Coraggio,
Chiesa poverella!
«I prelati del nostro tempo, che non
sono discepoli di Cristo, ma dell’Anticristo, disprezzata la legittima consorte
non si vergognano di unirsi ad una concubina, la quale, costatando di essere
incinta, disprezza la sua padrona [cf. Gen 16, 4]. Nelle curie dei vescovi i
birboni fanno risuonare la legge di Giustiniano e non quella di Cristo: fanno
grandi chiacchiere, ma non secondo la tua legge, o Signore, che ormai è
abbandonata e presa in odio. […] Oh, quanto sventurato è colui che si impegna
per la legge in base alla quale vengono giudicate le cose temporali e non fa
attenzione a quella legge in base alla quale egli stesso sarà giudicato!»
(sant’Antonio di Padova, Sermone per la
Domenica IX dopo Pentecoste, I, 9). La meditazione sul versetto dei
Proverbi (30, 23) in cui si deplora il rovinoso caso di una schiava che prende
il posto della padrona richiama alla mente del nostro sant’Antonio la storia di
Agar e Sara (cf. Gen 16), che egli traspone sul piano dell’attualità ecclesiale
del suo tempo, quando molti Pastori, preoccupandosi più della legge umana che di
quella divina, dimostravano di dar più peso ai loro interessi terreni che alla
propria salvezza eterna.
La severità del santo predicatore li
stigmatizza come discepoli dell’Anticristo, adulteri e infedeli a causa della
loro avidità. Come andrebbero chiamati allora certi ecclesiastici di oggi, ossessionati dal rispetto della legalità,
ma estremamente accomodanti riguardo ai Comandamenti? La legge del Signore è
quanto mai abbandonata e presa in odio proprio da chi dovrebbe insegnarla con
la parola e con l’esempio, praticandola con impegno e difendendola con zelo. Nel
Medioevo – sia pure sfrondato, da testimonianze come questa, di quell’aura mitica
di una Christianitas che
non era certo perfetta – ci si rifaceva perlomeno al diritto romano; nel nostro
tempo, invece, le legislazioni civili, avendo rinnegato ogni fondamento
metafisico in nome di un giuspositivismo assoluto, autorizzano crimini
gravissimi e comportamenti aberranti, quando non li premiano. Si sta pienamente
compiendo la parola profetica: «La terra è stata contaminata dai suoi abitanti,
poiché hanno trasgredito le leggi, mutato il diritto, violato l’alleanza
eterna. Per questo la maledizione divorerà la terra e i suoi abitanti
peccheranno; perciò impazziranno i suoi cultori e saran lasciati pochi uomini»
(Is 24, 5-6).
Il Profeta considera il processo
sovversivo in un crescendo di radicalità: dapprima l’inosservanza delle norme
vigenti, poi lo stravolgimento del diritto stesso, infine il ripudio della
legge naturale, inscritta nella coscienza di ogni uomo, fondamento imperituro e
immutabile di ogni legge positiva. Come negare che tale processo si sia
verificato in questi ultimi decenni e stia raggiungendo l’apice proprio ai
nostri giorni? Divorzio, aborto, eutanasia, unioni contro natura, fecondazione
artificiale, maternità surrogata… È la vita umana, il valore della famiglia e
la dignità stessa della persona che sono calpestati, mentre le coscienze
vengono progressivamente oscurate dalla pseudocultura che giustifica e
incentiva questi crimini ignominiosi, così che i cultori della terra finiscono con l’esser preda della follia.
L’obnubilamento dell’intelletto è già in sé un gravissimo castigo per chi
pratica l’ecolatria, ma dobbiamo certamente aspettarci anche severi castighi
materiali che non tarderanno ad annunciarsi, visto che perfino chi dovrebbe
richiamare al culto divino incita ad essa in modo pervicace, restando muto sui
veri delitti del nostro tempo.
Anche l’abolizione del segreto
pontificio per i casi di abusi sessuali su minori da parte di membri del clero è
un’implicita sottomissione alle leggi umane con una correlativa rinuncia ad
esercitare la propria autorità, che è di origine divina. Basterebbe applicare rigorosamente
le norme canoniche in materia, che sono invece clamorosamente disattese da
decenni, malgrado l’inasprimento voluto da Benedetto XVI. L’attuale pontificato
brilla piuttosto per un’ingiustificata clemenza nei confronti di ecclesiastici
già condannati a livello canonico (addirittura riammessi, in alcuni casi, al
ministero), nonché per la scandalosa protezione accordata – anche mediante prestigiose
promozioni – a viziosi notori nel tentativo di sottrarli alla giustizia dello
Stato, con buona pace della tanto sbandierata tolleranza zero. Disturbo schizofrenico o studiata strategia volta
ad annullare l’indipendenza e la credibilità della Chiesa Cattolica? Forse è
semplicemente una mossa disperata per scongiurare l'avvio, negli Stati Uniti, di una class action (azione giudiziaria collettiva), che
metterebbe in moto un’ulteriore valanga di risarcimenti milionari e potrebbe
portare all’incriminazione della stessa Santa Sede.
