Iam enim securis ad radicem arborum posita est.
(Mt 3, 10)

sabato 29 dicembre 2018


Semplicismo spirituale o semplicità di cuore?




Ciò che più colpisce nell’attuale temperie ecclesiale, da un estremo all’altro del ventaglio in cui si dispiegano le varie versioni del cattolicesimo odierno, è il fatto che, pur nella loro enorme diversità, sembrano accomunate da un atteggiamento simile: quello che chiamo semplicismo spirituale, ossia l’illusione, assai diffusa, che per essere un buon cristiano basti conformarsi a un modello bell’e pronto, seguendo acriticamente un insieme di indicazioni e di prassi in cui dovrebbe esprimersi la quintessenza del vero cristianesimo. Che queste realtà si presentino come un’esperienza, un cammino, un movimento, una prelatura, una fraternità, un’organizzazione… ognuna propone la sua ricetta preconfezionata – implicitamente o esplicitamente esclusiva – la cui applicazione garantirebbe la perfezione evangelica e la soluzione di tutti i problemi, risparmiando agli adepti il duro sforzo di una diuturna e penosa lotta contro i peccati e quello di una progressiva purificazione del cuore in vista della santificazione personale.

Si riscontrano due estremi: uno è l’accontentarsi di una formale esecuzione di gesti e parole la cui efficacia oggettiva, indipendente dalle disposizioni individuali, sembra rendere superflua l’adesione interiore; l’altro è il mettere tutto il peso sul coinvolgimento emotivo, quasi che la riuscita dei riti dipendesse dall’attività dell’assemblea e fosse impossibile senza la sua partecipazione, secondo una visione tipicamente protestante. La sana dottrina cattolica afferma che i Sacramenti producono la grazia ex opere operato, cioè in virtù del fatto che un ministro valido compie nel debito modo i riti prescritti; la loro fruttuosità, tuttavia, cioè la misura in cui la stessa grazia viene accolta da ciascun fedele, è determinata ex opere operantis, cioè dalle disposizioni interiori di chi li riceve e dalla sua collaborazione con la grazia medesima. Per questo è importante prepararsi con cura alla comunione e alla confessione, dedicare un congruo tempo al ringraziamento e alla penitenza, nonché connettere ad esse opere spontanee di pietà e di carità in cui la grazia possa fruttificare.

Intendiamoci: qui non si sta giudicando la coscienza del singolo credente che, in buona fede, segue una proposta con una genuina intenzione di progredire nella santità utilizzando i mezzi che gli sono forniti: in virtù di questa sincerità, che lo rende disponibile alla grazia, egli può infatti realmente avanzare verso l’obiettivo nonostante l’adesione all’una o all’altra corrente, che in molti aspetti diverge sia dalle altre che dallo stesso cattolicesimo autentico. Qui si vuol semplicemente rilevare che, spesso, l’appartenenza a detti movimenti o associazioni non scalfisce nemmeno vite immerse nel peccato grave, che in vari modi viene dissimulato, sminuito o giustificato. In questo campo si va da rozze mistificazioni della misericordia divina, di sapore decisamente luterano, a sottili e dotti sofismi con cui si legittimano farisaicamente comportamenti che a una coscienza retta appaiono di primo acchito riprovevoli, se non si ama costruire cattedrali sugli stecchini.

Chi conosca un po’ la storia ecclesiastica osserverà che, in fin dei conti, si tratta di un déjà vu. Già nel XVII e XVIII secolo, per esempio, nello stesso Ordine dei gesuiti si potevano riscontrare, nella dottrina spirituale, divergenti orientamenti sospetti di quietismo, di legalismo o di formalismo. La differenza del nostro tempo, tuttavia, consiste nel fatto che, mentre a quell’epoca i genuini tipi di spiritualità spuntavano dalla comune radice della riforma cattolica e rifluivano nello stesso alveo di una cattolicità ben identificata, oggi si fa oggettivamente fatica a cogliere l’omogeneità, sia pure differenziata, delle svariate proposte disponibili. Dall’entusiasmo pentecostale alla rigida esecuzione di riti, passando per la scrutazione della Parola, la condivisione dell’esperienza, la santificazione della carriera o la ricerca dell’unità con tutte le religioni (e altro ancora), il cristiano ordinario si sente un po’ smarrito… Certo, ci sarà senz’altro chi, immancabilmente, etichetterà tutti gli altri come eretici ingiungendo a chi vuol salvarsi l’anima, come unica possibilità, di aggregarsi a lui; ma chi desidera sinceramente amare il Signore – e non per sentimentalismo – potrebbe rimanere deluso dalla sua glaciale freddezza.

Un tempo, inoltre, tutte le pubblicazioni di soggetto teologico o ascetico-mistico erano attentamente monitorate dall’autorità ecclesiastica, che, alla bisogna, le correggeva o condannava, considerando che, in gioco, c’era la salvezza delle anime. Oggi, invece, oltre a lasciar tranquillamente circolare qualsiasi testo, la gerarchia non interviene mai, se non quando costretta da uno scandalo mediatico. Certe sedicenti organizzazioni cattoliche, però, sono internamente strutturate in modo talmente serrato e dispongono di un potere politico-finanziario così forte che quasi mai gli abusi (fossero pure “solo” il plagio e la coercizione) giungono in superficie. Qualora questo accada, come nel caso del vescovo Apuron, gli si fa comunque quadrato attorno, fino a metterlo spudoratamente accanto al Papa in mondovisione. Non si può negare che l’appartenenza a un movimento ecclesiale assicuri coperture potenti ad altissimi livelli.

