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sabato 8 novembre 2025


Gloria a Maria Corredentrice!

 

La Santa Sede – ormai lo sappiamo bene – è occupata da una cricca di ecclesiastici empi e immorali che, a causa dei loro vizi, vengono manovrati da poteri occulti che usano l’autorità della Chiesa per distruggerla dall’interno. La nostra fede non deve tuttavia rimanerne scossa, poiché questa sarebbe la più splendida vittoria del diavolo. È certamente motivo di profondo dolore che la nostra Madre celeste sia offesa proprio da coloro che, in virtù dell’ufficio, dovrebbero onorarla e farla onorare; se però consideriamo ogni fatto alla luce della Provvidenza, che permette il male per trarne del bene, la prospettiva si modifica e ne riceviamo profonda consolazione.

Effetto contrario

Il turpe personaggio indebitamente collocato nel ruolo di custode della dottrina continua a vomitare – né potrebbe esser diversamente – ciò di cui è ricolma la sua anima. L’esperto di baci ed erotismo, non pago di aver autorizzato impossibili “benedizioni” di concubini e sodomiti, ha poi imposto un insieme di norme di discernimento che non servono a discernere nulla ma promuovono abusi e incertezze circa presunti fenomeni soprannaturali. Adesso osa attaccare la dottrina mariana quale si è esplicitata in due millenni di Magistero, teologia e insegnamento di Santi e Dottori. La sua sfrontata tracotanza è peggiore persino dell’avversione dei demoni, costretti a sottomettersi alla Santissima Vergine.

Questo attacco, nondimeno, sta ottenendo benefici effetti: non soltanto quello di far reagire il corpo ecclesiale, come già la vergognosa dichiarazione Fiducia supplicans, ma anche quello di provocare un rinnovato interesse, a livello accademico e popolare, per quella verità di fede, ormai ampiamente riconosciuta, che è la Corredenzione di Maria. Non è ora il momento di soffermarsi sulle molteplici ragioni di tale dottrina; ci limitiamo invece a riportare l’acuta osservazione di un sacerdote secondo cui l’infelice nota vaticana costituisce un provvidenziale incentivo alla sua definizione dogmatica, visto che un evento del genere si rende di solito necessario quando un dato della Rivelazione viene contestato oppure ha bisogno di esser chiarito una volta per tutte.

Il trionfo di Maria

L’impiego dell’infallibilità pontificia in ambito mariologico, negli ultimi due secoli, ha innescato enormi progressi sia nella teologia che nella pastorale e nella vita dei fedeli. Che la dottrina della Corredenzione sia sancita come dogma, a nostro parere, è essenziale al trionfo del Cuore Immacolato di Maria. Non sappiamo quando ciò avverrà ma, a tal fine, è sicuramente necessario un papa che sia consapevole del mandato ricevuto e lo attui come si deve; quello attuale sembra limitarsi a portare avanti la linea stabilita in precedenza assecondando l’agire di coloro che lo circondano. Il Sommo Pontefice non può approvare un testo che contraddice il Magistero di numerosi suoi predecessori e tradisce palesemente un intento preordinato, citando in modo tendenzioso solo le fonti che tornano utili e omettendo quelle che smentiscono la tesi prestabilita.

D’altra parte la nota, come già la dichiarazione, non è una delle forme del Magistero autentico e, di conseguenza, è priva di ogni vigore obbligante per la coscienza. Quando un dicastero della Santa Sede vuol dare indicazioni in materia di dottrina, morale o diritto canonico, emette un’istruzione, ossia un testo che ha valore di legge. In questo caso possiamo invece tranquillamente ignorare quel papocchio illeggibile non soltanto per la lunghezza, ma soprattutto per l’argomentare confuso e non convincente, nel quale si smarrisce perfino un esperto in materia; il cumulo di dati e citazioni pare più adatto a un procedimento mistificatorio che a un’esposizione imparziale e serena. Si direbbe che gli autori stessi volessero evitare di impegnare l’autorità del Magistero contando unicamente sull’eco mediatica, ampia e immediata ma destinata a spegnersi dopo poco tempo.

