Chiesa
05 Tre ingredienti per fare una scuola parentale
06 Cattivi maestri (Steiner e Montessori)
07 Sacerdoti educatori a confronto (Don Bosco e Don Milani)
08 Manifesto ''È il momento della vera scuola cattolica''
09 Istruzioni per aprire una scuola parentale
10 Libri di testo e film da vedere
11 Occasioni per incontrarsi
https://www.amazon.it/Ges%C3%B9-Maestro-scuola-parentale-cattolica/dp/B0C2SG4PHM
In costante crescita l’homeschooling delle scuole parentali cattoliche.
RispondiEliminaL’Osservatorio cardinale Van Thuân, fondato dall’arcivescovo monsignor Giampaolo Crepaldi e di cui il professor Stefano Fontana è direttore, ha dato vita a un importante progetto educativo: il Coordinamento delle scuole parentali.
https://www.aldomariavalli.it/2024/10/23/il-coordinamento-delle-scuole-parentali-una-rete-per-leducazione-cattolica/
Attenzione : Scuola parentale "cattolica", questa e' la differenza!
Reverendo don Elia, complimenti per il suo articolo. Volevo chiederle se un Papa futuro potesse riconoscere, in linea solo teorica, l'inesistenza della Declaratio, essendoci stata l'Adesione Universale dei cardinali e vescovi al Pontefice attualmente regnante.
RispondiEliminaPremesso che non ho né l'autorità né le competenze necessarie per dare una risposta dirimente, personalmente penso di sì, dato che l'inesistenza di un atto giuridico, qualora sia provata, rende nulli tutti gli atti successivamente compiuti sulla base di esso.
EliminaCaro don Elia, in alcuni video p. Farè afferma che " il sacerdote che celebra una cum Francesco, sapendo che Francesco è Antipapa, lo fa in modo illecito. Invece il sacerdote che non lo sa celebra in modo lecito". A chi seguirà la sua "tesi" , cosa si potrà rispondere ?
RispondiEliminaChe padre Farè non è nessuno per stabilire le condizioni della lecita celebrazione della Messa né per decidere se Bergoglio è papa o no. Non rendersi conto di questo significa aver perso il lume dell'intelletto.
EliminaCi sono in giro troppi chierici che contestano la legittimità del Papa per fare il Papa al suo posto.
EliminaIl padre Faré e seguaci hanno un link d'invito che cambierà ogni domenica per assistere alla Messa non una cum Francisco. Il padre Faré chiede discrezione agli accoliti (purtroppo è vero)
RispondiEliminaCom'era prevedibile, sta nascendo una nuova setta.
EliminaCome al solito, siamo costretti a cestinare commenti troppo lunghi o incomprensibili. Vi preghiamo di scrivere in modo chiaro e succinto. Chi non avesse visto il suo commento pubblicato può riproporlo in una forma più accessibile.
RispondiElimina"Inspiegabilmente", il link dell'articolo del Dicembre del 2023 non era più funzionante, ma è stato ripristinato. Ad ogni modo, quell'articolo è reperibile anche sulla colonna di destra, nella rubrica "In evidenza", sotto il titolo "Vexata quaestio".
RispondiEliminaCaro Don Elia, volevo chiederle se può consigliarmi del materiale, anche online per : 1) approfondire la liturgia e il modo per recitare devotamente il breviario 2) approfondire i salmi
RispondiEliminaSulla liturgia ci sono i libri di dom Prosper Guéranger, in particolare "L'anno liturgico".
EliminaPer i Salmi c'è il commento di don Dolindo Ruotolo.