Anche qui la radice del problema è una fede carente, che seleziona l’uno o l’altro aspetto della vita cristiana, rendendolo di fatto onnicomprensivo, ed eludendo regolarmente la necessità di una seria riforma di vita. Ora, un conto è lottare con debolezze che non si riesce ancora a vincere, un conto è accettare stabilmente il peccato grave nella propria esistenza confidando di poter ricorrere alla confessione. Il fatto è che un’assoluzione valida richiede un vero pentimento, il quale include il fermo proposito di non commettere più alcun peccato mortale; perché sia un proposito efficace, anziché una mera velleità, bisogna inoltre prendere la decisione di evitare le occasioni in avvenire. Come sacerdote, non potrei mai dare a qualcuno la falsa sicurezza di essere perdonato senza tale pentimento effettivo; non sarei altro che un cappellano di corte che deve compiacere il padrone o un venditore di fumo che ha paura di perdere clienti…

Ben diversa dal semplicismo è la semplicità di cuore, la quale è necessaria per accogliere la grazia ed esige che, senza artifici, si dica bianco ciò che è bianco e nero ciò che è nero. Non sempre essa, anche unita alla prudenza dei serpenti raccomandata dal Signore stesso (cf. Mt 10, 16), garantisce il successo personale o preserva da noie più o meno serie, ma è indispensabile per avere accesso alle celesti dimore: «Non chiunque mi dice: “Signore, Signore” entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli» (Mt 7, 21). Dire «Signore, Signore» può tradursi in qualunque pratica considerata fruttuosa, in rapporto alla vita spirituale, in virtù della sua semplice attuazione, a prescindere dalle reali disposizioni interiori del fedele e dalla sua effettiva prontezza a collaborare con la grazia assecondandola con generose rinunce e combattendo i propri peccati. In tal caso qualsiasi mezzo di grazia (fosse pure la Messa tradizionale), per quanto santo in se stesso, è trattato come un feticcio, cioè un oggetto dotato di un potere magico con cui basterebbe venire a contatto per ottenerne un beneficio.

Un’altra manifestazione della semplicità di cuore, per nulla secondaria, è l’obbedienza ai legittimi Pastori in ciò che è conforme alla legge divina ed ecclesiastica. Anche qui un certo fanatismo di autoconferma scantona subito per la facile scappatoia di un insindacabile giudizio secondo il quale essi o non sarebbero convertiti, o non avrebbero lo Spirito, o ancora sarebbero in blocco eretici… Agli uni occorre rammentare che il fondamento del ministero, nella Chiesa, non è affatto la santità o il fervore personale, ma la trasmissione, per via sacramentale e gerarchica, del mandato apostolico; agli altri, invece, che i fedeli non hanno l’autorità di giudicare i Pastori così da sottrarsi alla loro giurisdizione. Qualora uno osservi che il suo parroco o il suo vescovo parla o agisce in modo oggettivamente contrario alla verità rivelata e a quanto esige il suo compito, può ritenersi libero nei suoi confronti nel foro interno della sua coscienza, ma ciò non lo autorizza a comportarsi, in fin dei conti, come Martin Lutero.

Per rimanere realmente fedeli al Signore senza porsi fuori della Chiesa (in molti casi governata di fatto – non lo nego – da protestanti ultraliberali) bisogna imparare a insinuarsi nelle maglie del sistema in modo da poter continuare a predicare la sana dottrina e a fare del bene alle anime, senza partire in battaglie inutili, se non dannose, che si risolvano a detrimento della causa, confermando i pregiudizi degli avversari (che spesso colgono in noi difetti reali) e rafforzando la loro posizione. La scaltrezza evocata dal Signore, sulla quale i figli di questo mondo ci danno lezione (cf. Lc 16, 8), non è né l’infingarda codardia di chi non vuol fastidi né la calcolata dissimulazione di chi riesce a conciliare tutto e il contrario di tutto adattandosi ad ogni circostanza, bensì l’accortezza di chi comprende a cosa deve rinunciare pur di salvare l’essenziale: oltre alla retta fede e ai Sacramenti, c’è pure la comunione gerarchica.

Nella vita cristiana non si può scegliere a seconda dei gusti: per viverla in semplicità, anziché nel semplicismo, bisogna prendere il pacchetto completo – in cui, fra l’altro, c’è pure il martirio: sicuramente quello della coscienza e, se così volesse il Signore, anche quello di sangue. Ma sopra ogni cosa, quale cemento e anima di tutto, ci vuole un effettivo amore per Lui in una solida vita spirituale, non un surrogato che tenti di supplirlo per mezzo di manifestazioni o impegni collettivi. Tale amore non può nascere se non da quell’incontro intimo e sconvolgente con Gesù Cristo che in sant’Agostino fece detonare la conversione: incontro radicato nella Chiesa e compiutosi grazie alla Chiesa, ma avvenuto nelle profondità di un’anima peccatrice che scoprì in prima persona, quasi fosse unica al mondo, di esser stata da Lui creata e redenta per esser resa partecipe, fin da questa terra, della Sua vita filiale in vista dell’elevazione alla Sua gloria. Se per questo non hai mai pianto di commozione e di desiderio, tale incontro non l’hai ancora sperimentato. Chiedilo.

Ti cercò il mio volto; il tuo volto, Signore, cercherò (Sal 26, 8 Vulg.).

24 commenti:

  1. Mi unisco alle decine di auguri che Le sono stati dati. Grazie di tutto, grazie per ricordarci nella Santa Messa. Auspico che il blog possa rinnovarsi nella veste grafica, nel suggerimento di altri siti, e nelle indicazioni, anche brevi e sintetiche, di buone letture. In fondo, pur sapendo che Lei è impegnato e oberato di mansioni, per i suggerimenti settimanali di testi, letture ascetiche, vite di santi, classici della Tradizione, basta a volte copiare e incollare da qualche altro sito.
    Coraggio, e auguri a tutti i membri della parrocchia virtuale.

