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sabato 18 novembre 2017


Maskirovka



È un termine russo che si traduce alla lettera camuffamento, occultamento o simili, ma designa una tattica militare, praticata fin dall’antichità, con la quale si trae il nemico in inganno riguardo alle manovre belliche, alle intenzioni o all’effettiva consistenza dell’esercito avversario. Gli strateghi sovietici lo battezzarono così e, proprio grazie ad un massiccio impiego della maskirovka e ad altre nefandezze, vinsero quell’orrenda carneficina che fu la guerra civile provocata dal colpo di Stato, di cui ricorreva in questi giorni il centenario, perpetrato da quel demonio incarnato di Lenin. Anche quel pugno di manigoldi di formazione e mentalità marxista che ha occupato il Vaticano, a quanto pare, questa lezione l’ha imparata bene e continua a menarci per il naso su vari fronti, distogliendo la nostra attenzione dalle vere questioni di fondo e dalle manovre occulte con cui stanno realizzando la loro esecrabile agenda.

Le insistenti indiscrezioni su un’ulteriore modifica del rito della Messa, per esempio, continuano ad attizzare fiammate di sdegno e riprovazione, quando di fatto nulla, a questo riguardo, è ancora effettivamente successo, a parte la sostanziale abolizione del doveroso controllo a livello centrale delle traduzioni e degli adattamenti dei libri liturgici realizzati dalle conferenze episcopali – fatto indubbiamente gravido di conseguenze disastrose per la liturgia romana, la cui unità rischia di frantumarsi, ma non tale da indurre necessariamente modifiche decisive nella forma sacramentale dell’Eucaristia. Potrei anche sbagliarmi in proposito, ma in ogni caso questo allarmismo precoce distrae molti cattolici fedeli dalle manovre con cui in diverse diocesi italiane si è cominciato a indottrinare il clero perché si convinca ad ammettere alla comunione i divorziati risposati. Questo solo fatto è capace di distruggere definitivamente quel poco che rimane della fede nella Parola di Dio, nella grazia soprannaturale, nei Sacramenti e nell’autorità della Chiesa… cioè della fede tout court, sostituita dal sentimentalismo e dall’attivismo buonisti.

Per quelli che desiderano “concelebrare” con i protestanti, d’altronde, il rito attuale già si presta benissimo all’uopo, essendo stato confezionato proprio in questa prospettiva. Se poi le nuove “preghiere eucaristiche” sono ancora troppo cattoliche, si possono sempre prendere quelle svizzere, in cui si parla di santa cena. Peccato che il messale “riformato” sia in se stesso illegittimo e abusivo, dato che la sua pubblicazione è in diretto contrasto con l’irrevocabilità del messale tridentino, sancita dalla Costituzione apostolica Quo primum tempore di san Pio V. Al di là di tutto, comunque, è ormai ampiamente scomparsa la percezione del vero valore e significato della Messa, trasformata molto spesso in intrattenimento di bassa lega o in comizio socio-politico. I confessionali (dove ancora non sono stati rimossi) sono quasi sempre vuoti e, quando qualcuno vi entra, non è affatto sicuro che, da un lato, ci sia la sana dottrina e, dall’altro, un pentimento sufficiente per ricevere un’assoluzione valida. I giovani, in buona parte, non si sposano più, ma si accoppiano e scoppiano con una mentalità da poligamia successiva ricevuta magari dai genitori stessi, che hanno già in conto diverse “unioni”…

Anche la Correctio filialis, per quanto doverosa, potrebbe essere stata incoraggiata da qualcuno, dietro le quinte, per far scoppiare la bomba fuori tempo e in modo meno dannoso, così che fosse scambiata per l’annunciata correzione formale, di ben maggior peso, da parte di membri della gerarchia e ne fosse smorzato l’effetto. In questa maniera, oltretutto, si son fatti venire allo scoperto, per poterli colpire, i dissidenti che l’hanno firmata, mentre la stampa di regime ha avuto agio di neutralizzare in anticipo le giuste istanze di qualsiasi futuro intervento in quel senso. Se è così, il nemico ha preso almeno tre piccioni con una fava, a meno che non si sia trattato effettivamente dell’ultima chance per sollevare il necessario dibattito, visto che la correzione formale non è ancora arrivata e, forse, non arriverà più. In ogni caso, bisogna evitare di farsi catturare da una singola battaglia, per quanto importante, lasciando all’avversario campo libero in questioni di più ampia e profonda portata: la maggior parte dei “cattolici impegnati”, oggi, ha una mentalità tipicamente protestante. Senza angosciarci più di tanto, però, abbandoniamoci alla Provvidenza, che volge in bene anche gli eventuali errori tattici di chi serve sinceramente Dio.

La vittoria in questa guerra, in realtà, non è alla portata delle sole forze umane. Siamo arrivati allo scontro decisivo tra la luce e le tenebre, le cui forze sono penetrate nella Città santa con il cavallo di Troia (altro tipo di maskirovka) dell’aggiornamento e vi hanno fatto strage, occupandone i centri di potere. Umanamente parlando, la situazione è disperata; soltanto un intervento dall’alto la può rovesciare. I nemici di Dio sono riusciti perfino a creare la situazione del tutto anomala della compresenza di due papi, dei quali uno ha probabilmente abdicato in modo invalido e l’altro era manifestamente privo della fede cattolica già prima dell’elezione. A parte l’irregolarità della quinta votazione nello stesso giorno e gli accordi preelettorali che hanno fatto incorrere nella scomunica i sedicenti mafiosi di San Gallo (i cui voti sono di conseguenza nulli e irrilevanti per la richiesta maggioranza dei due terzi), c’è la bolla Cum ex apostolatus officio di papa Paolo IV, che esclude in perpetuo dal soglio pontificio chi in precedenza si sia dimostrato eretico. San Roberto Bellarmino, per altro verso, sostiene che un papa che cada in eresia anche successivamente alla sua elezione decade ipso facto dall’ufficio.

