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sabato 27 luglio 2019


A proposito di “migranti”




Ognuno deve vivere nel suo Paese. Come un albero, ognuno ha il suo suolo, il suo ambiente, in cui può crescere perfettamente. […] Meglio aiutare le persone a realizzarsi nelle loro culture, piuttosto che incoraggiarle a venire in un’Europa in piena decadenza. È una falsa esegesi quella che utilizza la Parola di Dio per valorizzare la migrazione. Dio non ha mai voluto questi strappi (Robert Sarah).

Da qualche anno i vescovi africani moltiplicano gli appelli ai giovani perché non abbandonino la loro terra in vista di un miraggio, ma si impegnino con pazienza e determinazione per lo sviluppo del proprio Paese. Il continente nero sta perdendo un’intera generazione, quella da cui dipende il suo presente e il suo futuro. I suoi abitanti, nella misura in cui sono coscienziosi e lungimiranti, non possono ignorare un problema di tale gravità, specie se non hanno a che fare – com’è ormai evidente – con un fenomeno migratorio spontaneo, ma con una riedizione della tratta degli schiavi orchestrata dall’alta finanza e operata da bande criminali con la comprovata complicità di organizzazioni non governative. I banchieri che si nascondono dietro questo traffico di esseri umani scelgono apposta, come esecutori, individui del tutto sprovvisti di senso morale che si lascino manovrare a piacimento: la stupidella tedesca affetta da immaturità a livelli patologici è della stessa risma del sodomita psicopatico che han piazzato all’Eliseo o di quei bambocci che, nelle borse di tutto il mondo, praticano speculazioni senza scrupoli capaci di impoverire intere popolazioni.

L’epoca della cosiddetta cooperazione, in Africa, pare avviata al declino per lasciare il posto alla strategia dello spopolamento mirante a facilitarne uno sfruttamento illimitato, alleggerito dell’oneroso incomodo delle bocche da sfamare. La Cina, che la sta colonizzando a ritmi accelerati, non ha alcun bisogno della manodopera locale, dato che esporta la propria, in evidente soprannumero; Europa e Stati Uniti, dal canto loro, cercano di contrastarne l’invasione per mezzo di milizie sanguinarie e di gruppi islamici radicali che, controllando il territorio per conto di esse, consentono alle multinazionali la spoliazione illegale del sottosuolo (petrolio, coltan, diamanti, ecc.). Tale procedimento assicura altresì un ampio mercato al commercio di armi, che insieme all’esportazione di tecnologia e di altri prodotti finiti garantisce il recupero dei capitali investiti nell’estrazione delle materie prime. Con l’agricoltura intensiva, poi, il suolo africano produce immense quantità di derrate alimentari di cui la popolazione locale non beneficia affatto, a meno che non le acquisti ai prezzi stabiliti dai broker di Londra, Francoforte o New York.

Quando si parla di “aiuti”, si tratta in realtà di interventi con i quali o si arricchiscono i fantocci collocati al governo dall’Occidente, o si impongono politiche favorevoli ad aborto, contraccezione e omosessualismo, oppure ancora si investe di preferenza – anziché in quelli che più ne avrebbero bisogno – nei Paesi più sviluppati, in modo da trasformarli in nuovi mercati. Fin dagli anni Ottanta del secolo scorso, poi, è tristemente noto come le imprese europee (con quelle italiane in testa) si siano contese le commissioni africane per realizzare grandiose infrastrutture inutili se non dannose, come dighe o imbrigliamenti che desertificano il territorio, impendendo quelle regolari esondazioni dei fiumi che lo fertilizzano. Nessuno ignora, peraltro, che i fantomatici Obiettivi di Sviluppo del Millennio promossi dalle Nazioni Unite, che avrebbero dovuto esser raggiunti entro il 2015, non siano altro che un espediente per ridurre la popolazione mondiale, mentre le migrazioni artificiali devono alterare profondamente la composizione etnica dei Paesi europei, così da sconvolgerne la civiltà millenaria e minarne la coesione sociale.

D’altra parte, che cosa offre ai giovani africani il nostro Occidente malato e decadente? Forse un posto di lavoro dignitoso, una vita sociale equilibrata e serena, un’educazione ai valori superiori diffusi dalla civiltà cristiana? O non piuttosto, per quelli moralmente sani, una spinta a corrompersi dalla propria nativa semplicità o, per quelli già inclini all’illegalità, l’occasione di esser reclutati dalla malavita organizzata? Quanti di loro, essendosi indebitati per pagare il viaggio, sono costretti – se donne – a vendersi per strada o a lavorare gratis a tempo indeterminato per la mafia gestita dai loro connazionali, con la minaccia di orribili ritorsioni sui familiari rimasti in patria o di barbare punizioni che vanno dalle torture ai riti voodoo? Non è forse una nuova forma di schiavitù, questa, e una delle peggiori possibile?