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  2. Come non restare scandalizzati di fronte al messaggio Urbi et Orbi in mondovisione del 25 dicembre 2018 dove si dichiara essenzialmente che un “dio fantoccio” è venuto nel mondo per fare la volontà degli uomini e non per far fare agli uomini la sua volontà, che è l’unica che può portarci alla salvezza? Dalle loggia vaticana si proclama l’insediamento totale e definitivo della religione panteistica new-age! Libertè, Egalitè, Fraternitè grida dal balcone all’ombra del cupolone il nuovo Robenspierre! Ci si inginocchia al pastore Traettino, davanti a falsi apostoli islamici il giovedì santo, davanti alla statua di Lutero in Vaticano, davanti a Soros ospite d’onore da cui si assume gli ordini programmatici della neo-chiesa, davanti a tutti i dittatori di questo mondo invitati e venerati nelle stanze vaticane, davanti alla Cina comunista che proibisce di celebrare il Natale cristiano e sopprime il clero autenticamente cattolico e chi più ne ha più ne metta, e mai davanti al Cristo Eucaristico, UNICO Salvatore, venuto a dare tutto sé stesso per la nostra redenzione. Nella Chiesa siamo sotto la dittatura del pensiero unico panteistico, sotto la dittatura omiletica dove siamo costretti ad ascoltare le eresie più scandalose senza diritto di replica, così come nelle conferenze cattoliche dove hanno eliminato il diritto di esprimere il proprio pensiero (eccezion fatta per domande preformulate e imposte dagli organizzatori). Bergoglio ci propina un dio a cui nella proclamazione degli angeli spetta la gloria da parte “degli uomini che egli ama”, cioè a tutti gli uomini indistintamente, e non agli uomini di buona volontà, cioè coloro che si impegnano con tutte le forze per fare la volontà santa di Dio. La neo chiesa ci impone un dio nella formula consacratoria con il “Prendete, e bevetene TUTTI: questo è il calice del mio Sangue per la nuova ed eterna alleanza, versato per voi e per TUTTI in remissione dei peccati” anziché la traduzione reale dove il “PER MOLTI”, cioè solo per coloro che cercano la salvezza solo attraverso il sacrificio di Cristo che è stato abolito nella formula divina. Bergoglio parla di fratellanza universale ma fratelli lo si è solo se si ha lo stesso Padre. Comunque sono d’accordo con te: dobbiamo essere dalla parte di Francesco di Assisi e di Domenico di Guzman che hanno perseverato all’interno della Chiesa battendosi per la Santa Causa e non dalla parte di Lutero che ha seguito il diavolo che opera attraverso la divisione. “E Dio non farà forse giustizia ai suoi eletti, che gridano giorno e notte verso di lui? Li farà forse aspettare a lungo? Io vi dico che farà loro giustizia prontamente. Ma il Figlio dell'uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra?».

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  3. Carissimo Don Elia,
    Cosa intende esattamente per purificazione del cuore? E poi "opere spontanee di pietà e carità in cui la Grazia possa fruttificare" ..per esempio?
    La ringrazio

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    1. La purificazione del cuore si attua mediante la vigilanza sui pensieri e sui sentimenti, così da poter distinguere quelli che vengono da Dio o dalla nostra buona volontà (e vanno perciò accolti) da quelli che vengono dal diavolo o dal nostro io peccatore (e vanno perciò respinti).
      Le opere spontanee di pietà sono le preghiere, le ore sante, le visite in chiesa che facciamo senza esservi obbligati, ma per puro amore di Dio; quelle di carità sono gesti disinteressati di aiuto che non rientrano nei nostri stretti doveri, ma che compiamo per puro amore del prossimo, amato per amore di Dio.

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  4. Gioisci rallegrati pure con Lui nel tuo raccoglimento interiore poiché Lo hai così vicino! Qui desideraLo, adoraLo, senza andare a cercarLo altrove, poiché ti distrarresti, ti stancheresti senza poterLo né trovare, né godere con maggiore certezza e celerità né averLo più vicino che dentro di te .

    San Giovanni della Croce
    (Cantico Spirituale).

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  5. STROFE DELL’ANIMA

    1. In una notte oscura,
    con ansie, dal mio amor tutta infiammata,
    oh, sorte fortunata!,
    uscii, né fui notata,
    stando la mia casa al sonno abbandonata.

    2. Al buio e più sicura,
    per la segreta scala, travestita,
    oh, sorte fortunata!,
    al buio e ben celata,
    stando la mia casa al sonno abbandonata.

    3. Nella gioiosa notte,
    in segreto, senza esser veduta,
    senza veder cosa,
    né altra luce o guida avea
    fuor quella che in cuor mi ardea.

    4. E questa mi guidava,
    più sicura del sole a mezzogiorno,
    là dove mi aspettava
    chi ben io conoscea,
    in un luogo ove nessuno si vedea.

    5. Notte che mi guidasti,
    oh, notte più dell’alba compiacente!
    Oh, notte che riunisti
    l’Amato con l’amata,
    amata nell’Amato trasformata!

    6. Sul mio petto fiorito,
    che intatto sol per lui tenea serbato,
    là si posò addormentato
    ed io lo accarezzavo,
    e la chioma dei cedri ei ventilava.

    7. La brezza d’alte cime,
    allor che i suoi capelli discioglievo,
    con la sua mano leggera
    il collo mio feriva
    e tutti i sensi mie in estasi rapiva.

    8. Là giacqui, mi dimenticai,
    il volto sull’Amato reclinai,
    tutto finì e posai,
    lasciando ogni pensier
    tra i gigli perdersi obliato.

    SAN GIOVANNI DELLA CROCE
    Notte Oscura

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  6. Volto Santo del Mio Signore e Mio Dio ,
    imprimiTi nel cuore mio !

