(Mt 3, 10)
sabato 27 gennaio 2018
sabato 20 gennaio 2018
sabato 13 gennaio 2018
sabato 6 gennaio 2018
Lettera aperta a
Vladimir Putin
Да благословит Бог Святую Матерью Россию!
Signor
Presidente,
mi
permetto di scriverLe incoraggiato dalle notizie certe circa la Sua fede
genuina, caratterizzata da un’ardente devozione per la Madre di Dio. È questa
fede che Le ha suggerito di far sorvolare il Suo immenso Paese dalla veneranda
icona della Kazanskaja, nonché – da
quanto si dice – di chiederne l’attesa consacrazione, per quanto invano, a
colui che in questo momento occupa il Soglio petrino. Tali atti, nel quadro di decisi
interventi a favore della moralità, della natalità e della famiglia, mi
sembrano segni inequivocabili, da parte di un Capo di Stato, di una volontà
politica inquadrata in una profonda visione religiosa, segni tanto più
sorprendenti quanto più contrari alla nefasta eredità del secolo passato. In
pochissimi decenni, da quando la santa Russia si è liberata del disumano giogo sovietico,
la vita della Chiesa vi è straordinariamente rifiorita, nonostante le piaghe
lasciate da settant’anni di un regime nemico di Dio e dell’uomo.
Al
tempo stesso sono anche le lezioni della storia, riletta con l’occhio della
fede, a spingermi a rivolgermi a Lei nella tragica ora che l’Occidente e la
Chiesa Romana si trovano a vivere. Lei stessa ha più volte stigmatizzato
l’insensata corsa dei governi occidentali verso la rovina, meravigliandosi del
fatto che i popoli da essi guidati non si rendano minimamente conto del
pericolo che incombe su di loro. Anche sulle condizioni in cui da noi versa la
Chiesa, Lei è certamente ben informato: la deriva nichilistica della società è
al contempo causa ed effetto della dimenticanza della trascendenza divina
proprio da parte di chi dovrebbe farla conoscere e amare, anzitutto nella
propria persona trasfigurata, come avvenuto nella vita dei Santi e dei grandi starec. Questa situazione ha provocato un’avanzata
decomposizione morale, con un’immane sofferenza per quelle anime che conservano
ancora la fede, oppresse dalla tirannia di anime morte.
Per
certi versi le nostre attuali condizioni richiamano alla mente quelle della
Russia a cavallo tra il XIX e il XX secolo; in quale tragedia esse siano allora
sfociate, non c’è bisogno di ricordarlo. La differenza principale, per noi
oggi, consiste nel fatto che la Chiesa, anziché scuotersi di dosso il giogo
statale come fece – sebbene per poco – il Patriarcato di Mosca nel 1917, sembra
sempre più sottomessa, almeno nei suoi vertici, alle ideologie distruttrici del
mondo, i cui signori paiono ormai dettar legge anche nelle stanze vaticane.
Questa infiltrazione delle forze delle tenebre nella Città di Dio è sicuramente
uno di quei segni apocalittici che il Suo coraggioso Patriarca ha di recente
ravvisato nell’odierna congiuntura storica. La sua parola franca e illuminante
è una voce quasi unica in tutta la cristianità, la quale, nonostante le
dolorose divisioni che ancora persistono, può riceverne incoraggiamento e
ispirazione. Sono ben pochi, da noi, i Pastori capaci di riconoscere i prodromi
dell’avvento dell’Anticristo, che appaiono però sempre più evidenti.
La
Terza Roma non potrà certamente
sostituire la prima sul piano ecclesiale, ma sembra senz’altro chiamata, nei
piani di Dio, a un provvidenziale compito sul piano politico e su quello
spirituale. Non per nulla la Bogorodica
ha tanto insistentemente richiesto la consacrazione del Paese di cui essa è
capitale, il quale, avendo vittoriosamente superato una delle più lunghe,
crudeli e sistematiche persecuzioni religiose della storia cristiana, si è
conservato immune da quell’apostasia strisciante che ha spento la fede nei
Paesi occidentali. Alla luce della situazione attuale, si può forse intuire una
ragione provvidenziale del malaugurato scisma del 1054: mille anni più tardi,
una parte della Chiesa sarebbe sussistita indenne dal tradimento al quale qui
siamo costretti ad assistere. Anche quei settori della Chiesa Cattolica che si
considerano conservatori, per lo più, tacciono di fronte all’evidenza, attenti
come sono a difendere le proprie posizioni, che tuttavia rappresentano non
tanto la vera Tradizione, quanto una variante già contraffatta del
cristianesimo.