Comunque sia, di fatto tale decisione
scoraggerà fortemente i colpevoli dall’ammettere le proprie responsabilità
davanti ai superiori, mentre potrebbe essere invocata come un precedente da
quanti rivendicano l’abolizione del sigillo della confessione. In nome di una
pretesa trasparenza, in realtà l’accertamento della verità risulterà più
difficile. Intanto l’innocente cardinal Pell, in seguito a un processo-farsa in perfetto stile sovietico, è ancora detenuto in isolamento in una minuscola cella,
in cui non gli è stato permesso di dir Messa neanche il giorno di Natale. Da
capo del dicastero per l’economia, oltre a prendere atto di prassi
amministrative quantomeno allegre, deve aver messo le mani sui cavi dell’alta
tensione di ingenti nonché illeciti movimenti finanziari che transitano per il
paradiso fiscale vaticano intrecciandosi con gli sporchi interessi di
ecclesiastici disonesti, quei discepoli
dell’Anticristo di cui già parlava sant’Antonio. Quella genia di scellerati
è come un cancro che ha attaccato dall’interno il Corpo Mistico della terra e
diffuso ormai ovunque le sue metastasi. Ma ascoltiamo ancora il Santo.
«La Chiesa, contrassegnata dalla povertà
del suo Sposo e posta in mezzo ad una nazione iniqua e perversa, che gli si
avvicina solo a parole, ma non a fatti, con il corpo, ma non con lo spirito,
alza il suo grido al Signore domandando di essere liberata dall’oppressione di
questa nazione iniqua e perversa; e il Signore, pietoso, la libererà e umilierà
nel profondo dell’Inferno la nazione perversa e peccatrice che pretende di
essere chiamata Chiesa ed è invece la sinagoga
di Satana [Ap 2, 9]. Getta dunque
il tuo affanno sul Signore [Sal 54,
23], o Chiesa poverella, sbattuta dalla bufera e senza alcun conforto, ed Egli
ti nutrirà, perché – come dice Isaia – sarai
allattata alle mammelle dei re [Is 60, 16]. Questi re sono gli Apostoli; le
due mammelle sono l’insegnamento del Vangelo e la grazia dello Spirito Santo,
alle quali furono allattati gli Apostoli stessi e alle quali sarai allattata
anche tu, finché, crescendo di virtù in virtù, non comparirai davanti a Dio in
Sion [cf. Sal 83, 8], al quale sia onore e gloria nei secoli dei secoli. Amen»
(ibidem).
Attenzione: qui non si afferma che la
Sposa di Cristo si sia pervertita (cosa del resto impossibile), bensì che è oppressa da
una categoria di perversi che si fa passare per Chiesa ma non lo è realmente, poiché
si tratta invece di quella formazione anticristica che fin dall’inizio ha cercato con
ogni mezzo di distruggerla ed è giunta fino a infiltrarsi nel suo seno; la
massoneria è soltanto l’ultima forma assunta da tale bestia mutante. La novità,
rispetto al Medioevo e a qualsiasi altra epoca, è che il male ha raggiunto la
testa, per poi diramarsi in tutto l’organismo – e ciò non solo sul piano
morale, ma anche su quello dottrinale. La soluzione, tuttavia, rimane immutata:
bisogna gridare con fede al Signore gettando su di Lui il proprio affanno, cioè
riconoscendo che Egli è l’unico a poter intervenire efficacemente e che la
nostra azione non deve sostituirsi alla Sua. Per poter resistere, occorre
lasciarsi “allattare” come neonati dalla parola del Vangelo, di cui raccomando
la meditazione quotidiana, e dalla grazia del Paraclito, che va continuamente
invocato con umiltà e perseveranza.
Certe deviazioni, nell’ambito della
resistenza cattolica, derivano dalla pretesa di mettersi al posto di Dio per risolvere
il problema in fretta e con mezzi umani. Così, oltre a peccare abbondantemente
contro la fede, la speranza e la carità, si trattano la grazia e lo Spirito
Santo come puri nomi, parole astratte di un gioco intellettuale in cui, di
fatto, non trovano posto. Come gli abitanti di Betlemme, si rischia di
scacciare il Salvatore stesso senza neanche rendersene conto. Chiuso dentro il
palazzo delle sue costruzioni mentali, ognuno si fa papa e dottore a se stesso,
dogmatizzando e legiferando da solo su tutto. In tal modo la comunione
ecclesiale si sbriciola, si atomizza, si dissolve. Che uno sia formalmente
fuori della Chiesa o anche solo materialmente, alla fin fine il risultato è
analogo: si può perdere l’unione con Cristo anche senza una scomunica. Perciò,
per la salvezza delle vostre anime, non fate assolutamente nulla – né esteriormente,
né interiormente – che possa staccarvi dal Corpo Mistico. Rompete ogni rapporto
con le false guide che vi inducono a ciò e non ascoltatele più, così da non
farvi colpevolmente disorientare e confondere.
Confusi sunt, et erubuerunt omnes, simul abierunt in
confusionem fabricatores errorum (Is 45, 16).