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  7. Fin da quando ero ragazzino,quando mi recavo in chiesa anche per fare una semplice visita al Santissimo,la cosa che mi creava sempre una forma di soggezione,era quella di vedere il mio parroco con la corona in mano che,girando per le navate o a volte seduto,pregava il rosario.Mai un giorno di riposo mai una vacanza,sempre in chiesa a "dir messa"o a pregare,sempre con la talare sia di inverno che d'estate.Diventando adulto,tale soggezione si trasformò in stima e rispetto:non sempre io ero rimasto fedele a Nostro Signore,gli inganni del mondo avevano recato i loro danni a quel ragazzino che era cresciuto facendo il chierichetto,ma quel uomo di Dio era sempre lì e quello che mi aveva insegnato nel catechismo(quello di PIO X)aveva radici profonde, perchè era Verità in mondo di bugie e falsità!Quando celebrava messa non si avevano dubbi sulla Presenza Reale di Cristo durante la consacrazione;non aveva bisogno di "inventarsi"una liturgia personalizzata per accattivarsi la simpatia dei parrocchiani.Non era sicuramente un uomo docile,io stesso ho assistito a delle sue sfuriate(giuste)con ripromesse da parti di chi le subiva di non farsi più vedere in chiesa,ma poi tornavano tutti,perchè come uomo poteva avere mille difetti,ma come sacerdote,tutti ma proprio tutti anche coloro che non erano religiosi,sapevano che era uomo di DIO!Quando qualcuno aveva bisogno di una benedizione andava dal parroco!Quando non pioveva,si andava dal parroco,quando era necessaria una preghiera di intercessione sempre da lui,il rosario per il morto idem.Una volta mi raccontò che ad ogni funerale e ad ogni matrimonio,voleva sempre un sacerdote nel confessionale,perchè in quelle circostanze c'era sempre una anima che sentiva la necessità di fare pace con DIO dopo anni che era stata lontana da Lui!!Oggi sento parlare di donatismo se si "pretende"nel sacerdote una forma di "santità"che non si riscontra più in tanti uomini di "chiesa":ex opere operato,mi sento dire ,basta che un sacerdote consacri con l'intenzione di farlo,ma non è così...non è sufficiente!!!La gente va dallo psichiatra che ti prescrive farmaci su farmaci riducendoti ad una pseudolarva,ma la coscienza non ha farmaco che la stordisca!La gente,i cattolici, chi scrive HA BISOGNO di vedere nel sacerdote una persona migliore di se stessa,un intermediario tra lui e Cristo e questa è l'unica misericordia che da Speranza!!Visse a lungo il mio parroco,aveva quasi cento anni quando morì,ma disse messa fino a pochi giorni prima del suo decesso e io pur essendo già più che adulto piansi:avevo perso L'INTERMEDIARIO,sarebbe stato molto più dura ora in avanti!Guareschi racconta che i parrocchiani non volevano morire in sua assenza"perchè con don Camillo si parte sicuri":io non so quando sarò chiamato a rendere conto a Cristo di come ho fruttificato magari il solo talento che mi è stato donato,ma spero che quel giorno davanti a Nostro Signore ci sia al mio fianco il mio parroco e che intercedendo per me dica:questo è uno dei miei!

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    1. E' indubbio che la santità del sacerdote influisca in modo decisivo sulla fruttuosità del suo ministero, ma la validità dei Sacramenti è un'altra questione: se essa dipendesse dalle condizioni personali del ministro, non avremmo più alcuna certezza. Il Signore ha voluto che i fedeli potessero ricevere la grazia in modo sicuro, senza per questo escludere che i Suoi ministri debbano essere autentici uomini di Dio.

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    2. Innominato, grazie per la Sua consolante testimonianza. Se oggi molti parrochi non pregano più il Rosario e per le anime del purgatorio, facciamoli noi. Un po' alla volta se uno è digiuno...ma sempre. Auguri

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  8. Racconti di un pellegrino russo:
    “– Dio ti ha dato il desiderio di pregare e la possibilità di farlo senza fatica. È un effetto naturale, prodotto dall’esercizio e dall’applicazione costante, come una ruota che si fa girare intorno a un perno; dopo una spinta essa continua a girare su se stessa, ma per far sì che il movimento duri bisogna ungere il meccanismo e dare nuove spinte. Tu vedi ora di quali facoltà meravigliose il Dio amico degli uomini ha dotato la nostra natura sensibile, e hai conosciuto le sensazioni straordinarie che possono nascere anche nell’anima peccatrice, nella natura impura che non è illuminata ancora dalla grazia. Ma quale grado di perfezione, di gioia e di rapimento non raggiunge l’uomo, quando il Signore vuole rivelargli la preghiera spirituale spontanea e purificare l’anima sua dalle passioni! È il dono che ricevono coloro che cercano il Signore nella semplicità di un cuore che trabocca d’amore”

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  9. Caro padre, ammirando la bellezza del creato che oggi rifulge di una luce più intensa, quasi a mostrarci di quali onori sia stata insignita Maria, Madre di Dio, pensavo che anche dentro di noi, può rifulgere tale luce perché Dio ha creato anche uno splendido giardino nel cuore di ogni uomo, dove desidera abitare come Sovrano. Avvalendomi della sapienza dei Santi, riporto due meditazioni che ci fanno comprendere quali tesori Dio ha creato per noi: un'anima immortale con un intelletto e un cuore per poterlo conoscere e Amare. Il Re dei Re, poi, non ancora sazio d'Amore per noi, ci fa il massimo dono, l'unico Suo Figlio che diviene anche il nostro nutrimento divino, così che la nostra anima sia sempre più ricolma di tale Amore, ma prestando ogni attenzione e premura per custodirlo gelosamente e per non disperderlo. Tutto ci potranno togliere, ma mai entrare nella fortezza del Re, vegliata dalla nostra Regina invincibile, fosse anche la più povera delle grotte!

    Estratto di Santa Teresa d'Avila: Il castello interiore:
    “Bellezza e dignità dell'anima umana - Vantaggi che si acquistano nel conoscersi e nell'intendere le grazie che si ricevono da Dio - La porta di questo castello è l'orazione.
    Possiamo considerare la nostra anima come un castello fatto di un sol diamante o di un tersissimo cristallo, nel quale vi siano molte mansioni, come molte ve ne sono in cielo”
    “Del resto, se ci pensiamo bene, che cos'è l'anima del giusto se non un paradiso, dove il Signore dice di prendere le sue delizie?
    E allora come sarà la stanza in cui si diletta un Re così potente, così saggio, così puro, così pieno di ricchezze? No, non vi è nulla che possa paragonarsi alla grande bellezza di un'anima e alla sua immensa capacità!
    Il nostro intelletto, per acuto che sia, non arriverà mai a comprenderla, come non potrà mai comprendere Iddio, alla cui immagine e somiglianza noi siamo stati creati. Se ciò è vero - e non se ne può dubitare - è inutile che ci stanchiamo nel voler comprendere la bellezza del castello. Tuttavia, per avere un'idea della sua eccellenza e dignità, basta pensare che Dio dice di averlo fatto a sua immagine, benché tra il castello e Dio vi sia sempre la differenza di Creatore e creatura, essendo anche l'anima una creatura.
    2 - Che confusione e pietà non potere, per nostra colpa, intendere noi stessi e conoscere “chi siamo! ..... Sì, sappiamo di avere un'anima, perché l'abbiamo sentito e perché ce l'insegna la fede, ma così all'ingrosso, tanto vero che ben poche volte pensiamo alle ricchezze che sono in lei, alla sua grande eccellenza e a Colui che in essa abita".