Mi rendo perfettamente conto della gravissima responsabilità che mi assumo con dichiarazioni di tal tenore, per me stesso e per chi mi legge: pensieri del genere ci possono porre fuori della comunione ecclesiastica, con serio pregiudizio della nostra salvezza eterna. Tuttavia non si tratta di convinzioni irreformabili né di asserzioni perentorie, bensì di forti dubbi legittimati non da semplici dettagli di scarsa importanza, ma da un cumulo di elementi sostanziali che sono sotto gli occhi di tutti. Che dire poi delle dimissioni di Benedetto XVI? Il difetto più evidente è l’assenza di una dichiarazione (analoga a quella emessa davanti ai cardinali da san Celestino V o a quella fatta leggere da Gregorio XII al Concilio di Costanza) pronunciata nel momento stesso della cessazione dell’ufficio come attuazione formale dell’annunciata decisione di rinunciare al ministero di Vescovo di Roma, ovvero di rinunciare all’esercizio attivo del ministero (Udienza del 27 febbraio 2013). Il nuovo Codice di Diritto Canonico, nella sua vaghezza, si limita ad affermare che la rinuncia, ai fini della sua validità, deve essere debitamente manifestata (rite manifestetur, canone 332, § 2).

La procedura seguita sembra in realtà abbastanza irrituale, per non parlare del fatto che, se il teologo Ratzinger ha effettivamente inteso scindere aspetti diversi del munus petrinum, il suo atto potrebbe risultare nullo ipso iure per errore sostanziale circa il proprio oggetto (oltre che, eventualmente, per timore grave ingiustamente incusso; cf. Codice di Diritto Canonico, canone 188). Infatti l’ufficio di Sommo Pontefice consiste nella «potestà piena e suprema sulla Chiesa» (canone 332) e si perde automaticamente con la rinuncia all’esercizio di essa, il quale non può essere se non attivo. Non esistono quindi – se non, eventualmente, nella mente di chi intendeva dimettersi – altre forme di esercizio di tale ufficio che giustifichino il mantenimento di nome, abito e stemma dopo la rinuncia. Il pensiero deve adeguarsi alla realtà, non il contrario, come avviene nell’idealismo tedesco (e nella teologia da esso influenzata). Se dunque le sue dimissioni sono state viziate da un errore sostanziale circa l’oggetto della rinuncia, il nostro amato Benedetto è ancora papa e la successiva elezione è necessariamente nulla, perché non si può eleggere validamente un papa mentre il predecessore è ancora in carica.

Ovviamente io non sono nessuno per dirimere la questione, ma, se fra i lettori ci fosse qualcuno che avesse competenza e potere per farlo, penso che non sarei il solo a supplicarlo di muoversi, in un modo o in un altro, per sventare quello che già un anno e mezzo fa denunciavo come tentativo di praticare sulla Chiesa terrena una sorta di eutanasia (https://lascuredielia.blogspot.ch/2016/04/la-dolce-morte-della-chiesa-geniale.html). Non vorrei certo contribuire, mio malgrado, ad ampliare la maskirovka dirottando l’attenzione su discussioni inconcludenti o, in ogni caso, al di fuori della portata dei comuni mortali; ma, poiché la speranza ci rende audaci, non è mai detto che queste riflessioni non possano indurre qualcuno, più in alto di noi, a prendere delle iniziative con cui preparare quell’intervento dall’alto che è comunque indispensabile. Vi immaginate se l’ipotesi poc’anzi avanzata risultasse vera? Si annullerebbero in un colpo solo quattro anni e mezzo di assurdità allucinanti (anche se non immediatamente i loro effetti deleteri) e usciremmo da un incubo apparentemente senza fine.

44 commenti:

  1. E’ morto Totò Riina : il signore lo accoglierà nella Sua tenda? Stando alle recenti affermazioni di papa Francesco non ci dovrebbero essere dubbi in proposito, sarà senz’altro accolto. Infatti il papa, in una udienza pubblica in Piazza San Pietro, ha detto che alla fine dei tempi Dio accoglierà “tutti gli uomini sotto la sua tenda”, dove "tutti" vuol dire evidentemente “tutti”: battezzati e non battezzati, credenti e increduli, buoni e cattivi. Non si parla più, infatti, di giudizio, inferno e paradiso: solamente di paradiso per tutti, indipendentemente dalla vita buna o cattiva. Quindi “porte aperte alla Renault”, “tana liberi tutti”, basta con l’ingiusta divisione del regge tra santi e peccatori (magari impenitenti), adesso il papa ha abbracciato il motto “pecca fortiter sed fortius crede”; infatti cos’altro avrà voluto dire quando ha affermato che “sul problema della giustificazione Lutero non aveva torto”? improvvisamente ci troviamo tutti protestanti, luterani, con la benedizione di papa Francesco e la prossima beatificazione del “porcus saxonis”
    Ma forse qualcuno resterà escluso da quest’improvvisa amnistia globalizzata, ad esempio Mons. Léfèbvre, don Alessandro Minutella, i rigidi e intransigenti cattolici tradizionalisti, ecc


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  2. La situazione dovrebbe essere come segue: acclarata l'invalidità delle dimissioni di Benedetto XVI, perché formalmente non sincrona con la dichiarazione di rinuncia al ministero petrino, detenendo egli tuttora e dall'inizio del suo mandato le "chiavi" (nelle insegne e nell'esercizio della funzione petrina), non potendo o volendo egli svolgerla attivamente, condizione perché questa sia valida de iure e erga omnes, avendo egli con questo gesto di dimissioni delegato di fatto la funzione attiva del Ministero petrino al Vescovo di Roma, perché così egli provvidenzialmente si è presentato davanti alla folla al momento dell'elezione al soglio di Roma (non presentandosi egli come "Pontefice" bensì come "Vescovo di Roma"), essendo dunque per questo motivo - la convivenza di due "Pontefici"- la situazione impossibile ad esserci ed avendo padre Bergoglio - per il motivo dell'effettuazione di una quinta votazione di conclave in un solo giorno vietata dai regolamenti vigenti per l'elezione a Pontefice - irregolare nell'elezione, essendo inoltre egli ritenuto eretico per aver affermato ripetutamente, in presenza di richiami ufficiali, formali, motivati ed argomentati, dichiarazioni contrarie alla fede nel contenuto e nella sostanza così come trasmessoci da Nostro Signore Gesù Cristo, si convochi un nuovo Conclave in cui si dichiarino deposti i Pontefici tuttora regnanti e si proceda ad una nuova elezione, in cui il successore di Pietro sia dichiarato regolarmente eletto, affinché egli possa continuare il lavoro pastorale e dottrinario così come lasciato da Benedetto XVI al momento della formalizzazione delle sue presunte dimissioni da Pontefice.

