Come animali senza
ragione
Si sono infiltrati fra
voi alcuni individui, i quali son già stati segnati da tempo per questa
condanna, empi che trovano pretesto alla loro dissolutezza nella grazia del
nostro Dio, rinnegando il nostro unico padrone e signore Gesù Cristo. […]
Costoro bestemmiano tutto ciò che ignorano; tutto ciò che essi conoscono per
mezzo dei sensi, come animali senza ragione, questo serve a loro rovina
(Gd 4.10).
Approvare
il peccato impuro contro natura, o anche solo tollerarlo con la scusa di
accogliere le persone, non soltanto demolisce dalle fondamenta la fede e la
morale cattoliche, ma spazza via pure la razionalità, l’etica, l’antropologia,
la psicologia e la medicina. Giustificare atti che sono fra i più immorali in
assoluto – e di sicuro i più ripugnanti che un essere umano possa compiere –
espone chi li pratica a gravissime patologie, come tumori, AIDS e malattie
veneree. L’assuefazione a quel vizio distrugge altresì la vita psichica e
relazionale, costringendo la persona a una parossistica condotta compulsiva, tanto
frustrante quanto insaziabile. Un’affettività ancora fluida o un disturbo
dell’orientamento sessuale, anziché esser riconosciuti e curati con le risorse
di cui oggi disponiamo, si cristallizzano in una variante antropologica che,
pur non avendo alcun fondamento filosofico o scientifico, viene imposta come non
solo legittima, ma addirittura eccellente e quasi obbligatoria. In questa
visione artificiale dell’uomo si annulla la distinzione tra bene e male quali
realtà oggettive, come pure la capacità di distinguerli in base alla legge
naturale, inscritta nella coscienza, e quella di esercitare libere scelte
evitando gli atti intrinsecamente cattivi (e quindi per natura dannosi).
Anche
chi non si ritenga credente è moralmente obbligato dalla sua dignità umana a
vivere secondo ragione, facendone un uso retto e traendone le conseguenze
pratiche: la logica non è facoltativa e la condotta deve essere guidata dalla
conoscenza. Impugnare o ignorare ciò non significa essere più liberi, ma
degradarsi a bruti. Nessuno ha il diritto di negare l’evidenza, ancor meno se è
supportata dalla genetica: l’ideologia gender
è assurda già a livello scientifico. Ingiungete ai vostri figli di uscire
dall’aula non appena comincino a sentire discorsi che fanno a pugni col buon
senso, senza pensare alle ritorsioni della scuola: sottrarsi a un’aggressione
psicologica e intellettuale è un diritto inalienabile. La violenta arroganza di
chi non ha argomenti va rintuzzata con un’ironia capace di sgonfiare le
intimidazioni come un ago un palloncino – almeno finché non si mettano ad
arrestare, come in Germania, i genitori di chi tiene i figli a casa… Ma, se
siete in tanti, dovranno pur fare i conti con la resistenza.
Se
già è grave che esseri ragionevoli diffondano idee aberranti e legiferino in
base ad esse, tuttavia, è senza paragone più grave che ministri di Dio si
astengano dal combatterle o addirittura le lascino penetrare nella Chiesa come
legittime rivendicazioni. La spiegazione ispirata di san Giuda Taddeo è che
hanno bisogno di trovare una giustificazione alla propria lussuria; anche l’esperienza
comune insegna che chi adultera i princìpi morali lo fa per mettersi in pace la
coscienza sporca, illudendosi di attutirne i morsi con vani sofismi. La svolta
sempre più rapida e clamorosa cui stiamo assistendo nella Chiesa Cattolica
riguardo al sesso e alla sodomia ha radici profonde e risale agli anni in cui
la massoneria cominciò a infiltrarsi in seminari e facoltà teologiche; lo
sfacelo intellettuale e morale di buona parte del clero è il frutto di quella
strategia. L’avanzato degrado ormai raggiunto, anziché spingere alla
conversione, reclama una revisione della dottrina motivata da una presunta
evoluzione culturale, sul cui carattere pianificato si chiudono volutamente gli
occhi.