    Sant’Anselmo d’Aosta, Dottore della Chiesa, I detti di Anselmo, cap. 14, pag. 269, 271:
    “Non può l’uomo scorgere il cuore dell’uomo. Al contrario Dio, al quale nulla rimane nascosto, scorge senza impedimento il cuore dell’uomo e ciò a cui tende. Chi l’avrà puro, potrà vedere Dio; chi invece non l’avrà puro, senza dubbio non potrà vederlo in alcun modo. E allora è indispensabile che, chiunque desideri che Dio dimori in lui, abbia la purezza del cuore. Nessuno la potrà avere, se non libererà il suo cuore dalle brame terrene, e non si sforzerà di ardere d’amore celeste. Nella misura in cui amerà il mondo, nella stessa misura sarà privato dell’amore celeste. ( … ) La nostra volontà sia pertanto pura, per essere chiamata ed essere sposa di Dio; né macchia alcuna d’impurità la deturpi, per non divenire adultera. Finché s’accorda al volere di Dio, è pura, è sposa; quando invece discorda dal suo volere, si guasta, s’insozza, si prostituisce."

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  10. San Tommaso D'Aquino, che asseriva che ai superiori anche solo sospettati di essere eretici non bisognava rivolgere nemmeno la parola o Sant'Attanasio, che definiva gli stessi "cani", come mai sono stati elevati agli onori degli altari e considerati addirittura dottori della chiesa, per non parlare di San Nicola vescovo di Bari che prese addirittura a schiaffoni lo stesso Ario, secondo il suo ragionamento avrebbe dovuto come minimo essere scomunicato a divinis se non addirittura fatto alla diavola come Giordano Bruno!
    Mi domando come si possa continuare ostinatamente a voler tenere il piede in 2 staffe, cosa temete ancora di perdere, pastori ondivaghi, oltre la fede, un giorno Dio vi chiederà conto di tutte le anime che avete fatto perdere a causa delle vostre titubanze, è inutile denunciare il male si tace la fonte da cui esso proviene o peggio ancora si tollera o si cerca in qualche modo di giustificare soltanto perché proviene dall'alto.
    Non può il romano pontefice pascere il Gregge di Cristo con la medesima convinzione di un re sole "l'eglise c'est moi". Cosa Aspettate a farglielo presente senza tanti ridicoli giri di parole?
    La porta è soltanto UNA e per di più è anche tremendamente stretta, urlatelo smettetela di ciancicare ...una cum.

    "Ma quando Cefa venne ad Antiochia, mi opposi a lui a viso aperto perché evidentemente aveva torto." (S.Paolo GL. 2,11)

    Buon 2019. Onore e Gloria a Colui che Bussa.
    Viva Cristo RE

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    1. Carissimo Marco, non vedo come il mio ragionamento conduca alla conclusione che sant'Atanasio o san Nicola (vescovo dell'antica Myra in Licia, poi traslato a Bari nel 1087) avrebbero dovuto essere condannati al rogo. Mi sono limitato a ribadire la dottrina canonica tradizionale, secondo la quale un prelato eretico conserva la giurisdizione fino a che non sia dichiarato tale dall'autorità competente (che non sono io); di conseguenza i fedeli sono tenuti a obbedirgli in ciò che è legittimo, altrimenti la Chiesa finirebbe nell'anarchia. Nel caso del papa, questo compito spetta ai cardinali. Ciò non ci impedisce tuttavia di prendere posizione nel foro interno della coscienza e di rifiutare l'assenso a dichiarazioni o disposizioni contrarie alla sana dottrina o alla legge divina. Lo scopo per cui scrivo è di aiutare i lettori a far questo. Ho anche evidenziato a più riprese atti e affermazioni del pontefice regnante contrari alla verità rivelata e alla millenaria tradizione della Chiesa, ma non credo che questo lo inquieti più di tanto; è già molto se il messaggio, in qualche modo, gli è arrivato, ma non presumo di fargli paura.

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  11. “La speranza ha due bellissimi figli: lo sdegno e il coraggio. Lo sdegno per la realtà delle cose e il coraggio per cambiarle.”Sant'Agostino

    Il coraggio dell'umilta' , il coraggio di piangere e rimanere al proprio posto ( quello da Dio assegnato ) , di continuare a parlare della Verita' di Gesu' Cristo , della SS.Trinita', della Vergine Maria , umilmente , secondo la Legge dettata dall' Eterno Padre , rispettando l'Autorita'. Gesu' e' stato sempre sottomesso all'Autorita' : "Imparate da me che sono mite ed umile di cuore ".

    1 Ciascuno stia sottomesso alle autorità costituite; poiché non c'è autorità se non da Dio e quelle che esistono sono stabilite da Dio. 2 Quindi chi si oppone all'autorità, si oppone all'ordine stabilito da Dio. E quelli che si oppongono si attireranno addosso la condanna. 3 I governanti infatti non sono da temere quando si fa il bene, ma quando si fa il male. Vuoi non aver da temere l'autorità? Fa' il bene e ne avrai lode, 4 poiché essa è al servizio di Dio per il tuo bene. Ma se fai il male, allora temi, perché non invano essa porta la spada; è infatti al servizio di Dio per la giusta condanna di chi opera il male. 5 Perciò è necessario stare sottomessi, non solo per timore della punizione, ma anche per ragioni di coscienza. 6 Per questo dunque dovete pagare i tributi, perché quelli che sono dediti a questo compito sono funzionari di Dio. 7 Rendete a ciascuno ciò che gli è dovuto: a chi il tributo, il tributo; a chi le tasse le tasse; a chi il timore il timore; a chi il rispetto il rispetto.
    8 Non abbiate alcun debito con nessuno, se non quello di un amore vicendevole; perché chi ama il suo simile ha adempiuto la legge. 9 Infatti il precetto: Non commettere adulterio, non uccidere, non rubare, non desiderare e qualsiasi altro comandamento, si riassume in queste parole: Amerai il prossimo tuo come te stesso. Romani 13,1-9

    Non pensiamo di essere sempre nel giusto, d’avere ragione. Chiediamoci come agirebbe Gesu' . E' questo il tempo della Adorazione . Umili , lasciamoci guidare dalla Madre di Dio , dalla Vergine del Silenzio , mettendoci al servizio di Gesu'.