    Il prolungarsi della situazione così com'è ora non può che aggravare il rischio di incorrere in nuovi errori, con grave danno per i fedeli affidati al magistero e alle cure della Chiesa cattolica.

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  3. Rimane il fatto che almeno a me, riesce difficile non pensare ad una responsabilità di Ratzinger Papa negli eventi attuali: quale minaccia grave può indurre un Papa a consentire lo scempio continuato dal 13/03/13?
    A che vale fare salva supponiamo la vita, il Vaticano, lo IOR o quello che si voglia, se perdo le anime affidate in primis al Pontefice da N.S.G.C.?
    Che l'uomo faccia esplodere anche l'intero pianeta, ma che Satana non conquisti le anime che appartengono a Nostro Signore Dio.

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    1. E' scritto nel Canone 675 del Catechismo della Chiesa cattolica: è la prova finale dell'apostasia, una versione del Catechismo prodotta quando Ratzinger era Prefetto della Congregazione per la dottrina della fede. Se l'ha pubblicato, o ne aveva sentore o magari si sarà rifatto ad una delle tante profezie - riportata anche nelle Scritture - circa i cosiddetti "ultimi giorni". Inoltre i fatti, per come sono andati, sono stati ampiamente acclarati, mi sembra, né Ratzinger non sapeva che cosa stava facendo, tra l'altro aveva già anticipato vari gesti - ad esempio la deposizione sulla tomba di Celestino V del pallio papale, un chiaro gesto di "pace" verso qualcuno forse. Ma il soglio di Pietro non richiede anche forse una strenua resistenza? Che cosa doveva fare se non salvare anche nella forma la possibilità che non si arrivasse al baratro in cui siamo arrivati? Ratzinger, restio ad accettare l'incarico da Pontefice - non l'ha mai desiderato personalmente, pur avendo servito per decenni e soprattutto sotto il pontificato di Giovanni Paolo II - sapeva che sarebbe durato poco, e che il suo pontificato altro non sarebbe stata che una gloriosa parentesi in un secondo Novecento funestato dall'influenza della massoneria sulla Chiesa, a partire dalla fine del pontificato di Pio XII (1958), l'ultimo grande pontefice romano, a parte Ratzinger.

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    2. Che doveva fare papa Ratzinger? Non voleva fare il papa, nel senso che era schivo e sapeva - per evidente esperienza - che tipo di contrasti avrebbe trovato, dottrinali e comportamentali dentro e fuori la Chiesa (avete presente la gazzarra all'Università di Roma Tre o la speculazione sul discorso di Ratisbona, coraggiosissimo per altri versi né una novità per il pensiero cattolico, o l'affare Paolo Gabriele o i libri del Vatileaks?). E' stato da subito contrastato, con un Segretario di Stato che remava sistematicamente contro. Tra l'altro, egli aveva previsto l'apostasia, accogliendo qualche suggestione e sicuramente le indicazioni delle Scritture e di numerosissime profezie e apparizioni (avete presente il lavoro di Bruno Cornacchiola o i messaggi della Madonna di Civitavecchia, senza andare al famoso evento di Fatima?), inserendo poi il canone 675 nel Catechismo della Chiesa cattolica, pubblicato quando egli era Prefetto della Congregazione per la Dottrina della fede, dunque una "prova finale" per fede e Chiesa prima dei cosiddetti "ultimi giorni".
      Avete presente le difficoltà incontrate da Gotti Tedeschi allo Ior e poi il blocco dei conti correnti che ha preceduto di fatto le dimissioni da papa? Tutti sanno come sono andate le cose, e ne ha parlato con dovizia di particolari mi pare mons. Negri su "Radio Spada", assieme al coro unanime dei media al momento delle dimissioni - lente e centellinate con sapiente regia da papa Ratzinger - avete presente il tripudio di foto dell'elicottero che lasciava San Pietro, o il provvidenziale fulmine scaricato sul Cupolone, o le foto dei sigilli sul portone dell'appartamento papale? Chi aveva creato quell'escalation di tensioni, inducendo di fatto papa Ratzinger alle dimissioni aveva forse anche organizzato o previsto la sua successione, e di fatto il magistero di Francesco I sembra di fatto una "correctio formalis" a quasi tutto il magistero di Ratzinger, insieme ad incredibili aggiunte che conoscete bene (la "liberalizzazione" della liturgia, il progetto di "messa ecumenica" ecc.).

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    3. Non si può scrivere più niente, non c'è molto da scrivere. O si prendono decisioni o si attende l'esito delle vicende, che possono avere anche esiti tragici (guerre ecc.), perché tra l'altro tutte le profezie non mi pare prevedano un comodo cambio di papato.
      Se volete si possono scrivere altri post, approfondire la questione dal punto di vista dottrinario o del codice di diritto canonico - chi può convocare o chiedere eventualmente il conclave - ma mi sembra che, per una modifica della Messa che preveda ad esempio l'eliminazione della formula di transustanziazione, si può chiedere direttamente l'intervento delle guardie svizzere presenti in Vaticano, ad esempio. Immagino sia possibile, bisogna studiare la questione. Non credo sia possibile fare una cosa del genere e credo che ci siano limiti di intervento, non è la prima volta che c'è una situazione così - il rischio di un'apostasia totale - che può richiedere anche l'intervento della forza o comunque il blocco dell'azione, a meno che non ci si fermi prima da parte di chi vuole fare queste modifiche ecc.. Oppure si tratta di convincere attraverso gli scritti ecc.. Fatemi sapere. Saluti

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    4. Le guardie svizzere sono incaricate della difesa personale del Papa. L'intervento della forza è impensabile al giorno d'oggi, a meno che non ci sia un'invasione straniera sotto la guida di qualcuno che osi ripetere l'atto di Napoleone, che in questo contesto sarebbe provvidenziale.

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  4. Mi aspettavo un articolo del genere.

    Ma caro Don Elia non solo mi ha sorpreso in positivo, ma credo sia andato "oltre".

    Eccellente "analisi" che colpisce dritto al "cuore del problema" e lo riassume.

    Mi auguro che venga "letto ed assimilato" non già da una vasta platea, come meriterebbe, quanto da quel piccolo resto che pian piano, grazie anche al suo eccellente ed accorato lavoro, imparerà a "riconoscer se stesso".