Tutto ciò, d’altronde, non li autorizza certo a darsi a furti, omicidi e stupri, creando in certe regioni un vero e proprio incubo di insicurezza, ulteriormente alimentato dall’impunità di cui godono grazie a magistrati ideologizzati che esercitano il proprio potere in modo del tutto arbitrario. Non parliamo poi dei terroristi che, seppur ben noti ai servizi segreti, penetrano in Europa mescolati ai clandestini per rendersi poi colpevoli di sanguinosi attentati. Un discorso a parte meriterebbero le malattie, in Europa debellate da decenni, ora ricomparse sul nostro suolo, o le pratiche di stregoneria e magia nera (con tanto di sacrifici umani di giovani donne offerte agli spiriti) che si diffondono senza freni, in un momento storico di drammatica penuria di esorcisti ed esperti in materia. In uno scenario del genere, raccomandare un’accoglienza indiscriminata non può non apparire come un comportamento a dir poco irresponsabile, se non assurdo.

Colui che tace completamente in dibattiti di estrema urgenza e delicatezza, come quelli concernenti eutanasia, omosessualismo e utero in affitto, si ingerisce poi in modo inaccettabile nella politica di un Paese sovrano con ossessive rampogne prive di giustificazione nella dottrina morale. Non si accorge che il popolo reale – piuttosto che quello immaginario dei suoi miti – non lo sopporta più, ma lo detesta e maledice? Neanche il basso clero, che ogni giorno è alle prese con i veri problemi del gregge, gli dà più retta; solo i prelati al sicuro nelle torri d’avorio delle curie diocesane e i burocrati delle conferenze episcopali fingono di appoggiarlo, ma per puro opportunismo o per laidi interessi economici. In confronto, sono più onesti i funzionari del governo cinese, che sono dichiaratamente atei e almeno non strumentalizzano in modo vergognoso la Sacra Scrittura, ma si limitano a fare ciò che da loro ci si aspetta: far leva sull’accordo segreto con il Vaticano per soffocare la Chiesa fedele, obbligandone i ministri ad iscriversi all’associazione patriottica.

Si fa fatica a non pensare che tutto questo non rientri in un occulto piano di destabilizzazione mirante all’instaurazione di un potere totalitario, come dimostra la parossistica opposizione all’opera di un ministro che ha frenato gli sbarchi. «Questa volontà attuale di globalizzare il mondo sopprimendo le nazioni, le specificità – ha osservato il cardinal Sarah in una recente intervista – è pura follia». Non dobbiamo sacrificare la nostra identità cattolica e nazionale «sull’altare dell’Europa tecnocratica e senza patria. La Commissione di Bruxelles pensa soltanto alla costruzione di un libero mercato al servizio delle grandi potenze finanziarie. L’Unione Europea non protegge più i popoli, protegge le banche». Era ora che un uomo di Chiesa parlasse chiaro e dicesse le cose come stanno. Si potrebbe chiosare che l’Unione, in realtà, non ha mai fatto gli interessi dei popoli che la compongono, essendo stata espressione, fin dall’inizio, di un progetto sinarchico che ha suddiviso il mondo in grandi blocchi che si equilibrino a vicenda per evitare il prevalere dell’uno sull’altro, ma siano tutti ugualmente soggetti ai signori dell’alta finanza.

«La Chiesa non può collaborare con la nuova forma di schiavismo che è diventata la migrazione di massa – rincara il Cardinale guineano –. Se l’Occidente continua per questa via funesta, esiste un grande rischio – a causa della denatalità – che esso scompaia invaso dagli stranieri, come Roma fu invasa dai barbari. Parlo da africano. Il mio Paese è in maggioranza musulmano. Credo di sapere di cosa parlo». Al contrario di molti accademici e burocrati ecclesiastici, Sarah guarda la realtà per quello che è, suggerendo che l’invasione pianificata miri alla scomparsa dell’Occidente cristiano e alla sua islamizzazione, funzionale all’imposizione di un regime oppressivo. Una collaborazione da parte della Chiesa a tale piano è semplicemente un suicidio, ma forse è proprio questo il compito che l’oligarchia finanziaria ha affidato all’uomo della fine del mondo, che sta facendo di tutto per affondare la nave. È probabile che il crollo della pratica religiosa, come quello dei contributi fiscali alla CEI, lo rallegri anziché angustiarlo. Chiedere al Cielo la sua rimozione, dunque, è quanto mai urgente ai fini della nostra sopravvivenza sia a livello civile che a livello ecclesiale; è ora che lasci il posto a un uomo di buon senso (e di fede cattolica).




