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sabato 3 dicembre 2022

 

Il tragico circo

delle menzogne blasfeme

 

 

Bestemmia, menzogna, omicidio, furto e adulterio hanno dilagato e si versa sangue su sangue. Perciò la terra piangerà e tutti i suoi abitanti si indeboliranno […]. Secondo la loro moltitudine, così han peccato contro di me; cambierò la loro gloria in ignominia. […] E sarà come il popolo, così il sacerdote: castigherò su di lui la sua condotta e gli ripagherò i suoi pensieri (Os 4, 2-3.7.9).

Il giudizio pronunciato da Dio per mezzo del profeta Osea è quanto mai attuale. Lo straripare dei peggiori peccati ha superato i livelli dell’antichità precristiana, in forza di quella legge per la quale chi precipita dall’elevata posizione morale raggiunta ricade più in basso di prima. L’accusa divina coinvolge tutti i membri del popolo, per numero e per categoria; dalla punizione, di conseguenza, nessuno rimane esentato: neppure le guide religiose, colpevoli non solo delle proprie cattive azioni, ma soprattutto delle proprie false idee, che hanno traviato gli altri. In cima alla lista dei crimini, per questo, si trovano bestemmia e menzogna: le ideologie (e le ideoteologie) che offendono Dio e, al contempo, ingannano gli uomini; di là derivano omicidi, furti e adultèri che più non si contano, anzi son diventati la norma. La terra, a causa del castigo, è in lutto per il venir meno dei suoi abitanti, già degradati dalla propria indescrivibile decadenza spirituale: l’Occidente un tempo cristiano, rinnegati i princìpi e le virtù che ne costituivano la gloria, esibisce ora le proprie vergogne senza pudore.

La menzogna blasfema che ha causato questo crollo rovinoso si articola su diversi piani. Il primo è quello della conoscenza: il realismo del pensiero classico e medievale, che corrisponde al retto funzionamento della ragione, è stato rimpiazzato da un nominalismo fumoso in cui i concetti sono ridotti a scatole vuote che ognuno riempie a piacere, fino a stravolgerli completamente. Non è solo il caso dei diritti in ambito civile, ma pure quello dei valori in ambito ecclesiale: la mancanza di adesione al reale ha fatto sì che molte parole, nel giro di pochissimi decenni, venissero a designare l’esatto opposto di ciò che esprimono. Tale risultato non è certo casuale, ma è frutto di una precisa strategia pianificata almeno dalla fine dell’Ottocento e realizzata nel tempo con metodica costanza mediante l’immenso apparato della propaganda mediatica. Le vittime che ne han riportato i danni più gravi sono – con rare eccezioni – i poveri giovani, completamente risucchiati nel mondo virtuale e indottrinati dalla scuola e dall’università con le assurdità della pseudoscienza.

In campo morale, tale impostazione ha per inevitabile conseguenza la sovversione totale: omicidio, furto e adulterio (come tutti gli altri termini designanti delle colpe) non corrispondono più ad atti concreti, bensì a idee che variano secondo lo spirito del tempo. È così che perfino la sodomia si è trasformata in scelta non solo ammissibile, ma addirittura eccellente; la peggiore delle perversioni non è più condannata nemmeno dalla gerarchia, anzi appare perfettamente compatibile, stando alle azioni del suo capo, anche con lo stato sacerdotale. L’unico paletto che ancora resiste – almeno per il momento – è quello dell’età, come se lo stesso comportamento deviante fosse riprensibile o meno a seconda che la vittima avesse compiuto o no il diciottesimo anno… Non si coglie più per nulla la spaventosa realtà oggettiva di un peccato che grida vendetta al cospetto di Dio, infligge al prossimo la peggiore forma possibile di oltraggio alla sua dignità e, per la persona di un consacrato, costituisce altresì un orribile sacrilegio.