    I miei più sinceri saluti.

    VNV

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  5. Caro Don Elia,

    non posso che sottoscrivere ogni sua parola.
    E' un tema che in tantissimi abbiamo meditato in questi 4 scellerati anni, magari con sfumature diverse e con aggiunte od analisi personali ed originali, ma sempre giungendo alla medesima soffertissima conclusione.
    Una riflessione interessantissima (a mio parere) ed originale è questa, purtroppo in inglese:
    https://nonvenipacem.com/2017/07/22/faq-did-pope-benedict-reveal-his-intent-to-bifurcate-the-papacy-in-the-actual-declaratio/

    Purtroppo, conclusioni univoche a parte (almeno da parte di chi ancora riesce a percepire la tremenda drammaticità dei tempi atuali), la situazione non fa che peggiorare di giorno in giorno ... ed il Kapo continua a nominare nuovi colonnelli e capitani, che inevitabilmente conteranno in un prossimo conclave.
    Anche per me la situazione è irreversibile e non "umanamente" correggibile.
    Preghiamo & preghiamo.
    E' il tempo di Maria. Dobbiamo solo decidere da che parte stare.

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    1. Grazie per l'interessantissima segnalazione. L'autore precisa bene quanto ho inteso dire sinteticamente.

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    2. Buongiorno don Elia,cosi come sono le cose perfettamente da lei descritte ci troviamo davanti ad un bivio con due strade: una che porta a Dio l’altra che porta a satana. Al bivio,però, ci siete voi sacerdoti,vescovi e cardinali che orientate la folla dei fedeli nella scelta della strada. Se questi consacrati si riconoscono fedeli e apostoli di Cristo fino al sacrificio, spingeranno le anime verso Cristo e Satana non vincerà. Voi siete,per volere Divino,sale e luce della terra. Il Signore ha promesso che il Cielo non lascerà sola la Chiesa militante. Noi pecore senza pastore siamo in cerca di un pastore ispirato che ci indichi la strada con coraggio…cari saluti

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  6. Articolo molto forte ma necessario.

    Io penso,ma probabilmente sbaglio, che Papa Benedetto XVI abbia fatto un passo di lato dopo un "consiglio preternaturale" quindi non solo per questioni terrene.
    Il suo "farsi da parte" sta facendo scatenare pienamente tutte le forze anticattoliche e infiltrate.
    Il Signore infatti non ha ancora chiamato Papa Benedetto da Lui per ora.

    Col tempo l'albero darà i suoi frutti e comprenderemo meglio.

    Grazie ancora don Elia.

    Sia lodato Gesù Cristo

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  7. Caro don Elia,
    La ringrazio per questo ottimo e "coraggioso" articolo.
    Credo,però, che la questione liturgica sia molto seria, e non un semplice espediente per distogliere l'attenzione.
    Il rischio di andare ben oltre il Novus Ordo è reale,e comporterebbe la piena realizzazione della profezia di Daniele, con la fine del Santo Sacrificio e l'abominio della desolazione.
    Riguardo la delicata questione della elezione al soglio pontificio di chi è eretico vorrei ricordare che Roncalli aveva un passato modernista,con tanto di sanzione. Ricordo che il modernismo è stato condannato come eresia da S.Pio X.
    Dopodiché non ne usciamo più, rischiando di scivolare nel sedevacantismo.
    Antonio

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  8. NOVENA ALLA MEDAGLIA MIRACOLOSA*

    O Vergine Immacolata della Medaglia Miracolosa, che, mossa a pietà dalle nostre miserie, scendesti dal cielo per mostrarci quanta parte prendi alle nostre pene e quanto di adoperi per stornare da noi i castighi di Dio e impetrarci le sue grazie, muoviti a pietà della presente nostra necessità; consola la nostra afflizione e concedici la grazia che ti domandiamo. Salve Regina

    O Maria concepita senza peccato prega per noi che ricorriamo a te!*

    O Vergine Immacolata della Medaglia Miracolosa, che, quale rimedio a tanti mali spirituali che ci affliggono, ci hai portato la tua Medaglia, affinché fosse difesa delle anime, medicina dei corpi e conforto di tutti i miseri, ecco che noi la stringiamo riconoscenti sul nostro cuore e ti domandiamo per essa di esaudire la nostra preghiera. Salve Regina

    O Maria concepita senza peccato prega per noi che ricorriamo a te!*

    O Vergine Immacolata della Medaglia Miracolosa, tu hai promesso che grandi sarebbero state le grazie per i devoti della tua Medaglia che ti avessero invocata con la giaculatoria da te insegnata; ebbene, o Madre, ecco che noi, pieni di fiducia nella tua parola, ricorriamo a te e ti domandiamo, per la tua Immacolata Concezione, la grazia di cui abbiamo bisogno. Salve Regina

    O Maria concepita senza peccato prega per noi che ricorriamo a te!*

    Chiediamo un tempestivo intervento di Maria dal cielo... uniamoci in preghiera e lasciamo fare a Maria il resto! Nel Suo Cuore non abbiamo nulla da temere!!
    In Cordibus Iesu et Mariae!

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  9. Rivestiti di umiltà! (Isacco il Siro)
    http://www.natidallospirito.com/2017/07/22/rivestiti-di-umilta-isacco-il-siro/

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  10. Caro don Elia, secondo il mio modesto parere i primi fuochi delle "grandi manovre" sono già accesi, legga qui
    I PRESULI FRANCESI "CORREGGONO" IL PADRE NOSTRO.
    https://ultimo-papa.blogspot.it/2017/11/il-clero-francese-cambia-il-padre-nostro.html

    Viva Cristo Re

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  11. Ma l'articolista in questione non sostiene la stessa tesi di Socci, tanto per intenderci, e non credo al doppiogiochismo di Ratzinger a favore dell'elezione di Bergoglio, sarebbe una offesa alla straordinaria intelligenza di questo papa maltrattato prima ancora che uscisse in loggia e fatto a pezzi nei 7/8 anni di pontificato, la verità la sa lui, Dio, e 4 o 5 amici fedeli che al momento tacciono, per loro stessa ammissione, finché lui è ancora in vita, delle orrende trame ordite dalla cosca si sa quasi tutto, tranne chi effettivamente impugnò la pistola fumante ancor oggi. Mio modesto parere, per quel che può valere, Benedetto XVI è l'ultimo Papa di SRE, end of game, al resto penserà il Padrone. Grazie per il coraggio e la franchezza, la parresia la lasciamo altrui.

