In evidenza

sabato 27 giugno 2020


Che fare in questo marasma?




Anche se non mancano di certo i ministri fedeli, seppur non sempre molto visibili, l’impressione più lampante è che la Chiesa rigurgiti di eretici e apostati che abbiano occupato la casa di Dio. È pur vero che la carità, spingendo a cercare tutte le attenuanti possibili, fa supporre che l’errore, in molti casi, sia inconsapevole, dato che perfino dei sacerdoti dimostrano, col tenore delle loro omelie, di ignorare finanche i rudimenti del catechismo. Soprattutto quelli di una certa età, paradossalmente, sembrano aver completamente rimosso ciò che da giovani avevano pur appreso, sostituendolo con un groviglio di idee balorde che determinano poi comportamenti aberranti. Il grado di responsabilità individuale è noto soltanto a Dio, cosa, questa, che ci proibisce di ergerci a giudici delle coscienze usurpando il Suo ruolo; ciò non toglie però che nei fatti sussista eresia, almeno materiale, se non apostasia, benché non dichiarata.

Queste considerazioni non intendono sottovalutare l’esasperazione di molti fedeli, che sento ripetere sempre più spesso: «Non ne posso più!». La raccomandazione che rinnovo è quella di andare in cerca di chiese dove non si odano sciocchezze troppo grosse né si vedano abusi troppo vistosi; il contesto attuale ci obbliga a scegliere con attenzione, anche per non far credere che approviamo ciò che è contrario alla sana dottrina, alla legge morale e alle norme liturgiche. Molti scappano dalle parrocchie e percorrono decine di chilometri per trovare una Messa tradizionale; ma, anche senza arrivare a questo, non è impossibile trovare celebrazioni dignitose a distanze ragionevoli, seppure non proprio sotto casa e tutti i giorni. Dobbiamo prendere atto che viviamo in una situazione del tutto eccezionale, che ci impone gravosi sacrifici, sì, ma nasconde in sé anche grazie speciali. In cielo, se lo avremo meritato, contempleremo le meraviglie che il Signore avrà operato nonostante, anzi proprio grazie a questa prova decisamente inedita.

Com’era facile prevedere, la ripresa del culto pubblico non ha riportato in chiesa folle di gente assetata dei Sacramenti, di cui pur così a lungo si eran dovute privare. Sarà per la paura, ancor viva, indotta dalla propaganda; sarà per l’errata convinzione di poter assolvere al precetto festivo anche con la Messa televisiva; sarà per semplice disaffezione a una pratica religiosa ormai considerata qualcosa di puramente accessorio, dopo che i preti stessi si sono defilati e, ora, trattano chi va in chiesa come un pericoloso untore, scoraggiando anche i più perseveranti… sta di fatto che, in molti luoghi, è il deserto anche di domenica. Le chiese in cui si celebra in rito antico, in compenso, sono quasi prese d’assalto, con un incremento di presenze mai visto. È proprio vero che la Provvidenza scrive sulle righe storte degli uomini, volgendo a vantaggio del bene anche le manovre dei nemici di Dio, che si trovano così a cooperare, loro malgrado, ai Suoi piani di infinita sapienza.

Tali osservazioni sono sicuramente fonte di consolazione, ma non possono tuttavia nascondere il triste dato di un’Italia che, per quanto punteggiata di luoghi sacri che testimoniano una miriade di apparizioni, di miracoli e di santi, è ormai per lo più scristianizzata. Il Signore ha prediletto la nostra terra ricolmandola di favori, scegliendola come sede del Suo Vicario, preservandola dalle peggiori eresie e dai flagelli del protestantesimo… e il nostro popolo Gli ha voltato le spalle per seguire la propria strada. Abbiamo corrisposto all’amore del migliore dei padri come figli viziati e capricciosi, così privilegiati da sentirsi al sicuro qualsiasi cosa facciano. Rimproveri e avvertimenti non hanno sortito alcun effetto se non quello di indurire ulteriormente i cuori, secondo la paradossale missione ricevuta dal profeta Isaia: parlare per provocare l’accecamento. Questo non è certo il fine perseguito direttamente da Dio, ma una conseguenza dell’ostinato rifiuto della verità, che tuttavia deve essere comunque proclamata, così che gli uomini, una volta ricondotti alla ragione dal castigo, si ricordino che il Signore li aveva pur avvertiti e ritornino, pentiti, a Lui (cf. Is 6, 8-13).

