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sabato 28 ottobre 2017


Dalla ricerca di senso alla raccolta differenziata



La cultura contemporanea si è arrovellata per decenni intorno alla domanda sul senso dell’umano esistere, l’heideggeriano Dasein (esserci, stare al mondo). L’essere umano che si trova a vivere in una realtà angosciosa perché priva di Dio – che ne è stato messo al bando – brancola nel buio in cerca di un senso da dare alla propria esistenza, che i francesi condensano efficacemente in tre parole del gergo familiare: métro, boulot, dodo (metropolitana, lavoro, a nanna). L’uomo medievale riderebbe di gusto – non senza un velo di perplessità circa le nostre capacità intellettive – di questa tormentosa ricerca: per lui tutto ciò che esiste era ordinato a Dio, principio e fine di tutte le cose; la vita non era altro che un percorso verso un’eternità di beatitudine o di dannazione che noi stessi scegliamo. Nella sua Weltanschauung, perciò, tutto aveva un posto preciso e ogni attività umana un obiettivo chiaro e noto a chiunque, dal servo della gleba all’imperatore e al papa.

D’accordo: l’uomo del Medioevo dovrebbe pur avere un po’ di indulgenza nei confronti della malcapitata umanità dell’èra postmoderna: la vita nelle odierne società occidentali è diventata una tremenda schiavitù in cui miliardi di persone sono imprigionate in un implacabile ingranaggio di produzione, trasporto e consumo, con servizi e infrastrutture annesse. Si campa per produrre e consumare all’interno di un sistema impersonale che funziona secondo leggi proprie e senza alcun effettivo vantaggio per chi forzosamente lo serve; esso non è più controllato da legittime istituzioni umane, ma unicamente da una ristrettissima élite che ha in mano le leve del comando, gli organi di comunicazione e l’elaborazione del sapere. Questa struttura alienante e oppressiva si è imposta mediante le illusioni della democrazia: liberté, fraternité, égalité sono i grimaldelli con cui la massoneria ci ha aperto il cranio e sottratto il cervello.

In modo del tutto funzionale all’instaurazione di questo orrendo regime totalitario che ci impedisce finanche di pensare in modo autonomo, il mondo della “cultura” – consapevole o meno – ci ha ammorbati per decenni con la letteratura dell’assurdo, le proposte di nichilisti immorali (in buona parte sodomiti e pederasti), la psicanalisi atea e il presunto complesso di Edipo, l’introspezione solipsistica e altre forme di autoerotismo mentale, tutti sintomi tipici di una società decadente in avanzato stato di decomposizione. Il peggio è che i signori del potere, menandoci per il naso in questo labirinto senza via d’uscita, sono riusciti a convincere una bella fetta di questa società inebetita che non ci siano differenze sostanziali tra l’uomo e la donna (scusate se, in mancanza di meglio, li chiamo ancora così), ma che esistano tante varianti sessuali quanto quelle che i manuali di un’epoca poi non così lontana classificavano sotto la voce perversioni – più tutte quelle inventate nel frattempo. I nostri adolescenti adescati sulla Rete hanno davvero opportunità insperate per la mia generazione, che ora può giustamente rifarsi con loro…

Ma l’ignobile beffa dei padroni del mondo non si ferma certo qui. Un rompicapo insolubile con cui ci ossessionano da qualche anno è quello della… spazzatura. Selezionarla è diventato un imperativo categorico la cui omissione, in certi confessionali, è addirittura peccato mortale (mentre l’adulterio è stato derubricato dalla suprema autorità a fragilità o bene parziale in via di perfezionamento). Siccome i regolamenti, sempre più cavillosi, variano da un comune all’altro, si sta diffondendo a macchia d’olio, almeno nei piccoli centri, un’attività illecita di trasporto e scarico di rifiuti in comuni limitrofi. Le amministrazioni pubbliche stanno perciò prendendo severi provvedimenti per scoraggiare questa pratica criminosa, installando telecamere nei pressi dei cassonetti di loro competenza e infliggendo pesantissime multe ai trasgressori. In certi luoghi tale grave piaga sociale ha dato luogo a una vera caccia all’uomo. Nel frattempo scassinatori, rapinatori e stupratori di ogni provenienza ed etnia scorrazzano indisturbati su tutto il territorio nazionale, seminando il terrore nelle case e nelle strade.

Nessuno ci spiega, però, che la raccolta differenziata è un vero e proprio business, mentre la mafia ricava esorbitanti guadagni dal trasporto e smaltimento dei rifiuti. Stranamente, poi, si parla poco dei termovalorizzatori che, a Brescia e ad Acerra, trasformano la spazzatura in energia, ancor meno degli imballaggi alternativi alla plastica e all’alluminio. A Roma, diventata una discarica a cielo aperto (anche nel centro storico, mèta di milioni di turisti), preferiscono spedire i rifiuti al Nord, con spese – e tasse – altissime, per non parlare della corruzione e della mala gestione con cui i soliti papponi continuano a prosperare con qualsiasi giunta. Ma gli amministratori non hanno forse validi interessi personali per andare avanti così? Per curarli ancora meglio, dovrebbero prendere l’esempio dai loro colleghi, ben più civili, di altri Paesi d’Europa dove si provvede pure agli escrementi dei cani, per i quali i comuni forniscono appositi sacchetti a norma di legge (così almeno non se li ritrovano sotto le scarpe).