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    1. Non penso a un "doppiogiochismo" di Ratzinger a favore di Bergoglio, ma a un espediente escogitato per non ritirarsi completamente, vista la situazione ormai ingovernabile per pressioni interne ed esterne. A questo può far pensare una possibile allusione di monsignor Gaenswein (cf. http://lascuredielia.blogspot.it/2017/05/mosca-benedetto-xvi-ela-consacrazione.html).

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    2. Ma l'espediente escogitato rende valida l'elezione di Bergoglio?

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    3. Per quanto riguarda i rapporti con la Russia, p. Kramer sostiene che Vladimir Putin ha richiesto a papa Francesco la consacrazione della Russia al cuore immacolato di Maria, ma che gli è stato opposto un diniego da parte sua e del card. Ravasi.
      Ora, che a 100 anni da Fatima si cerchi ancora di fare un atto che non avrebbe alcun senso ora, a cose tra l'altro già fatte (la richiesta di Maria era relativa alle violenze che ci sarebbero state a pochi giorni dall'ultima apparizione a ottobre 1917 a seguito della rivoluzione di ottobre), immaginando una contrattazione di questo tipo su una cosa del genere - consacrazione non fatta e richiesta dalla Madonna alla Chiesa di Roma, da fare 100 anni dopo da parte di un premier molto critico verso quei fatti... ha il sapore di una speculazione politica. Ho stima di Vladimir Putin ma credo che lui, a suo modo, sia un giocatore di poker:
      - ho l'impressione che l'intervento in Siria a difesa di Bashar Al Assad e dei siriani abbia nascosto il tentativo di trovare una collocazione geo-politica in Medio Oriente, luogo topico degli incroci geostrategici.
      La strada finora intrapresa da Putin in politica estera la ritengo molto valida, ma c'è un fattore di ambiguità: è alleato delle potenze antimperialiste della regione (l'Iran, la Siria, Hezbollah in Libano), ma c'è il rischio di un contatto con Israele, i sauditi e in parte l'Unione Europea.
      La Russia è una potenza neo-imperialista, convinta sostenitrice del capitalismo e alla ricerca di un suo spazio geo-strategico. Pur essendo schiacciata nel suo ruolo con la contrapposizione storica con gli Stati Uniti, trova nella presidenza Trump di fatto un alleato indiretto. E' coinvolta però con la Cina nell'alleanza dei Brics e nella "Belt and Road" initiative, ma di fatto Putin ha scelto di non abbracciare il marxismo, prendendo nettamente le distanze dalla Rivoluzione di Ottobre, rifacendosi solo alla "guerra patriottica" come momento di unità nazionale (dimenticando però che il nazismo era intervenuto in opposizione al comunismo russo, anche se in tutti questi eventi - la nascita del comunismo di stampo bolscevico-antiortodosso e la parallela ascesa di fascismo e nazismo c'è l'ombra della stessa finanza ebraico-massonica), trovando in questo un forte appoggio da parte della Chiesa Ortodossa russa, che ha abbracciato la causa dell'anticomunismo e dell'antibolscevismo a 100 anni dalla rivoluzione fino a spingersi all'inaugurazione di 200 nuove chiese a bollando tutto quel periodo sostanzialmente come sbagliato e sostanzialmente nefasto.
      A questo si aggiunge la riabilitazione storica dello zarismo, che è il modello politico a cui maggiormente si richiama la Russia contemporanea.
      Ora, il rischio è che la Russia possa diventare una paese neo-imperialista.
      Essa non si fa problemi a stringere alleanza con l'Unione Europea e con la Germania, e potrebbe bastare poco che essa si trasformi, dopo un ulteriore mandato di Vladimir Putin, in una nuova potenza egemone, magari approfittando del declino geo-politico degli Stati Uniti, loro storico avversario.
      La vicenda della richiesta della consacrazione della Russia al Cuore Immacolato di Maria va inscritta in questo tipo di contrattazione o di ricerca.
      Dal punto di vista religioso, Vladimir Putin è una persona molto devota, ma credo sia molto influenzato dal punto di vista della Chiesa ortodossa, che si comporta come fosse una Chiesa a sé stante (sono convinti di essere i titolari dell'ortodossia, e dunque il patriarca si percepisce come fosse il capo della cristianità, almeno di quella ortodossa che comunque ritengono essere quella giusta).

      (parte 1, continua)

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    4. (parte 2 - continuazione)
      L'atteggiamento dunque degli ortodossi russi verso la Chiesa cattolica resta quello della "cattiva Roma", che dall'8° secolo avrebbe usurpato, a seguito delle incursioni dottrinali e teologico-politiche dei Franchi nell'edificio della Chiesa, le prerogative appunto della Chiesa universale.
      La Chiesa russa crede insomma che Roma sia traditrice, e dunque che la storia sia rimasta ferma attorno all'anno Mille. In tutto ciò - dunque nel quadro di una sostanziale presunta superiorità dottrinale e teologica della Chiesa ortodossa russa - vi invito a considerare l'ipotesi che, per il dopo Bergoglio, qualcuno abbia pensato di creare un asse tra Roma, Mosca e Bruxelles-Francoforte alla ri-conquista del soglio pontificio, magari dopo aver incassato la retrocessione della Chiesa di Roma a Chiesa locale, al pari delle chiese ortodosse orientali o protestanti, e l'abbassamento del significato della Messa cattolica con la sua equiparazione ad un rito protestante, per puntare ad un'alleanza geopolitica russo-italo-europea.
      I protagonisti di questa vicenda sono intuibili nell'articolo che ho scritto in memoria di Papa Luciani e che potete leggere qui: http://telegra.ph/CHI-HA-UCCISO-PAPA-LUCIANI---UNA-RECENSIONE-AL-LIBRO-DI-NUZZI-11-13