«Colui che abita nei cieli li irride e il Signore se ne fa beffe» (Sal 2, 4); tu non curartene affatto, ma «lascia che il mormoratore muoia fuori con la sua bestemmia» (san Gregorio Nazianzeno, Orationes, 45, 23: PG 36, 24). Noi abbiamo un posto privilegiato che nessuno al mondo potrà toglierci: sotto la Croce con Maria, come Giovanni; tutto ciò che dobbiamo fare è soffrire, offrire e offrirci, in unione al Redentore e alla Corredentrice, per il bene della Chiesa e la salvezza del mondo. Là non soltanto siamo assolutamente al sicuro, ma possiamo pure ricevere, attraverso la Mediatrice di tutte le grazie, la gioia ineffabile dello Spirito Santo, di cui nessuno al mondo potrà privarci; là troviamo la nostra Genitrice, che ci circonda di cure amorosissime, come la migliore delle madri, e dalla quale nessuno al mondo potrà mai strapparci.

Donna, se’ tanto grande e tanto vali, / che qual vuol grazia ed a te non ricorre, / sua disïanza vuol volar sanz’ali (Dante Alighieri, Paradiso, XXXIII, 13-15).


4 commenti:

  1. Grazie don Elia! Attendevo fiduciosa questo suo intervento su Maria Corredentrice e Mediatrice di tutte le grazie.
    Di fatto, è verità, sui social tutti i cattolici che amano la Madre Santissima sono intervenuti in difesa di questo titolo!
    Coloro che odiano il Signore e offendono la Sua e nostra Santa Madre, con questo documento, hanno ottenuto un'eruzione di commenti in difesa del bellissimo titolo che, in molti speriamo, venga riconosciuto presto come Dogma.
    Inoltre, basta prendere anche solo un indice del Nuovo Testamento per trovarvi tutti i riferimenti a Maria Santissima. Il Vangelo nessuno può confutarlo e nessuno può oscurare la Luce della Verità, perchè la Parola di Dio è vera ed è eterna.


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  2. La strategia comunicativa della Santa Sede somiglia sempre più, ahimè, a quella sovietica: il comitato centrale del partito decide cosa si può o non si può pensare e dire. Così non si accorgono che la base non li ascolta più; gli unici a seguirli sono quelli che hanno già le loro idee oppure i cortigiani che, per avanzare di posizione, li compiacciono sempre e comunque.

    La manipolazione della Scrittura e dei Padri, d’altronde, è un metodo in voga fin dal Vaticano II: si cita soltanto quel che fa comodo, eventualmente censurandolo o interpolandolo. Giusto per fare un esempio, il testo di san Gregorio Nazianzeno sopra citato, nella Liturgia delle Ore (vol. II, p. 362), appare così: «Lascia che il mormoratore, del tutto ignaro del piano divino, muoia fuori con la sua bestemmia»; l’inciso "del tutto ignaro del piano divino" (aggiunto forse per scusare il cattivo ladrone?) manca sia nell’originale greco che nella traduzione latina.

    Nel giro di pochi mesi, questo pontificato si è già completamente squalificato; la Provvidenza ci ha messo poco a dissolvere ogni illusione – salvo per chi non vuol vedere né sentire, ostinandosi con ingenuità a sperare chissà quali concessioni.

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  3. Il valentissimo esperto di baci ed erotismo ha dimostrato il singolare carisma di scatenare rivolte contro ciò che proviene dal Vaticano: sarà pure quella una strategia volta a delegittimare la Chiesa? Comunque sia: se in giro ci fosse qualche leone, ne chiederebbe le dimissioni immediate. Un tempo si sarebbe ricorsi al fuoco; ma perché sprecare tanta legna e fatica, quando lì accanto scorre il Tevere?

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  4. Uno degli intenti di questi interventi vaticani sembra quello di esasperare i cattolici fedeli per spingerli a uscire dalla Chiesa. Facciamo attenzione a non cadere in questa trappola!

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