Ma
tale atteggiamento mina alla base la morale cattolica: se la Chiesa può
cambiare la valutazione di uno dei peccati più gravi in assoluto, la può
modificare su qualsiasi altro; il suo insegnamento si riduce così a un’opinione
fra le tante che necessariamente si evolve con il succedersi delle epoche
storiche. Non è difficile accorgersi che, su questa china, si vanifica la fede
stessa: non solo quella che ha per oggetto la Chiesa come istituzione divina
fondata su princìpi immutabili, ma anche la fede nella Rivelazione, dato che i
suoi due canali – la Scrittura e la Tradizione – non sono più tenuti in alcun
conto. I loro contenuti, infatti, che sono vincolanti in modo definitivo (come si
è sempre saputo), sono ormai considerati espressione di determinate culture e
di fasi superate, qualora non concordino con l’ideologia del momento. Ma è una
bestemmia attribuire alla volontà creatrice di Dio uno stato gravemente peccaminoso,
così come è un sacrilegio abusare della Sua grazia per darsi al peccato,
distorcendone anche la Parola. Questa è una via diretta all’ateismo: certi
preti, vescovi e cardinali non credono più in nulla, se non nelle proprie idee.
Come può avere ancora la fede chi approva condotte radicalmente contrarie alla
forma di vita che corrisponde alla fede stessa?
L’evidenza
scientifica è che la cosiddetta omosessualità,
in realtà, non esiste. Già il termine è in sé contraddittorio, in quanto appone
un prefisso esprimente identità (omo-)
a un sostantivo indicante un aspetto della persona umana che per sua stessa
natura presuppone un’alterità complementare tra individui della stessa specie e
di pari dignità, ma non identici. Il termine corretto è invece omofilia, che designa un disturbo
dell’orientamento sessuale e affettivo spesso accompagnato da confusione nella
percezione della propria identità sessuata, che si determina nell’istante del
concepimento. Ora tutti i disturbi, nella misura in cui se ne conoscono le
cause e si dispone di mezzi appropriati, sono curabili, almeno in certa misura;
la soluzione non è certo trasformarli ideologicamente in varianti della
normalità lasciate alla scelta dell’individuo. Chi prova attrazione per persone
dello stesso sesso soffre profondamente, ma non a causa di pregiudizi e
discriminazioni, bensì per un profondo conflitto interiore che non ha risolto;
se dà libero sfogo alla sua tendenza, tale disagio non fa che acuirsi sempre
più. Chi giustifica o approva la sua condotta, quindi, lo condanna a
un’infelicità così lacerante che, prima o poi, si toglierà la vita o, comunque,
si suiciderà un po’ alla volta rovinandosi la salute.
A
questo punto è chiaro che chiunque difenda, propagandi o incoraggi quest’incubo,
che non ha nulla di allegro, è un criminale; se è un ministro della Chiesa, è
pure un traditore, di Cristo e delle anime. Criminali e traditori, finché non
siano sottoposti a giudizio, vanno evitati, neutralizzati e privati di
qualsiasi supporto, soprattutto economico. L’unica vera accoglienza, l’unico
vero aiuto, l’unica vera integrazione, per chi – senza sua colpa e non per una
sfrenata lussuria che non ammette confini – ha una tendenza omofila, non è sprofondarlo
nell’abisso di un vizio abominevole, ma fornirgli strumenti per riappropriarsi
della sua identità, onde superare il dissidio che lo dilania e ritrovare
l’armonia interiore. Così, affrancatosi dalla terribile schiavitù di chi cerca
se stesso negli altri (condannandosi in tal modo a non trovarsi mai), sarà
finalmente libero di amare se stesso e gli altri in modo sano, potendo amare
Dio e ricevere il Suo amore. Senza più distorcere la realtà in funzione dei
suoi istinti perversi, ritroverà il gusto della verità, tornerà ad apprezzare
la bellezza autentica, riscoprirà relazioni pulite e disinteressate, imparerà
ad impegnarsi nella gratuità del bene e, con l’aiuto della grazia, potrà
avviarsi sull’arduo cammino della santità. Chi insegna questo salva gli altri strappandoli dal fuoco
(cf. Gd 23).