      Dunque, a me sembra chiaro che l'accordo era affinché Russia, Italia e Ue esprimessero un nuovo pontefice che saldasse questo asse geopolitico in nome apunto del capitalismo eurorusso, e questo nell'anno centenario della Rivoluzione di Ottobre....
      In tutto ciò ci si deve chiedere: a che punto sono veramente i rapporti ortodosso-cattolici se c'era questo progetto di assimilazione del cattolicesimo all'ortodossia russa, e che ruolo gioca la Russia (di sabotaggio allora?) nell'alleanza con la Cina.
      Quindi o si sceglie di "andare in Oriente" o si sappia che in mezzo c'è la Russia, che ha abbracciato l'anticomunismo come sua religione di Stato, e dunque la relazione con Pechino va instaurata deve tenere conto di questo, perché la Russia si comporter(ebbe) allora come "terzo incomodo", per motivi quantomeno geopolitici interni.
      Dunque, un accordo con la Cina passerebbe necessariamente per una sottomissione formale di Mosca al Magistero di Roma, o comunque Roma tenga conto di questo nei rapporti con gli ortodossi, altrimenti la lotta per la supremazia passerebbe da Roma a Mosca, come di fatto stava avvenendo con la "conquista" di Roma alle sorti di Mosca, ai danni di Pechino, se di questo probabilmente si tratta.

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    5. Ricordo che più volte Pio XII ebbe ad affermare di ritenere di essere l'ultimo papa cattolico; oltre a ciò profetizzò la scomparsa della consacrazione e della Presenza Reale (per il tradimento dei chierici). A parer mio, quindi, la Chiesa Cattolica è caduta in mano a malfattori dopo la morte di Papa Pacelli, e ne abbiamo visto gli effetti: a partire da Mater et Magistra (sdoganamento del voto a sinistra), poi con il conciliabolo massonico, poi con le riforme montiniane (cambiata la messa, cambiata la religione, o non è più così?), adesso con il "grande riformatore", come è definito papa Francesco. Nessun papa postconciliare ha pubblicamente denunciato le eresie scaturite dal CV II : chi più chi meno , tutti hanno proseguito su quella strada, incluso Wojtyla, che ho molto ammirato ed amato (all'epoca, però, non facevo caso ai suoi gesti relativisti, sincretisti, anticattolici, come la scomunica a quel grande cattolico che è stato Mons. Léfèbvre).

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  12. Situazione tragica, dalla quale solo la Vergine Maria potrà tirarci fuori. Preghiamola ancora più intensamente, perché il 'passaporto' per il Paradiso è Lei e non i tanto amati poveri di bergogliana 'teologia'.....

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    1. Evidentemente, se è reale l'ipotesi di uno stratagemma di Benedetto XVI per non rinunciare completamente al suo ruolo, le sue dimissioni non sono valide e l'elezione successiva è nulla a priori, a prescindere dai consistenti sospetti sulla nullità dovuta alle modalità dell'elezione stessa.

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    2. In questo caso tireremo più di un sospiro di sollievo! Io non sono rimasta convinta dalle motivazioni di Papa Benedetto XVI che mi sembravano troppo deboli e banali, ed un insulto alla sua ed alla nostra intelligenza, ma il mio scetticismo purtroppo è un insulto alla sua integrità morale e mi dispiace immensamente credere che egli non abbia detto la verità. Allora, mi rendo conto che un mistero ci sovrasta e che sarà compito del Signore rivelarlo.

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    3. E' il mistero dell'apostasia, Ratzinger lo sa bene, l'ha anche inserito nel Catechismo della Chiesa cattolica (canone 675).
      Il suo pontificato è stata la "parentesi necessaria", e non ho il dubbio che sia anche ben assistito.

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  13. La dimenticanza di Dio e ancora di più l’avversione a Lui, attirano sventure perché uomini e donne peccatori rimangono senza alcuna protezione e tutto il male compiuto si ritorce contro. Quando poi il Male è praticato da uomini di Chiesa, perché Massoni o affiliati o simpatizzanti o senza più Fede, il danno si moltiplica cento volte tanto e dove si annida? Dentro la Fortezza: nel Vaticano, perché i suoi vertici, ne sono ormai saturi ed è il peggiore dei castighi. Quanti Cardinali e Vescovi fedeli a Gesù Cristo, saranno rimasti? Se Benedetto XVI si è fatto di lato, temo molto pochi (i conservatori, ma solo di sè stessi, cioè i tiepidi, non fanno testo). Quanti sarebbero i laici, che si definiscono cristiani, ma che forse non lo sono più, insieme a tutta la corte modernista, che accetterebbero di vedere spodestato Francesco? Temo pochissimi. La Purificazione, che si sta facendo, sempre più dolorosa, ci impone uno sforzo maggiore per rimanere nell'umiltà, anche sostenendo spiritualmente quei pochi, sinceri e fedeli Ministri, rimasti accanto a Benedetto XVI, ma anche di intensificare ogni onore e lode a Gesù Cristo, Pane disceso dal cielo. Lasciamo a Dio ogni giudizio per i suoi discepoli infedeli (a questo punto, tutto è troppo ingarbugliato), ma preghiamo, offriamo e ripariamo: l'olio per le lampade potrebbe essere giunto alla fine dei rifornimenti. Continuando di questo passo, riforma dopo riforma, anche se partorite in provetta e con un padre camuffato e tenuto ben nascosto (infatti se ne fosse rivelata la vera paternità, forse, molti si opporrebbero a questi esperimenti in vitro) potremo ancora assistere ad una S.Messa di Natale nella nostre parrocchie con un edificante Presepe o, come alternativa, dovremo assistere a messe intercambiabili e invalide con pastore luterane, con buddisti, con protestanti? I preti, per ora, possono ancora celebrarle, validamente e pubblicamente, ma fino a quando? Non perdiamo tempo, perché non sappiamo a che ora verrà lo Sposo e se ci troverà con la lampada accesa.