D’altronde, che cosa mai pretendiamo? Una volta rimossi dall’orizzonte la sorgente e il fine della vita, nonché principio assoluto dell’ordine sociale, si specula pure sulla spazzatura e i poveri mortali, assillati dalla preoccupazione di non fare errori nel dividerla, hanno smesso di interrogarsi sul senso del loro esistere. In un frangente del genere, nessuno medita la ribellione? In regimi iniqui e disumanizzanti è moralmente più che legittimo, tanto più se si è arrivati al quarto governo non uscito dalle urne e c’è un Parlamento eletto con una legge incostituzionale. Se anche solo la metà della popolazione decidesse di non stare più al gioco e di non pagare le multe, che potrebbero fare? Mettere mezza Italia in galera o in mezzo alla strada? Altrettanto dicasi per altre vergognose imposizioni, come le diseguali vessazioni del fisco, che a un lavoratore dipendente succhiano alla fine più di metà dello stipendio, mentre i dossier dei grandi evasori non sono accessibili neanche alla Guardia di Finanza. La storia ci insegna che, quando una popolazione arriva a un certo grado di esasperazione, qualsiasi regime finisce col crollare, soprattutto se è una repubblica delle banane. Sarebbe ora di cominciare a pensarci seriamente – non prima, però, di aver ritrovato nella fede cattolica il senso che l’esistenza ha già e ha sempre avuto.

8 commenti:

  1. buongiorno don Elia...l'umiltà è l'arrendevolezza davanti alle ingiustizie?Essere umili vuol dire sempre chinare il capo? Se non lo chino allora sono orgogliosa anche se cerco di difendermi con rispetto ma con fermezza?Quale via in questo tempo di confusione?Dio la benedica.

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    1. No, l'umiltà non consiste nell'acquiescenza alle ingiustizie, così come difendere con fermezza i diritti propri o dei più deboli non è espressione di orgoglio, bensì un dovere, specie se si hanno altre persone a carico. Attenzione a non scambiare le virtù cristiane con una loro deformazione propagandata dal buonismo modernista, che crea tanti piccoli schiavi (anche nella mente e nel cuore) al servizio di un sistema iniquo.

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  2. "e anche solo la metà della popolazione decidesse di non stare più al gioco e di non pagare le multe, che potrebbero fare?"
    Purtroppo sono e resto convinto che lo "sciopero fiscale" sia un arma a doppio taglio, a meno di avere: A) nessun conto, nessun immobile, intestato; B) il partito politico, pronto a fare un bel condono in parlamento.
    La AdE (non mi riferisco agli inferi anche se sono gli unici ad arrivare a pretendere alcunché dai morti) è formidabile nel riscuotere tutte le tasse dovute e non, e nell'appioppare tutta una serie di multe percentuali in caso di ritardo nel pagamento.
    Roby

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    1. Era più che altro una provocazione. Non ci sono ovviamente soluzioni semplici né immediate. Il dato preoccupante è che l'esasperazione generale, in Europa, sta crescendo e ben presto non potrà più esser mantenuta negli argini costituiti da quei contenitori sociali che sono i "partiti della protesta", i quali si sono rivelati funzionali alla conservazione del sistema.

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  3. Grazie come sempre dei suoi pezzi preziosi don Elia.

    La posto una serie di notizie che mi fanno riflettere molto...

    http://www.marcotosatti.com/2017/10/29/motus-in-fine-velocior-pezzo-grosso-e-terrorizzato-da-cio-che-vede-nella-chiesa-e-teme-che/

    http://www.lanuovabq.it/it/testimonianze-sul-miracolo-del-sole-avvenuto-in-nigeria

    http://www.ecodibergamo.it/stories/Sport/stregati-dal-tramonto-a-bergamomare-di-velluto-infuocato-foto_1259557_11/

    Oltre all'incendio indomabile in Piemonte e alle raffiche di vento in tutta Europa, per non parlare del resto del mondo....è vero che sono cose che capitano in natura, ma tutto questo in così breve tempo non mi sembra accada di frequente...

    Luca 21:25-26
    25 Vi saranno segni nel sole, nella luna e nelle stelle, e sulla terra angoscia di popoli in ansia per il fragore del mare e dei flutti, 26 mentre gli uomini moriranno per la paura e per l'attesa di ciò che dovrà accadere sulla terra. Le potenze dei cieli infatti saranno sconvolte.

    Lei cortesemente,cosa ne pensa?

    Sia lodato Gesù Cristo

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    1. La situazione è certamente sempre più drammatica. Per questo vi invito a concentrarvi sulla vostra santificazione personale e sulla testimonianza alla verità. I segni celesti (che abbiano una causa soprannaturale o siano frutto di provvidenziali combinazioni naturali), se sono realmente mandati da Dio, sono richiami alla conversione e alla penitenza. Dite il Rosario, confessatevi e comunicatevi spesso, fate digiuni e opere di carità.

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    2. Grazie, cercherò con l'aiuto del Signore di seguire questa strada sempre meglio.
      Sia lodato Gesù Cristo

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  4. grazie don Elia della sua illuminante risposta...cari saluti

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