Per l'Ufficio Divino ho trovato questa introduzione (che riguarda l'attuale "Liturgia delle Ore"):
https://www.tempodipreghiera.it/liturgia-ore-istruzioni-uso/
Molte grazie Don Elia
EliminaSono cresciuta con le catechesi di padre Giorgio Maria, catechesi dense di spiritualità e prive di polemiche. Fino al 13 ottobre. E' un grande dolore per tutta la Chiesa. Pensare che prima di uscire dalla chiesa, padre Giorgio aveva letto quel bellissimo testo della Congregatio Pro Cleris sulla maternità spirituale per i sacerdoti. Non ci rendiamo conto della sofferenza interiore dei sacerdoti, delle loro terribili tentazioni, poi quando cadono, tutti a puntare il dito. Non è lo stile di Gesù Cristo. Nella caduta di un solo sacerdote, c'è l'infinita sofferenza di Gesù...A noi laici, il Signore chiederà quanto abbiamo pregato per i sacerdoti, quanto ci siamo sacrificati.
RispondiEliminaQui non si intende puntare il dito contro nessuno, ma mettere in guardia i fedeli dal seguire chi è uscito di strada. Il dolore è immenso ogni qual volta un sacerdote lascia la Chiesa. Dato che, in questo tempo di enorme sofferenza interiore, noi sacerdoti subiamo tentazioni orribili, vi siamo molto grati per le vostre preghiere.
EliminaCaro padre, posso solo immaginare le tentazioni con cui l'inferno bombarda voi sacerdoti.
EliminaDa ragazzo feci una breve esperienza di noviziato e seminario in un Istituto religioso: dal giorno in cui entrai fino a quello in cui uscii, fui implacabilmente bersagliato da ogni genere di tentazione, sia seduttiva, che persecutoria, fino a estremi persino preternaturali (una donna che cercò di sedurmi in treno, che aveva i tratti della strega o del demone in sembianze umane).
Tutto si calmó appena lasciai la strada che doveva condurmi al sacerdozio regolare. Erano gli anni '90.
Non oso immaginare che battaglie formidabili vi tocca sostenere oggi. Vi accompagniamo con la preghiera.
Avresti dovuto perseverare confidando nell'aiuto di Dio. So tuttavia per esperienza che era difficilissimo, già allora, trovare un valido aiuto spirituale.
EliminaGrazie di cuore per le preghiere, quanto mai necessarie.
Appunto! Ed e' trascorso gia' un anno da quell'articolo (senza contare tutte le precedenti dissertazioni) e siamo ancora nuovamente punto e daccapo ai blocchi di partenza; senza contare tutto il tempo sprecato in ragionamenti e (s)ragionamenti infiniti e non fidandoci ne' affidandoci a chi ci darebbe sicurezza e tranquillita'.
RispondiEliminaScusi, in merito a San Damiano Piacentino, avevo letto che la veggente Rosa Quattrini era andata da Padre Pio.
RispondiEliminaAveva trovato i soldi ed i vestiti per affrontare il viaggio a San Giovanni Rotondo in modo inaspettato e miracoloso.
Questa non è tuttavia una prova dell'autenticità dei pretesi fenomeni mistici da lei riferiti.
EliminaCarissimo don Elia, a proposito della 'rinuncia' di BXVI sono andata a rileggermi la Vexata quaestio: "Bergoglio è papa o no?" dove lei afferma che i cardinali avrebbero dovuto esigere, cito: "un atto di rinuncia più esplicito, redatto nella forma dovuta, come tutti gli atti giuridici che si voglia risultino validi", e poi: "Tutto ciò che si può affermare di certo circa la decisione di Ratzinger di ritirarsi (non di abdicare, termine mai da lui usato) è che la modalità scelta per farlo è quanto meno anomala, anzi un unicum nella storia ecclesiastica del secondo millennio; qualche analogia può esser trovata – come da lui stesso osservato – con rari casi del primo millennio". Io vorrei ora porre la sua attenzione su un commento di Cooperatores Veritatis (sul canale Telegram) il quale su questa spinosa questione afferma: "Il Codice di diritto canonico vigente, al canone 332, prevede quanto segue:
RispondiElimina§2. Nel caso che il Romano Pontefice rinunci al suo ufficio, si richiede per la validità che la rinuncia sia fatta liberamente e che venga debitamente manifestata, non si richiede invece che qualcuno la accetti. Rileggiamo bene: "non si richiede invece che qualcuno la accetti." Benedetto XVI avrebbe potuto dimettersi senza fare alcuna Declaratio (che forse sarebbe stato meglio), poiché nessun Papa è obbligato a dare spiegazioni e nessun cardinale, Vescovo, sacerdote o laico ha il diritto di rifiutarle o contestarle. Le prove per l'invalidità di una Rinuncia papale vertono solo su fattori attraverso i quali un Papa E' COSTRETTO CO(Declaratio)NTRO LA SUA VOLONTA' e non sulla FORMA di una dichiarazione (Declaratio)". Si continua poi dicendo: "Bisognerebbe dunque provare che il Papa sia stato COSTRETTO CONTRO LA SUA VOLONTA' a rinunciare a governare la Chiesa" e conclude che questo non appare evidente anche dal rapporto che ha avuto col suo successore. Vorrei un chiarimento da lei caro don Elia perché ne sto sentendo davvero di tutti i colori. La ringrazio e la benedico.