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  14. Carissimo don Elia, vorrei ringraziare i Sacerdoti che, insieme a Lei, si sono resi disponibili attraverso questa pagina. Il bene che un Sacerdote può fare a un'anima è qualcosa che potremo vedere in tutta la sua pienezza quando saremo -speriamo, speriamo!- in Cielo. Incalcolabile ed inesprimibile. Grazie a tutti Voi per la Vostra dedizione, i sacrifici, la preghiera. Grazie per l'Amore che portate alle nostre povere anime, segno di un Amore più grande. Che il Signore Vi benedica e Vi ricompensi grandemente qui ma soprattutto nella Vera Vita. Quel giorno le Vostre anime rifulgeranno della luce più bella. Grazie, cari Sacerdoti

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  15. http://www.pierolaporta.it/il-calvario-di-bxvi-non-praevalebunt-4/

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  16. Ho l'impressione che abbiano tirato una bomba atomica in Russia/Kazakhistan, notizia "vecchia" di qualche giorno, guardate su Repubblica.it di oggi i risultati dei test sulla nube

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  17. http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1989/06/07/il-papa-assolve-martin-lutero-la-scomunica.html

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  18. Come una confessione :
    http://www.pierolaporta.it/il-calvario-di-bxvi-non-praevalebunt/

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  19. Caro D. Elia,

    non sarebbe una buona idea scrivere una lettera aperta a Putin e alla Chiesa Ortodossa Russa con una lunga spiegazione sulla situazione della Chiesa dopo il Concilio? Si dice che la teologia della liberazione sia stata prodotta dal KGB. Se la Russia apre l'archivio del KGB sull'azione sovietica contro la Chiesa, questo non potrebbe aiutarci?

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    1. A Vladimir Putin basterebbe ricordare - e lui lo sa bene - che chi collabora con la massoneria è a rischio di scomunica.
      Un conto possono essere i necessari dialoghi geo-politici, tra Paesi o entità diverse, un altro è avallare una visione del mondo che è ispirata a valori del tutto opposti a quelli che lui dice di, e di fatto fa, sostenere.
      Per il passato, è anche probabile che il comunismo sovietico abbia infiltrato o sostenuto qualche teologo "amico", ma sulla teologia della liberazione - mi permetto - vorrei farvi notare le critiche mosse da uno dei suoi ispiratori, anche se lui non si è mai definito tale (cioè "teologo della liberazione" tout court, sentendosi egli ed essendolo pienamente cattolico), e cioè Arturo Paoli, tra l'altro anche "amico" di papa Francesco, che conosceva bene gli ambienti vaticani avendo egli collaborato a lungo con Montini alla guida dell'Azione Cattolica
      Egli sapeva che la contrapposizione tra "chiesa di base" (cdb, o "teologia della liberazione") e "Chiesa ufficiale" era alimentata sia dalla qualità del clero che dalla vicinanza e dall'avallo degli ambienti vaticani diretti alle politiche portate avanti durante gli anni '60, '70 e '80 dagli Stati Uniti, di cui Giovanni Paolo II era invece un grande amico, alimentando con ciò il sostegno ai regimi reazionari, soprattutto in America Latina, e sostenendo di fatto l'oppressione ai danni dei poveri, che erano invece aiutati e sostenuti dai movimenti politici di sinistra e dalle cosiddette "comunità di base".
      Io non riesco a capire però come facciate a scindere l'analisi politica da quella ecclesiale e teologica. Non è possibile che la storia sia soltanto la parentesi tra la prima venuta di Cristo e il suo ritorno, né ciò è vero (basti leggere anche soltanto le parole di Maria nel "Magnificat" per capire da che parte sta Dio). Dio non è "neutrale".
      Ricordo ad esempio che nella diatriba tra Clodovis e Leonardo Boff, Arturo Paoli era chiaramente - per amicizia e per sostegno - dalla parte di Leonardo Boff, anche se poi gli esiti di quella ribellione si sono fatti un po' sentire (Leonardo battezza ad esempio non potendolo fare, e in questo si vede un esito non a caso "protestante" della TdL, o almeno di una parte di essa).
      In una delle mie visite ad Arturo Paoli, nel 2007, gli feci leggere (cioè gli porsi) con un certo dolore l'enciclica di Benedetto XVI "Spe salvi", sapendo che egli era - e tale restò comunque - molto critico verso il pontificato di Giovanni Paolo II e verso quello di Benedetto XVI, che egli riteneva essere teologicamente conservatori e politicamente reazionari.
      Va beh, sapendo che di fatto dietro il pontificato di Giovanni Paolo II c'era il magistero del card. Ratzinger (e meno male, visto che le posizioni politiche di Giovanni Paolo II erano molto più "reazionarie" di quelle di BenXVI): meglio così! Arturo lesse l'enciclica come se si trattasse di una "medicina non gradita", poi scrisse un articolo su "Oreundici", sempre critico ma muovendo argomentazioni teologiche e pastorali, non di pura polemica (Arturo aveva velleità da papa secondo me, ma questo è un altro discorso).

      parte 1 - continua

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    2. parte 2 - continuazione