Tale degradazione del clero è strettamente legata alla menzogna riguardante il piano del culto, la quale ha comportato l’abolizione pratica del Sacrificio. Sebbene la nuova Messa sia valida al di là di ogni ragionevole dubbio (come confermano anche i recenti miracoli eucaristici), il rito “riformato” ne ha completamente oscurato il carattere sacrificale, che di conseguenza non è più percepito dalla grande maggioranza dei chierici e dei fedeli. Oggettivamente, dunque, il Sacrificio è ancora offerto, ma la coscienza dei cattolici non ne ha generalmente alcuna contezza, essendosi abituata all’idea di una riunione tra amici che deve riuscire il più possibile piacevole e gratificante. Non avremo certo la presunzione di definire un rito pagano quello in cui ancora, malgrado tutto, il Figlio di Dio si immola al Padre per la nostra salvezza, ma non possiamo neppure ignorare come quasi tutti gli elementi significanti il Sacrificio della Croce siano stati sostituiti con altri che fan pensare a un banchetto fraterno, il cui soggetto è l’assemblea e non più il Cristo agente mediante il sacerdote.

Il cattolico medio ignora ormai del tutto il concetto di redenzione, se non come termine stravagante di una teologia sorpassata; la memoria della Passione è stata completamente rimossa ad esclusivo vantaggio della Risurrezione, che andrebbe attualizzata come liberazione dalla schiavitù non del peccato, ma di un non meglio precisato disagio esistenziale. La liturgia ha il solo scopo di erogare un momentaneo benessere emotivo e di trasmettere un messaggio rassicurante rispetto ai problemi e alle paure dell’uomo postmoderno, una sorta di blando palliativo che allenti per un attimo la morsa dell’angoscia in gente assuefatta al materialismo più soffocante e ridotta a sperare in un progresso puramente immanente. L’esigenza di associarsi al Sacrificio del Signore, nella Messa, è divenuta qualcosa di incomprensibile, dato che la vita quotidiana non è più un prolungamento di esso nel solco dell’abnegazione e del dono di sé, ma un’incessante ricerca di godimento in una continua fuga da qualunque forma di sforzo o sopportazione che non conceda, come risultato, un immediato sentirsi bene o l’allontanamento di qualche fonte di disturbo.

Da che cosa dovrebbe esser salvato, d’altronde, chi è stato convinto di essere comunque buono e meritevole di rispetto, qualunque cosa faccia o non faccia? Il discorso viene così a toccare il piano dell’etica, che al pari degli altri ha subìto un radicale stravolgimento: secondo l’idea espressa nella dichiarazione Dignitatis humanae, infatti, nella definizione di ciò che rende degno un uomo è stato rimosso l’elemento del merito e ritenuto esclusivamente il fondamento ontologico. È innegabile che l’essere umano in quanto tale (cioè in quanto creatura ragionevole e libera, fatta ad immagine di Dio) sia di per sé dotato di una dignità superiore a quella di tutti gli altri esseri del mondo visibile e che, di conseguenza, gli sia dovuto un rispetto maggiore di quello riservato ad essi; ma, quando si definisce qualcuno degno, ci si riferisce alla dignità morale da lui acquisita mediante particolari meriti. Se così non fosse, non avrebbe alcun senso che, prima di ordinare un sacerdote, il vescovo domandasse al responsabile della sua formazione: «Sei certo che ne sia degno?».

Quella che purtroppo è diventata una mera interrogazione di rito contiene invece una profonda verità con la correlativa, serissima esigenza: al sacerdozio non deve assolutamente accedere chi non abbia dimostrato, dopo lungo tirocinio, di essere esente dai vizi e di possedere le virtù in grado eminente. Secondo sant’Alfonso, anzi, chi è schiavo dell’impurità va categoricamente escluso in quanto privo di autentica vocazione; seguendo san Tommaso, la cui sentenza è divenuta dottrina comune, egli afferma in modo perentorio che gli ordini sacri preesigono la santità (cf. Pratica d’amar Gesù Cristo, capo XI). L’omissione di tale obbligatoria verifica ha causato una decadenza del clero che farebbe impallidire quello del Rinascimento; infatti l’oblio della necessaria dignità morale può avere per conseguenza un’atroce profanazione della dignità ontologica non soltanto di essere umano, ma soprattutto di battezzato, per giunta conformato a Cristo nella dignità sacerdotale ed elevato al di sopra degli altri membri della Chiesa.