23 commenti:

  1. Seguo il pensiero del Cardinale Sarah,i suoi libri sono ispirati,conferma tutti nella fede Mai una parola contro Bergoglio,anzi conferma la fedeltà quando i media la mettono in dubbio. Che dire …il Salvatore visse con Giuda a fianco, fine alla fine. Gesù amò Giuda ,sperò di salvarlo e poi…di perdonarlo …se solo lo avesse guardato per implorarne il perdono. Ma non fu cosi.Penso che Sarah abbia questa segreta speranza ,il ravvedimento di Bergoglio.Però mi chiedo,se anche Bergoglio salvasse almeno la sua anima e così anche la corte corrotta che ha intorno,mai potrebbe essere papa con Benedetto XVI ancora in vita, a maggior ragione dopo la confessione ,prima di morire, del cardinal Danneels riguardo l’elezione di Bergoglio.Don Elia,francamente ,mi disorienta che un sacerdote come Robert Sarah non assuma una posizione più chiara davanti a due papi di cui uno è un impostore. Da semplice fedele,mi ritrovo di più nel pregare Il Signore che ci liberi presto dall’iniquità e dia ascolto al nostro grido.

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    1. Prendere posizione contro l'impostore significherebbe porsi in stato di scisma; è invece probabile quello che Lei ipotizza, cioè che il cardinal Sarah speri nel suo ravvedimento. Questo non ci impedisce però di pregare perché il Signore lo chiami a giudizio, se proprio non vuol convertirsi.

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  2. E' una contraddizione sperare in un ravvedimento di Francesco se non gli dice apertamente che sta sbagliano. Ma siamo poi sicuri che Francesco si renda conto delle castronerie che dice? Non è stato un grande studioso di teologia in passato per cui è possibile che abbia messo tutto in un calderone e ogni tanto pesca qualcosa, quel che vien fuori, vien fuori.

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    1. Non possiamo escludere che glielo dica in privato, onde evitare polemiche mediatiche che neutralizzerebbero l'intervento.
      In ogni caso, speriamo che non stiano usando anche il cardinal Sarah per coagulare intorno a lui il dissenso a Bergoglio, così da poterlo identificare e controllare meglio.

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  3. Tutti preghiamo per il ravvedimento del vescovo di Roma. Urge soprattutto che il Signore Gesù Cristo ci liberi presto da questa situazione anomala: la presenza di due uomini vestiti di bianco! C'è grande confusione e questa sicuramente non viene da Dio.

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  4. https://www.liberoquotidiano.it/news/italia/13487655/papa-francesco-vendere-vaticano-voce-agita-santa-sede-fronte-tradizionalista.html

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  5. caro don Elia, quando leggo i suoi post, nonostante la drammaticità della situazione che viviamo, respiro a pieni polmoni. Le assicuro le mie preghiere e la ringrazio.
    Vorrei segnalare l'ultimo post su Stilum Curiae: un rosario per l'unico ministro che sembra volerci difendere.
    Da parte mia prego ogni giorno per lui. Non è un santo? Chi di noi lo è? Per quello serve la preghiera.
    Grazie ancora don Elia.
    Vittoria

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    1. Grazie per le preghiere, che ricambio ben volentieri.
      Pregare per un ministro che sta difendendo il nostro Paese è cosa non solo legittima, ma pure urgente. Le preghiere gioveranno anche alla sua santificazione, che tuttavia è un problema di ordine distinto, da non confondere con i suoi compiti istituzionali: questi ultimi, infatti, devono comunque essere esercitati secondo i dettami della legge naturale, a prescindere dallo stato di grazia, purché ci sia la retta ragione e la buona volontà. Dato però che la grazia, nello stato di natura decaduta, è moralmente necessaria per compiere stabilmente il bene anche a livello naturale, poiché illumina l'intelletto offuscato e corregge la volontà indebolita dal peccato originale, non bisogna omettere la preghiera per i governanti in generale, cosa che l'autorità della Chiesa ha sempre fatto e raccomandato, a cominciare dagli Apostoli (cf. 1 Tm 2, 1-2).