Il bambino ama i genitori in maniera involontariamente interessata, dato che non può fare a meno di loro; poi, crescendo, deve imparare ad amarli in modo più gratuito, facendo la propria parte in casa per cooperare al buon andamento della vita familiare. Da adulto, quindi, manifesterà il suo affetto soprattutto prendendosi cura dei genitori anziani o ammalati; questa sua dedizione, quanto più sarà cordiale e spontanea, tanto più rivelerà la volontà di ricambiare il bene ricevuto. Anche nella vita interiore cominciamo ad amare Dio perché abbiamo un bisogno assoluto della Sua grazia e della Sua protezione; a mano a mano che ci avviciniamo alla maturità dello spirito, tuttavia, si fa più viva l’esigenza di corrispondere alla Sua immeritata benevolenza. L’anima, sopraffatta dallo stupore per tanta degnazione verso i peccatori, si infiamma del desiderio di immolarsi per Lui in contraccambio, sebbene si senta ancora – anzi ancor più – radicalmente dipendente dalla grazia.

Se ci domandiamo qual è l’azione più urgente e necessaria in questo triste frangente, la risposta è semplice, anche se non di facile attuazione: l’immolazione continua, perseverante, ardente d’amore per Cristo e per la Chiesa. Non si tratta di ignorare la realtà, sempre più preoccupante, rifugiandosi in atteggiamenti spiritualistici, bensì di reagire in maniera soprannaturale; altrimenti si rischia di lasciarsi dominare dall’astio e dalla rabbia. Le modalità della ripresa del culto pubblico, imposte dal governo e accettate dai vescovi senza colpo ferire, sono indubbiamente offensive nei confronti di Dio e dei credenti; tuttavia, tra la sottomissione supina e la ribellione che inclina al peccato, c’è la possibilità di applicare le norme con intelligenza ed elasticità, senza dannose provocazioni, spesso dettate dall’orgoglio, ma pure senza obbligarsi a un lealismo esagerato che scada nel ridicolo. La nostra fantasia e destrezza italica non manca di risorse in questo senso: tutte le occupazioni straniere che abbiamo sopportato nella storia ci hanno insegnato l’arte di aggirare gli ostacoli, piuttosto che l’imperativo categorico di andare al massacro in nome di un principio.

Neanche in questo caso intendo trascurare un significativo dato che si impone all’attenzione: ai riti cristiani, istituiti dal Signore e fissati dalla tradizione apostolica, si sta sostituendo una ritualità di sapore mondano, composta di gesti determinati da un’autorità estranea. Il sacramentale dell’acqua santa è rimpiazzato da un disinfettante; la bocca di chi invoca e loda il Salvatore è imbavagliata in nome della salvezza materiale; il farmaco dell’immortalità è trattato come un veicolo di germi letali… e, se ciò non bastasse, in molti casi si impedisce ai fedeli di inginocchiarsi davanti a Dio, andando così addirittura oltre le prescrizioni. È lampante che tutto ciò sia assolutamente illegale e privo di ogni forza obbligante per la coscienza; dato però che, in generale, è mancata una resistenza decisa e generalizzata, siamo costretti ad agire con scaltrezza, con tattiche diversificate da terreno a terreno e strategie mutevoli da guerriglia. Anche nella vita spirituale l’attuazione dei princìpi va adattata alle differenti condizioni di ogni persona.

Ci sarà dunque chi si immolerà resistendo apertamente, per l’onore di Dio, ai decreti governativi e ne affronterà le conseguenze legali; ci sarà chi sosterrà una penosa lotta con il parroco per veder rispettati i propri diritti di battezzato; ci sarà poi chi macinerà chilometri per raggiungere luoghi in cui la Messa sia celebrata senza oltraggio al Sacramento né scandalo dei fedeli; ci sarà ancora chi si asterrà dolorosamente dalla comunione perché non avrà trovato altre soluzioni… L’importante è che nessuno si senta forzato ad agire contro la propria coscienza e si lasci violentare in ciò che ha di più caro al mondo, poiché l’immolazione volontaria non può arrivare a questo: in nome del bene si possono sacrificare beni parziali, ma non quelli più alti. Neanche l’astensione dalla comunione deve essere totale, ma occorre approfittare, per farla degnamente, di tutte le possibilità che si presentano: non mettiamo limiti alla Provvidenza!