Per rendere sia i chierici che i fedeli insensibili alla propria stessa degradazione, si è fatto ricorso all’ennesima menzogna, quella sul piano dell’ascesi: anziché concentrare gli sforzi sulla lotta alle passioni e sulla santificazione dei costumi, li si è rivolti contro bersagli esterni, individuati di volta in volta nella guerra, nelle ingiustizie, nelle discriminazioni e così via. È chiaro che, in tal modo, la nozione di ascesi è stata anch’essa completamente stravolta: in nome di una malintesa libertà, nessun atto individuale può esser giudicato né va corretto, mentre tutte le colpe vengono riversate sulle strutture socio-politico-economiche e su quanti le gestiscono. La lotta si esaurisce allora nelle pubbliche proteste e nell’espressione del malcontento, a meno che una presunta minaccia alla salute non imponga l’acquiescenza totale ai diktat del potere, trasformatosi in salvatore. Tutte le blasfeme menzogne considerate si risolvono così in un’ipnosi di massa che comanda l’autodistruzione: «Sarà come il popolo, così il sacerdote: castigherò su di lui la sua condotta e gli ripagherò i suoi pensieri» (Os 4, 9).


https://www.aldomariavalli.it/2022/10/15/le-ammissioni-sui-vaccini-lipnosi-collettiva-la-via-della-dissidenza-a-proposito-di-psicologia-del-totalitarismo/

 

24 commenti:

  1. VIA CRUCIS di Don Dolindo Ruotolo
    https://www.youtube.com/watch?v=4hmU4ARJyQQ

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  2. Un articolo ineccepibile

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  3. Grazie don Elia per il suo aiuto in questo momento storico così difficile e di grande confusione. A tal proposito in un colloquio con un sacerdote della fraternità San Pio X, mi è stato detto che non devo andare più alle Messa Nuova nei feriali (come è mia abitudine, mentre la domenica vado alla loro Messa, sono una consacrata con voti fatti personalmente) e fare la Comunione spirituale; la motivazione che mi è stata data è che anche se la Messa è valida, andando alla Nuova Messa, sono complice di una Messa pagana, dove appunto il momento del Sacrificio è sparito ed è diventata una cena fraterna e spettacolare. Chiaramente vivo con dolore la Messa Nuova, per i continui abusi che vengono fatti, e offro il dolore cercando di riparare; ogni volta vorrei scappare per non vedere e sentire ma senza Messa quotidiana non posso stare. Come devo interpretare il consiglio che mi è stato dato ? Addirittura mi è stato detto di trasferirmi vicino a loro, anche se dista solo 30 minuti da casa mia, considerando i tempi che arriveranno. Mi aiuti don Elia, tutto ciò mi ha messo profondamente in crisi, e non so come comportarmi. La ringrazio

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    1. I consigli che mettono in crisi chi segue il Signore e si sforza di fare in tutto la Sua volontà non possono essere ispirati da Dio. Definire la nuova Messa un rito pagano è un'offesa al Sacrificio di Cristo, che comunque, anche in essa, si rinnova sull'altare, benché non nelle condizioni dovute e senza il necessario risalto.
      Dato che la Messa quotidiana è parte integrante della Sua vita spirituale, continui così, cercando semmai una chiesa dove non avvengano abusi. Per il resto, le carenze del nuovo rito, per quanto gravi, possono essere supplite dalla fede di chi vi assiste, il quale, se non può fare diversamente, non per questo le approva, dato che, potendo, andrebbe altrove.