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  12. Non l'ho ancora ringraziata Gent.mo Padre per tutte le riflessioni dell'anno 2018 , per tutte le volte che ha offerto le nostre anime all' Onnipotente nel S.Sacrificio , per tutte le volte che ci ha Benedetto . Grazie Padre per il dono del Suo Sacerdozio , per la sofferenza e la dolcezza della propria e altrui Croce . A tutti e a ciascuno auguro un Santo combattimento e a Lei Gent.mo Padre una santa Pesca ( una pesca miracolosa) di anime sperdute , di anime smarrite . Sotto lo sguardo di Gesu' e di Maria !

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  13. AKATISTO AL DOLCISSIMO SIGNORE NOSTRO GESU' CRISTO
    Kontakio 1
    Condottiero ardito e Signore, vincitore dell'inferno, poiché mi liberasti dalla morte eterna, ti dedico questo inno di lode, io creatura e servo tuo: poiché tu hai una misericordia indicibile, salva da tutti i mali me che ti invoco: Gesù, Figlio di Dio, pietà di me.
    Ikos 1
    Creatore degli Angeli e Signore delle potenze, apri la mia mente incapace e la mia lingua a lodare il tuo nome purissimo, come una volta apristi l'orecchio e la lingua a colui che era sordo e muto, e io con la mia voce ti possa così invocare:
    Gesù mirabilissimo, stupore degli Angeli:
    Gesù fortissimo, salvezza dei progenitori.
    Gesù dolcissimo, vanto dei patriarchi:
    Gesù gloriosissimo, sostegno dei re.
    Gesù amatissimo, adempimento dei profeti:
    Gesù venerabilissimo, saldezza dei martiri.
    Gesù silenziosissimo, gioia dei monaci:
    Gesù pietosissimo, dolcezza dei sacerdoti.
    Gesù misericordiosissimo, resistenza dei digiunanti:
    Gesù dolcissimo, tripudio dei santi tuoi simili.
    Gesù onorabilissimo, castità dei vergini:
    Gesù eternissimo, salvezza dei peccatori.
    Gesù, Figlio di Dio, pietà di me.
    Kontakio 2
    Vedendo la vedova piangere amaramente, Signore, tu ti impietosisti, e il figlio di lei che veniva condotto al sepolcro tu risuscitasti: così sii pietoso anche di me, o amico degli uomini, e risuscita il mio spirito, reso morto dai peccati, che ti invoca: Alleluia.
    Ikos 2
    Con l'intelletto Filippo voleva intendere ciò che non è intellegibile, e disse: Signore, mostraci il Padre. E tu a lui: da tanto tempo sei con me, e ancora non hai capito, che il Padre è in me, e io sono nel Padre? Rinunciando a capire, con ti-more ti invoco:
    Gesù, Dio eternissimo:
    Gesù, re fortissimo.
    Gesù, Signore pazientissimo:
    Gesù, salvatore misericordiosissimo.
    Gesù, custode mio buonissimo:
    Gesù, puliscimi dai miei peccati.
    Gesù, scaccia via le mie trasgressioni:
    Gesù, liberami dalle mie iniquità.
    Gesù, mia speranza, non abbandonarmi:
    Gesù, mio aiuto, non respingermi.
    Gesù, mio creatore, non dimenticarmi:
    Gesù, mio pastore, non lasciarmi perire.
    Gesù, figlio di Dio, pietà di me.
    Kontakio 3
    Con la tua forza dall'alto, Gesù, avvolgesti gli Apostoli che sedevano in Gerusalemme; avvolgi anche me, nudo di ogni opera buona, col tepore del tuo Santo Spirito, così che con amore io ti possa cantare: Alleluia.
    Ikos 3
    Essendo ricco di misericordia, o Gesù, chiamasti a te i pubblicani, i peccatori e i pagani: non disprezzare neanche me, che a loro somiglio, ma come prezioso balsamo accogli il mio canto:
    Gesù, forza invincibile:
    Gesù, bontà infinita.
    Gesù, bellezza splendente:
    Gesù, amore indicibile.
    Gesù, figlio del Dio vivo:
    Gesù, pietà di me peccatore.
    Gesù, ascolta me concepito nelle iniquità:
    Gesù, ripulisci me nato nei peccati.
    Gesù, istruisci me dissoluto:
    Gesù, illumina me ottenebrato.
    Gesù, purifica me corrotto:
    Gesù, raddrizza me caduto. Gesù, figlio di Dio, pietà di me.