NOTA LEGALE: chi venisse multato per inosservanza delle norme governative dichiari all’agente che esse, in quanto disposizioni di natura amministrativa, confliggono con leggi di rango superiore: la Costituzione, il Concordato e il testo unico che proibisce di impedire il riconoscimento coprendo il volto. Se l’agente persiste nel voler infliggere la sanzione, il cittadino può esigere che sia messo a verbale che egli lo fa dopo esser stato edotto dell’illegalità del suo atto.

15 commenti:

  1. condivido pienamente don Elia, "non mettiamo limiti alla Provvidenza" cosi generosa che ci chiediamo "per quali meriti"?
    ...date e vi sarà dato; una buona misura, pigiata, scossa e traboccante vi sarà versata nel grembo, perché con la misura con cui misurate, sarà misurato a voi in cambio».Lc.6,38

    le ho inviato una mail privata,cari saluti.

    RispondiElimina
  2. Buonasera Don Elia,scusi il fuori tema, vorrei sapere se,secondo lei, la Bibbia dell'abate Ricciotti è basata sulla vulgata ed attendilbile e,quindi, se vale la pena acquistarla. Grazie

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Sì, la Bibbia Ricciotti è tradotta dalla Vulgata. Nelle note sono indicate le eventuali discrepanze con il testo masoretico.

      Elimina
    2. Buongiorno Don Elia,
      volevo chiederle cosa ne pensa della Bibbia di Gerusalemme.
      Grazie e saluti,
      Giuseppe

      Elimina
    3. E' basata sugli studi dell'Ecole biblique di Gerusalemme, che segue i criteri dell'esegesi storicistica, contraria al Magistero.

      Elimina
  3. Grazie d.Elia, come sempre! Chiedo ai lettori del blog e anche a Lei di diffondere, come già fatto, i Salmi detti "imprecatori". Recitiamoli ogni giorno anche per chiedere che vada via "la chiesa delle tenebre che ha occupato il Vaticano", secondo la visione della Beata Emmerich nel 1820.
    Cerchiamo il più possibile, di formare gruppi per la Messa in rito Tridentino. Chi cerca trova. E preghiamo che molti sacerdoti....si convertano. Si convertano al Cattolicesimo petrino, romano, non al mondialismo. In Francia, con pochi chilometri e un pò di organizzazione, tutti coloro che cercano la Messa tradizionale la trovano. In Italia ci dobbiamo dare una svegliata.

    RispondiElimina
  4. A qualche prete che pretendeva di distribuire la Santa Comunione con i guanti e solo sulla mano, come se il corpo di Nostro Signore potesse essere veicolo di contagio, ho ricordato che prima di comunicarsi dice sottovoce:"La comunione con il Tuo corpo e ed il tuo sangue Signore Gesù Cristo, non sia per me giudizio di condanna, ma per Tua misericordia rimedio e salute per l'anima e per il CORPO". Alla faccia della coerenza ! Mi viene in mente il don Abbondio di manzoniana memoria. Possibile che in così tanti si siano ridotti così?

    RispondiElimina
  5. ....sciocchezze troppo grosse, abusi troppo vistosi... ormai dilagano, caro don Elia, dappertutto! È un bel da fare cercare di restare cattolici e praticanti seri, secondo il Cuore di Gesù, nonostante il dilagare dell'errore che ci assedia. È vero che non bisogna mai disperare ma è pur vero che è diventato sempre più arduo trovare oasi di refrigerio per l'anima e questo è un dato di fatto. Prendendo spunto dalla domanda che le è stata posta sulla Bibbia del Ricciotti, le chiedo se anche la Vulgata ha subito rimaneggiamenti. Io ne ho una del 2014.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. In tempi recenti è stata pubblicata la "Neovulgata", che è una traduzione latina del tutto nuova, nonostante l'affinità del nome. Devi verificare se l'edizione del 2014 è la Vulgata di san Girolamo o l'altra.

      Elimina
  6. Imparando dai santi nostri modelli, ci affianchiamo all'Addolorata nella occasione che la SS.Trinita' ci offre : quella della riparazione .
    "ci sarà ancora chi si asterrà dolorosamente dalla comunione perché non avrà trovato altre soluzioni…"
    Molto conforto ho ricevuto nell'apprendere la vita della carmelitana Beata Suor M.Candida dell'Eucaristia .
    https://www.veritatemincaritate.com/wp/wp-content/uploads/2020/06/200606-Il-tormento-Eucaristico-.pdf

    P.S.Durante la quarantena (e oltre) mi e' mancato moltissimo il Sacramento della Confessione . Appena ho potuto accostarmici , per la gioia provata ,avrei voluto gridarlo ai quattro venti .
    Sia lodato amato onorato ogni momento il SS.Divinissimo Sacramento !