      Mi ricordo che con quel gesto cercai di avvicinarlo in qualche modo, nel senso che sentivo che Benedetto XVI ed Arturo Paoli erano miti, umili, allo stesso modo, sebbene Ratzinger per il suo ruolo e la sua funzione avrebbe potuto "approfittare" della sua cattedra magisteriale per pontificare "urbi et orbi", mantenendosi invece - secondo me lo ha fatto - su un livello umilmente professorale. Questo fatto mi colpiva, perché non riuscivo a darmi pace del fatto che uomini così simili, nel carattere e forse in parte nella formazione - entrambi erano e sono in parte grandi filosofi - stessero dalle "due parti della barricata". Ricordo che il gesto della beatificazione di Charles de Foucauld da parte di Benedetto XVI - uno dei suoi primi atti da papa - fu veramente "rivoluzionario", perché cercò di riconciliare la "Chiesa ufficiale" con uno dei pezzi più consistenti della dissidenza cattolica, di cui il movimento ecclesiale dei "Piccoli fratelli" era un'espressione prominente, avendo tra i suoi fondatori personalità come Carlo Carretto o lo stesso Arturo Paoli.
      Ricordo, e finisco, che nel giorno dell'elezione di Benedetto XVI lavoravo trovavo vicino al Vaticano e mi recavo presso una copisteria in via del Mascherino per ritirare la stampa di un manifesto di Arturo Paoli con i ragazzi di "Madre terra". Mi affacciai in piazza san Pietro e, al momento dell'elezione e proclamazione, alla pronuncia del nome di "Josephum cardinalem Ratzinger" provai un momento iniziale di delusione (il cardinal Ratzinger passava per essere un conservatore, un 'duro', un falco della dottrina). Subito dopo però sentii un applauso di gioia partire dalla folla, e tutti eravamo soddisfatti: qualcosa mi disse che c'era da aspettarsi un buon pontificato.
      Gli anni successivi mi hanno confermato questa impressione: il papato di Benedetto XVI, dal punto di vista dottrinale e catechetico, è stata una grande "ricapitolazione di tutte le cose in Cristo", soprattutto con stizza di chi - nel solco della contestazione prima ecclesiale e poi sessantottina, alimentate entrambe da movimenti Oltreoceano - dopo la mega-esposizione mediatica della Chiesa sotto il pontificato di Giovanni Paolo II, vedeva in lui un "inutile conservatore" che frenava un "cambiamento" già avviato con il Concilio e perfezionato in parte con il pontificato di Giovanni Paolo II.
      Ora non credo ci sia molto più da fare, nel senso che il deposito della fede è attaccato da chi vuole fare i "saldi generali" a vantaggio del mondo protestante europeo - che disprezza luteranamente i poveri, che siano i sud-europei o quelli sparsi in giro per il mondo - e in parte di Oltreoceano e Tel Aviv,
      La vicinanza della Russia e di Putin ai movimenti di liberazione politici attuali, in Sud America come altrove (si pensi al Medioriente o alla guerra in Siria ecc.) potrebbe portare Putin a scoprire questi aspetti meno austeri del cristianesimo, più gioiosi e combattivi, com'è tipico invece del Sud America, di cui la Russia è grande amica - si pensi al sostegno della al Venezuela bolivariano di Maduro, che non è né acattolico né anticristiano, e ciò potrebbe fare da "cortocircuito" tra la difesa dell'ortodossia russa, che è costata alla Russia milioni di morti (forse si riferisce a questo Putin quando biasima gli esiti del bolscevismo) e gli altri movimenti di liberazione, sorti invece all'interno del cattolicesimo, e anche di altri orientamenti religiosi - si pensi alla vicinanza della Russia ai movimenti politici sciiti, come l'Iran di Rohani o gli sciiti iracheni o quelli libanesi di Hezbollah - differenti dai sunniti, che invece hanno un atteggiamento più antagonistico verso i cristiani, con la teorizzazione della "guerra santa".

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  20. Caro D. Elia,

    Sarebbe un'ottima idea fare questo. Inoltre a questo lei è praticamente l'unico a scrivere sulla strategia di questa guerra fredda all'interno dalla Chiesa. I nostri lavorano bene ma potevano lavorare migliore se fosse o più uniti. Manca a noi un generale come mancava ai Cristeri nella Cristiada. Questa guerra ha come un punto troppo importante l'occupazione degli spazi e manca a noi un Enrico Gorostieta. Vede ieri Bergoglio ha parlato una volta in più di Giuda Iscariota in modo positivo per dire che la vergogna è un dono (risposta ai cardinali...?) e per dire questo ha usato un capitello di una Chiesa della Borgogna. Um capitello contra tutto che se è stato detto dalle S. Scrittura, la tradizione, il magistério e l'intera Chiesa in più di 2000 anni? Questo è matéria per tutti i site e blog cattolici commentare e mostrare l'assurdità, veramente come un contro attacco organizato. Anche credo che manca scrivere aí laici, Pretti, Vescovi e Cardinali sulla loro responsabilità nell'attuale contrato ecclesiale.

    Cordialmente,

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    1. Per un contrattacco organizzato, purtroppo, finora è mancata la necessaria coesione del fronte fedele, che è molto frammentato. Chiediamo la grazia dell'umiltà e della carità.

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  21. Caro Don Elia,

    Conosce la storia del Miracolo Eucaristico di Buenos Aires?

    Se questo viene raccontato, dai mass media cattolici, questo potrebbe bloccare le insistente indiscrizione sulla modifica del rito della Messa. Come un Papa, quando era ancora cardinale, ha testimoniato un miracolo eucaristico nella sua diocese può volere cambiare la messa per essere celebrata insieme con i luterani? Un'altro argomento: se la Chiesa di Cristo sussiste pienamente nella Chiesa Cattolica, perchè questa volontà di fare le communità ecclesiale protestante sussistire nella Chiesa Cattolica? Perchè questa volontà di conformare la Chiesa Cattolica alla Riforma Protestante?

    Cordialmente,

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    1. Conosco bene la serie di miracoli eucaristici di Buenos Aires; Maurizio Blondet ha svolto un'indagine sul posto e ha scritto un libro in proposito. Se non sono bastati quelli a convertire l'allora arcivescovo della città, temo che non ci sia niente da fare. Preghiamo e offriamo perché il Signore ci mandi presto un vero papa.

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    2. http://www.miracolieucaristici.org/it/Liste/scheda_c.html?nat=argentina&wh=buenosaires&ct=Buenos%20Aires,%201992-1994-1996

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  22. Caro D. Elia,

    Il caso è che Francesco lotta per dominare l'oppinione pubblica. Se il miracolo non ha confermato in lui la verità di fede cattolica, può confermare l'oppinione pubblica di che la volontà di fare una Messa ecumenica è contraria alla volontà che Nostro Signore ha espresso in questi miracoli. Se non se può convincere Francesco, se può convincere che gli ascolta dei suoi errori. In questo caso i miracoli eucaristiche hanno troppa forza.

    Dicevo prima che siamo come i Cristeri senza Enrico Gorostieta. Il primo passo per la formazione di uno esercito è la convocazione dei solidariedade. In questo senso un'apostolato indirizzato alle coscienze dei cardinali e dei vescovi sarebbe fondamentale. D. Elia, oggi rispondere che cosa è un cardinale? Che cosa è un vescovo? Un sacerdote? Sono domande difficile da rispondere.

    In questa guerra se tratta adesso di fermare Francesco. Serve per l'attuale contesto l'insegmento do S. Bellarmino:

    «Com’è lecito resistere al Pontefice che aggredisce il corpo, così pure è lecito resistere a quello che aggredisce le anime o perturba l’ordine civile, o, soprattutto, a quello che tenta di distruggere la Chiesa. Dico che è lecito resistergli non facendo quello che ordina ed impedendo la esecuzione della sua volontà: non è però lecito giudicarlo, punirlo e deporlo, poiché questi atti sono propri di un superiore».

    Cordialmente,

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  23. si dá il caso che, nulla l'ultima elezione, Nostro Signore non possa chiamare a Sé Benedetto XVI prima di un valido conclave...

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