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  14. Kontakio 4
    Avendo dentro una tempesta di pensieri dubbiosi, Pietro affondava. Vedendo te in carne ed ossa, Gesù, camminante sulle acque, ti riconobbe vero Dio e, ricevuta la mano della salvezza, disse: Alleluia.
    Ikos 4
    Udendo il cieco, che ti camminava accanto nella strada, Signore, e camminando implorava: Gesù, figlio di David, pietà di me: tu lo chiamasti e apristi i suoi occhi. Illumina dunque con la tua bontà gli occhi interiori del cuore anche a me, che ti invoco, e dico:
    Gesù, creatore degli angeli:
    Gesù, redentore degli uomini.
    Gesù, distruttore degli inferi:
    Gesù, ornamento di tutta la creazione.
    Gesù, consolatore della mia anima:
    Gesù, luce del mio intelletto.
    Gesù, gioia del mio cuore:
    Gesù, salute del mio corpo.
    Gesù, salvatore mio, salvami:
    Gesù, luce mia, illuminami.
    Gesù, tienimi lontano dai tormenti:
    Gesù, salva me indegno.
    Gesù, figlio di Dio, pietà di me.
    Kontakio 5
    Col tuo sangue divino un giorno tu espiasti la nostra meritata maledizione, Gesù: così toglici fuori dalla rete in cui il serpente ci ha invischiati con le passioni terrene, con le lusinghe dissolutrici, con l'inerzia malvagia, e ti possiamo cantare: Alleluia.
    Ikos 5
    I fanciulli ebrei avendo visto in una figura umana colui che con la sua mano aveva creato l'uomo, e avendo capito che era il Signore per loro, s'affannarono a festeggiarlo con i rami e cantavano osanna. Anche noi ti offriamo questo canto dicendo:
    Gesù, Dio vero:
    Gesù, figlio di Davide.
    Gesù, re glorioso:
    Gesù, agnello immacolato.
    Gesù, pastore esemplare:
    Gesù, protettore della mia fanciullezza.
    Gesù, alimento della mia giovinezza:
    Gesù, lode della mia vecchiaia.
    Gesù, speranza della mia morte:
    Gesù, vita dopo la mia morte.
    Gesù, mio conforto al tuo tribunale:
    Gesù, mio desiderio, non coprirmi allora di vergogna.
    Gesù, figlio di Dio, pietà di me.
    Kontakio 6
    Adempiendo le parole degli araldi teofori, apparisti sulla terra, Gesù; hai vissuto tra gli uomini tu che nell'uomo non potevi essere contenuto, ci hai liberati dalle nostre infermità: guariti così per opera delle tue piaghe, noi impariamo a cantare: Alleluia.
    Ikos 6
    Risplendette l'universo per la luce della tua verità, fu scacciata la malizia diabolica: gli idoli, non sopportando la tua forza, o Salvatore nostro, caddero: e noi, avendo ricevuto la salvezza, ti cantiamo:
    Gesù, verità, che distruggi le finzioni diaboliche:
    Gesù, luce, che superi tutte le altre luci.
    Gesù, re, che sovrasti tutte le potenze:
    Gesù, Dio, che sei sempre misericordioso.
    Gesù, pane di vita, sazia me affamato:
    Gesù, fonte di intelletto, disseta me assetato.
    Gesù, abito di gioia, vesti me corruttibile:
    Gesù, mantello di allegrezza, copri me indegno.
    Gesù, che dai a chi chiede, dammi l'afflizione per i miei peccati:
    Gesù, acquisizione di coloro che cercano, acquisisci la mia anima.
    Gesù, che apri a coloro che bussano, apri il mio cuore misero:
    Gesù, redentore dei peccatori, purificami dalle mie iniquità.
    Gesù, figlio di Dio, pietà di me.

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  15. Kontakio 7
    Sebbene tu rivelasti il mistero che in tutti i tempi era stato celato, fosti condotto come un agnello per essere ucciso, Gesù, come una pecora che sta muta davanti a chi la tosa, e come Dio sei risorto dai morti, e con gloria sei asceso ai cieli, e hai innalzato noi, che ti acclamiamo: Alleluia.
    Ikos 7
    Mostrandosi mirabile creatura apparve tra noi il nostro Creatore: senza seme fu concepito da una Vergine, risorse dal sepolcro senza infrangerne i sigilli, entrò col suo corpo là dove erano gli Apostoli a porte chiuse; di tutto ciò stupefatti, cantiamo:
    Gesù, Parola innominabile:
    Gesù, Parola inconsiderabile.
    Gesù, Forza inattingibile:
    Gesù, Saggezza impensabile.
    Gesù, Divinità indescrivibile:
    Gesù, Potenza incalcolabile.
    Gesù, Regno invincibile:
    Gesù, Signoria illimitabile.
    Gesù, Fortezza altissima:
    Gesù, Potenza eterna.
    Gesù, Creatore mio, siimi favorevole:
    Gesù, Salvatore mio, salvami.
    Gesù, Figlio di Dio, pietà di me.
    Kontakio 8
    Avendo visto un Dio prodigiosamente fattosi uomo, ci facciamo estranei al mondo vano e innalziamo la nostra mente alle cose di Dio: per questo Dio è sceso sulla terra, per innalzare fino ai cieli noi, che cantiamo a Lui: Alleluia.
    Ikos 8
    Pur essendo tutto quaggiù, colui che non può essere misurato non cessò di essere nei cieli: spontaneamente scelse di soffrire per noi e con la sua morte ha ucciso la nostra morte: con la resurrezione ha donato la vita a noi che cantiamo:
    Gesù, dolcezza del cuore:
    Gesù, fortezza del corpo.
    Gesù, splendore dell'anima:
    Gesù, prontezza della mente.
    Gesù, gioia della coscienza:
    Gesù, speranza vera.
    Gesù, memoria eterna:
    Gesù, lode altissima.
    Gesù, mia gloria suprema:
    Gesù, mio desiderio, non respingermi.
    Gesù, mio Pastore, cercami:
    Gesù, mio Salvatore, salvami.
    Gesù, Figlio di Dio, pietà di me.
    Kontakio 9
    Tutte le nature angeliche incessantemente glorificano il tuo nome santissimo nei cieli, Gesù, cantando Santo, Santo, Santo: anche noi peccatori sulla terra con le nostre bocche periture cantiamo: Alleluia.
    Ikos 9
    Gli oratori più sapienti ti guardano come se fossero pesci muti, o Gesù Salvatore nostro: non sono in grado di dire come tu sia un Dio immutabile e insieme un uomo perfetto; noi, stupefatti del mistero, cantiamo con fede:
    Gesù, Dio sempiterno:
    Gesù, re dei regnanti.
    Gesù, signore dei governanti:
    Gesù, giudice dei vivi e dei morti.
    Gesù, speranza dei disperati:
    Gesù, consolazione degli afflitti.
    Gesù, gloria dei miseri:
    Gesù, non giudicarmi per le mie azioni.
    Gesù, purificami per la tua benevolenza:
    Gesù, scaccia da me l'abbattimento.
    Gesù, illumina i pensieri del mio cuore:
    Gesù, dammi il ricordo della morte.
    Gesù, Figlio di Dio, pietà di me.