Un chiarimento definitivo, allo stato attuale, non è possibile. Ciò che mi sembra certo, come ho scritto, è che la modalità scelta da Benedetto XVI per ritirarsi è quanto meno anomala. Anche il Papa, per compiere un atto valido, deve rispettare le esigenze imprescindibili del diritto; non ha facoltà di agire in modo totalmente arbitrario.
EliminaA mio avviso è meglio sospendere il discorso e aspettare che la questione sia chiarita dall'alto; sono intervenuto ancora solo per prevenire decisioni di rottura. Nessuno (neanche un cattivo papa) può impedirci di santificarci.
Caro Padre credo che Don Giorgio Maria Faré si sia trovato di fronte all' obbligo morale di non poter più celebrare la Santa Messa in comunione con Bergoglio proprio perché è giunto, dopo una ponderata e paziente riflessione, alla conclusione che quest' ultimo, a norma del diritto canonico e delle leggi della Chiesa, non é il Papa legittimo.
RispondiEliminaTuttavia Padre Giorgio si é reso disponibile a ritrattare le sue asserzioni nel caso in cui i suoi superiori fossero in grado di dimostrare il contrario, vale a dire che Bergoglio sia il Papa legittimo.
Purtroppo ancora nessuno é stato in grado di confutare le affermazioni del sacerdote carmelitano, pertanto fino a prova contraria Padre Farè ha sollevato una questione tutt' altro che marginale, infatti se Bergoglio non fosse il Papa legittimo, allora chiunque celebri in comunione con l' antipapa celebrerebbe una Messa illecita in quanto verrebbe meno la comunione con il legittimo successore di Pietro.
Fortunatamente Padre Faré ha anche chiarito che i sacramenti restano comunque validi indipendentemente dall' unione spirituale con l' antipapa.
La invito a leggere con calma questo documento pubblicato di recente:
https://www.veritatemincaritate.com/wp/wp-content/uploads/2024/11/I-sacramenti-celebrati-in-unione-con-Papa-Francesco-sono-validi.pdf
La ringrazio per la sua disponibilità.
Dio la benedica e Maria Santissima la custodisca.
Ho avuto la sensazione, a questo proposito, che il P. Fare' sia corso ai ripari. Infatti alcuni suoi difensori su fb, si sono affrettati a divulgare questa sua precisazione, aggiungendo inoltre che le parole "in comunione con..." sono contenute solo nel 1^ e 2^ Canone della messa e non nel 3^ e nel 4^, prova questa che non sono obbligatorie x la validità della celebrazione
EliminaNon tutte le conclusioni cui uno perviene in coscienza possono esser fatte valere in foro esterno; in certi casi - come questo - bisogna tenersele per sé.
EliminaPerché la celebrazione della Messa in comunione con qualcuno sia illecita, bisogna che ci sia stata una condanna da parte della competente autorità ecclesiastica (cosa impossibile con il Papa).