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  6. Non so che dire, faccio fatica a stare in questa chiesa, in questa situazione. Tutte le speranze giovanili, le Missioni, la pastorale della famiglia e della vita proposta e rilanciata con la testimonianza della nostra vita coniugale, tutto il servizio alla Chiesa locale, sembra che vadano a "farsi benedire". Non riesco più neppure a sottoscrivere l'otto per mille. Negli anni novanta, dopo il golpe di mani pulite, nell'ambito dell'impegno politico non sapevo più dove appoggiare il capo e così finì quella stagione, oggi sta succedendo lo stesso nell'impegno ecclesiale: dove appoggiare il capo. Lo so bene, sul petto di Gesù Cristo, ed è quello che cerco sempre, appena ci riesco, di fare, ma la tristezza per la condizione della sua Chiesa mi prende puntualmente.

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    1. La comprendo benissimo: sembra che stiano crollando tutte le speranze e gli ideali. La tristezza è però una tentazione con cui il demonio cerca di neutralizzare il nostro impegno facendo leva sulla realtà che vediamo e togliendoci la speranza. Il Signore permette questo genere di prove per spingerci a spostare il baricentro da noi stessi e dalla nostra azione alla Sua provvidenza e alla Sua grazia. Visto che ci ha tolto tutti gli altri appoggi, teniamo il capo poggiato sul Suo cuore, confidando in Lui e continuando a fare quel che possiamo.

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    2. Tutti i santi amavano e obbedivano al Papa qualunque Paoa fosse! Tutti! È un inganno del Maligno parlar Male del Santo Padre e giudicare. Inganno ancor piu' riuscito se ci cascano i sacerdoti , vescovi e cardinali.... Santa Caterina, soffrendo per la dissolutezza del Papa ad Avignone, è andata da lui a dirgli di tornare al suo posto a Roma, non ha sparso giudizi contro di lui, aiutava malati e poveri con santo amore cristiano, considerando nel suo cuore il Papa "il dolce Cristo in Terra"!...

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    3. Tutti i santi obbedivano e non giudicavano il Papa! Il "dolce Cristo in Terra" lo chiamava Santa Caterina. È un palese inganno del Maligno di questi tempi oscuri, che si giudichi ferocemente il Santo Padre, specie e non a caso per bocca di sacerdoti, vescovi e cardinali... San Padre Pio profetizzo' che negli ultimi tempi rimarranno fedeli al Papa tanti cristiani quanti le dita di una mano e che la fedeltà al Papa sarebbe stata la salvezza! Lui è stato obbedientissimo al Papà, che per un tempo lo sospese a divinis... Per questo io resto fedele e umile vicino al santo Padre e cosi ho insegnato a fare ai miei figli.

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    4. Al Papa è dovuta obbedienza in virtù della sua funzione di custode e difensore della fede. Egli per primo deve obbedire a Colui di cui è vicario; se non lo fa, non lo si può seguire. Non si giudica il Papa in quanto tale, ma in quei gesti e pronunciamenti che contraddicono la parola del Signore e l'insegnamento costante della Chiesa. Santa Caterina da Siena, nelle sue lettere, rivolse ai pontefici del suo tempo parole di fuoco. Chiunque abbia tentato di correggere Bergoglio con rispetto, invece, è stato costantemente ignorato. San Pio da Pietrelcina obbedì sul piano disciplinare, ma non accettò mai di dichiarare, per malintesa obbedienza, che le sue stimmate erano false. Qui non stiamo spargendo feroci giudizi contro il Papa, ma cercando di mettere in guardia dagli errori da lui sparsi a danno delle anime, che possono anche perdersi per causa sua.

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    5. Le parole di fuoco di santa Caterina al Papa che stava fuori sede tra le ricchezze e la dissolutezza, erano scritte in lettere private, non spiattellava sui social giudizi commenti e il desiderio che si dimettesse..! Il Santo Padre proclama il Vangelo, non è fuori strada affatto e chi ascolta veramente cosa dice ne è edificato! Che inganno palese gettare zizzania tra i fedeli giudicando il Papa!!! E poi scusate, quale grado di perfezione avete per giudicare il Sommo Pontefice? O non piuttosto umilmente dobbiamo stare in preghiera e in obbedienza? E in rispettoso silenzio molte volte? Seguiamo il consiglio profetico di San Padre Pio e restiamo fedeli al Papa, il Pastore dei pastori... altrimenti diventiamo come molti, delle pecore smarrite, ma non per colpa del Papa! Per colpa nostra!