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    2. Nel mio piccolissimo ambito,quando vado alla Messa N.O.chiudo gli occhi e considero di essere la sola presente,guardo a me, porto sempre con me la bottiglietta con l'acqua benedetta e ripeto tutti gli inginocchiamenti ed i segni di Croce che facciamo nel rito della Tradizione,dall'inizio alla fine.Faccio la comunione spirituale e alla fine mi trattengo per le preghiere Leonine. Un bel giorno ho avuto in cuor mio qualche gioia: il parroco, che naturalmente celebra il Sacro Rito guardando i fedeli, ha invitato i presenti ad inginocchiarsi al "e per opera dello Spirito Santo si è incarnato nel seno della Vergine Maria,e si è fatto uomo." e qualche fedele ha iniziato ad Inginocchiarsi davanti al Tabernacolo posto in un angolo della grande aula. Per il resto Dio vede e provvedera' secondo la Sua Volonta' e la nostra fede. Essendo molto complicata mi sforzo di essere semplice, cercando di imitare la S.Vergine.Ah, dimenticavo di dire che all'inizio di ogni Messa sia V.O.che N.O. ho imparato a recitare una Ave Maria per il celebrante ed invocare su tutti lo Spirito Santo .Questa la mia piccolissima esperienza,se puo' servire.

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  4. http://chiesaepostconcilio.blogspot.com/2022/12/i-vescovi-italiani-aprono-alla-teoria.html?m=1

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    1. Gli uffici della C.E.I. e il quotidiano "Avvenire" non rappresentano i vescovi italiani, ma i poteri occulti che hanno preso il controllo di quel carrozzone avviato al cimitero.

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  5. http://ilpedante.info/post/tu-scendi-dalle-stelle

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  6. Per uscire dal circo delle menzogne, volgiamo la mente e il cuore verso ciò che è veramente innovativo, redentivo e salvifico, oltre che "green" unito a "blue": la discesa dai Cieli del nostro Signore, Gesù Cristo, abbassatosi alla natura umana che si era corrotta, fino ad assumerla e a renderla di nuovo bella e pulita, se lo accogliamo e ci convertiamo. Tutto passa, ma Dio è sempre con noi e porterà a compimento il Suo Regno, con il nostro piccolissimo contributo di fede, amore, speranza, carità, abnegazione, sopportazione, adorazione, lode e tutte le buone opere che ci ispira a compiere.

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  7. http://chiesaepostconcilio.blogspot.com/2022/12/commenti-eleison-dcccii-26-novembre.html?m=1

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  8. Mi è difficile comprendere, don Elia, come un Cattolico - chiamiamolo "vecchio stampo" - possa entrare in una chiesa moderna che è chiaramente la "parodia" della Chiesa di Gesù Cristo, e possa, al contempo, confessarsi con un prete anch'egli parodia, e ricevere l'Eucarestia, forzatamente nella mano, senza sentirsi colpevole di essere lui stesso, in forza della sua presenza, corresponsabile e connivente di questa abominevole realtà. Davvero non riesco a comprendere!!! Grazie per la Sua cortese attenzione. Sia lodato Gesù Cristo!

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    1. Non tutti i sacerdoti che celebrano secondo il nuovo rito possono essere definiti "parodia", dato che tanti sono in buona fede. In molte chiese l'Eucaristia è data anche sulla lingua a chi lo desidera. La corresponsabilità sussiste se c'è l'adesione della volontà, non se uno assiste alla nuova Messa perché non può andare a quella tradizionale.

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    2. A questa risposta bisogna aggiungere che il disconoscere la validità della Messa nuova comporta necessariamente il crearsi la propria chiesa a propria immagine e piacimento, purtroppo tertium non datur.

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    3. E invece il combattere accanitamente il Santo Sacrificio della Messa che cosa comporta? di che cosa è indizio?
      Il deridere un penitente che confessa un peccato contro il sesto comandamento che cosa comporta? di che cosa è indizio?
      A me sembra che la chiesa a loro immagine e piacimento se la siano creata i modernisti. E certamente così è sembrato negli anni 60 e 70 a mia madre. In quegli anni io ero un bambino, ma certe cose nell'infanzia restano impresse.
      Comunque sia, che Maria Santissima e San Giuseppe ci aiutino a preparare e ornare i nostri cuori per ben accogliere Gesù che viene.

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    4. "Comunque sia, che Maria Santissima e San Giuseppe ci aiutino a preparare e ornare i nostri cuori per ben accogliere Gesù che viene."
      Amen!

      Non intendo cambiare una virgola di quello che hai scritto fratello, solo far notare - come mi sembra faccia spesso anche don Elia fra l'altro - che il fatto che i modernisti si siano fatti la loro chiesa non assegna loro l'esclusiva su questo errore: puo'benissimo essere che anche altri lo facciano che non sono modernisti. Ario non lo era, Apollinare non lo era.