La
battaglia contro la cosiddetta omofobia,
viceversa, è in realtà un passe-partout
per rendere accettabile nella Chiesa il vizio contro natura e, in tal modo, portare
a termine l’apostasia generale. Secondo il cardinal Müller, essa è parimenti
uno «strumento del dominio totalitario sulla mente degli altri», che mira – ci
permettiamo di aggiungere – a distruggere la persona umana per assoggettarla ad
una tirannia globale. Che dire anzi del neologismo fuorviante e privo di senso?
Sarebbe il timore patologico di ciò che è identico, o di chi si considera
omosessuale? Di fatto, nessuno di noi ha paura di infelici che si degradano in
modo bestiale; semmai ci spaventa la programmata destrutturazione mentale delle
masse – con la dissoluzione di ogni logica e buon senso – nonché la caduta
verticale della moralità pubblica e privata. Chi si batte per il superamento di
discriminazioni e pregiudizi in questo campo, se non è in malafede, è in grave
errore; se lo fa pensando di aiutare il prossimo, deve essere ricondotto alla
ragione. Chi invece lo fa per giustificare la propria condotta viziosa è già
punito nella sua carne dal suo stesso peccato e, se non si ravvede prima di
morire, sarà torturato in eterno dal fuoco inestinguibile.
Fra
tutti costoro, quanti hanno responsabilità gerarchiche vanno assolutamente
fermati, perché è uno scandalo accecante che Pastori cattolici tollerino, tutelino
o approvino la sodomia. Come fermarli? Sul piano naturale, con denunce alla
magistratura, qualora si abbia notizia di crimini perseguibili dalla legge
civile; sul piano soprannaturale, invocando un castigo celeste che li renda
inoffensivi. Non facciamoci scrupolo di chiedere a Dio un intervento del
genere: ciò corrisponde al sacrosanto diritto di difendere la propria fede ed è
anche una forma estrema di carità, in quanto chi tradisce la propria missione
fino ad ottenerne l’effetto contrario, cioè la perdizione delle anime, solo
nella disgrazia può rinsavire (e quindi salvarsi). Rifiutate altresì ogni
ossequio e obbedienza a quanti si dimostrano apostati di fatto, chiedendo con
insistenza allo Spirito Santo di supplire interiormente all’assenza di valide
guide esterne e di sostenere con la Sua forza la vostra fatica di mantenere la
rotta in questa tempesta.
Et, filii Sion, exsultate, et laetamini in Domino Deo vestro, quia dedit vobis doctorem iustitiae […]. Et scietis quia in medio Israel ego sum, et ego Dominus Deus vester, et non est amplius; et non confundetur populus meus in aeternum (Gl 2, 23.27 : Figli di Sion, esultate e rallegratevi nel Signore vostro Dio, perché vi ha dato un Maestro di giustizia […]. E saprete che io sono in mezzo a Israele; io sono il Signore vostro Dio e non ce n’è altri: il mio popolo non sarà confuso in eterno).
Et, filii Sion, exsultate, et laetamini in Domino Deo vestro, quia dedit vobis doctorem iustitiae […]. Et scietis quia in medio Israel ego sum, et ego Dominus Deus vester, et non est amplius; et non confundetur populus meus in aeternum (Gl 2, 23.27 : Figli di Sion, esultate e rallegratevi nel Signore vostro Dio, perché vi ha dato un Maestro di giustizia […]. E saprete che io sono in mezzo a Israele; io sono il Signore vostro Dio e non ce n’è altri: il mio popolo non sarà confuso in eterno).
Armi per il combattimento:
http://lascuredielia.blogspot.it/p/esorcismo-di-leone-xiii.html
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Testimonianza dagli Stati Uniti (semplicemente agghiacciante):
https://www.lifesitenews.com/opinion/you-were-born-gay-murder-by-words