Nel
corso della storia, Dio ha suscitato un re pagano, Ciro, per liberare gli Ebrei
dalla cattività babilonese; per mezzo dell’Impero Romano, la Provvidenza ha
unificato il mondo antico perché il Vangelo vi si diffondesse con una rapidità
fulminante; lo Spirito Santo ha condotto santa Olga alla fede e il nipote san
Vladimiro al Battesimo per sé e per tutto il suo popolo, attirato dagli
splendori del rito bizantino, in cui scoprì il
cielo sulla terra. Colui che si prende gioco dei potenti si è perfino
servito di un precursore dell’Anticristo, quale fu Napoleone Bonaparte, per
castigare la Chiesa Romana del Settecento, i cui Pastori trescavano con
illuministi, liberali e cicisbei. Quanto più il Pantocrator sarà pronto a inviare un fedele Capo di Stato cristiano
per ristabilire i Suoi diritti violati e far di nuovo risplendere la luce della
retta fede là dove essa è stata oscurata dall’errore elevato a norma, dal
peccato giustificato e promosso, da empi accordi con i nemici di Dio!
Se
davvero una guerra con il blocco euro-atlantico si profila inevitabilmente
all’orizzonte, osiamo confidare nell’ipotesi che il Signore intenda permetterla
per consentire a Lei di abbattere l’immonda piovra del potere massonico che ci
sta soffocando spiritualmente e avvelenando fisicamente, per ridurre la
popolazione mondiale e sottometterla a una ristretta oligarchia di satanisti. Voi
russi ben conoscete questi demoni incarnati che, a suo tempo, diressero e
finanziarono la “rivoluzione”; la vostra esperienza, unita all’immenso potere
impetratorio delle immani sofferenze sopportate dal vostro popolo, deve pur
tornare a beneficio di tutta l’umanità. Le preghiere che nel 1930 papa Pio XI
ordinò di recitare per voi alla fine della Messa, l’atto di consacrazione
compiuto per iscritto da Pio XII nel 1952 e l’intenzione posta da Giovanni
Paolo II nel consacrare il mondo, nel 1984, al Cuore Immacolato di Maria hanno
già portato frutto per voi; ora devono portarne per tutti gli uomini, che
attendono liberazione dai prediletti della Madre di Dio.
È
proprio l’Immacolata che, tramite strumenti terreni, dovrà schiacciare la testa
del serpente infernale e le potenze di cui si serve. Il trionfo profetizzato a
Fatima non esclude la collaborazione umana, al contrario la richiede e
incoraggia. Per questo, in vista di quella riconciliazione che sotto papa
Benedetto XVI sembrava così vicina, Le assicuriamo le nostre preghiere,
unendole a quelle di tanti monaci e monache dell’Ortodossia. Con le nostre
invocazioni chiediamo al Signore del cielo e della terra di volerLe assicurare
la vittoria, in caso di conflitto, e di suscitare nel Suo cuore la ferma
volontà di venire in soccorso alla Sede petrina, attualmente occupata da
ecclesiastici empi e perversi che si sono resi complici dell’opera diabolica di
distruzione della famiglia, della vita e della persona. La profonda ammirazione
per le coraggiose decisioni da Lei prese contro la denatalità e la propaganda
di mutazione antropologica ci fa sperare che la Provvidenza intenda darLe un
compito ancora più ampio, a favore di tutta la Chiesa e del mondo intero.
A
questi auspici, a cui, come confidiamo, il Suo cuore non sarà insensibile,
uniamo i più fervidi auguri di bene e di pace per l’imminente Natività del
Signore.
Dio
benedica la Santa Madre Russia!