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    6. Ribadisco - qualora non l'abbia detto in modo abbastanza chiaro - che non stiamo giudicando la persona del Papa (cosa che, evidentemente, nessuno può fare, a prescindere dal grado di perfezione), ma gesti e parole che risultano inequivocabilmente contrari alla dottrina cattolica; a questo fine è sufficiente una conoscenza elementare del Catechismo.

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    7. Gesù diede a Pietro la facoltà di sciogliere e legare sulla Terra e conseguentemente in Cielo sarebbe stato sciolto e legato, cioè in Cielo avviene ciò che il Papa modifica! È sufficiente per inginocchiarsi silenziosamente con amore al volere di Cristo e per rispettare con devozione l'operato difficilissimo del Papa.

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    8. Caro fratello, san Pietro non ha ricevuto dal Signore un potere assoluto, tale da poter contraddire la Sua parola e vanificare lo scopo per cui è stato concesso, bensì una potestà vicaria che per sua stessa natura ha dei limiti, stabiliti dalla volontà del Fondatore. Il Cielo non può ratificare decisioni contrarie alla fede e al bene della Chiesa. Un papa che disobbedisce a Cristo si pone fuori della comunione ecclesiastica e decade "ipso facto", pur mantenendo l'esercizio del suo "munus" fintanto che ciò non venga dichiarato dai Cardinali.

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  7. LETTERA DI SAN FRANCESCO AI REGGITORI DI POPOLI

    «A tutti i podestà e ai consoli, ai giudici e ai reggitori di ogni parte del mondo, e a tutti gli altri ai quali giungerà questa lettera, frate Francesco, vostro servo nel Signore Dio, piccolo e spregevole, a tutti voi augura salute e pace. Considerate e vedete che il giorno della morte si avvicina. Perciò vi prego con tutta la riverenza di cui sono capace, che a motivo delle cure e preoccupazioni di questo mondo, che voi avete, non vogliate dimenticare il Signore né deviare dai suoi comandamenti, poiché tutti coloro che dimenticano il Signore e si allontanano dai suoi comandamenti, sono maledetti e saranno dimenticati da lui.

    E quando verrà il giorno della morte, tutte quelle cose che credevano di possedere saranno loro tolte. E quanto più sapienti e potenti saranno stati in questo mondo, tanto maggiori tormenti patiranno nell'inferno. Perciò io con fermezza consiglio a voi, miei signori,che, messa da parte ogni cura e preoccupazione, riceviate con animo benigno il santissimo corpo e il santissimo sangue del Signore nostro Gesù Cristo, in santa memoria di lui.

    E vogliate offrire al Signore tanto onore in mezzo al popolo a voi affidato, che ogni sera si annunci, mediante un banditore o qualche altro segno, che all'onnipotente Signore Iddio siano rese lodi e grazie a tutto il popolo. E se non farete questo, sappiate che voi dovrete renderne ragione davanti al Signore e Dio vostro Gesù Cristo nel giorno del giudizio. Coloro che riterranno presso di sé questo scritto e lo metteranno in pratica, sappiano che sono benedetti dal Signore Iddio.»
    (S. Francesco)

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  8. Grazie padre. Proprii stamattina rispondevo alle clarisse di Bergamo che mi hanno inviato la lettera che, insiwme ad altri monasteri di clarisse e carmelitane, hanno inviato a Mattarella e compagnia. Ho scritto, senza saperlo, anche alcuni concetti che lei ci riporta in questo bellissimo articolo. Speriamo che anche loro rinsaviscano. Per auanto riguarda Bergoglio concordo pienamente con lei per la richiesta finale che fa al Signore nel suddetto articolo. L'unica cosa che non so per certo é se davvero poi potrà venire eletto un Papa migliore, vista la lista dei Cardinali elettori. In ogni caso confidiamo in nostro Signore.
    Cordiali saluti, e restiamo uniti nella preghiera
    Luisa Maria

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  9. Intervista a Don Alfredo Morselli su La Verità
    http://blog.messainlatino.it/2019/07/intervista-don-alfredo-morselli-su-la.html#more

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  10. Beato Fulton J. Sheen profezie: "L'ANTICRISTO e la NUOVA RELIGIONE MONDIALE (VIDEO / Mary Tube & Tempi di Maria)
    https://gloria.tv/video/W833TsRLDfwy6RCGnSCHjPKNT