      La falsa equivalenza che il riconoscere la validita'oggettiva della nuova Messa (sulla fruttuosita'il discorso e'gia'ben diverso) equivalga automaticamente ad approvare in toto qualsiasi cosa successa negli ultimi 50 anni - falsa equivalenza gia'piu'volte condannata su queste pagine - non e'assolutamente dimostrabile.

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    5. Come i modernisti così i tradizionalisti nel secolo precedente.
      Lo Spirito ci abita, il Padre ci assiste, noi siamo cellule del Cristo.
      Così è sempre e così sará, nonostante tutto. Ad ogni epoca la sua tara

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    6. "La corresponsabilità sussiste se c'è l'adesione della volontà, non se uno assiste alla nuova Messa perché non può andare a quella tradizionale." Forse intendo male io Don Elia, ma leggendo la sua frase sembra dire che se una persona ha modo di andare alla messa vetus ordo ma decide di partecipare alla messa di Paolo VI è corresponsabile. Ho capito male o si riferiva in particolare alla situazione descritta dall'Anonimo delle 19.35?

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    7. Mi riferivo alla situazione descritta dalla persona a cui ho risposto. Ribadisco però che, in ogni caso, ciò che conta è l'adesione della volontà: se non approvi le storture che vedi, non ne diventi corresponsabile per il solo fatto di assistervi. Alcuni sostengono che la sola presenza sarebbe già una forma di approvazione e sarebbe quindi illecita; essi però, per fondare questo parere, equiparano la Messa di Paolo VI a un rito protestante, cosa che non è ammissibile.
      Uno che abbia materialmente la possibilità di andare alla Messa tradizionale non vi è per questo automaticamente tenuto, dato che non esiste una norma che lo obblighi a questo e che circostanze varie possono sconsigliarlo (per esempio, il mancato accordo del coniuge, difficoltà nel gestire i figli o altro ancora). E' pur vero che qui si tratta della preservazione della fede, ma non si deve mettere in pericolo la pace della famiglia con scelte inopportune, bensì curare la propria istruzione religiosa con altri mezzi, in modo da immunizzarsi dagli errori e dalle deviazioni cui, purtroppo, si è esposti perfino in chiesa. La Messa è sì il principale mezzo di educazione alla fede, ma non l'unico.

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    8. Grazie tante per la precisazione Don Elia

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  9. WILHERING ABBEY
    VOCES8: Ave Maris Stella by Edvard Grieg
    https://www.youtube.com/watch?v=FAZIP2b-ihY
    Santa Solennita' dell'Immacolata, Rev.Padre e carissimi amici
    tutti. Ave Maria!

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  10. Omelia - L'IMMACOLATA REGINA D'EUROPA - P. Alessandro M. Apollonio, FI
    https://www.youtube.com/watch?v=SOw79eFVeRE
    Santuario Madonna dei Boschi
    Omelia della s. Messa del 7 Dicembre 2022, Prefestiva della Solennità dell'Immacolata Concezione della B. V. Maria, tenuta da p. Alessandro M. Apollonio, FI.

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  11. Iniziativa / Il rosario maschile a Roma
    Per sapere di più sull’origine e il fine di questa iniziativa, ecco il nostro sito: rosarioroma.it.
    PROSSIMO ROSARIO: Sabato 10 dicembre 2022
    Ore 15:30 - Piazza di Santa Maria Maggiore, davanti alla facciata della Basilica
    Lingua: Italiano
    Sono chiamati a partecipare uomini e donne di ogni età

    La durata del rosario sarà all'incirca di un'ora. Pregheremo in ginocchio, quindi è raccomandato portarsi qualcosa da mettere sotto le ginocchia; chi dovesse comunque avere difficoltà per qualsiasi motivo può pregare seduto.
    https://www.aldomariavalli.it/2022/12/08/iniziativa-il-rosario-maschile-a-roma/

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  12. Non saprei; non conosco quella Bibbia.
    Può anche acquistare questa:

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