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  16. Kontakio 10
    Volendo salvare il mondo, nascesti da Oriente per giungere sino al buio Occidente, assumesti la nostra natura, ti umiliasti fino alla morte: perciò il tuo nome è glorificato più spesso di ogni altro nome e da tutti gli esseri celesti e terreni tu ascolti: Alleluia.
    Ikos 10
    Re eterno, Consolatore, Cristo vero, mondaci da ogni turpitudine, così come mondasti i dieci lebbrosi, guariscici come guaristi l'animo avaro di Zaccheo il pubblicano: teneramente ti imploreremo, chiamandoti:
    Gesù, tesoro incorruttibile:
    Gesù, ricchezza inesauribile.
    Gesù, nutrimento robusto:
    Gesù, fonte improsciugabile.
    Gesù, vestimento dei poveri:
    Gesù, difensore delle vedove.
    Gesù, protettore degli orfani:
    Gesù, aiuto dei sofferenti.
    Gesù, guida dei pellegrini:
    Gesù, nocchiero dei naviganti.
    Gesù, pace degli impetuosi:
    Gesù, Dio, solleva me caduto.
    Gesù, Figlio di Dio, pietà di me.
    Kontakio 11
    Un canto tenerissimo ti dedico, io indegno, ti imploro come la Cananea: Gesù, pietà di me: io non ho una figlia, ma un corpo posseduto da passioni perverse, da un furore accecante: dai la guarigione a chi ti invoca: Alleluia.
    Ikos 11
    O lume datore di luce a quanti sono nelle tenebre della stoltezza, Paolo prima ti perseguitava, ma tu gli infondesti la forza della voce che fa conoscere Dio e illuminasti l'acutezza della sua mente: così illumina anche i ciechi occhi della mia mente, di me che ti invoco:
    Gesù, mio Re fortissimo:
    Gesù, mio Dio potentissimo.
    Gesù, mio Signore immortalissimo:
    Gesù, mio Creatore gloriosissimo.
    Gesù, Maestro mio buonissimo:
    Gesù, Pastore mio generosissimo.
    Gesù, Sovrano mio benevolissimo:
    Gesù, Salvatore mio misericordiosissimo.
    Gesù, illumina i miei sentimenti, offuscati dalle passioni:
    Gesù, guarisci il mio corpo, incadaverito dai peccati.
    Gesù, purifica la mia mente dai pensieri vani:
    Gesù, proteggi il mio cuore dalle bramosie malvage.
    Gesù, Figlio di Dio, pietà di me.
    Kontakio 12
    Dammi la tua grazia, assolvitore di tutti i debiti, Gesù, e accogli me pentito così come accogliesti Pietro che ti aveva rinnegato, richiama me intorpidito così come un tempo chiamasti Paolo che ti perseguitava: ascolta la mia voce che ti invoca: Alleluia.
    Ikos 12
    Cantando la tua incarnazione tutti ti glorifichiamo e con Tommaso crediamo che tu sei il Signore e Dio, che siedi accanto al Padre e verrai a giudicare i vivi e i morti: allora fai dunque degno di stare alla tua destra me, che ti invoco dicendo: Gesù, Re eterno, pietà di me:
    Gesù, aromatico fiore, profumami tutto.
    Gesù, amato tepore, riscaldami:
    Gesù, tempio eterno, riparami.
    Gesù, abito luminoso, adornami:
    Gesù, perla genuina, fammi risplendere.
    Gesù, pietra preziosa, fammi brillare:
    Gesù, sole di giustizia, illuminami.
    Gesù, luce santa, rischiarami:
    Gesù, proteggimi dai malanni dell'anima e del corpo.
    Gesù, sottraimi dalle grinfie del nemico:
    Gesù, liberami dal fuoco inestinguibile e dagli altri eterni tormenti.
    Gesù, Figlio di Dio, pietà di me.

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  17. Kontakio 13
    Dolcissimo e generosissimo Gesù. Accetta ora questa nostra piccola preghiera, così come accettasti i due spiccioli dalla vedova, proteggi i tuoi figli dai nemici visibili e invisibili, dalle invasioni straniere, dalle malattie, dalla fame, da ogni disgrazia e dalle ferite mortali, libera dai tormenti futuri quanti implorano: Alleluia.
    (Questo Kontakio si ripete tre volte, così come l'Ikos 1: Creatore degli Angeli. . ., e il Kontakio 1: Condottiero ardito ... )
    Preghiera al Signore Gesù Cristo
    O Sovrano Signore, Gesù Cristo, Dio mio, poiché per il tuo indicibile amore all'uomo assumesti al termine dei secoli un corpo umano dalla semprevergine Maria, io, tuo servo, canto la tua salvifica provvidenza, o Sovrano: inneggio a te, poiché per te ho conosciuto il Padre: benedico te, poiché per te il Santo Spirito è venuto nel mondo: mi prostro alla tua purissima Madre terrena, che ha servito all'adempiersi di un così tremendo mistero: lodo le tue Schiere angeliche che esaltano e servono la tua magnificenza: venero Giovanni il Precursore che ti battezzò, Signore: onoro i Profeti che ti preannunciarono, glorifico i tuoi santi Apostoli: esalto i Martiri, decanto i tuoi Sacerdoti: mi inchino ai tuoi Santi, festeggio i tuoi Giusti. Questo molteplice e indicibile coro divino io, servo tuo, lo presento in preghiera a te, Dio generosissimo, e per tanti meriti chiedo perdono delle mie mancanze: concedimelo per l'intercessione di tutti i tuoi Santi e specialmente per la tua generosità, poiché tu sei benedetto nei secoli. Amen.

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  18. L'ANTICRISTO E LE NOSTRE RESPONSABILITÀ
    FONDAMENTALI. Conversazione con anime sincere. Padre Linus Dragu Poppian

    https://remusmirceabirtz.files.wordpress.com/2016/07/p-lino-popian-sull-anticristo.pdf

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  19. SAN VITO DEI NORMANNI
    Don Nicola Bux: La bellezza nella liturgia, il suo decadimento e la crisi della fede .
    Incontro con Monsignor Bux nella Chiesa di San Michele Arcangelo, a San Vito dei Normanni, 14 Dicembre 2018.
    https://www.youtube.com/watch?v=yvOwDiI8bHE

    Bellissimo excursus di un Sacerdote fedele alla Verita' che dirada varie questioni : la Fede , la liturgia , la responsabilita' del proprio ruolo , la carita' , l'attualita' della Chiesa . Questo tempo , dono di Dio , e' assolutamente speso bene .

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