    RispondiElimina
  7. Caro Padre , sarebbe bello se questa Parrocchia virtuale si potesse animare un poco . Visto che nel mese di Luglio onoreremo il Preziosissimo Sangue di NSGC , si potrebbe, magari solo il giovedì dalle 23:oo alle 24:00, pregare insieme via streaming l'Ora Santa ? Potremmo chiamare quest'ora " L'Ora della Consolazione " ; basterebbe un'immagine fissa di Gesu' agonizzante e la voce di un Sacerdote . Poiche' mi sembra di aver capito che alcuni giovani Sacerdoti al momento non sono bene accetti nelle Parrocchie , intanto , sotto la Sua supervisione , potrebbero rivestire il ruolo di " Guida dei Consolatori" e preparare le meditazioni . Carissimo Padre , immagino che Lei sia molto impegnato e credo di interpretare il desiderio degli altri parrocchiani . La Provvidenza lo permettera' ?
    Ave Maria !

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Il giovedì sono generalmente in un luogo in cui non c'è la connessione; altri sacerdoti che conosco si trovano in una situazione instabile. Se vuole conoscere le iniziative della Parrocchia virtuale, mi scriva a questo indirizzo:

      parrocchiavirtuale.slmgm@gmail.com

      Elimina
    2. Carissimo Padre , Lei e' sempre così gentile ...ma, in questo tempo devo prendermi cura di un familiare e quindi non potrei partecipare a pellegrinaggi o altro che mi allontanasse da casa . Grazie , vorra' dire che mi affianchero'di tutto cuore con l'orazione .
      Siano lodati Gesu' e Maria !

      Elimina
    3. Non è indispensabile allontanarsi da casa. Se mi scrive, potrò darLe indicazioni più precise.

      Elimina
  8. Sangue di Cristo, abbi pietà di me!
    Sangue di Cristo, lavacro di redenzione, bagno di salute, battesimo di purezza: ridonami l’innocenza, la grazia e la santità.
    Sangue di Cristo, prezzo del peccato: rimetti tutte le mie mancanze, cancella le colpe, risana le piaghe, mortifica le mie passioni.
    Sangue di Cristo, faro di somma virtù, investimi della tua luce, infiammami del tuo ardore, trasformami con la tua forza, fammi ricco dei tuoi meriti.
    Sangue di Cristo, Tu che doni la divina grazia e sei pegno di elezione, di adorazione, di immortalità: fammi sentire l’influsso del Pensiero divino, lo zelo del suo Cuore, la fiamma della sua Carità.
    Sangue di Cristo, fortezza dei martiri, vino che da’ vita alle vergini: fa’ di me un’ostia viva, santa, gradita a Dio.
    Sangue di Cristo, diadema della Chiesa, sua vita, sua gloria e sua potenza: corrobora il magistero del Pontefice, lo zelo dei Vescovi, le fatiche degli Apostoli, le elevazioni e gli studi dei Religiosi, le attività dell’apostolato cattolico.
    Sangue di Cristo, lume delle genti, ricchezza dei popoli: salva gli erranti, converti i peccatori, santifica i giusti, moltiplica gli eletti, solleva le pene delle anime purganti, le ansietà dei moribondi, i dolori degli infermi, le tristezze dei deboli; da’ ai popoli salute e pace nella tua giustizia.
    Sangue di Cristo, dono della Santissima Trinità, frutto della Vergine Madre, fonte d’acqua che risale alla vita: inebria con le tue delizie, infiamma con la tua forza, trascina col tuo profumo i cuori dei fedeli. Amen.
    Sangue di Cristo, ascoltami!

    (Adeodato Giovanni Card. Piazza , vescovo di Sabina e Poggio Mirteto, Problemi religiosi e insegnamenti pastorali. Lettere, Roma 1953, pp. 172-173, n. 51)
    https://www.veritatemincaritate.com/2020/07/il-card-adeodato-piazza-e-il-preziosissimo-sangue-di-gesu-il-bagno-di-sangue/#1593245123080-49f5feb9-69b8

    RispondiElimina