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  11. Tra i suoi ultimi appunti, si trovano queste righe: “Dio voleva una piccola cella anacoretica a San Pietro e nei grandi centri del mondo per predicarvi una predica silenziosa e continua. Sarebbe bello avere proprio lì, nel cuore della Chiesa una piccola ostia davvero vivente unita in modo speciale all’Ostia divina, Gesù... Quella piccola cella vicina alla Vita celeste, deve essere come un faro divino elevato che tutti possano vedere”».
    Quella piccola ostia, quel luminoso faro, era stata lei, suor Nazarena.

    http://www.settimanaleppio.it/dinamico.asp?idsez=6&id=2048

    “Sono solo: vieni con me!”

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  12. Ti ringrazio, o Cristo, che mi hai fatto un membro del Tuo Corpo!
    QUALE FELICITA' ESSERE CATTOLICI!

    CRISTO VIVE ORA!”
    “Ed Egli insegna, governa e santifica ora! Quale felicità essere Cattolici!”

    Il Corpo Mistico di Cristo non si erge tra Cristo e me più di quanto il Suo Corpo Fisico non si ergesse tra Maria Maddalena e il Suo Perdono, o la Sua Mano tra i pargoli e la Sua Benedizione.

    Attraverso il Suo Corpo Umano, Egli venne tra gli uomini nella Sua Vita individuale, attraverso il Suo Corpo Mistico, Egli viene a noi nella Sua Mistica Vita di comunione.

    Cristo vive ora! Ed Egli insegna, governa e santifica ora! Ha i Suoi momenti di gloria in altre Domeniche delle Palme; i Suoi momenti di scandalo quando altri Giuda lo tradiscono; e i suoi momenti dolorosi.

    Se mi domandate che cosa significhi per me, il Corpo di Cristo, vi direi: “Io credo che sia il Tempio dell’Amore, di cui io sono una pietra viva, e la cui pietra angolare è Cristo; è l’Albero della Vita Eterna di cui io sono una fronda; è il Corpo di Cristo sulla terra dopo la Sua Ascensione in Cielo ed io sono una delle cellule che lo compongono”.

    Il Corpo di Cristo è quindi più di quanto io sia per me stesso; la Vita di Essa – userò il femminile d’ora in poi per significare il Corpo di Cristo, poiché la Bibbia lo chiama “Sua Sposa” – la Vita di Essa dicevo è più ricca della mia, poiché io vivo nella sua unione e senza di Essa non ho che una vita fisica. I Suoi Affetti sono i miei affetti; le Sue Verità, le mie verità; il Suo Pensiero, il mio pensiero. La più grande benedizione che Dio Onnipotente mi abbia dato è di esserle unito. La mia più grande pena è di non servirLa al meglio.

    Senza di Essa sono un ramo sradicato, una colonna isolata tra morte e dimenticate rovine. Con Essa io credo nell’Eternità e non ne sono atterrito. Dai Suoi Tabernacoli traggo il Pane di Vita, dalle Mani dei Suoi Vescovi l’olio che fortifica, benedice e consacra; dalla lampada del Suo Santuario la sicurezza che Cristo non ci ha lasciato orfani.

    Abbandono la mia testa fra le Sue Mani come tra quelle di una Madre; trovo in Lei le dolci tranquillità dell’Amore come in una Sposa; corro a rifugiarmi da Lei nelle tempeste del sangue e dell’odio che spazzano la terra nelle guerre; come ad una Roccia affondata nell’Eternità. Amo la Sua Volontà quando tutti gli amori terreni sono finiti.

    Per mezzo del Suo Corpo, sento ancora l’Eterna Sapienza parlare con l’Infallibile Verità. Nel Suo Corpo, ascolto il Potere e l’Autorità di Cristo ed obbedisco e sono liberato. Dal Suo Corpo, ricevo la Vita di Cristo nell’Eucaristia e il Suo Perdono nel confessionale.

    Ti ringrazio, o Cristo, che mi hai fatto un membro del Tuo Corpo!

    Dimenticavo quasi di dirvi che la Bibbia ci dice: “Il Suo Corpo è la Chiesa”. Quale felicità essere Cattolici!

    (Beato Fulton J. Sheen, da “Ancore sull’abisso – Radiomessaggio del 15 Gennaio 1950”)

    “Zelo zelatus sum pro Domino Deo exercituum” (Ardo di zelo per il Signore Dio degli eserciti).

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